Anzati/Legends

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Anzati
Classificazione biologica
Caratteristiche fisiche
Altezza media

150/170 cm.

Pelle

grigiastro

Peculiarità
  • proboscidi nascoste
  • longevità eccezionale
  • capacità rigenerative
Caratteristiche socio-culturali
Pianeta d'origine

Anzat

Lingua
Membri noti

Gli Anzati erano una misteriosa razza di umanoidi sensibili alla Forza con due proboscidi tentacoidali che protrudevano dalle loro guance, attraverso le quali gli Anzati erano in grado di cibarsi dei cervelli delle loro prede. Quando i tentacoli erano ritratti all'interno delle guance, erano completamente indistinguibili da altre razze umanoidi della galassia.

Vivevano piuttosto a lungo, ed avevano capacità rigenerative che altre razze umanoidi non possedevano. Erano anche telepatici, affinando questa abilità con la maturazione, cosa che gli permetteva di dominare le menti altrui per potersi cibare.

Secondo il Maestro Jedi Zao, la zuppa che gli Anzati bevevano rappresentava il futuro, e quindi la Forza. A causa di ciò, gli Anzati sensibili alla Forza che bevevano la zuppa di un altro individuo sensibile alla Forza rafforzavano la loro connessione con la stessa.

Caratteristiche

Alcune culture guardavano agli Anzati come a creature mitologiche, connesse a sciocche superstizioni usate per spaventare i bambini. Questa razza era in effetti fra i più letali predatori conosciuti; la posizione del loro pianeta madre, Anzat, è sconosciuta. Gli esponenti della razza vi si recavano solo per riprodursi, per poi ritornare a strisciare nelle ombre delle città della galassia.

Gli Anzati godevano di una vita eccezionalmente lunga, raggiungevano l’età adulta solo ai 100 anni, alcuni di essi arrivavano a vivere diversi secoli. Di aspetto umanoide, con nasi grossi e larghi, la loro altezza media era intorno al metro e settanta; all’interno delle loro guance si trovavano delle sacche che contenevano delle sottili proboscidi tubolari, normalmente inidentificabili tra le numerose specie umane e semi umane presenti nella galassia, rivelavano la loro natura solo quando le due appendici sono protruse.

Vi era un motivo per cui gli Anzati vagabondavano nella galassia, ovvero divorare la 'zuppa' di altri esseri senzienti; per loro, la zuppa donava corpo all’energia vitale, nella forma dei mucosi fluidi cerebrali delle creature viventi. Creature la cui connessione con la Forza era potente erano particolarmente prelibate, per quanto molti Anzati considerassero la connessione tra la Forza e la zuppa pura accademia.

Una Anzati si ciba del cervello della sua preda.
Utilizzavano una rudimentale forma di telepatia per ipnotizzare le loro preda, una volta immobilizzata l’Anzat introduceva le proboscidi nel cervello, usualmente dalle cavità nasali, cominciando a drenarne la zuppa: il processo, se protratto fino al completo prosciugamento, portava alla morte sicura di chi ne era vittima. Una volta cominciato il suo pasto, un Anzat avrebbe sempre cercato di terminarlo, solo una seria minaccia alla sua vita avrebbe potuto spingerlo a interrompere la suzione.

Dietro queste figure inquietanti, come già detto, si sono costruite leggende in migliaia di mondi sparsi per la galassia, eppure nessuna di queste leggende include riferimenti a dove e quando abbiano avuto origine; per alcuni, questo implica che gli Anzati abbiano raggiunto la tecnologia necessaria alla navigazione galattica prima di ogni altra specie conosciuta... quale sia la verità, rimane tuttora un mistero.

Personalità

Volfe Karkko, un Jedi Oscuro Anzat.
Per indole di razza erano scaltri e pazienti cacciatori, raramente cercavano la compagnia di altri, tendevano perciò a viaggiare soli mischiandosi persino ai loro stessi simili solo sul loro pianeta madre: l’anonimato era l’unico vero amico di un Anzat.

Nelle loro lunghe vite avevano il tempo di dedicarsi a diversi interessi: molti erano mecenati delle arti, alcuni avevano una propria produzione artistica: scrittura, pittura, scultura, film, olografie; i loro interessi si estendevano per tutti i campi della creatività, talvolta compenetrandoli.

Per creature dalla vita così lunga come gli Anzati, la perfezione in un opera era inutile: raggiungere le vette di un arte il cui unico maestro fosse morto secoli prima non era vera realizzazione. L’unica arte in cui la maggior parte degli Anzati trovasse un effettivo valore nel padroneggiarla con maestria era quella della furtività: gli Anzati mantenevano un profilo basso, scomparivano prima che qualcuno potesse notare le loro attività, abilità e longevità.

La lingua di questo popolo, era antica e sconosciuta al cosmo, non ne esistevano registrazioni storiche in nessuna forma, ma per comunicare ricorrevano al Basic che imparavano a padroneggiare facilmente.