Natasi Daala

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Natasi Daala
Descrizione fisica
Razza

Umana

Sesso

Femmina

Altezza

173 cm

Capelli

Rossi

Occhi

Verdi

Informazioni storiche e politiche
Epoche
Affiliazione
"Perché ogni volta che una donna dotata di qualche competenza riceve un premio, gli altri presumono che ciò sia avvenuto per il solo motivo che ha fatto sesso con un uomo?"
―Natasi Daala[fonte]

Natasi Daala fu un importante personaggio dello scenario galattico post-Battaglia di Endor. Inizialmente unitasi alla Marina Imperiale e divenuta protetto del Gran Moff Tarkin, Daala fu la prima donna in assoluto a raggiungere il grado di Ammiraglio presso le Forze Armate Imperiali. Assegnata successivamente alla stazione di ricerche nota come Installazione del Maw, tentò più volte di colpire la Nuova Repubblica a seguito della morte di Palpatine, ma il suo ruolo più importante fu sicuramente quello di unificatrice di ciò che restava dell'Impero, plagiato da una furiosa guerra civile. Dopo un periodo da "indipendente", Daala prese parte alla Seconda Guerra Civile Galattica alla testa della Flotta Irregolare del Maw risultando fondamentale per sconfiggere Darth Caedus e, inaspettatamente per tutti, venne eletta Capo di Stato dell'Alleanza Galattica.

Biografia

Un promettente cadetto

"Tarkin rimase sbalordito nell'apprendere che ero una donna e lo rimase ancor di più quando scoprì che ero solo un caporale assegnato al lavoro di cucina."
―Natasi Daala[fonte]
Daala, protetto del Gran Moff Tarkin.

Natasi Daala era una giovane intraprendente; ad un certo punto della sua vita, decise di rinunciare all'amore del suo ragazzo, Liegeus Vorn, per entrare in servizio militare. Iscrittasi all'Accademia Militare Imperiale di Carida, progettava di poter fare carriera presso la Marina; questo era il suo grande sogno, nonché il posto da cui sentiva che avrebbe potuto meglio servire l'Impero.

Fin da subito, tuttavia, Daala dovette fare i conti con il pesante maschilismo imposto dall'Impero. Nonostante le sue capacità, la giovane Natasi fu sempre sorpassata da altri nelle promozioni, con la grossolana scusa che contestasse troppo. Stanca di questi soprusi, Daala cominciò ad utilizzare un alias informatico, sconfiggendo molti ufficiali imperiali di alto livello con tattiche di sua invenzione; tattiche, queste, che ben presto si diffusero in tutti gli ambienti militari imperiali.

Queste tattiche giunsero anche agli occhi del Gran Moff Tarkin, che si impegnò per scoprirne la fonte. Dopo molte ricerche, finalmente individuò la misteriosa autrice: Daala, come Tarkin la trovò, era una Caporale che lavorava nelle cucine di uno Star Destroyer. Indignato, Tarkin impedì all'Accademia di punirla e anzi fece uso della sua influenza per ottenerle una promozione, facendone quindi la sua protetta. Grazie a Tarkin, ma soprattutto alle sue capacità, ella divenne infine Ammiraglio, l'unica donna in tutto l'Impero ad arrivare a tanto.

Ciò diede vita, specialmente fra gli xenofobi, a voci secondo cui Daala e Tarkin fossero amanti. Ogni volta che il Gran Moff scopriva queste voci, ne puniva i mandanti con orrende torture od esecuzioni.

Il Maw

Un Ammiraglio donna era pur sempre un'imbarazzante seccatura. Fu per questo che Tarkin, il quale era a capo dei Territori dell'Orlo Esterno, le assegnò il comando della segretissima Installazione del Maw, un laboratorio di ricerca imperiale incaricato in particolare di produrre le più grandi superarmi da guerra che l'Impero potesse vantare; era qui che era stata concepita la Morte Nera. Locato nell'ammasso del Maw, il laboratorio inoltre "conteneva" alcuni dei migliori scienziati imperiali, come Qwi Xux. Tarkin le assegnò una flotta di quattro Star DestroyerBasilisk, Gorgon, Hydra e Manticore — e un equipaggio qualificato sotto il Comandante Karas, quindi le ordinò di isolarsi completamente all'interno dell'ammasso fino a ulteriori istruzioni.

Il Gran Moff chiamò Daala all'esterno solo in una occasione, per raggiungerlo sulla prima Morte Nera. Daala sperava sinceramente di aver lasciato il Maw per sempre. Durante la sua permanenza sulla stazione, ella fu incaricata di scoprire l'identità di un individuo che aveva attentato alla vita di Tarkin, ma senza successo. Mentre stava facendo ritorno a bordo di uno Star Destroyer, ella fu attaccata dalla nave ribelle Fortressa, che venne facilmente distrutta dalla Morte Nera, ma i cui piloti riuscirono a danneggiare lo Star Destroyer, ferendo Daala gravemente. I medici imperiali riuscirono a guarire le sue ferite fisiche, ma non a rimarginare una ferita mentale che la privò dei ricordi dell'ultimo anno.

A questo punto, Tarkin la inviò nuovamente al Maw. Poco dopo, sarebbe morto nella Battaglia di Yavin. In attesa di sue istruzioni, Daala sarebbe rimasta nel Maw per altri undici anni, dove avrebbe sovrinteso fedelmente alla creazione di nuove superarmi, quali i Devastatori di Mondi e il Disintegratore Stellare.

Ricomparsa nella Galassia

Daala durante i suoi primi attacchi alla Nuova Repubblica.

Undici anni dopo l'invio definitivo di Daala nel Maw, Han Solo, Chewbacca e Kyp Durron, in fuga da Kessel, capitarono per errore nell'ammasso di buchi neri a bordo di uno shuttle 500-X imperiale. Identificatisi come Endor, si spacciarono per emissari imperiali, ma vennero smascherati e fatti prigionieri. Daala volle interrogare Solo personalmente e da lui apprese le terribili notizie: Tarkin era morto da tempo e lo stesso Palpatine era stato annientato nella Battaglia di Endor, l'Alleanza Ribelle aveva fondato una Nuova Repubblica e l'Impero era a pezzi, diviso fra signori della guerra in lotta per il potere. L'Ammiraglio decise di lasciare il Maw con la sua flotta per combattere i Ribelli.

Mentre erano in corso i preparativi per la partenza, Qwi Xux, ormai disillusa riguardo l'Impero, aiutò Solo, Chewbacca e Durron a fuggire e i quattro scapparono a bordo del Disintegratore Stellare. Nella fuga, distrussero addirittura l'Hydra, penetrando nel suo ponte di comando con la superarma che, dotata di una corazza praticamente indistruttibile, ne uscì indenne. Daala ordinò di inseguirli, ma le sue navi vennero attaccate dalla flotta di Kessel, che venne facilmente distrutta, ma che così permise ai fuggitivi di salvarsi.

Infuriata per l'affronto e per la condizione in cui versava l'Impero, Daala iniziò la sua guerra personale lanciando sporadici attacchi contro convogli della Nuova Repubblica. La sua prima incursione degna di nota, comunque, fu contro una colonia di profughi da Eol Sha su Dantooine, che venne completamente distrutta. Poco dopo, l'Ammiraglio apprese che i cantieri di Dac erano dediti al servizio della Repubblica e decise di punire i Mon Cal per la loro fedeltà.

Campagna solitaria

"Non possiamo aspettare qui un minuto di più. È il nostro turno di mostrargli quello che sappiamo fare."
―Natasi Daala[fonte]

Daala mosse dunque su Dac e fece uso di una vecchia tattica di Tarkin: pose due navi, la Gorgon e la Basilisk, a bombardare il pianeta, nascondendo la Manticore dietro la sua luna, in attesa che le forze dei cantieri navali fossero spostate contro gli altri due Star Destroyer per poi attaccare i cantieri stessi. L'Ammiraglio Ackbar, che si trovava sul pianeta, riconobbe immediatamente la tattica e inviò lo scheletro di un incrociatore a schiantarsi contro la Manticore, distruggendola completamente. A Daala non restò che ordinare un ultimo, devastante bombardamento, prima di fuggire.

Gli ultimi due Star Destroyer superstiti giunsero nella nebulosa del Calderone. Delusa per non essere in grado di colpire adeguatamente i suoi nemici, Daala optò per una soluzione radicale e piuttosto folle: sgombrò la Basilisk, lasciandovi solo un equipaggio essenziale di volontari, e progettò di farla schiantare su Coruscant, se non altro per colpire al cuore la Nuova Repubblica. Mentre si trovava qui, però, venne attaccata da Kyp Durron a bordo del Disintegratore Stellare, assetato di vendetta contro l'Impero; l'Ammiraglio capì troppo tardi che l'attacco era solo una distrazione e che il Disintegratore aveva già colpito le stelle della nebulosa, innestando una serie di esplosioni a catena. La ritirata salvò la Gorgon, ma la Basilisk rimase distrutta.

Daala comprese che la sua campagna egoistica e solitaria altro non aveva fatto che costarle le vite di migliaia di persone che la avevano fedelmente servita, pertanto decise di fare ritorno al Maw e di rispettare l'ultimo ordine datole dall'autorità imperiale: difenderlo fino alla morte. Quando gli Imperiali arrivarono, tuttavia, trovarono la zona in preda al caos: lo scienziato Tol Sivron aveva preso possesso del prototipo della Morte Nera e la Nuova Repubblica stava già attaccando l'installazione. Daala decise che non avrebbe mai permesso ai Ribelli di impossessarsi dei segreti imperiali, pertanto, dopo aver scaricato sul Gorgon tutti i progetti di armi e tecnologie avanzate che si trovavano nel laboratorio, lo fece distruggere. La Gorgon scampò a malapena all'esplosione, saltando nell'iperspazio appena in tempo, ma subì gravi danni. Oramai amareggiata, Daala ordinò di fare rotta per il Nucleo Profondo, verso ciò che restava dell'Impero.

Riunificare l'Impero

"Io non voglio governare! Non ho nessuna intenzione di diventare un leader politico, voglio solo distruggere i Ribelli... ma voi non mi lasciate scelta. Non posso lasciare l'Impero nelle mani di gente come voi."
―Natasi Daala ai signori della guerra[fonte]
Daala fu brevemente a capo dei resti dell'Impero.

Una volta giunta nel Nucleo Profondo, Daala, dopo aver perduto la Gorgon — che era stata smantellata ed il cui equipaggio era stato diviso fra vari ufficiali —, si mise a viaggiare fra i vari signori della guerra, portando loro la propria proposta di riunificarsi per costituire una nuova autorità imperiale e combattere uniti la Nuova Repubblica. Mentre si trovava presso il "Supremo Signore della Guerra" Harrsk, ella assistette ad un attacco portato dalla flotta dell'"Alto Ammiraglio" Teradoc, che distrusse l'ammiraglia di Harssk sula quale si trovava anche Kratas. La sua morte colpì molto Daala e la spinse a trovare al più presto una soluzione alla Guerra Civile Imperiale.

Harssk costrinse Daala a guidare un attacco contro la flotta di Teradoc. Durante questo attacco, però, l'Ammiraglio bloccò la nave di Harrsk e impostò l'autodistruzione delle sue navi, obbligandolo a cessare l'offensiva; quindi, chiese di parlare con l'ufficiale in comando dell'altra flotta. A risponderle fu il Vice Ammiraglio Pellaeon, che era stato il secondo in comando del prestigioso Grand'Ammiraglio Thrawn. I due si incontrarono in uno spazio neutrale e si trovarono in una perfetta comunione d'intenti, stabilendo di contattare i tredici signori della guerra più potenti per convincerli a unirsi.

L'incontro si tenne presso il radiofaro Tsoss, ma il piano di Daala e Pellaeon fallì: i signori della guerra, anziché accettare di unirsi, presero a litigare fra di loro. Comprendendo che la riunione non avrebbe portato a nulla, Daala mise in atto un piano d'emergenza che aveva preparato: mentre lei e Pellaeon si coprivano con maschere protettive, la sala fu inondata da un letale gas velenoso, che uccise i tredici signori della guerra. Convinta di avere fatto giustizia, Daala prese rapidamente il comando delle loro forze e si autoproclamò Comandante Supremo della Flotta Imperiale; la guerra civile era finita, incominciava una nuova era.

Al comando di tutto ciò che restava dell'Impero, Daala sovrintese alla ristrutturazione delle Forze Armate Imperiali dal ponte di comando del Super Star Destroyer Knight Hammer. L'Ammiraglio mise fine all'umanocentrismo soffocante che aveva caratterizzato il regno di Palpatine e permise anche ad alieni e donne di accedere a posti di comando; avviò una massiccia campagna di reclutamento per soldati e, specialmente, assaltatori, e restaurò la Guardia Reale Imperiale facendone la propria guardia personale. Viaggiando in lungo e in largo per rinvigorire il morale dei suoi sottoposti, Daala divenne a tutti gli effetti un leader carismatico e rispettato.

Attacco alla Nuova Repubblica

Daala e Pellaeon progettarono il primo bersaglio del rinnovato contrattacco imperiale: il Praxeum Jedi di Yavin 4. Cronus, ex luogotenente del signore della guerra Delvardus, avrebbe frattanto attaccato altri pianeti in un diversivo, fra cui Khomm, mondo natio del Cavaliere Jedi Dorsk 81, che insieme a Kyp Durron era stato trovato a spiare i preparativi imperiali. Il piano era semplice: Cronus avrebbe attaccato a sorpresa alcuni mondi repubblicani, mentre Pellaeon assaltava Yavin 4. A questo punto Daala sarebbe sopraggiunta per sferrare il colpo di grazia ai Jedi.

Daala attese il suo momento, ma, quando la Knight Hammer uscì dall'iperspazio, dovette notare con orrore che la flotta di Pellaeon era stata respinta dai Jedi con l'uso della Forza. Infuriata, l'Ammiraglio ordinò che la luna fosse bombardata; improvvisamente, nel sistema sopraggiunsero la Galactic Voyager e quattro corvette corelliane al comando di Ackbar, che si lanciarono contro la Knight Hammer, aiutata poco dopo da alcuni Star Destroyer di classe Victory giunti con Cronus. Quest'ultimo perse la vita quando la sua nave, la 13X, venne distrutta, ma Daala continuò a combattere fin quando la Jedi Callista Ming non sabotò i motori della Knight Hammer, che cominciò a precipitare. Conscia della sconfitta, l'Ammiraglio ordinò l'evacuazione del Super Star Destroyer.

Il guscio di salvataggio di Daala fu recuperato da Pellaeon. Benché questi comunicò che era pronto ad eseguire i suoi nuovi ordini, Daala lo interruppe e gli passò il comando, nominandolo Ammiraglio e Comandante Supremo della Flotta Imperiale. Aveva capito, disse, di non avere le capacità per comandare tante forze e che era giunto il momento per lei di cedere il passo a qualcuno più competente. La donna tuttavia gli promise che sarebbe accorsa in suo aiuto in qualsiasi momento, dicendogli di usare un messaggio in codice basato sulla leggenda di Darakaer per contattarla.

Attività successive

L'Ammiraglio Daala.

Qualche mese dopo, Daala divenne Presidente della Compagnia Indipendente dei Coloni, ovvero un gruppo di Imperiali che avevano rinnegato la Guerra Civile Galattica e che erano alla ricerca di un mondo dove poter vivere in pace sulla base dei principi del Nuovo Ordine. Daala ottenne il pianeta Pedducis Chorios come sede di questa comunità, ma giunta qui scoprì che era stato devastato dalla piaga Deathseed, diffusa dalla Loronar Corporation dell'ex Senatore Seti Ashgad e dal Moff Getelles. Daala si trovò sorprendentemente ad aiutare la Nuova Repubblica a sconfiggere Getelles nella Battaglia di Nam Chorios; successivamente, ella siglò una pace informale fra la CIC e la Repubblica, ricongiungendosi peraltro con il suo fidanzato di un tempo, Liegeus Vorn.

Per qualche motivo, l'esperimento della CIC non funzionò. Cinque anni dopo, Daala tornò attivamente in servizio sotto l'Ammiraglio Pellaeon e si recò nel Nucleo Profondo, dove fece un patto con alcuni signori della guerra per far sì che, uniti, lanciassero un poderoso attacco alla Repubblica dal Nucleo Profondo, mentre Pellaeon dirigeva l'offensiva dall'Orlo Esterno. Nella campagna contro Garm Bel Iblis però quest'ultimo risultò vincitore e Daala sfuggì per un soffio alla cattura.

Benché data per morta da tutti, ma non dal Servizio di Spionaggio della Nuova Repubblica, Daala, la sua famiglia e un gruppo di alleati tornarono nell'ammasso del Maw, dove fondarono una colonia e una piccola flotta per vivere in pace. La flotta comprendeva anche la Chimaera, inviatale in dono da Pellaeon.

Durante la Guerra degli Yuuzhan Vong, Daala riemerse per contribuire alla fuga dei profughi dai pianeti invasi, ma lo fece sempre lontana dagli occhi della Nuova Repubblica. Ciò però giunse ai Moff dei Resti dell'Impero, che la consideravano una minaccia: nel 35 ABY tentarono di assassinarla, ma fallirono; al contrario gli assassini la ferirono gravemente ad un occhio e uccisero suo marito, Vorn, portandola a giurare vendetta.

La Seconda Guerra Civile Galattica

"Ha chiamato. Ho promesso che sarei sempre venuta se lei avesse usato il codice, proprio come Darakaer."
―Natasi Daala a Gilad Pellaeon[fonte]

Circa un decennio dopo l'invasione dei Vong, l'Alleanza Galattica — governo succeduto alla Nuova Repubblica — cadde sotto l'influenza di Darth Caedus e avviò una guerra contro il governo separatista di Corellia e della Confederazione sua alleata. Pellaeon, ancora al comando dei Resti dell'Impero, decise di richiamare Daala per usufruire del suo aiuto; i due si ricongiunsero dopo più di vent'anni. Non a torto Pellaeon temeva che Caedus intendesse prendere il controllo dell'Impero e quindi le chiese di tenersi pronta.

Durante la Battaglia di Fondor, Caedus attaccò la co-Capo di Stato Cha Niathal per cacciarla dal governo. Pellaeon scelse di sostenere Niathal e quindi fu assassinato dall'apprendista di Caedus, Tahiri Veila, in combutta con i traditori del Consiglio dei Moff. A questo punto, Daala comparve nella battaglia insieme ad alcuni alleati Mandaloriani e, tramite il trasformatore di fase metallo-cristallina, un'arma sviluppata al Maw, distrusse diverse navi dell'Alleanza. Caedus fuggì e i Mandaloriani guidati da Boba Fett attaccarono l'ammiraglia imperiale, la Bloodfin, massacrando i Moff all'interno — fra cui vi erano i responsabili della morte di Vorn.

Daala prese parte anche alla Seconda Battaglia di Roche e alla Battaglia di Shedu Maad, dove finalmente Caedus fu sconfitto e ucciso da Jaina Solo.

Capo di Stato

Daala Capo di Stato dell'AG.
"Amici miei, vi prometto qui, ora, che in un futuro non troppo distante noi vivremo in una galassia dove le nostre marine stellari servono a migliorare le nostre società, non a difenderle... dove non avremo bisogno di Jedi per appianare le nostre divergenze o portare giustizia, perché vivremo sotto un governo che è giusto."
―Natasi Daala[fonte]

Con la morte di Caedus e il ritiro dal servizio di Niathal, si aprì la questione della successione ai vertici dell'Alleanza. Il più indicato era l'Ammiraglio Nek Bwua'tu, che aveva svolto un ruolo fondamentale per salvare la vita della Regina Madre Tenel Ka quando questa era stata nel mirino del Consiglio d'Eredità del Consorzio Hapano. Bwua'tu tuttavia rifiutò e suggerì al contrario il nome di Natasi Daala. Con grande sorpresa di tutti — e con la costernazione di molti — Daala fu eletta dal Senato nuovo Capo di Stato dell'Alleanza Galattica.

Il governo di Daala fu caratterizzato da vari fattori contrastanti. Da un lato, fedele alle sue prospettive di inizio mandato, ella assicurò una pace duratura, inserendo i Mandaloriani nell'Alleanza come una sorta di agenti di sicurezza d'élite e assicurando una ferrea applicazione della giustizia. Uno dei suoi primi atti comunque fu quello di obbligare i Resti dell'Impero ad ammettere un numero eguale di uomini e donne nel Consiglio dei Moff. Tutto ciò la portò ad un alto livello di popolarità, anche fra coloro che erano stati inizialmente dubbiosi nell'avere un ex Imperiale come Capo di Stato. Non convinse però i Mon Cal che, memori delle atrocità commesse da Daala nei loro confronti, continuavano a chiedere che fosse processata per crimini di guerra. Inoltre, il governo cominciò a distanziarsi gradualmente dal Nuovo Ordine Jedi, che la Capo di Stato guardava con sospetto. Al contempo coltivò una relazione con Nek Bwua'tu.

Due anni dopo l'inizio del suo mandato, Daala promosse il Summit d'Unificazione per riunificare Alleanza Galattica, Resti dell'Impero e Confederazione. Quello stesso anno, la tensione con i Jedi giunse al culmine: dopo che il Jedi Seff Hellin si fu scontrato con alcuni agenti dell'Alleanza, Daala costrinse Luke Skywalker a richiamare tutti i Jedi su Coruscant, quindi lo sollevò dal ruolo di Gran Maestro per mancato adempimento del suo dovere, esiliandolo dalla capitale. Al contempo ordinò l'avvio dei processi ai responsabili dell'uccisione del Grand'Ammiraglio Pellaeon e ai collaboratori di Darth Caedus, che provocarono il suicidio dell'ex Ammiraglio Cha Niathal.

Dopo che una misteriosa follia, la psicosi da Forza, si diffuse fra i Jedi, Daala fu ancora più ostile nei loro confronti, incrinando definitivamente i rapporti fra governo e Ordine. Gli arrestri arbitrari di Jedi imperavano e venne creata appositamente la Corte per gli Affari Jedi. Tuttavia, la rabbia per la morte di Niathal e la sempre più evidente ostilità di principio nei confronti dei Jedi portarono ad un crollo della sua popolarità, mentre il Moff Drikl Lecersen, il Generale Merratt Jaxton e i Senatori Haydnat Treen e Fost Bramsin complottavano alle spalle sue e del Capo di Stato dell'Impero Galattico Jagged Fel. La crisi raggiunse l'apice quando Daala ordinò l'assedio del Nuovo Tempio Jedi da parte dei Mandaloriani, sospeso solo dopo che la psicosi fu guarita mediante la distruzione dell'essere che la causava — e provocando un'ulteriore imbarazzo per Daala.

La Capo di Stato non era disposta a cedere e continuò a considerare i Jedi una minaccia, pertanto decise di tenere Valin e Jysella Horn come ostaggi per impedire all'Ordine di interferire con la repressione della rivolta di Blaudu Sextus. I Jedi riuscirono a liberare gli Horn, mandando Daala su tutte le furie; questa informò Saba Sebatyne, succeduta al più malleabile Kenth Hamner come Gran Maestra ad interim, che sarebbe stata costretta a prendere contromisure violente. In risposta, i Jedi organizzarono un colpo di stato, attuato proprio mentre la Senatrice Treen si preparava ad attuare il proprio. Daala fu arrestata e sostituita dal primo Triumvirato dell'Alleanza Galattica, composto da Sebatine, Treen e Jaxton.

Carattere e pensiero

"Una volta che la battaglia sarà vinta intendo cedere il comando con grande piacere... a lei o a chiunque meglio si adatterà a questo dannato lavoro."
"Io, Ammiraglio? Io non sono un Imperatore!"
"Neppure io, Vice Ammiraglio..."
―Comandante Supremo Natasi Daala e Gilad Pellaeon[fonte]

Natasi Daala era una persona estremamente intraprendente e animata da un sincero desiderio di giustizia. Se aveva sostenuto l'Impero Galattico, lo aveva fatto solo perché lo vedeva come unica vera alternativa al caos della Vecchia Repubblica, che aveva permesso ai criminali di imperare a proprio piacimento e, a suo dire, non aveva dato uno scopo ai suoi cittadini. Ai suoi occhi, inoltre, la Nuova Repubblica, dopo aver rovesciato l'Impero, non era riuscita ad assicurare uno stesso ordine, ma anzi era tornata a gettare la Galassia nel caos. Al contrario, molti anni dopo, avrebbe visto nell'Alleanza Galattica un valido sistema per integrare governi diversi, un'idea condivisa dal suo alleato e amico Gilad Pellaeon.

Quando non si faceva prendere dal panico o travolgere dagli eventi, come nel caso delle sue prime campagne militari, era una stratega capace e combattiva. Pur non considerandosi un leader e convinta di non avere le capacità per esserlo, Daala era al contrario molto carismatica, un tratto che dimostrò nel suo breve periodo di comando sull'Impero e nella sua amministrazione presso l'Alleanza Galattica.

Presente in

Natasi Daala.

Fonti