Omwati

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Omwati
Classificazione biologica
Caratteristiche fisiche
Altezza media

Da 1.60 mt. a 2.10 mt.

Pelle

Blu

Piumaggio

Bianco o blu, solo sul capo.

Occhi

Blu profondo

Caratteristiche socio-culturali
Pianeta d'origine

Omwat

Lingua

Omwatese

Membri noti

Aleema Finn, Kodo Finn, Pillik, Qwi Xux, Tannis, Tiu Zax

Gli Omwati erano umanoidi dalle figure slanciate e aggraziate, provenienti da Omwat, un pianeta coperto da estese savane e catene montuose, situato nell'Orlo Esterno.

Caratteristiche

Gli Omwati avevano un incarnato dai toni bluastri, così come blu erano le tonalità dei loro occhi, le tinte delle loro seriche capigliature variavano dal rosso ramato al bianco perlato, un altezza che variava tra il metro e sessanta ed i due metri e dieci, su una struttura fisica sottile e dall’aspetto fragile; la loro lingua, l’Omwatese, era elegante e ricca di inflessioni tonali, la sua forma scritta era composta da fluide lettere e pittogrammi che si univano fra loro come pezzi di un puzzle a formare parole.

Come il loro aspetto suggeriva, erano aggraziati, intelligenti e saggi, ricordavano le lezioni del passato nel guardare al futuro e mostravano una notevole abilità nel risolvere i problemi. Nella loro cultura solo i legami familiari erano considerati al di sopra dell’amicizia e l’amicizia era tenuta in conto sopra ogni altra cosa.

Storia

Per lungo tempo, gli Omwati credettero di essere le uniche forme di vita intelligente nel cosmo, le sole ad aver sviluppato una tecnologia ed una cultura proprie. Unificatisi sotto un singolo governo planetario relativamente presto nella loro storia, si risparimiarono in tal modo secoli di guerre e conflitti nazionalisti, così comuni nel passato di molti mondi già divenuti società interplanetarie.

In questo idilliaco scenario sociale, la civiltà Omwati conobbe millenni di progressi nella filosofia, nelle arti, nella medicina e nelle teorie matematiche; i loro sistemi di produzione, irrigazione, costruzione ed estrazione erano avanzatissimi, sebbene rispetto agli standard galattici l’intero loro bagaglio tecnologico potesse essere considerato relativamente antiquato.

Individuo di razza Omwati.
Questa razza riuscì raggiungere risultati che ben poche specie nella galassia potevano vantare, ossia il perfetto bilanciamento tra le necessità di produzione di una cultura tecnologicamente avanzata ed il rispetto per le risorse e l’ecosistema che li ospitava: le loro città alveare, sparse sull’intera superficie planetaria, riuscivano ad integrarvisi al punto che il livello di inquinamento era pressoché identico a quello di mondi che non ospitavano insediamenti.

La prima nave della Repubblica Galattica a visitare il pianeta fu uno Star Destroyer di classe Victory comandato da quello che un giorno sarebbe stato conosciuto come Gran Moff Wilhuff Tarkin, la società Omwati dopo uno shock iniziale diede il benvenuto agli uomini della Repubblica.

Tarkin ed il suo team prima di ripartire fornirono loro dati riguardanti tecnologia, cultura e storia del sistema galattico perché gli Omwati li potessero studiare, oltre a questo la promessa che altre navi sarebbero un giorno arrivate. Tarkin non rese edotti gli Omwati che il loro mondo doveva essere stato visitato dalle antiche navi della allora nascente Vecchia Repubblica, cosa deducibile dal fatto che la loro specie esisteva anche altrove nell’universo, in effetti lo stesso pianeta Coruscant ne ospitava una piccola comunità.

Più di un decennio trascorse prima che Tarkin facesse ritorno, nella sua lungimiranza aveva tenuto segreta l’esistenza della civiltà Omwati nei suoi rapporti missione, sperando che un giorno lui ed i suoi fidi comandanti avrebbero potuto trarre vantaggi dalla razza, che appariva uno sfruttabile serbatoio di menti eccelse. Quando l’Imperatore diede al Grand Moff fresco di nomina il dominio sui territori dell’Orlo Esterno, egli comprese che fosse ormai il tempo di rivelare la loro esistenza; mentre diplomatici Imperiali incantavano il popolo Omwati con le avventure della società galattica (senza mai menzionare i loro ‘fratelli’ sparsi nella galassia), Tarkin supervisionò la costruzione di un centro orbitale di formazione Imperiale. Una volta completo l’Impero rivelò il suo vero volto: gli Omwati furono incaricati di condurre test di intelligenza ed attitudinali sull’intera popolazione, poi costretti a consegnare loro i giovani che avevano raggiunto i massimi punteggi, sotto la minaccia della distruzione delle loro città direttamente dai loro avamposti orbitali. Gli Omwati dovettero accettare sebbene con riluttanza, centinaia dei loro bambini lasciarono la superficie diretti al centro, della maggior parte di loro nessuno seppe mai più nulla.

Quando Tarkin e molti dei suoi più stretti collaboratori vennero uccisi nella distruzione della Morte Nera il centro di formazione venne abbandonato, al contempo il popolo Omwati aveva segretamente raggiunto l’obiettivo di costruire vascelli che fossero in grado di spezzare i legami gravitazionali del pianeta e di viaggiare nel vuoto spaziale, allo scopo di raggiungere il satellite artificiale; non riuscirono a riunirsi ai propri figli perduti, ma trovarono tecnologie che li aiutarono enormemente nell’avanzamento del loro programma di esplorazione. Appena dieci anni dopo la Battaglia di Endor il primo vascello Omwati in grado di compiere balzi iperspaziali venne realizzato, alla base di questo rapido progresso il desiderio di ricongiungersi ai bambini persi tra le stelle, increduli di fronte ai dati ottenuti sul satellite artificiale che li dava per morti tutti tranne un ristretto gruppo di 10.

I loro esploratori vennero contattati dai diplomatici della Nuova Repubblica, ma non prima che un certo numero di piccoli mondi, colonie dell’Orlo Esterno e stazioni di posta venissero terrorizzati dall’apparire nei loro cieli delle navi Omati; un altro vaso di Pandora colmo di crimini Imperiali venne schiuso agli occhi di chi entrò in contatto con loro, infine i più evoluti ‘fratelli’ ormai integrati nella società galattica li accolsero a braccia aperte.

Al tempo in cui gli Owati si unirono ai loro fratelli dispersi nella Nuova Repubblica, sul pianeta madre un culto autoctono della Forza si andava sviluppando, concepito sulla base di alcune delle informazioni lasciate dal team di Tarkin nel loro primo contatto.

Presente in

Qui Xux, una scienziata omwati.

Fonti

Note e riferimenti

Collegamenti esterni