Assaltatori cloni

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Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Ribellione.Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Nuova Repubblica.
Alcuni stormtroopers.

Gli assaltatori cloni erano assaltatori al servizio dell’Impero Galattico prodotti in serie tramite clonazione.

Storia

Tecnicamente, i primi assaltatori cloni furono gli incursori clone che durante le Guerre dei Cloni protessero Coruscant e vennero ribattezzati “stormtroopers”. Nella Dichiarazione del Nuovo Ordine, Palpatine estese questo appellativo a tutti i soldati del Grand'Esercito.

A quell’epoca, i soldati clone non erano più solo quelli cresciuti su Kamino da Jango Fett. Almeno il 40% dei cloni imperiali del 19 BBY erano formati dai cosiddetti “GeNodes”, mentre altri erano prodotti tramite i cilindri di clonazione Spaarti. Un mese dopo la fine delle Guerre dei Cloni, presso i Territori dell'Orlo Esterno, fu avviata la produzione tre nuovi lotti di truppe d'assalto.

Come esperimento, Sa Cuis, una Mano dell'Imperatore, fu clonato per creare un lotto di assaltatori completamente sensibili alla Forza. Il successo iniziale di questi nuovi assaltatori impressionò Darth Vader, che considerò anche la possibilità di trasferirli nella 501esima Legione (nonostante all’epoca fosse ancora composta da soli cloni di Jango Fett). Sfortunatamente, questi stormtrooper sperimentali parteciparono presto ad un tentato assassinio di entrambi Palpatine e Vader, cosicché il progetto di una loro produzione di massa fu definitivamente cassato.

Temendo un possibile scontro tra eserciti cloni rivali, l’Impero bandì la clonazione e proseguì il suo programma di replicazione in segreto. I numerosi impianti di clonazione, completamente operativi, stavano al più alto grado di classificazione imperiale ed erano protetti da una cortina di sicurezza impenetrabile. La copertura dell’iniziativa fu aiutata dal pubblico reclutamento di truppe d'assalto, dall’uso di matrici multiple, dall’onnipresente armatura da assaltatore (in grado di garantire un sicuro anonimato) e dal fatto che i cloni GeNodes – la maggioranza – non potevano ricordare di essere copie né potevano essere pensionati (di conseguenza, nessuno avrebbe visto le loro vere fattezze). Ad ogni modo, i Corpi d'Assalto rimasero composti esclusivamente da cloni sino al 9 BBY, anno in cui, nonostante le obiezioni dell’Ufficio di Sicurezza Imperiale, le file furono aperte ai volonatari “naturali”.

Sebbene le Forze Armate fossero suddivise quasi equamente tra cloni e reclute, gli assaltatori clone erano il soldato imperiale prediletto. Il loro più grande vantaggio era la loro lealtà preprogrammata all’Impero e, soprattutto, all’Imperatore. Questa assoluta fedeltà fu lo strumento che Palpatine usò per annientare l’Ordine Jedi e distruggere la Repubblica Galattica, così da spianare la via al Nuovo Ordine.

Tale pregio, tuttavia, si provò in più occasioni una pericolosa minaccia alla sovranità imperiale. Ci furono almeno due ribellioni di cloni: una su Kamino, quando i ribelli kaminoani aizzarono contro l’Impero un lotto di cloni di Fett, e un’altra quando il Gran Moff Trachta, qualche mese prima della Battaglia di Yavin, fece addestrare al capitano Carsan un manipolo di soldati clone allo scopo di rovesciare Palpatine e Vader. Furono tutti uccisi e il piano fallì.

Nel 9 ABY, il Grand'Ammiraglio Thrawn considerava ormai l'uso di cloni rivoluzionario e imprevedibile, come anche gli ufficiali imperiali e quelli della Nuova Repubblica. Solo pochi anni prima, nell’1 ABY, l’impiego di assaltatori clone era normale routine, una conoscenza comune anche nei più giovani ufficiali dell’Impero.

Entro il 22 ABY, la produzione di soldati cloni era ormai cessata, probabilmente per la fine della Guerra Civile Galattica e per l’impoverimento delle casse imperiali.

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