Burr Nolyds
Burr Nolyds | |
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Informazioni biografiche | |
Morte | |
Descrizione fisica | |
Razza | |
Sesso |
Maschile |
Capelli |
Grigi |
Occhi |
Verdi |
Informazioni storiche e politiche | |
Epoche | |
Affiliazione |
- "Vorrei ricordare al Consiglio che tutti noi abbiamo beneficiato dal vuoto lasciato dalla morte prematura di Jax e Wessel... così come da quella di Palpatine."
- ―Burr Nolyds[fonte]
Burr Nolyds era un arrogante aristocratico imperiale, un grande sostenitore di Palpatine e del suo Nuovo Ordine. Non era certo un militare, ma un abile opportunista politico: riuscì a scalare i vertici del potere fornendo supporti per le attività dell’Impero o semplicemente riuscendo a sbarazzarsi dei suoi avversari.
Biografia
Nolyds accettò di partecipare alla congiura di Carnor Jax contro l’ultimo clone dell’Imperatore Palpatine pensando che la stabilità mentale di dato clone fosse compromessa. In ogni caso, il prepotente aristocratico non si pentì mai della sua azione, poiché gli concesse di avere un potere che, forse, non avrebbe potuto guadagnare in altro modo. Infatti, come riconoscenza, Jax lo introdusse nel Consiglio Imperiale ad Interim.
A seguito della morte di Jax, il Consiglio depose e cacciò Sarcev Quest ed i suoi collaboratori, eleggendo Nolyds nuovo Presidente. Questi si adoperò per far apparire Jax e Quest come i reali responsabili della morte di Palpatine, mentre il Consiglio – secondo la propaganda diffusa dalle autorità imperiali – era l’unica cosa che avrebbe potuto salvare l’Impero.
Nolyds si oppose fermamente alla fazione di Consiglieri che volevano firmare la pace con la Nuova Repubblica. A seguito di una turbolenta seduta del Consiglio, nella quale Feena D'Asta aveva proposto di firmare il suddetto trattato, Nolyds venne assassinato da un falso disco-messaggi, che in realtà era una bomba. Il primo sospettato fu Kir Kanos e alcune malevoci pronunciarono anche il nome di D'Asta, mentre in realtà il vero mandante era Nom Anor, il quale voleva far sostituire Xandel Carivus come capo del Consiglio per fargli eseguire i suoi loschi fini.