Gilad Pellaeon

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Pellaeon 1.JPG
Gilad Pellaeon
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Corellia

Nascita

51 BBY

Morte

41 ABY, Bloodfin

Descrizione fisica
Razza

Umano

Sesso

maschio

Altezza

170 cm

Capelli

biondi, poi bianchi

Occhi

castani

Informazioni storiche e politiche
Epoche
Affiliazione
"Potrete vincere una battaglia occasionale... ma l'Impero restituirà sempre il colpo."
―Gilad Pellaeon[fonte]

Gilad Pellaeon fu uno dei più grandi ufficiali navali e strateghi militari che la Galassia abbia conosciuto. Nel corso della sua lunga vita (egli sopravvisse infatti per ben 92 anni), spese 77 anni al servizio della marina militare del governo che serviva. Pragmatico e realista, fu anche il restauratore delle Forze Armate Imperiali e dei Resti dell'Impero, che governò in prima persona per circa vent'anni.

Biografia

Inizi di carriera

Pellaeon nacque su Corellia, ma la sua famiglia si trasferì su Coruscant dopo alcuni anni. Pur non apprezzando affatto la capitale galattica, di cui non poteva soffrire il caos della Città Galattic, Gilad ebbe comunque così modo di intraprendere il suo grande sogno: diventare un ufficiale navale. All'età di 15 anni, falsificando i propri documenti personali, riuscì a fingersi dell'età appropriata per entrare all'Accademia di Raithal, una delle più prestigiose accademie militari della Galassia. Nel corso del tempo che spese in Accademia, fu un cadetto al di sopra della norma, pur senza mostrare particolari doti eccezionali, come avrebbe al contrario fatto in futuro.

Una volta uscito dall'Accademia, Pellaeon divenne Guardiamarina delle Forze Giudiziarie. Il suo primo compito consisté nel comandare una piccola fregata di scorta ad un convoglio mercantile diretto a Gavryn, un pianeta famoso in particolare per il suo polo magnetico. Quando apparve un vascello pirata, Pellaeon fece nascondere la fregata nel polo magnetico, impedendo ai pirati di intercettarla; quando questi ultimi si apprestarono ad abbordare i trasporti del convoglio, la fregata uscì allo scoperto e annientò la nave nemica. Fu in questo scontro che l'allora giovane Guardiamarina dimostrò i suoi acuti riflessi e la sua capacità di prendere rapide decisioni tattiche; ciò impressionò notevolmente i suoi superiori, che lo premiarono con varie e continue promozioni.

Ufficiale repubblicano

Pellaeon a Merson.

Quando scoppiarono le Guerre dei Cloni, Pellaeon era divenuto il Capitano del Leveler, una nave d'assalto di classe Acclamator della nuova flotta repubblicana. Egli servì fedelmente la Repubblica per tutto il corso del conflitto, spostandosi in varie zone del fronte.

Uno dei suoi primi impieghi fu durante la Battaglia di Merson, dove le forze repubblicane erano condotte dal Generale Ronhar Kim. In verità, la battaglia era stata pianificata da Darth Sidious (il misterioso Signore Oscuro dei Sith dietro a tutto il conflitto) per rimuovere il troppo fastidioso Kim, ad un passo dallo scoprire la vera identità di Sidious — ovvero quella del Cancelliere Supremo Palpatine. Pellaeon arrivò su Merson con una stima del numero delle forze nemiche fornitagli dai servizi segreti; quando si trovò sul posto, constatò con orrore che il numero reale eccedeva enormemente quello previsto. Ben presto, fu costretto ad ammettere la sconfitta e a ordinare la ritirata, giucando più vantaggioso proteggere la sua nave e i suoi soldati piuttosto che cercare di salvare i cloni sul pianeta e morire nel tentativo. Tap-Nar-Pal, Padawan di Kim, cercò di fermarlo, ma lo stesso Kim approvò il piano, dando a Pellaeon il suo via libera. Mentre il Leveler saltava nell'iperspazio, Kim, Pal e i cloni venivano sterminati.

Cinque mesi dopo, a Pellaeon venne assegnata una piccola task force navale incaricata di coprire i cloni che, al comando del Generale Mas Missur, avrebbero preso parte ad una rivolta scoppiata sul pianeta Gaftikar contro la CSI e aiutato i rivoltosi a liberare il pianeta. Pellaeon ingaggiò la flotta separatista, annientandola completamente e subendo perdite minime. Nel corso dello scontro, il Capitano imparò a rispettare i cloni, che in precedenza vedeva solo come macchine per uccidere, ma che ora tenne in grande considerazione, alla stregua di soldati "veri".

Pellaeon continuò a combattere al fronte. Verso la fine della guerra, partecipò con ruolo marginale alla Battaglia di Saleucami.

La Chimaera

Ufficiale imperiale.

Nel 19 BBY, appena terminate le Guerre dei Cloni, Palpatine proclamò la nascita dell'Impero Galattico; tutte le istituzioni repubblicane vennero trasformate in istituzioni adatte al nuovo regime. La Marina Repubblicana si tramutò nella Marina Imperiale, sotto la quale Pellaeon continuò a servire fedelmente, abbracciando gli ideali del Nuovo Ordine. Poco dopo, venne varato uno dei primi Star Destroyer di classe Imperial, la Chimaera, e Pellaeon vi fu trasferito a bordo. Nel giro di pochissimo tempo, divenne l'ufficiale esecutivo dell'incrociatore.

Benché Pellaeon avesse avuto una carriera fulminante e redditizia nella Repubblica, sotto l'Impero essa stagnò improvvisamente, in quanto egli rimase irremovibilmente XO della Chimaera per più di vent'anni. Più tardi, egli avrebbe ricordato questi anni senza particolare entusiasmo, indicando chiaramente il proprio celato disappunto per come fu trattato allora. Ciononostante, la stagnazione della sua carriera non lo portò a disertare, poiché la fedeltà all'Impero e, soprattutto, alla Flotta Imperiale, per Pellaeon veniva prima di ogni altra cosa. In questi anni, ebbe una relazione con una donna che portò alla nascita del futuro pilota e ufficiale imperiale Mynar Devis.

In tutti gli anni che passò come XO, Pellaeon sviluppò il proprio metodo di comando: dai suoi sottoposti, qualunque fosse il loro grado, richiedeva una disciplina e un prestigio degni del più alto ufficiale ideale. In cambio, era generoso nelle promozioni e nei riconoscimenti, ma allo stesso tempo meticoloso nel concederli alle persone giuste. Questa sua visione lo portò in contrasto — sempre, ovviamente, mascherato — con Darth Vader, di cui Pellaeon aborriva i metodi barbari e crudeli nei confronti degli ufficiali.

Nell'1 ABY, la Chimaera venne brevemente assegnata al presidio di Corellia. Ciò rappresentò un'apprezzata distrazione per Pellaeon, nonché un'occasione per tornare a casa; qui, venne assegnato ad alcune procedure amministrative. Prima incaricò un agente imperiale di portare un datadisc contenente ordini da Lord Vader al Tenente Errad Brytok, quindi gli assegnò il compito di arrestare il venditore d'informazioni Helfin Hundi e di assassinare Xoron Gulfel, per colpire la rete di spionaggio antimperiale.

La Battaglia di Endor

Pellaeon a Endor.

Pellaeon era presente alla fatidica Battaglia di Endor che avrebbe segnato la fine dell'Impero. L'ufficiale in comando della Chimaera era infatti il secondo in comando dell'intera flotta presente, incaricato di prenderne il controllo qualora l'Ammiraglio Piett non fosse stato in grado di adempiere alle sue funzioni di comandante in capo. La Chimaera stessa sarebbe divenuta la nave ammiraglia se l'Executor fosse stata distrutta. In ogni caso, queste erano previsioni ritenute impossibili dagli strateghi imperiali, quindi vennero tenute in scarsa considerazione.

Contrariamente, le cose andarono molto male: lo scudo della Morte Nera venne distrutto e, mentre i caccia ribelli penetravano nella stazione inseguiti dai caccia imperiali, gli incrociatori della flotta alleata poterono concentrarsi sulla flotta imperiale. Il ponte dell'Executor stessa venne distrutto da un pilota ribelle con un attacco suicida e il Super Star Destroyer precipitò sulla Morte Nera, disintegrandosi. La stessa stazione da battaglia venne infine distrutta e ciò provocò danni incredibili sulla flotta imperiale: a quelli morali, dati dalla morte dell'Imperatore Palpatine e dalla perdita della Meditazione da Battaglia del Grand'Ammiraglio Declann, si sommarono quelli morali, come la perdita quasi totale delle comunicazioni, il cui nucleo era nel sistema comunicativo della stazione.

I Ribelli ottennero subito un vantaggio strabiliante. Durante un attacco contro la Chimaera, il superiore di Pellaeon venne ucciso, il ché rese quest'ultimo a tutti gli effetti il comandante della nave e dell'intera flotta. Seppur stupito e scosso, Pellaeon non perse il tatto: capendo che la battaglia era persa, ordinò la ritirata generale ad Annaj, la capitale di settore più vicina. Una volta qui, alcuni ufficiali misero in discussione la sua autorità e si scissero, divenendo i primi signori della guerra; la maggior parte della flotta, però, continuò a seguire il comando di Pellaeon, il quale riuscì a riportarla a Coruscant.

La guerra civile

Capitano della Chimaera.

Fatto ritorno al Centro Imperiale, Pellaeon continuò a restare fedele al trono imperiale, vedendo con estremo disappunto la guerra civile che stava infiammando l'Impero; egli servì dunque sotto Sate Pestage, il Tribunale e Ysanne Isard, divenendo assai popolare presso la Flotta Imperiale, ma fu proprio questa sua popolarità a precludergli la promozione ad ammiraglio, che lo avrebbe reso troppo pericoloso per la traballante amministrazione centrale imperiale.

Quando Isard decise di abbandonare Coruscant, Pellaeon si rifiutò di seguirla e riuscì a prendere il comando di una cospicua flotta, con la quale si impegnò nella vana difesa dei Mondi del Nucleo dalle forze della Nuova Repubblica in avanzata, venendo sempre costretto ad arretrare fino a quando non si ritrovò fuori dal centro della Galassia. Nel corso di queste battaglie, tuttavia, il numero dei suoi sottoposti calava drasticamente; non potendo usufruire di cadetti d'accademia, Pellaeon fu costretto a ordinare reclutamenti di civili che vennero addestrati sul campo, e a volte ad imporre la leva forzata nei pianeti di cui assumeva la difesa. Ciò risultava in un calo vertiginoso dell'efficienza e della disciplina delle sue fila.

Disgustato dai suoi stessi metodi, Pellaeon cominciò a ritenere che la fine dell'Impero fosse ormai prossima e, soprattutto, inevitabile. Fu solo la sua tenacia e la sua fedeltà al Nuovo Ordine che gli permisero di continuare a combattere per altri quattro anni, quando finalmente si riaccese una speranza per la Flotta Imperiale.

Al servizio di Thrawn

Pellaeon ai tempi dell'arrivo di Thrawn.

Quattro anni dopo la disfatta di Endor, Pellaeon ricevette un messaggio su un canale speciale della Chimaera — il canale, cioè, riservato ai messaggi provenienti da Palpatine stesso o dai suoi diretti sottoposti. L'anziano ufficiale imperiale non poté credere a quanto stava vivendo e, nell'euforia del momento, arrivò persino a ipotizzare che l'Imperatore fosse risorto. Invece, ricevette una comunicazione da un ufficiale imperiale chiss, che si presentò come "il Grand'Ammiraglio Thrawn", e gli fissò un punto di rendezvous appena al di fuori delle Regioni Ignote. Stupito ma incuriosito, Pellaeon obbedì.

La Chimaera giunse alle coordinate prestabilite e raccolse Thrawn a bordo. Qui, Pellaeon gli narrò gli ultimi avvenimenti e la frammentazione dell'Impero; determinato a riunificare i territori imperiali e a vendicarsi duramente sulla "feccia ribelle", Thrawn assunse il comando delle Forze Imperiali e scelse la Chimaera come propria nave ammiraglia, facendo di Pellaeon il suo secondo in comando. Inizialmente, quest'ultimo fu stupito dei metodi di comando di Thrawn: non solo non si sentiva a suo agio a servire sotto un ufficiale alieno, ma faticava ad accettare il fatto che un ufficiale di così alto rango accettasse e promuovesse le critiche da parte dei suoi sottoposti. Inizialmente, i due si scontrarono molto spesso sulle tattiche da adottare, ma alla fine Pellaeon imparò a rispettare Thrawn e arrivò a considerarlo il più grande stratega militare che l'Impero avesse mai avuto.

Inizialmente, Thrawn cominciò a riunificare la Flotta Imperiale e a lanciare piccoli raid per accumulare risorse per poter lanciare una grande offensiva contro la Nuova Repubblica. Nel corso di tutto questo tempo, Pellaeon fu il suo fedele braccio destro, accompagnandolo in prima persona anche quando reclutò alleati che il capitano riteneva per niente affidabili, come i Noghri e il Jedi Oscuro pazzo Joruus C'baoth.

Infine, l'ambita campagna ebbe inizio. Pellaeon ebbe il comando diretto della task force incaricata di condurre l'attacco a Sluis Van, nella battaglia che sarebbe dovuta essere la prima vittoria della campagna. Il piano del Grand'Ammiraglio era incentrato sulle talpe minatrici rubate da Nkllon, che avrebbero dovuto infiltrarsi negli incrociatori repubblicani e manomettere i loro sistemi, prendendo così il controllo dei loro armamenti. Tuttavia, Lando Calrissian, presente nello scontro, riuscì a intuire il piano e a disattivare le talpe. Il piano era evidentemente andato male e Pellaeon fu costretto a ordinare la ritirata della flotta, un atto che lo scosse notevolmente: non solo la prima battaglia di quella che sarebbe dovuta essere una campagna vittoriosa terminava con una sconfitta, ma era anche stato costretto a ordinare la ritirata per ordine di colui che, secondo Pellaeon, avrebbe dovuto mettere fine alle ritirate della Flotta Imperiale.

Pellaeon accompagna Thrawn su Honoghr.

Nonostante ciò, Thrawn lo rassicurò che una sconfitta minore non avrebbe certo determinato l'esito dell'intera campagna. Convintosi di ciò, Pellaeon continuò ad adempiere alle sue funzioni, ma divenne sempre più insofferente nei confronti di C'baoth: Thrawn ne aveva bisogno per sfruttare i suoi poteri della Forza per coordinare le attività navali imperiali, ma C'baoth era sempre più instabile e arrivò a considerarsi il legittimo Imperatore. Dopo che questi disobbedì ad un ordine su Taanab, Pellaeon cercò di convincere Thrawn a liberarsene, ma il Grand'Ammiraglio non volle rinunciare ai suoi poteri. Al contrario, Pellaeon riuscì a persuaderlo che era necessaria una prova di forza contro i Noghri, che in parte stavano tradendo l'Impero svendendosi a Leia Organa: il Grand'Ammiraglio fece arrestare il capo noghri Khabarakh e bombardò il pianeta Honoghr per costringere i vari capiclan all'obbedienza.

Pellaeon fu particolarmente entusiasta quando la flotta riuscì a catturare l'ambita e dispersa Flotta Katana. Gradualmente, la campagna cominciò a dare i primi successi e Thrawn riuscì a riconquistare diversi pianeti imperiali persi precedentemente; a Pellaeon venne affidato il compito di sovrintendere all'occupazione dei pianeti riconquistati. Durante l'invasione di Ukio, C'baoth usò uno dei suoi trucchi mentali per influenzare Pellaeon; il trucco riuscì, ma il capitano riuscì a conservare il proprio senno anche sotto l'influenza del Jedi Oscuro, il ché lo portò a dubitare di lui ancora di più.

Pellaeon coordina le attività imperiali a Bilbringi.

Fu durante la Battaglia di Bilbringi che Rukh, guardia del corpo noghri di Thrawn, assassinò il Grand'Ammiraglio, accusando l'Impero di avere ingannato e oppresso il suo popolo per anni. Pellaeon, sopravvissuto a stento a sua volta, fu costretto a guardare impotente il suo signore che moriva; nei momenti di incertezza che seguirono, le forze della Nuova Repubblica riuscirono a riprendere l'iniziativa e a mettere la flotta imperiale in condizione di duro svantaggio. Ancora una volta, Pellaeon fu costretto a ordinare la ritirata.

Palpatine e Teradoc

La morte di Thrawn lasciò Pellaeon profondamente turbato. Egli arrivò sul serio a pensare che oramai per l'Impero non vi fosse più speranza. In questo stato di profonda depressione, arrivò a meditare di ritirarsi nei pressi delle Regioni Ignote e morire nel corso di un'ultima eroica battaglia contro la Nuova Repubblica. Tuttavia, accadde l'inaspettato: avvantaggiato dal fatto che Thrawn era riuscito a riunificare gran parte dell'Impero, la Cerchia Stretta dell'Imperatore riuscì ad imporsi nuovamente come autorità centrale e ad allearsi con altri signori della guerra, interrompendo il conflitto civile. Questa alleanza gli permise addirittura di riconquistare Coruscant, anche se poi le tensioni fra le varie fazioni imperiali riprecipitarono in guerra civile.

Tuttavia, in questo momento Palpatine riemerse, risorto in un clone, e radunò nuovamente tutte le forze imperiali sotto il suo controllo. Pellaeon non esitò e tornò immediatamente a mettersi al suo servizio, felice che finalmente fosse tornato un potere abbastanza autorevole da riunificare l'Impero. Egli prese parte all'Operazione Mano Ombra ed ebbe il comando delle forze imperiali nella vittoriosa Battaglia di Duro che, pur oggettivamente una vittoria, per Pellaeon fu un duro colpo, in quanto in questa battaglia dovette abbandonare la Chimaera, poi catturata dalle forze repubblicane in fuga.

Nel giro di un anno, Palpatine venne definitivamente ucciso e l'Impero si disgregò nuovamente. Venne istituito il Consiglio Imperiale ad Interim per cercare di sedare i conflitti civili, ma esso non riuscì a riprendere il controllo generale. Pur aborrendo i signori della guerra, Pellaeon scelse di mettere le sue forze al servizio dell'Alto Ammiraglio Teradoc, in quanto questi, fra tutti i contendenti, era quello che possedeva la flotta più grande; l'anziano ufficiale sperava che sarebbe sorta una nuova autorità capace di riunificare l'Impero, o che se non altro Teradoc sarebbe riuscito a sbaragliare i suoi rivali.

Sotto Teradoc, Pellaeon venne immediatamente promosso a Vice Ammiraglio e gli fu affidato il comando della flotta di Star Destroyer di classe Victory — il Comando Cremisi.

L'Impero colpisce ancora

Pellaeon ai tempi della sua promozione ad Ammiraglio.

Un anno dopo, Pellaeon condusse un raid contro la base del signore della guerra rivale Harrsk, distruggendo la sua nave ammiraglia, la Shockwave, e ritirandosi subito dopo. Harrsk, adirato, affidò la direzione della spedizione punitiva alla sua nuova sottoposta: Natasi Daala che, dopo una campagna fallimentare contro la Nuova Repubblica, si era vista costretta a mettersi al servizio di un signore della guerra. Daala si mise al comando della flotta di Harrsk ma, arrivata alla base di Teradoc, si rifiutò di aprire il fuoco e chiese di poter negoziare con Pellaeon. I due riuscirono a incontrarsi e si trovarono d'accordo sulla necessità di riunificare l'Impero, ma nessuno dei due riteneva di avere l'intenzione o le capacità per guidarlo. Pertanto, decisero di allestire un incontro dei signori della guerra del Nucleo Profondo per trattare la questione.

Il progetto riuscì e tredici signori della guerra si trovarono presso lo Tsoss Beacon, dove Daala preparò una stanza per la riunione. L'incontro, tuttavia, andò male: ogni avido signore della guerra si rifiutò di rinunciare ai propri privilegi per il bene superiore. Daala e Pellaeon dovettero passare al "piano d'emergenza": bloccarono le porte, indossarono maschere da respirazione e rilasciarono letali gas velenosi nella sala, uccidendo i tredici. Ora, se non altro, l'Impero era in pace.

Daala iniziò subito a ricostruire le Forze Armate Imperiali, in particolare autorizzando il reclutamento di personale non-umano e di sesso femminile, e avviando la produzione di ingenti navi da guerra, facendo del Super Star Destroyer Knight Hammer la propria ammiraglia. Finalmente, l'Impero fu pronto per colpire. Durante una riunione per decidere il bersaglio, Pellaeon suggerì di inviare la flotta principale, composta da Imperial e capitanata dal Knight Hammer, a colpire il Praxeum Jedi di Yavin 4, mentre una flotta minore, composta da Victory e al comando del Colonnello Cronus, avrebbe condotto azioni di terrorismo contro vari pianeti repubblicani per offrire un potente diversivo. Daala accettò di buon grado e diede inizio ai preparativi.

Pellaeon condusse la flotta principale e scatenò l'attacco contro Yavin 4. Qui, dopo iniziali momenti di vantaggio, accadde però l'impensabile: gli apprendisti Jedi riuscirono a catalizzare le proprie forze per lanciare un'immensa spinta di Forza, che scagliò gli Star Destroyer in un altro sistema, danneggiando fra l'altro la loro iperguida. Adirato come non mai, Pellaeon ordinò che fossero eseguiti dei piccoli salti per raggiungere Yavin il più presto possibile. Nel frattempo, però, la Knight Hammer, scortata da alcuni Victory, arrivò a Yavin, dove in teoria avrebbe dovuto congiungersi con Pellaeon. Al contrario, vi trovò i rinforzi repubblicani: Daala, in inferiorità numerica, fu incapace di vincere e fu addirittura costretta ad abbandonare il Super Star Destroyer in fiamme su un guscio di salvataggio.

Il guscio fu recuperato proprio dall'ammiraglia di Pellaeon. Appena salita a bordo, ella gli annunciò le proprie dimissioni e gli passò ufficialmente il comando. Pellaeon, meravigliato da quest'azione, tentò di protestare, dicendo che l'Impero aveva ancora bisogno di lei, ma Daala lo zittì, affermando che lui stesso era un ufficiale molto più in gamba di lei e che sarebbe riuscito a far risollevare l'Impero. Quindi, lo lasciò, assicurandogli che, se mai avesse avuto bisogno di lei, sarebbe stata rintracciabile tramite un messaggio basato sulla leggenda di Darakaer, e sarebbe accorsa.

E così, Pellaeon si ritrovò ad essere il nuovo Comandante Supremo della Flotta Imperiale, a capo di tutto ciò che restava dell'Impero Galattico.

Al comando dell'Impero

Il Comandante Supremo della Flotta Imperiale.

Appena giunto al potere, l'ora Ammiraglio Pellaeon non si perse d'animo e avviò subito una serie di riforme per rinnovare l'apparato politico e militare dell'Impero. In primo luogo, si spostò dal Nucleo Profondo in un territorio compreso fra il Nucleo Intermedio e il Nucleo Esterno, dove ottenne il sostegno dei Moff locali e rafforzò la presenza imperiale, creando degli autentici pianeti-fortezza e allargando la Flotta. Quindi, prese possesso dell'Allineamento Pentastellare senza colpo ferire, assorbendo così la sua flotta e prendendone il Super Star Destroyer, il Reaper, come nave ammiraglia. Dal punto di vista politico, costitutì il Consiglio dei Moff per avere una forte istituzione centrale che prendesse le decisioni in materia politica, economica e militare. Nonostante l'opposizione di diversi Moff, Pellaeon volle eliminare gli eccessi del Nuovo Ordine e abolì la schiavitù, continuando inoltre a reclutare donne e non-Umani. Nel contempo, riuscì a far sì che una sua spia, Q-Varx, fosse eletto Ministro di Stato della Nuova Repubblica (13 ABY). Pur vedendosi costretto, da un punto di vista realistico, a governare di fatto come Imperatore, Pellaeon si vide sempre come un capo di transizione, volenteroso di lasciare il comando appena avesse ottenuto la vittoria.

Sei mesi dopo, Pellaeon fu pronto a colpire e lanciò un attacco a sorpresa contro Orinda. La Repubblica fu colta di sorpresa e non poté che guardare impotente mentre la Flotta Imperiale prendeva possesso di altri sei sistemi stellari senza difficoltà. Il comando del contrattacco fu affidato al Generale Wedge Antilles e la flotta repubblicana impegnata ebbe la Lusankya, un Super Star Destroyer sottratto all'Impero, come propria ammiraglia. Seguì un mese di intensi combattimenti, che si conclusero con la Battaglia di Orinda: Pellaeon si ritirò qui, attendendo la flotta repubblicana. Quando questa arrivò, con un'abile mossa egli annientò l'Endurance, una fregata che trasportava buona parte dei caccia stellari repubblicani, quindi annientò praticamente tutte le squadriglie della Lusankya, costringendo Antilles alla ritirata. Finalmente, la flotta sotto il comando di Pellaeon tornava a vincere.

Poco dopo, il pianeta Adumar, un pianeta ricco di materiale per munizioni che usciva da decenni di isolazionismo, richiese di ricevere delegati repubblicani e imperiali. Pellaeon inviò il Generale Turr Phennir a rappresentarlo nei negoziati, ma ordinò all'Ammiraglio Teren Rogriss di seguirlo di nascosto a bordo dello Star Destroyer Agonizer: le risorse del pianeta erano troppo importanti per cadere nelle mani della Repubblica e Rogriss aveva l'ordine di bombardarlo se ciò fosse accaduto. Tuttavia, Antilles — capo della delegazione repubblicana — riuscì a contattare Rogriss e a convincerlo a disertare, evitando di compiere un crimine così inaudito; subito dopo, il pianeta accettò di entrare nella Repubblica. Infuriato, Pellaeon portò lì il Reaper e cominciò il bombardamento. Approfittandone, la Nuova Repubblica inviò una flotta nel Settore Antemeridiano, da poco conquistato dall'Impero e governato dall'inesperto Moff Getelles; la flotta repubblicana riuscì così ad avanzare con rapidità, minacciando seriamente il cuore dei territori imperiali. Pellaeon fu costretto a lasciare Adumar e a difendere i suoi possedimenti, ma a grave prezzo: il settore fu comunque perso e lo stesso Reaper venne distrutto in combattimento. Come se ciò non bastasse, Q-Varx fu smascherato e arrestato.

Sapendo di aver perso il vantaggio su cui contava, Pellaeon decise di non continuare l'attacco. Piuttosto, si concentrò nella costruzione di nuove navi da guerra per la sua flotta, approfittando dell'immobilità della Repubblica causata dall'Insurrezione Almaniana e dalla Prima Insurrezione Corelliana. Quando riuscì ad impossessarsi dall'arma nota come EX-F, utilizzata per testare gli armamenti non convenzionali dell'Impero, decise che era giunto il momento per lanciare un nuovo attacco. Questa volta, a fronteggiarlo vi fu l'Ammiraglio Ackbar, Comandante Supremo delle Forze di Difesa: i due si scontrarono prima a Champala, quindi Pellaeon decise di arretrare e combattere la decisiva Battaglia di Anx Minor, dove Ackbar riuscì a vincere grazie alla distruzione dell'EX-F, che rilasciò un campo di antimateria che distrusse diversi Star Destroyer, indebolendo notevolmente la flotta imperiale e costringendola alla ritirata. Pellaeon poté comunque consolarsi con la ripresa della Chimaera.

Ora, l'Impero non solo era meno che l'ombra di quello che era stato un tempo, ma era anche relegato a otto settori a ridosso delle Regioni Ignote.

Guerra per la pace

Un ufficiale provato.

Un anno dopo, Pellaeon testò personalmente il Computerized Combat Predictor, su cui aveva poche speranze, ma che i suoi consiglieri militari giudicavano decisivo per vincere sulla Repubblica — se fosse funzionato. Il CCP era estremamente rivoluzionario, in quanto avrebbe dovuto conoscere alla perfezione tutti gli schemi di combattimento e così poter prevedere le mosse di una nave da guerra in base ai suoi movimenti; il test, però, si dimostrò del tutto insoddisfacente e Pellaeon, amareggiato, ordinò di abbandonare il progetto. Per lui, questa era la prova di quanto ormai pensava da diverso tempo: l'Impero aveva perso la guerra. Il Capitano Ardiff, comandante della Chimaera, tentò di insistere sul fatto che sarebbero riusciti a vincere, ma l'Ammiraglio ribadì che, senza forti infrastrutture militari in grado di ridare fiato alla Flotta Imperiale, non c'era speranza di vittoria. Pertanto, gli ordinò di contattare il Consiglio dei Moff e di comunicargli di riunirsi a Bastion per discutere i termini di una pace con la Nuova Repubblica.

Su Bastion, come previsto, la proposta di Pellaeon incontrò una netta opposizione da parte dei Moff; il Comandante Supremo chiarì di essere totalmente insoddisfatto di ciò che era stato costretto a proporre, ma che non c'era altra strada. Sorprendentemente, ottenne supporto dal Moff Disra, l'uomo forte del Consiglio e ritenuto leader della sua linea dura. Anche grazie a questa sorprendente posizione di Disra, dopo alcune ore di dibattito i Moff convennero che la pace era l'unica possibilità di sopravvivenza per l'Impero. Essi autorizzarono quindi Pellaeon a inviare un'ambasciatore al Generale Garm Bel Iblis — uno dei pochi militari repubblicani da lui rispettati — per chiedere l'apertura di trattative di pace. Le intenzioni di Disra erano tutt'altro che buone: egli si alleò con alcuni alti ufficiali imperiali per fingere la "rinascita" di Thrawn e prendere il controllo dell'Impero, quindi fece arrestare l'ambasciatore, il Colonnello Meizh Vermel, in gran segreto.

Pellaeon, frattanto, avviò un giro di perlustrazione negli ultimi settori imperiali per spiegare la decisione del Consiglio dei Moff. Su Muunilist, si incontrò con i vertici militari e qui, grazia all'Alto Generale Sutt Ramic, ne ottenne il controllo. Su Yaga Minor convinse i vertici della sicurezza e mise l'Ubiqtorato alla ricerca del misterioso Documento di Caamas: nella Nuova Repubblica, una copia incompleta che implicava i Bothan nella distruzione del pianeta aveva gettato nel caos il Senato, e Pellaeon era certo che, trovando la copia finale, avrebbe avuto qualcosa da offrire in segno di buona volontà. Allo stesso tempo, ordinò ai Servizi Segreti di indagare sulle misteriose fonti finanziarie di Disra, che gli permettevano di comprare caccia stellari di classe Preybird senza riferire da dove provenissero le sue entrate.

Quindi, terminato il giro, Pellaeon si recò su Pesitiin con la Chimaera, dove avrebbe dovuto incontrare Bel Iblis. Al contrario, comparve una flottiglia delle Forze di Difesa Corelliane, che lo attaccarono. L'Ammiraglio non poteva credere che Bel Iblis avesse operato un tradimento tanto sfacciato, quindi mise alla prova la flotta: inviò contro di essa alcune squadriglie di A-Wing Slash, che sconfissero facilmente gli invasori e li costrinsero alla fuga. Ciò dimostrò che non era Bel Iblis: gli Slash erano stati infatti progettati da lui e non lo avrebbero battuto tanto facilmente. Pellaeon ordinò quindi di tracciare tutte le comunicazioni e riuscì così a captare stralci di un messaggio misterioso diretto a Bastion, quindi, di un altro messaggio che da Bastion andava al sistema di Kroctar, in cui il "Grand'Ammiraglio Thrawn" accettava la petizione del sistema per tornare a far parte dell'Impero. Pellaeon non poté credere alle proprie orecchie, ma ben presto, pur con amarezza, si convinse dell'impossibilità di quell'evenienza e del fatto che Disra, effettivamente, lo aveva tradito.

Resa dei conti

La firma degli Accordi di Bastion.

Prima di essere catturato, Vermel era riuscito a inviare alla Nuova Repubblica un messaggio criptico e confuso, che però venne raccolto da Zakarisz Ghent, responsabile della decriptazione repubblicano, che riuscì infine a tradurlo e a scoprire l'offerta di pace imperiale. Leia Organa Solo prese subito il Millenium Falcon e sfrecciò a Pesitiin, riuscendo a giungervi appena qualche ora prima che la Chimaera lasciasse il sistema. Pellaeon accettò di negoziare e si recò a bordo del vascello.

Qui, Ghent, presente con Organa all'incontro, gli rivelò che Vermel era stato catturato. Capendo che Disra lo aveva tradito senza ombra di dubbio, Pellaeon mandò Ghent a recuperare la copia del Documento di Caamas su Yaga Minor, quindi la offrì alla Nuova Repubblica se avesse rattificato il trattato. Organa accettò di fare ritorno a Coruscant per presentare i termini della pace al governo repubblicano, mentre Pellaeon fece ritorno a Bastion per regolare i conti con Disra.

Pellaeon confrontò Disra e uno dei suoi alleati, Grodin Tierce, mostrando l'evidenza dei loro affari illeciti ai danni dell'Impero. I due negarono costantemente, ma alla fine Disra capitolò, chiedendo umilmente perdono al Comandante Supremo per aver mal usato i fondi imperiali per acquistare i Preybird — ma senza ammettere di aver catturato Vermel. Quando i due lasciarono la sala, Pellaeon riuscì a infiltrare i computer di Disra, scoprendo che Vermel era imprigionato nella Stazione Rimcee e che era in attesa di essere giustiziato. Appena in tempo, l'Ammiraglio riuscì ad accorrere e a liberarlo.

Pellaeon e Vermel fecero ritorno a Bastion per mettere Disra con le spalle al muro, ma scoprirono che questo era fuggito a Yaga Minor e lo inseguirono. Qui, una flotta repubblicana al comando di Bel Iblis lanciò un attacco, fornendo così copertura a Pellaeon, il quale, aiutato dal contrabbandiere Talon Karrde, riuscì ad abbordare la Relentless e a fronteggiare Disra e Tierce. Questi tentò di aggredirlo, ma venne fermato e ucciso dalla guardia del corpo di Karrde, Shada D'ukal. Subito dopo, Pellaeon ordinò l'arresto di Disra e concordò la cessazione delle ostilità con il Generale Bel Iblis.

Con la sua autorità finalmente ristabilita, Pellaeon poté incontrarsi, poche settimane dopo, con il Capo di Stato della Nuova Repubblica, Ponc Gavrisom, a bordo della Chimaera, orbitante su Bastion. Qui, in una cerimonia ufficiale e pubblica (cui assistette anche Mon Mothma), i due firmarono il Trattato Pellaeon-Gavrisom, mettendo fine a ventuno anni di Guerra Civile Galattica.

Anni di pace

I sei anni che intercorsero fra gli Accordi di Bastion e lo scoppio della Guerra degli Yuuzhan Vong furono molto intensi per l'Impero che, con il trattato di pace, si era trasformato anche formalmente nei Resti dell'Impero. In particolare, Pellaeon era riuscito ad imporre il proprio comando sul Consiglio dei Moff e aveva rimpiazzato Disra con quello che sarebbe divenuto uno dei suoi alleati più fidati, Ephin Sarreti, un Moff di nuova generazione cresciuto e formato sotto il governo di Pellaeon, estraneo quindi alle degenerazioni e agli eccessi del regno di Palpatine e che era totalmente leale all'interpretazione "pellaeoniana" del Nuovo Ordine. Questa nuova situazione fu rimarcata anche dal fatto che, subito dopo la firma del Trattato, il Consiglio elevò Pellaeon alla prestigiosa carica di Grand'Ammiraglio della Flotta Imperiale.

I nuovi rapporti con la Repubblica furono confermati dal fatto che i due governi accettarono di far collaborare le proprie agenzie d'intelligence per scongiurare pericoli esterni che avrebbero minacciato entrambi. Ciononostante, Pellaeon volle continuare a tenere proprie spie nelle sale del potere della Repubblica, onde evitare di trovarsi in posizione di svantaggio.

Poco dopo la firma del Trattato, Pellaeon scoprì dell'esistenza di un Impero della Mano, fondato da Thrawn durante la sua permanenza nelle Regioni Ignote come punto d'appoggio per un'eventuale invasione di queste regioni da parte dell'Impero. Ora, invece, era governato dal Comandante Voss Parrick, il quale aveva meditato di cederlo ai Resti dell'Impero credendo che Thrawn fosse risorto, ma, quando il complotto di Disra venne smascherato, accettò di mantenere relazioni segrete con Pellaeon, ma mantenne la propria autorità. L'Impero della Mano si sarebbe disciolto di lì a pochi anni, venendo assorbito sia dai Resti ché dall'Ascendenza Chiss.

Una nuova minaccia

Grand'Ammiraglio della Flotta Imperiale.

Nel 25 ABY, l'intelligence imperiale cominciò a captare che qualcosa non andava ai confini della Galassia, ma non riuscì a capire cosa: la postazione d'osservazione ExGal-4 non rispondeva e, ad un certo punto, Dubrillion chiuse ogni contatto con la Galassia. Pellaeon capì che stava succedendo qualcosa di pericoloso ed i suoi timori furono confermati quando Leia Organa, ambasciatrice del Capo di Stato Borsk Fey'lya, giunse su Bastion per chiedere l'aiuto dei Resti dell'Impero contro un nuovo nemico appena giunto per distruggere la Galassia: gli Yuuzhan Vong.

Pellaeon promise di aiutare la Nuova Repubblica e convocò una seduta del Consiglio dei Moff. Come previsto, molti Moff si opposero alla proposta di inviare la flotta nello spazio repubblicano, poiché temevano che si trattasse di una trappola. Molti ufficiali, anche di basso rango, condividevano quest'opinione. Pellaeon ribadì che, se la Repubblica fosse caduta, non vi sarebbe stata alcuna speranza per l'Impero e che quindi era negli interessi imperiali l'accorrere in aiuto della Repubblica. Alla fine, riuscì a convincere i Moff quando assicurò che non avrebbe chiesto l'intervento delle loro unità personali e che avrebbe assegnato loro il comando di tutte le forze di riserva imperiali, al fine di fortificare i settori dei Resti mentre lui cercava di guadagnare tempo. Tra l'altro, l'Impero della Mano inviò la formazione d'élite Force Spike al comando del Colonnello Jagged Fel in sostegno della flotta d'attacco imperiale.

Appena ricevette notizia di un attacco vong contro Garqi, Pellaeon si unì subito alla battaglia, guidando le sue forze dall'amata Chimaera. La battaglia fu una vittoria, quindi Pellaeon fu invitato a bordo della Ralroost, nave dell'Ammiraglio Traest Kre'fey, per partecipare ad una conferenza con l'Ammiraglio, Luke Skywalker e Corran Horn. La Flotta Repubblicana progettava di muovere in difesa di Ithor, dove crescevano gli alberi bafforr, il cui polline indeboliva l'armatura Vonduun Skerr Kyrric indossava dagli invasori extragalattici. Pellaeon giudicò che quella battaglia sarebbe stata decisiva per il corso del conflitto, quindi propose di prendervi parte, pur sapendo che i Moff si sarebbero opposti. Kre'fey ammise che anche la leadership repubblicana non ne sarebbe stata molto fiera, ma, se il piano fosse stato ben congegnato, avrebbe accettato. Alla fine, si giunse ad una strategia di battaglia con Pellaeon a capo dell'operazione e Kre'fey e Skywalker suoi vice; per la prima volta, il Grand'Ammiraglio si trovava a combattere fianco a fianco con i suoi predecenti nemici.

La battaglia ebbe inizio e vide subito un bilanciamento di forze, anche se le flotte combinate repubblicano-imperiali riuscirono ad ottenere lentamente un vantaggio. Per evitare ulteriori morti, Corran Horn propose un duello a Shedao Shai, comandante dei Vong; questi accettò di siglare una tregua per poter svolgere il duello. Horn vinse, ma il secondo di Shai, Deign Lian, ruppe la tregua e sparse un'epidemia mortale su Ithor. Con il pianeta ormai condannato, Pellaeon fu se non altro in grado di condurre un'azione navale bloccando e distruggendo la nave di Lian.

Costretto in retroguardia

Come facilmente prevedibile, la sconfitta a Ithor portò i Moff a richiamare la spedizione e Pellaeon, benché contrario, fu costretto a tornare nello Spazio Imperiale. In ogni caso, mantenne contatti con Kre'fey per scambiarsi informazioni e assicurò che avrebbe cercato di tornare il più presto possibile. Pur concentrandosi alla fortificazione e all'incremento della difesa, Pellaeon riuscì a "scavalcare" i Moff inviando missioni di supporto alla Nuova Repubblica quando ad essere attaccati erano pianeti prossimi al territorio imperiale; fu il caso di Ord Mantell, dove il Comandante Supremo inviò il Vice Ammiraglio Ark Poinard a contribuire alla difesa (mancata) del pianeta.

Poco dopo, Pellaeon inviò Vana Dorja su Coruscant, ufficialmente per negoziare l'acquisto di droidi lavoratori agricoli, ma in realtà per tenerlo aggiornato sui movimenti degli Yuuzhan Vong. Mentre Dorja si trovava sul pianeta, questo venne attaccato e preso. Lo stesso Borsk Fey'lya venne ucciso, gettando il governo repubblicano nel caos. Dorja riuscì a fuggire su Dac, dove trovò Han e Leia Organa Solo, convincendoli a seguirla su Bastion per cercare di ottenere aiuto imperiale. I Solo ed il Grand'Ammiraglio si incontrarono nei giardini privati di quest'ultimo; Leia andò subito al punto, chiedendo le mappe delle rotte iperspaziali segrete del Nucleo Profondo.

I negoziati andarono meglio di quanto entrambe le parti si aspettassero. Pellaeon, sapendo che i Moff non avrebbero mai accettato di cedere quelle informazioni, chiese in cambio tutte le informazioni della Nuova Repubblica sui Vong. Leia accettò di buon grado e gliele diede. Quella sera, i tre cenarono insieme e la Principessa propose a Pellaeon un'alleanza fra i due rispettivi governi. Sapendo di dover giocare ancora una volta il ruolo dell'abile negoziatore per avere qualcora da offrire ai Moff, il Grand'Ammiraglio chiese in cambio la concessione di alcuni sistemi stellari non popolati. Leia promise di portare la proposta al suo governo. In una giornata, Pellaeon era riuscito ad ottenere le informazioni che desiderava per prepararsi a combattere i Vong, nonché ad avere una possibile legittimizzazione per l'espansione dei Resti dell'Impero. In ultimo, Pellaeon regalò ai due una nuova antenna comunicazioni per il Millenium Falcon, dal momento che quella precedente era stata danneggiata.

Le rotte del Nucleo Profondo si rivelarono essere poi la chiave per la Battaglia di Ebaq 9, una durissima sconfitta per gli Yuuzhan Vong, dove perse la vita anche Tsavong Lah, il loro Campione di Guerra. A seguito di ciò, Cal Omas, nuovo Capo di Stato, disciolse la Nuova Repubblica e proclamò la nascita della Federazione Galattica delle Libere Alleanze (meglio conosciuta come Alleanza Galattica), che avrebbe poi concretizzato l'alleanza auspicata da Leia Organa Solo; uno dei primi atti del nuovo governo, infatti, fu quello di mandare un'ambasceria, guidata da Luke Skywalker, presso i Resti.

I Vong all'attacco

Di nuovo in comando.

Prima ancora che l'ambasceria potesse arrivare, gli Yuuzhan Vong lanciarono un poderoso attacco contro i Resti dell'Impero. Bastion venne attaccata e Pellaeon, dopo aver preso tempestivamente il comando della flotta, ordinò l'evacuazione dei civili, indirizzandoli a Muunilist; anche quel pianeta, però, venne invaso, quindi il Grand'Ammiraglio ne ordinò l'evacuazione. Costretto a rimanere per coprire l'evacuazione di Bastion, Pellaeon vide la flotta venire rapidamente decimata sotto i colpi dei Vong. In quel momento, sopraggiunsero Skywalker e altri Jedi, che attaccarono gli yammosk, dando agli Imperiali un certo vantaggio. Questa volta, Pellaeon accettò di buon grado l'offerta di alleanza. Nel corso della battaglia, però, la Chimaera venne duramente colpita e Pellaeon gravemente ferito al torso inferiore. Un ufficiale riuscì a portarlo a bordo di un guscio di salvataggio che, grazie al sacrificio di un'intera squadriglia di TIE Fighter, riuscì a raggiungere la salvezza a Yaga Minor.

Qui, Pellaeon venne portato a bordo della Widowmaker e inserito in una cisterna di bacta. Tuttavia, le sue condizioni erano gravissime e nemmeno il bacta sarebbe riuscito a salvarlo. Fortunatamente, insieme a Skywalker era venuta la curatrice Jedi Tekli, che utilizzò i propri poteri curativi per salvargli la vita. Nel frattempo, Kurlen Flennic, credendo il Grand'Ammiraglio ormai morto, prese il controllo del Consiglio dei Moff e rifiutò ogni aiuto dall'Alleanza Galattica. Appena ripresosi, però, Pellaeon fece installare un sistema di comunicazioni nella cisterna e tornò ad assumere il comando assoluto, dichiarando che l'Impero si sarebbe unito all'Alleanza, quindi ordinò la ritirata della flotta a Borosk, dove avrebbe fronteggiato i Vong.

La Battaglia di Borosk fu una vittoria per l'Impero, in quanto la strategia di Pellaeon si dimostrò vincente: egli sapeva che i Vong speravano in una rapida vittoria contro l'Impero, che gli avrebbe permesso di ritirare presto le loro forze e concentrarsi sull'Alleanza; al contrario, costretti a combattere un combattimento più lungo, si erano trovati impreparati e con forze insufficienti per farlo. Poco dopo, un attacco contro Yaga Minor venne facilmente sventato.

Appena dopo le vittorie, Pellaeon convocò una riunione del Consiglio dei Moff e dei vertici militari. Qui, egli parò schiettamente: l'Impero non poteva permettersi di aspettare la prossima ondata d'attacco vong, ma doveva prendere l'iniziativa e attaccare. Allo stesso tempo, era necessario che l'Impero uscisse dall'isolazionismo cui i Moff più tradizionalisti lo avevano costretto e, per fare questo, doveva divenire membro dell'Alleanza Galattica. Come previsto, Flennic e i Moff della vecchia guardia si opposero strenuamente, ma Pellaeon li ricattò: se essi non avessero accettato, egli si sarebbe dimesso e avrebbe portato via la sua flotta. Accusandolo di tradimento, Flennic tentò di sparargli; il suo colpo venne deviato solo da Mara Jade Skywalker, grazie alla Forza. Pellaeon non fece arrestare Flennic, dicendogli che il suo atto era stato causato dallo stress della guerra, ma gli disse che lo avrebbe fatto giustiziare immediatamente se non avesse accettato; a questo punto, egli fu costretto ad obbedire e, con lui, tutto il resto della vecchia guardia. Pellaeon aveva vinto i suoi nemici all'interno dell'Impero.

Di nuovo vincitore

Appena ottenuta la vittoria tanto sui Vong quanto sui Moff, Pellaeon, presa la Right to Rule come nuova ammiraglia, si lanciò all'inseguimento di B'shith Vorrik, il comandante vong che aveva guidato l'attacco all'Impero. Riuscì a scontrarsi con lui in diverse schermaglie di basso conto, respingendolo sempre più lontano dallo Spazio Imperiale. Vorrik riuscì a distruggere una stazione di comunicazioni su Generis, ma, una volta giunto su Esfandia, venne intercettato da Pellaeon, che si unì alla battaglia che già stava frapponendo Vorrik e un manipolo di navi della Nuova Repubblica presenti, guidate dal Millenium Falcon. Mentre teneva occupata la flotta principale, Pellaeon mandò Fel e la squadriglia Twin Suns, lì presente, a distruggere gli yammosk, ottenendo così un vantaggio significativo sui Vong, numericamente superiori. A seguito di un formidabile diversivo, Pellaeon circondò la flotta di Vorrik, il quale decise di autodistruggere la propria ammiraglia per fare il maggiore danno possibile; l'autodistruzione fu effettivamente impostata, ma Pellaeon, intuendo il suo piano, fece allontanare i vascelli ed ordinò di aumentare gli scudi; in tal modo, l'esplosione non fece alcun danno.

Con la battaglia vinta, Pellaeon entrò a tutto titolo nel conflitto all'interno dello spazio dell'Alleanza Galattica. Sien Sovv, Comandante Supremo delle Forze di Difesa dell'AG, stava allora pianificando un attacco contro Bilbringi; Pellaeon, che grazie alla vittoria di Esfandia si era aperto la strada, fu scelto per condurlo. Kre'fey e Wedge Antilles. Antilles si diresse subito a Bilbringi per verificare l'entità delle forze nemiche in campo, mentre Pellaeon posizionò la propria flotta poco distante, appostando degli Interdictor tutt'intorno al pianeta per evitare imboscate. Tuttavia, i Vong avevano sviluppato un organismo che interrompeva tutte le comunicazioni; il contatto con Antilles fu così perso e il Falcon venne scelto come corriere, scortato da un gruppo di caccia TIE Defender al comando di Mynar Devis — il figlio non riconosciuto di Pellaeon. La battaglia per il salvataggio di Antilles fu ardua e difficile, ma alla fine si concluse vittoriosamente, anche se richiese il sacrificio di Devis; appena lo apprese, Pellaeon accettò la notizia con spirito militare, ma non senza una punta di rimpianto per non avergli mai detto di essere suo padre.

Nonostante il fiasco di Bilbringi, Pellaeon divenne membro dell'Alto Comando dell'Alleanza Galattica e si trasferì su Dac, dove Sovv gli affidò il compito di proteggere il pianeta dall'imminente attacco vong. Quando ebbe inizio la battaglia, Pellaeon si posizionò presso la luna di Mon Eron, combattendo valorosamente nonostante la fortissima inferiorità numerica e riuscendo ad assestare gravi perdite al nemico. Improvvisamente, però, la flotta vong cominciò a ritirarsi, lasciando i comandanti alleati di stucco; successivamente, si scoprì che Luke Skywalker era riuscito a convincere il pianeta vivente Zonama Sekot a comparire davanti ai Vong a Coruscant, i quali erano stati costretti a ritirare la flotta.

A questo punto, l'Alleanza non perse tempo e si preparò a colpire la capitale. A Pellaeon venne affidato il comando della Quarta Flotta (un misto di navi alleate e imperiali), che avrebbe dovuto guidare l'avanguardia. Egli uscì all'iperspazio proprio sopra al pianeta e cominciò a coprire le truppe di terra attraverso un fitto bombardamento che neutralizzò gran parte delle difese planetarie. Quindi, insieme a Kre'fey, combatté la flotta vong, giunta per contrattaccare. A terra, Skywalker e Jacen Solo riuscitono ad uccidere Shimrra Jamaane, Signore Supremo degli Yuuzhan Vong, e il suo consigliere Onimi, costrigendo i Vong alla resa. Poco dopo, gli Accordi di Sekot misero fine alla guerra.

Appena terminata la battaglia, Pellaeon scese a visitare la Città Imperiale, rendendosi conto di quanto gli mancasse realmente il Nucleo, compreso il pianeta che aveva tanto odiato; tutto sommato, ne era stato lontano per quasi trent'anni. Quindi, partecipò alla cerimonia che sancì la resa dei Vong e, poco dopo, invitò Han Solo e Leia Organa sulla Right to Rule, dove teneva il Crepuscolo dei Killik, un dipinto alderaaniano rubato dal Grand'Ammiraglio Thrawn diverso tempo prima; quindi, lo cedette a Leia, che già aveva espresso il proprio apprezzamento per il quadro, per ringraziarla per tutto quello che aveva fatto.

Il giorno successivo, Pellaeon fece ritorno a Bastion. Qui sovrintese la riparazione della Chimaera e, non appena questa fu ultimata, la mandò segretamente a Daala come dono. Immediatamente dopo, si ritirò dal servizio militare. Era stato Comandante Supremo della Flotta Imperiale per circa un ventennio.

Comandante Supremo Alleato

Nel 36 ABY, la Crisi del Nido Oscuro generò una guerra su larga scala: i Killik, una razza espansionista, avevano attaccato l'Ascendenza Chiss; l'Alleanza Galattica, essendo una sua alleata, era accorsa in suo aiuto, ponendo sotto embargo la nebulosa di Utegetu. In questa difficile situazione, Sien Sovv rimase ucciso in una collisione e il governo alleato chiese ufficialmente a Pellaeon di tornare in servizio per ricoprire le funzioni di Comandante Supremo delle Forze di Difesa finché non si fosse trovato un successore di Sovv; seppur senza particolare entusiasmo, Pellaeon accettò.

I Chiss stavano cominciando a dubitare della neutralità dell'Alleanza; per dimostrare la sua affidabilità, Pellaeon scatenò una rete di spie fra i ranghi dei Killik, fra cui gli stessi Solo, fornendo le loro scoperte all'Ascendenza. In una di queste missioni, i Solo scoprirono che i Killik erano ormai prossimi a scatenare e sostenere militarmente una serie di insurrezioni delle razze insettoidi dell'Alleanza. Pellaeon disperse le proprie forze per sedare tutte le insurrezioni, quindi si recò personalmente a Nickel One, anche se gli Skywalker e Jacen Solo riuscirono a neutralizzare la congiura contro la Madre d'Alveare di Verpine prima del suo arrivo. Tutte le rivolte vennero sconfitte, eccettuata quella di Thyferra, sicuramente la più importante, poiché toglieva all'Alleanza la sua fornitura principale di bacta. Davanti a Pellaeon fu quindi l'arduo compito di organizzare la riconquista del pianeta. Tuttavia, Luke Skywalker gli fece giustamente notare che, probabilmente, le rivolte non erano che un diversivo per distogliere l'attenzione da Utegetu. Condividendo l'analisi del Jedi, Pellaeon decise di muovere sulla flotta killik all'interno della nebulosa.

I Jedi si infiltrarono su Sarm — dove si stava radunando la flotta killik — a bordo di caccia StealthX per abbordare l'ammiraglia, Gorog (il famoso "Nido Oscuro"), dove si trovava Lomi Plo (la Jedi Oscura a capo dei Killik). Tuttavia, durante l'infiltrazione, essi scoprirono che i Killik erano ormai prossimi a rompere il blocco; Pellaeon dovette attaccare subito per mantenere l'elemento sorpresa. L'attacco fu un successo e Plo fu costretta a fuggire su Tenupe, inseguita a ruota dalla flotta di Pellaeon. A questo punto, Luke Skywalker gli propose di lasciare la flotta killik ai Chiss e concentrarsi invece sulla cattura di Plo, che avrebbe messo fine alla guerra. Pellaeon discordò, in quanto non voleva mancare ad una vittoria militare strabiliante e totale, né voleva lasciare i Chiss senza aiuto; alla fine, però, dovette concordare con Skywalker che la cattura di Plo era la missione principale. I Jedi adempirono a questo compito e Plo venne uccisa e UnuThul, altro capo della Colonia, venne catturato.

Poco dopo, Pellaeon partecipò come ambasciatore alleato alla conferenza con l'Aristocra Chaf'orm'bintrano, dove si stabilì che l'Alleanza sarebbe accorsa in aiuto dell'Ascendenza se questa fosse stata nuovamente attaccata dai Killik, ma in cambio i Chiss avrebbero rispettato i termini della pace.

Ancora in guerra

Quattro anni dopo la Guerra dello Sciame, Pellaeon continuava ad essere Comandante Supremo ed era ormai arrivato alla conclusione che la "provvisorietà" delle sue funzioni era stato solo un pretesto per avere un nuovo e capace comandante in capo. In ogni caso, egli adempiva con fedeltà e dedizione al suo compito.

Quando i Cinque Mondi (nuovo governo del settore corelliano) cominciò a rifiutare le richieste del governo centrale alleato, il Servizio d'Intelligence dell'Alleanza Galattica cominciò a sospettare che su Corellia stesse sorgendo un movimento separatista. I timori furono aggravati quando si scoprì che i Corelliani stavano anche sviluppando una propria flotta d'assalto e riattivando la Stazione Centerpoint. Convinto che permettere ai Corelliani di ribellarsi sarebbe stato una seria minaccia per la stabilità della Galassia, Pellaeon progettò di inviare i Jedi Jacen Solo e Ben Skywalker a sabotare la Stazione, mentre la Seconda Flotta sarebbe entrata nel sistema corelliano in una chiara dimostrazione di forza. Nel contempo, un altro gruppo di Jedi avrebbe catturato Aidel Saxan, Primo Ministro dei Cinque Mondi, e Thrackan Sal-Solo, Capo di Stato di Corellia (creduto la vera mente dietro tutto), e li avrebbe costretti a negoziare.

Il piano fu però un fiasco, in quanto Saxan e Sal-Solo sfuggirono alla cattura e l'Ammiraglio Matric Klauskin, comandante della Seconda Flotta, caduto segretamente sotto l'influenza di Lumiya, Signora Oscura dei Sith, venne attaccato dai Corelliani e si ritirò su Tralus, occupando il pianeta e, così, aggravando la situazione. Di contro, la Centerpoint fu sabotata e disabilitata con successo. Poco dopo, Pellaeon propose a Saxan di intraprendere delle trattative presso la Stazione Toryaz, luogo neutrale; egli accettò ed i due si incontrarono, discutendo a lungo dei termini della pace. Dopo quattro ore di discussione, i due decisero di interrompere per la notte; su consiglio di Tycho Celchu, responsabile della sua sicurezza, Pellaeon non dormì nella sua camera designata, il ché gli salvò la vita: nella notte, il suo sosia e Saxan vennero assassinati da sconosciuti. Pellaeon avviò immediatamente le ricerche e, dopo che addirittura Wedge Antilles e Celchu passarono dalla parte corelliana, cominciò a sospettare di una loro partecipazione al delitto.

Dopo alcuni giorni, Pellaeon passò l'indagine all'Intelligence e tornò a concentrarsi su Corellia. Egli sostitutì l'evidentemente pazzo Ammiraglio Klauskin con Tarla Lampin, che però venne respinta da Tralus da un attacco corelliano. Il peggioramento della situazione portò Cal Omas a fondare la Guardia dell'Alleanza Galattica, una nuova polizia segreta, e ad affidarne la direzione a Jacen Solo; Pellaeon si oppose risolutamente, non solo perché non condivideva i metodi della Guardia, ma anche perché, nonostante tutto il rispetto che nutriva per lui, considerava Solo un ragazzo con insufficiente esperienza che avrebbe rischiato di abusare dei poteri che gli erano affidati. La mattina dopo la fondazione della Guardia, egli rassegnò le proprie dimissioni.

L'ultima battaglia

Una volta lasciata Coruscant, Pellaeon fece ritorno su Bastion, dove tornò ad occupare il proprio posto nel Consiglio dei Moff, esercitandovi un'influenza enorme, in quanto difficilmente il Consiglio prendeva delle decisioni che non godevano della sua approvazione. Inoltre, pur non essendo soddisfatto del corso degli eventi, continuò a sostenere l'affiliazione dei Resti dell'Impero con l'Alleanza, rifiutandosi di seguire il consiglio di quanti suggerivano un'alleanza con la Confederazione — governo degli indipendentisti corelliani — per permettere all'Impero di acquisire maggiore potere e influenza. Quando Solo e Cha Niathal, nuova Comandante Supremo, rovesciarono Omas in un colpo di stato, Pellaeon riassunse a pieno titolo le sue funzioni di Comandante Supremo della Flotta Imperiale, al fine di mantenere la neutralità e la sicurezza dell'Impero.

Ad un certo punto, Solo propose ai Moff di consegnare all'Impero Borleias e Bilbringi se questo avesse accettato a contribuire ad un attacco contro Fondor, membro della Confederazione. Pellaeon venne informato di questo fatto dal suo fido alleato Ephin Sarreti; nella seduta settimanale del Consiglio, il Grand'Ammiraglio informò i Moff che sapeva della proposta di Solo e la rifiutò categoricamente, mentre la linea dura, guidata dal Gran Moff Quille, sostenne che questo era un modo per espandere territorialmente i Resti. Poco dopo la seduta, Pellaeon apprese che Solo aveva strangolato con la Forza un ufficiale sul ponte di un vascello, proprio come era nei modi di Darth Vader, il che lo portò a dubitare della sua salute mentale. Comunque, visto il rifiuto di Pellaeon, Solo mandò Tahiri Veila, una Jedi, a trattare con lui; questa volta, il Grand'Ammiraglio decise cinicamente che l'Impero sarebbe stato meglio tutelato essendo dalla parte del vincitore quando la guerra fosse finita, avendo così maggiori possibilità di riportare la pace il più presto possibile. Egli portò questa visione ai Moff, che la condivisero entusiasticamente.

Sapendo che le cose sarebbero andate sicuramente peggio, Pellaeon inviò il segnale a Natasi Daala, chiedendole di ritornare. Un giorno, mentre il Grand'Ammiraglio stava ispezionando la sua nuova nave, la Bloodfin, Daala apparve nello spazio di Bastion con una flotta irregolare e venne calorosamente accolta da Pellaeon, che, dopo un colloquio informale, le spiegò la situazione. Daala accettò di aiutarlo e di portare la propria flotta in prossimità di Fondor, per intervenire nel caso qualcosa fosse andato storto. Poco dopo, Pellaeon la presentò ufficialmente all'Impero, dichiarandola un "consigliere riattivato".

Pellaeon partì quindi per Fondor, dove si incontrò con Solo e Niathal a bordo della Bloodfin per definire una strategia. I tre capirono di non avere forze sufficienti per conquistare il pianeta, quindi proposero di offrire al governo fondoriano un ultimatum: se avesse accettato di tornare con l'Alleanza, essa gli avrebbe fornito agevolazioni economiche. Il governo, però, rifiutò e Niathal e Solo si recarono sulle rispettive ammiraglie per coordinare l'attacco; quest'ultimo lasciò Veila a bordo della Bloodfin, ufficialmente come collegamento fra lui e Pellaeon, ma il Grand'Ammiraglio sapeva che era in realtà una spia. Sull'ammiraglia imperiale vi erano anche alcuni Moff, fra cui Quille, intenzionati a prendere pure Fondor.

La flotta imperiale fu lasciata in retroguardia, in quanto Fondor appariva priva di flotta in sua difesa e quindi si sospettava che fosse fuori dal sistema, pronta a tendere un'imboscata. Solo attaccò i cantieri navali, ma improvvisamente la flotta fondoriana ve ne uscì, circondandolo. Niathal cercò di accorrere, ma la sua flotta venne attaccata da altri incrociatori. Pellaeon capì di dover intervenire e cercò di attaccare sia le navi che circondavano Solo, sia quelle che circondavano Niathal. A questo punto, Solo usò la Forza per far abbassare gli scudi planetari, quindi scatenò un bombardamento a tappeto contro la capitale, Oridin. Con le spalle al muro, Shas Vadde, Presidente di Fondor, si arrese. Solo però si rifiutò di cessare il bombardamento, dichiarando che Fondor sarebbe stato un esempio per tutti i traditori. Niathal lo sollevò ufficialmente dal comando e gli ordinò di cessare il fuoco; Pellaeon si schierò con lei e ordinò l'invio di materiale e personale medico sul pianeta. Quille insisté che era la loro occasione per conquistare il pianeta, ma Pellaeon lo zittì.

Improvvisamente, Solo riaprì il fuoco. Niathal lo attaccò e chiese l'aiuto di Pellaeon, che accettò; quindi, si ritirò nelle proprie stanze per parlare con Daala. Venne però seguito da Veila, che gli propose di aiutare Solo in cambio di potere e ricchezza. Pellaeon rifiutò e Veila estrasse un blaster, puntandoglielo contro e ripetendo l'"offerta". Per nulla intimidito, Pellaeon ripeté il rifiuto. Quindi, decise di morire lanciando un ultimo ordine: afferrò il comlink e ordinò alla flotta di attaccare Solo. Infuriata, Veila gli sparò. Mentre giaceva a terra morente, Pellaeon vide Quille e gli altri Moff che, accorsi dopo aver sentito lo sparo, progettavano di prendere il controllo dell'Impero. Il Grand'Ammiraglio fece appena in tempo a contattare Daala, richiedere il suo aiuto e denunciare Quille come un traditore, prima di morire.

Un onorevole retaggio

La guerra continuò ancora per diverse settimane, con i Resti dell'Impero allineati all'Alleanza Galattica di Darth Caedus, ma alla fine questi venne sconfitto e venne riportata la pace. Daala divenne nuova Capo di Stato dell'Alleanza Galattica ed i Jedi imposero Jagged Fel come successore di Pellaeon per poter monitorare e tenere a bada i Moff. Presso l'Impero, l'immagine di Pellaeon fu sempre tenuta in alta considerazione: Fel commissionò il varo dello Star Destroyer Gilad Pellaeon e i suoi giardini privati su Bastion divennero noti come Giardini Pellaeon. Molto tempo dopo, il Nuovo Impero avrebbe usufruito di un nuovo vascello da guerra: lo Star Destroyer di classe Pellaeon.

Carattere e pensiero

Pellaeon credeva sinceramente e assolutamente nella flotta: per lui, la flotta era come una famiglia, l'unico luogo dove si sentisse al sicuro e realizzato. Dell'ambiente militare, Pellaeon estrapolava degli insegnamenti di vita che, per lui, erano fondamentali: disciplina, lealtà, efficienza, obbedienza al superiore; insegnamenti che, peraltro, cercava di impartire anche ai suoi sottoposti. Nonostante questa strettissima affiliazione alle forze armate, Pellaeon aveva un debole per le donne e, specialmente nei lunghi periodi di stallo (come quando fu XO della Chimaera senza praticamente muoversi, dal 19 BBY all'anno 0), si dilettava ad andare con più donne, pur rifiutandosi di prendere moglie, in quanto ciò lo avrebbe distolto dalla sua totale dedizione alla flotta.

Fu proprio l'estrema lealtà alla flotta che portò Pellaeon a servire fedelmente l'Impero Galattico anche sotto i metodi cruenti dell'Imperatore Palpatine, che avrebbe successivamente aborrito. Pellaeon era pragmatico: per lui, quello imperiale non era per nulla il sistema politico migliore che esistesse, ma era l'unico in grado di assicurare la pace nella Galassia. Contrariamente alle apparenze, infatti, Pellaeon detestava la guerra e la vedeva solo come una dura ma inevitabile necessità per portare la pace. Fu questa convinzione che lo portò a combattere con ardore tanto l'Alleanza Ribelle quanto la Nuova Repubblica. Quando la situazione mutò, con l'Impero ormai l'ombra di quello che era un tempo, Pellaeon ritenne che solo un'alleanza fra esso e la Repubblica poteva portare la pace dopo vent'anni di guerra civile; la Guerra degli Yuuzhan Vong lo portò a mutare la propria opinione e a tornare a vedere nella Repubblica una fonte di caos. Al contrario, ritenne l'Alleanza Galattica il miglior governo possibile, in quanto era in grado di integrare vari sistemi politici, assicurando così la concordia in tutta la Galassia.

Quando si trovò ad essere il capo supremo dell'Impero, Pellaeon mise in pratica la propria idea di un sistema politico: un impero con l'autorità necessaria ad assicurare una pace permanente, ma senza la possibilità di abusare di questa autorità come aveva fatto Palpatine. Pellaeon infatti abolì la schiavitù e l'umanocentrismo, quindi creò il Consiglio dei Moff per, allo stesso tempo, concedere un'istituzione oligarchica che prendesse le decisioni al posto di un unico dittatore, ma anche per evitare il caos della democrazia. Pellaeon non si vide mai come un Imperatore, ma piuttosto come un capo provvisorio; il suo più grande sogno era quello di andare in pensione e passare il timone alle generazioni più giovani, che egli vedeva personificate nei Moff progressisti quali Ephin Sarreti. Solo le necessità politiche gli impedirono di farlo.

Dietro le quinte

Il pianeta natio e l'anno di nascita

The Essential Guide to Characters indica che Pellaeon nacque e visse la sua infanzia su Coruscant, mentre il The Thrawn Trilogy Sourcebook indica Corellia come suo pianeta natio. Il problema fu risolto in Force Heretic I: Remnant, dove si spiega che Pellaeon nacque su Corellia, ma si trasferì giovanissimo a Coruscant, dove trascorse la gioventù. Inoltre, Leland Chee (responsabile dell'Holocron continuity database) indicò il 57 BBY come anno di nascita di Pellaeon; tuttavia, Revelation (che si svolge nel 41 ABY) gli "dà" 92 anni, il ché pone la sua data di nascita nel 51 BBY.

L'apparizione ne L'Impero Cremisi

Ne L'Impero Cremisi II: Il Consiglio di Sangue, compare un personaggio che ricorda molto Pellaeon, in quanto ha i suoi stessi baffi bianchi ed è un ammiraglio. Tuttavia, il colore degli occhi non coincide. I fan hanno speculato a lungo chiedendosi se si tratti o non si tratti di Pellaeon; sembra ormai assodato che la risposta sia negativa, sia perché il fumetto offre diverse inesattezze (a volte è indicato come ammiraglio, a volte come generale), sia perché Pellaeon non diventa ammiraglio prima di essere promosso a tale rango da Daala, in un periodo cronologicamente successivo a L'Impero Cremisi.

Ammiraglio o Grand'Ammiraglio?

Il rango di Pellaeon dopo la sua promozione a Comandante Supremo della Flotta Imperiale ha portato a diverse problematiche di natura canonica. Infatti, le varie fonti lo indicarono sempre come "Ammiraglio" o "Ammiraglio di Flotta" fino a che il The New Jedi Order Sourcebook cominciò a riferirsi a lui come "Grand'Ammiraglio". In Dark Tide II: Ruin, che si svolge durante l'invasione degli Yuuzhan Vong, Pellaeon indossa l'uniforme bianca da Grand'Ammiraglio, ma è indicato ancora come "Ammiraglio". Destiny's Way, che si svolge cronologicamente tre anni dopo gli eventi narrati in Ruin, lo indica ufficialmente come "Grand'Ammiraglio", e così tutte le fonti successive. L'avventura di gioco di ruolo Nightsaber indica che Pellaeon fu Grand'Ammiraglio fin dalla Battaglia di Orinda (12 ABY), il ché appare però anacronistico.

È ormai canonico il fatto che Pellaeon rimase Ammiraglio fino al 19 ABY e, a seguito del Trattato Pellaeon-Gavrisom, venne elevato a Grand'Ammiraglio dal Consiglio dei Moff come riconoscimento delle sue imprese militari e politiche.

La questione dei "cloni instabili"

Timothy Zahn, nelle sue opere precedenti (nella cronologia del nostro universo) all'Episodio II (2002), parò diffusamente delle Guerre dei Cloni, ma in modo del tutto incorretto: egli, infatti, in Heir to the Empire, indica che i cloni fossero i nemici della Repubblica e che Pellaeon si trovò, in quel periodo, a combattere un esercito di "cloni instabili". L'attacco dei cloni rese questa affermazione del tutto anacronistica; la questione fu risolta in Star Wars Republic: The Siege of Saleucami, dove, durante la Battaglia di Saleucami (in cui Pellaeon era presente), la Repubblica si trovò a combattere un esercito di cloni creato dai Separatisti.

Pellaeon e Radetzky

Benché appaia più una coincidenza ché un fatto pensato, Gilad Pellaeon e Josef Radetzky von Radetz (feldmaresciallo dell'Impero Austro-Ungarico nell'Ottocento) hanno numerosi punti in comune. Entrambi vissero per 92 anni (Pellaeon dal 51 BBY al 41 ABY, Radetzy dal 1766 al 1858), entrambi dedicarono circa settant'anni al servizio militare, entrambi servirono le forze armate di un impero (entrambi quando questo impero era al suo apice) e, soprattutto, entrambi avevano spiccati baffi bianchi. Entrambi, peraltro, combatterono in tre conflitti diversi, sempre con incarichi crescenti: Pellaeon combatté nella Guerra Civile Galattica per la maggior parte del tempo come Capitano, poi come Vice Ammiraglio, infine come Ammiraglio e Comandante Supremo; nella Guerra degli Yuuzhan Vong come Grand'Ammiraglio; nella Seconda Guerra Civile Galattica come Comandante Supremo alleato, quindi ancora come Comandante Supremo imperiale. Radetzky combatté nelle guerre rivoluzionarie francesi (1793-1801) prima come ufficiale di basso rango, quindi come maggiore, colonnello, tenente colonnello e comandante; nelle guerre napoleoniche (1805-1814) come maggiore generale e capo di Stato Maggiore; nella prima guerra d'indipendenza italiana (1848-1849) come feldmaresciallo e, al contempo, governatore generale del Regno Lombardo-Veneto e comandante supremo delle forze austriache in Italia. Va anche detto che, per entrambi i governi (Impero Galattico e Austria), il primo conflitto fu una sconfitta, gli altri due furono vittoriosi.



Comandanti Supremi dell'Impero Galattico
Darth Vader · Kermen · Ysanne Isard · Thrawn
· Luke Skywalker · Sedriss QL · Xecr Nist
Redd Wessel · Immodet · Natasi Daala · Gilad Pellaeon


Presente in

Pellaeon nel videogioco Star Wars: Rebellion.

Fonti

Collegamenti esterni