Droide ai box di serie DUM

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Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Ribellione.
Questa voce riguarda il modello di droide. Forse stavi cercando il videogioco Pit Droids.
Pit 1.jpg
Droide ai box di serie DUM
Dati di fabbricazione
Pianeta di fabbricazione

Cyrillia

Produttore

Serv-O-Droid

Serie

Serie DUM

Modello

Droide DUM

Classe

Droide ai box

Dati tecnici
Altezza

1.19 mt.

Sesso

Programmazione maschile

Colore dei sensori

Nero

Armi

Nessuno

Informazioni storiche e politiche
Epoche

I droidi ai box di serie DUM erano droidi prodotti dalla Serv-O-Droid e costruiti in grande quantità su Cyrillia dai nativi Cyrilliani per essere usati nelle riparazioni e nella costruzione semplice.

Caratteristiche

Piccoli ed esagitati droidi, preprogrammati per risolvere questioni meccaniche di estrema urgenza, i droidi ai box sembravano sempre molto fieri di mettere in pratica qualsiasi lavoro richiedesse la loro perizia... che gli venisse richiesto o meno. Su pianeti dove il pericoloso e spesso illegale sport delle gare di sgusci era permesso, questi abili meccanici e riparatori erano divenuti parte integrale delle scuderie in gara, erano infatti i versatili ai box che curavano la manutenzione dei grossi motori e degli aerodinamici abitacoli.

Le corse di sgusci erano estremamente pericolose, il mantenimento dei velocissimi veicoli non lo era di meno nel ritmo frenetico di un genere di gara in cui vincere era primario rispetto alla sicurezza, così gli economici e sacrificabili droidi ai box spesso si lanciavano in pista per effettuare riparazioni su motori ancora in funzione e surriscaldati, senza riguardo alcuno per la loro incolumità personale.

Il più comune modello di droide ai box, detto unità DUM, era prodotto in massa sul pianeta industrializzato Cyrillia; la testa dalla forma piatta e circolare del DUM era dotata di due antenne che utilizzava per comunicare con gli altri droidi, veniva venduto con una programmazione di base lievemente sotto gli standard, che poteva comunque essere incrementata in seguito con pacchetti aggiuntivi.

Alcuni droidi ai box durante la gara di Boonta Eve Classic.
A causa di questo basso grado di programmazione e della loro etica lavorativa improntata all’eccesso di zelo, se non debitamente supervisionati potevano in poco tempo provocare un considerevole numero di danni.

Alti poco più di un metro, erano disponibili in molte varietà di colore, a dispetto dell’apparenza erano estremamente forti, in grado di sollevare carichi equivalenti a diverse volte il loro peso corporeo; un semplice colpo sul ’naso’ del droide era il comando per la disattivazione, una volta spenti i droidi ai box si ripiegavano su se stessi in una forma più compatta, riaprendosi all’istante quando necessari.

Disfarsi di un droide ai box malfunzionante era una operazione estremamente delicata che spesso ne richiedeva la disintegrazione, a causa del fatto che la loro enorme forza li rendeva immensamente pericolosi; tra i possibili guasti che potevano verificarsi, il più rischioso era sicuramente il malfunzionamento dell’interruttore di accensione/spegnimento. Molti proprietari di droidi ai box avevano sempre un blaster ionico a portata di mano, per ogni eventualità, in modo da poter spegnere con un colpo un droide danneggiato e poterlo riparare in seguito.

Presente in

L'esile profilo di un droide ai box.

Presenze non canoniche

Fonti

Droide ai box in modalità richiusa.