Chamma

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Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Vecchia Repubblica.
Chamma
Descrizone fisica
Sesso

Maschile

Spada laser

Viola

Informazioni storiche e politiche
Epoche

Era della Vecchia Repubblica

Affiliazione
Maestri noti

Noab Hulis

Apprendisti noti

Andur Sunrider

"Non dirmi di cosa ho o non ho bisogno, straniero. Adesso vattene prima che sia costretto ad eliminarti."
―Chamma, rivolto a Noab Hulis[fonte]

Chamma fu un maschio longevo di razza ignota che servì come Maestro Jedi sotto la Repubblica Galattica. Dopo essere stato elevato al rango di Cavaliere Jedi, Chamma fu scelto come membro di una squadra di investigazione che i Jedi inviarono a seguito di una chiamata di soccorso inviata da una nave mercantile sul pianeta Athiss. Una volta arrivati, Chamma e i suoi compagni furono attaccati da adepti Sith abili nell'uso del lato oscuro. Sopraffatto dalla paura, Chamma si trovò separato dalla Forza e per salvarsi scelse di usare la propria rabbia eil lato oscuro per sconfiggere i propri nemici. Dopo questo scontro, Chamma si sentì profondamente clpevole e confuso. Decise quindi di andare in esilio nei deserti di H'ratth, dove avrebbe potuto meditare sul corso degli eventi.

Per il secolo seguente, Chamma visse separato dagli altri abitanti di H'ratth, ripensando costantemente a quella missione così fatale per lui. Alla fine, un Maestro Jedi di Ossus giunse su H'ratth e riuscì a parlare con Chamma e a farlo tornare alla luce. Dopo la sua redenzione, Chamma tornò ad Ossus, continuando il suo addestramento Jedi per molti anni, fino a quando gli fu conferito il grado di Maestro. Chamma lasciò quindi Ossus per fare ritorno su H'ratth, dove aveva intenzione di fondare una accademia Jedi per addestrare le future generazioni di Cavalieri.

Biografia

Primi anni di servizio

Quattro secoli prima della rivolta di Freedon Nadd, Chamma era un giovane e promettente Jedi che aveva appena passato le prove per il cavalierato. In questo periodo, una nave mercantile della Repubblica sembrava aver incontrato difficoltà nell'orbita attorno ad Athiss, il secondo pianeta del sistema di Loro Babis. I Jedi ricevettero un messaggio d'emergenza dalla nave e avevano deciso di inviare una squadra di Cavalieri, tra cui Chamma, per investigare. Insieme ad altri due Jedi, Chamma si recò ad Athiss a bordo della Bastion, ma quando arrivarono nel sistema non trovarono alcun segno di navi in difficoltà. Tuttavia, Chamma notò alcuni detriti ionizzati sparsi che orbitavano intorno al pianeta in una nuvola a spirale. Nonostante tutto, Chamma vide che gli scanner di bordo rilevavano alcuni segni di vita in una area del pianeta. Decisi a saperne di più, i tre Jedi fecero atterrare la Bastion in una pianura erbosa. Usando la Forza per localizzare le forme di vita che avevano registrato, Chamma e i compagni raggiunsero i margini di una scura foresta e conocrdarono sul fatto che i segni di vita sembravano essere al suo interno.

Appena la squadra si mosse per entrare nella foresta, Chamma e gli altri sentirono che i segni di vita si separavano improvvisamente in tre entità distinte. Dopo averne discusso tra loro, i tre Jedi decisero di dividersi e seguire ognuno uno di quei segnali.

Dopo aver seguito la propria traccia per un pò, Chamma si accorse che il sole stava tramontando, ritrovandosi immerso in una vegetazione così fitta da bloccare qualsiasi raggio di luce; anche l'aria che lo circondava gli appariva diversa, permeata da un senso di immobilità e pesantezza. Sentendo la propria percezione della Forza schiacciata dal peso della foresta e rendendosi conto che non era per niente più vicino alla forma di vita di quanto lo fosse stato all'inizio, Chamma iniziò a chiedersi se non fosse meglio tornare ala nave. Mentre pensava queste cose, si deconcentrò e cadde in una pozza vicina. Rimproverandosi per il proprio calo di controllo, Chamma cercò di tirarsi fuori dall'acqua quando improvvisamente avvertì un senso di pericolo. Azionò la propria spada laser voltandosi senza esitazione e si mise in posizione di difesa contro un invisibile avversario, che, per quanto evanescente, teneva la propria spada laser bloccata contro quella di Chamma. Senza arretrare davanti alla forza misteriosa, Chamma cercò di identificare il proprio aggressore alla luce delle due spade lare che si scontravano, ma riuscì solo a vedere una sagoma nera circondata da un'aura di energia del lato oscuro. Nel frattempo, il fremito provocato dall'improvviso attacco del nemico passò e Chamma si concentrò di nuovo sulla Forza. Tuttavia, proprio mentre cercava di trarre energia da questo legame ristabilito, si sentì invadere da un'immensa ondata di oscurità, che lo scaraventò lontano dal suo avversario. Chamma si sentì improvvisamente incapace di percepire il lato chiaro dell Forza; vide che ai suoi propri piedi si stava avvicinando un'ombra nera che brandiva una spada laser attivata, trascinandosi in flutti formati da qualunque cosa la costituisse. Non riuscendo ancora a comprendere del tutto contro che cosa stesse lottando, Chamma concluse che quell'ombra poteva solo essere una manifestazione del lato oscuro.

Quando la creatura alzò la propria arma per colpire, Chamma ricercò tutti i propri insegnamenti riguardo al contatto con la Forza; si trovava confuso, ma ad un tratto si accorse che la propria rabbia gli stava dando la forza che gli occorreva per vincere al battaglia. Decise che se davvero il lato chiaro della Forza lo aveva abbandonato, non aveva altra scelta che battere il nemico senza il suo aiuto.

Caduta al lato oscuro

Usando la propria rabbia per trarre potere dal lato oscuro, Chamma invocò tutta l'energia possibile e impedì all'avversario di attaccare. Concentrandosi sul nuovo potere, si alzò in piedi fronteggiando l'ombra e iniziando ad attaccare. L'avversario tuttavia si difese con facilità e Chamma si accorse che ci riusciva anticipando i suoi movimenti attraverso la Forza. Ogni attacco veniva parato e controbattuto e Chamma si trovò a pensare che se almeno il lato chiaro della Forza fosse stato ancora con lui avrebbe avuto almeno una possibilità di prevalere. Iniziò quindi a cedere campo al nemico, ma proprio quando Chamma vedeva i propri addestramenti e le prove superate gettate al vento, la creatura si fermò, tenendo comunque la spada pronta, come se temesse che Chamma riprendesse ad attaccare. In quel momento le emozioni del Jedi esplosero all'improvviso, sentì che la rabbia lo invadeva sempre di più aumentando le sue abilità con una forza che non aveva mai conosciuto. Gettando in avanti contro la creatura oscura, Chamma menò un fendente orizzontale proprio al petto del nemico, che si mosse per deviare il colpo. Chamma tuttavia disattivò la propria arma proprio nel punto in cui le due la me si sarebbero dovute incontrare, costringendo l'avversario a sbilanciarsi. Chamma riattivò la spada proprio a pochi centimetri dal lato esposto della creatura e sentì il fascio di luce viola della propria arma che penetrava e trapassava la schiena del nemico, che gridava e si disperava diffondendo l'eco tra gli alberi vicini.

Chamma si accorse che della creatura non c'era più traccia e si trovò a domandarsi se non si fosse immaginato tutto. Tuttavia trovò la spada laser di ciò che fino a pochi istanti fa era il suo nemico abbandonata a terra poco più in là; l'aveva sconfitta davvero. Si sentì però profondamente colpevole e confuso, in quanto era stato costretto a chiedere aiuto al lato oscuro della Forza. Rendendosi conto della gravità delle proprie azioni e non capendo ancora come il lato chiaro avesse potuto abbandonarlo nel momento del bisogno, Chamma decise che non sarebbe tornato all'Ordine con in compagni. Decise invece di condannarsi all'esilio, scegliendo come luogo di penitenza i deserti del pianeta H'ratth. Laggiù rivolse i propri pensieri su se stesso e meditò sugli eventi di Athiss, confrontandosi continuamente con ciò che aveva compiuto.

Lentamente, durante i cento anni successivi, Chamma cadde sempre più nell'oscurità e nel pensiero che l'Ordine Jedi si fosse completamente dimenticato di lui.

Redenzione

"Sono venuto per riportarti alla luce..."
―Noab Hulis[fonte]

Un giorno Chamma trovò nella sua dimora uno straniero che sembrava stare pazientemente ad aspettarlo. L'umanoide aveva gli occhi bianco latte e senza pupille e sembrava fissare Chamma. Lo straniero, che il Jedi riconobbe come un Miralukano, lo apostrofò dicendogli che era giunto il tempo di tornare alla luce. Chamma, aspettandosi uno scontro, minacciò il Miralukano avvisandolo che nessuno doveva dirgli cosa fare, poi gli disse di andarsene. Lo straniero fece come Chamma gli aveva ordinato, ma tornò il giorno seguente e poi ogni giorno, finché Chamma non si decise ad ascoltarlo. Lo straniero si presentò come il Maestro Jedi Noab Hulis e iniziò a raccontare a Chamma come tanto tempo prima un giovane ed entusiasta Jedi aveva incontrato un seguace del culto Sith, tanto potente nel lato oscuro come nelle abilità Sith.

Il Sith aveva anche due compagni, insieme a cui era fuggito su un pianeta lontano dopo il crollo dell'Impero Sith. Col passare del tempo il loro potere crebbe ed organizzarono un piano per attirare a loro giovani Jedi in modo da formare un nuovo ordine di seguaci. La trappola usava come esca un falso segnale di pericolo a cui un giorno risposero tre giovani Jedi venuti per investigare sulla chiamata, ma che invece si trovarono senza difese nel fronteggiare degli esseri così potenti.

Chamma continuò ad ascoltare il Maestro Hulis, ma gli eventi narrati colpivano direttamente i suoi ricordi; lastoria infatti parlava proprio della sua squadra in quella sfortunata missione su Athiss. Si rese conto che il suo esilio aveva preso a pretesto la meditazione per permettergli di dimenticare qugli eventi e decise di continuare ad ascoltare Maestro Hulis che gli raccontava di come i Sith separavano i membri della squadra e li attaccavano singolarmente con forti scariche di energia oscura. Questi attacchi tagliavano il legame dei giovani Jedi con la Forza, lasciandoli in balia delle proprie paure. Tuttavia, proprio mentre i tre Sith stavano per completare il processo di corruzione dei Jedi, il più giovane dei tre Cavalieri riuscì a sconfiggere il proprio avversario, gettando nel panico anche gli altri due, che si ritirarono chiedendosi se non avessero sottovalutato i Jedi.

Chamma rimase senza parole all'udire che la Forza non l'aveva mai abbandonato, ma cherano stati i poteri Sith a gettarlo nella disperazione; capì che erano state solamente le proprie paure e la propria rabbia a impedirgli di rimanere in contatto con la luce quella notte. Chamma scoppiò in lacrime e accettò di tornare con il Maestro Hulis su Ossus, dove si dedicò ad approfondire il proprio addestramento nelle vie dei Jedi per molte decadi a seguire.

Alla fine Chamma fu insignito del grado di Maestro e lasciò Ossus per tornare ancora una volta su H'ratth, dove avrebbe avuto sempre davanti i propri fallimenti, per non dimenticarli mai. Decise anche di tornarvi per fondare sul quel pianeta una Accademia Jedi, dove avrebbe potuto addestrare le nuove generazioni e preparare i giovani Cavalieri alle prove che avrebbero dovuto affrontare un giorno. Uno degli apprendisti più importanti di Chamma fu un giovane Jedi di nome Andur, nipote del suo vecchio amico Jev Sunrider.

Maestro Jedi

Nel 4.002 BBY, Chamma invitò alla propria accademia il giovane Jedi Andur Sunrider. Andur, nipote di un grande Jedi del suo tempo, aveva imparato già molto sulle vie dei Jedi grazie agli insegnamenti del nonno. Questi infatti, notando l'interesse del nipote per la sotria Jedi, lo introdusse per ciò che poteva alla conoscenza della Forza. Jev Sunrider rimase ucciso in una missione contro le forze oscure su Krayiss II e in Andur rimase un forte desiderio di combattere il lato oscuro che gli aveva portato via il nonno. Questa dedizione fu notata da Chamma, che lo chiamò su H'ratth per addestrarlo; Andur rispose all'invito recandosi sul pianeta insieme alla moglie Nomi e al loro droide protocollare A-3DO.

Notando che Andur aveva trascurato alcuni aspetti importanti durante il suo primo rudimentale addestramento, Chamma decise di introdurlo alla conoscenza della natura della Forza, insiegnandogli tecniche di meditazione e metodi avanzati di concentrazione sulla Forza. Inoltre notò che Andur non aveva una chiara percezione del potere che intendeva acquisire, quindi Chamma decise di fondare le proprie lezioni su esempi tratti dalla storia dell'Ordine, che il giovane aveva studiato con il nonno e conosceva molto bene. Andur colgieva il significato degli insegnamenti di Chamma e cercava di massimizzare i propri sforzi per eccellere in ogni cosa; la profonda conoscenza dell Forza da parte del Maestro e la dedizione di Andur fecero sì che lo studente raggiungesse dei buoni risultati molto velocemente. Ad un certo punto Chamma capì che per il proprio allievo c'era bisogno di un maestro con più esperienza e così decise di inviarlo presso il Maestro Thon, a cui pensò anche di mandare in dono alcuni cristalli adegani. Thon accettò di prendere Andur con se, ma questo prima di partire discusse con Maestro Chamma del fatto che ormai si sentiva pronto per unirsi ai Cavalieri Jedi e che aveva imparato tutto ciò che gli occorreva. Il Maestro tuttavia sapeva che Andur nutriva ancora un profondo desiderio di vendetta contro le forze del lato oscuro ch avevano ucciso suo nonno e quell'argomentazione un pò egoista era la prova che per lui c'era bisogno di un ulteriore periodo di addestramento. Andur continuò a credere che il suo maestro si stesse sbagliando.

La sera prima di quella che sarebbe dovuta essere la sua partenza per Ambria, dove il Maestro Thon lo aspettava, Chamma chiese ad Andur di raggiungerlo alla Rupe, un alto spuntone di roccia che sovrastava il apesaggio di H'ratth, per meditare insieme. In quell'occasione Andur ebbe una visione del proprio futuro: vide la propria morte e la successiva grandezza della moglie e della figlia, secondo il volere della Forza. Capendo che era quella saggezza che Chamma voleva insegnargli, Andur acconsentì a segure il volere della Forza e partì per il pianeta di Thon secondo la decisione del proprio Maestro.

Tratti personali

In gioventù Chamma si distingueva conme un Jedi volenteroso ed entusiasta. Tuttavia queste sue emozioni condizionarono la sua prima missione. Inviato in investigazione su Athiss con tre compagni, fu attaccato da un immensa potenza del lato oscuro; l'entusiasmo lasciò il posto alla paura e il fluire delle passioni lo portò a scagliarsi contro il nemico facendogli perdere la concentrazione su se stesso, quando la magia Sith recise il suo legame con il lato chiaro della Forza. Divenne sfiduciato e credette di essere stato abbandonato dalla Forza per i lunghi cento anni dell'esilio che decise di autoimporsi; si sentiva infatti profondamente turbato e colpevole per aver ceduto al lato oscuro. Si aibituò alla solitudine, trascurando la meditazione e la ricerca di risposte e interessandosi solamente a dimenticare quegli istanti così terribili per lui. Informato da un Maestro Jedi giunto per riportarlo alla luce che era solo per colpa della magia oscura se il suo legame con il lato chiaro si era improvvisamente spaccato, Chamma chiuse con il rimpianto e trovò una rinnovata comprensione della Forza.

Quando tornò all'Ordine, si lasciò guidare dalla Froza nel proprio destino, continuando con maggior zelo il proprio addestramento e, una volta diventato maestro, stabilendo una accademia Jedi sul pianeta che lo aveva ospitato durante l'esilio.

Poteri e abilità

Già da giovane Chamma dimostrò una particolare bravura con la spada laser, come ebbe modo di dimostrare durante la missione su Athiss. Attaccato dalla creatura Sith si difese egregiamente e, sebbene il suo avversario fosse immensamente più esperto, riuscì a batterlo anche quando tutto sembrava finito.

Se in gioventù non aveva una completa conoscenza degli aspetti più fini della Forza, quando tornò dal proprio esilio, Chamma decise di continuare il proprio addestramento, acquisendo esperienza e diventando in grado di insegnare anche ad altri come comprendere il volere della Forza.

Dietro le quinte

Tom Veitch introdusse per la prima volta il personaggio di Chamma nella serie The Saga of Nomi Sunrider, della collana di fumetti Tales of the Jedi. Sebbene Chamma fosse solo citato nei primi due episodi, George R. Strayton approfondì il personaggio dandogli spazio nel manuale Tales of the Jedi Companion della West End Games, creando per lui una storia compiuta che narrasse la sua vita dai primi anni di servizio all'addestrameto di Andur Sunrider.

In Star Wars Knights of the Old Republic 33: Vindication, Parte 2 alcuni flashback mostrano il Maestro Arca Jeth insieme ad un Jedi Miralukano che viene poi identificato con Noab Hulis.

Presente in

Fonti

Collegamenti esterni

CUSWE.png Andur Sunrider nella Completely Unofficial Star Wars Encyclopedia