Bullone di costrizione/Legends

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C-3PO con un bullone di costruzione installato nella placca pettorale.
I bulloni di costrizione erano dispositivi che, applicati sui droidi, permettevano di controllare meglio le loro azioni e di rafforzare la loro obbedienza ai proprietari. Uno speciale applicatore saldava il bullone al droide e, una volta affisso, impediva all’automa di vagare liberamente e lo forzava ad obbedire ai comandi impartiti tramite un'unità palmare di controllo.

Storia

I mercanti Jawa di Tatooine impiegarono spesso i bulloni di costrizione sui droidi recuperati, come fecero, ad esempio, con R2-D2 e C-3PO quando li rinvennero nel deserto, dopo la loro fuga dalla Tantive IV. Una volta venduti a Owen Lars, gli venne dato anche il controllo dei dispositivi; i sistemi di sicurezza della fattoria dei Lars facevano sì che ogni droide dotato di un bullone di costrizione non potesse lasciare la proprietà, ma R2 ingannò Luke Skywalker al fine di fargli rimuovere il proprio "guinzaglio" elettronico, riuscendo così nella notte a sgusciare via furtivamente per continuare la missione affidatagli da Leia Organa: ritrovare Obi-Wan Kenobi.

Caratteristiche

Sebbene ci fossero molti modelli di bulloni di costrizione con differenti livelli di comando, quelli usati su R2-D2 e C-3PO erano di un tipo relativamente semplice. Impiantato a vista sulla superficie esterna del droide, era appaiato ad un "proprietario" o "richiamo", ovvero un dispositivo portatile che era in grado di impartire tre semplici ordini: richiamare un droide al proprietario (VIENI), costringerlo a fermarsi (STOP) o svolgere dei compiti assegnati tramite comandi verbali (ORDINI). La programmazione primaria di un droide non poteva essere bypassata da un bullone di costrizione, quindi gli ordini impartiti si dovevano riferire a compiti all’interno dei parametri operativi concessi. E’ un fatto meno noto che i mercanti Jawa utilizzassero i bulloni di costrizione come componenti nei loro raffazzonati blaster a ionizzazione.