Ordine 66

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Ordine 66
Ordine66 1.jpg
Conflitto

Guerre dei Cloni

Data

19 anni prima della Battaglia di Yavin

Luogo

Tutta la galassia

Esito
Schieramenti
"Esegui l'Ordine 66."
―Palpatine a tutti i comandanti cloni[fonte]

L'Ordine 66 fu una disposizione speciale preparata dal Cancelliere Supremo Sheev Palpatine che additava i Jedi come nemici della Repubblica Galattica e ordinava ai soldati cloni di ucciderli. L'ordine, nominato come Protocollo Clone 66, venne emanato al termine delle Guerre dei Cloni e portò alla distruzione dell'Ordine Jedi e all'uccisione della maggior parte dei Jedi.

Descrizione

Il Protocollo Clone 66 fu impiantato nel soldati clone della Grande Armata della Repubblica durante il processo di clonazione con il quale erano stati creati. A tutti i cloni, infatti, fu impiantato un chip inibitore che poteva essere attivato da remoto tramite un comando vocale: il Cancelliere Sheev Palpatine dovette solo dire ai cloni di eseguire l'Ordine 66 e i cloni gli ubbidirono immediatamente. Il bio-chip, una volta attivato, avrebbe assicurato la totale obbedienza del clone spazzando via ogni eventuale remora o opinione precedente. L'ordine fece anche in modo che i cloni vedessero i Jedi come una minaccia che doveva essere eliminata ad ogni costo.

Storia

Antefatto

Circa dieci anni prima dello scoppio delle Guerre dei Cloni, il Maestro Jedi Sifo-Dyas, convinto che pendesse una pericolosa minaccia sulla Repubblica Galattica, ordinò segretamente un esercito di cloni per la sua protezione. Come parte del piano dei Sith di distruggere i Jedi, il Conte Dooku, un Signore dei Sith che si finse un Jedi presso i clonatori di Kamino, diede disposizioni affinchè i Kaminoani impiantassero un bio-chip nei soldati cloni quando questi venivano creati. Il chip conteneva il Protocollo Clone 66 che, quando attivato, avrebbe assicurato la totale obbedienza dei cloni e di farli scagliare contro i Jedi.

Tup uccide la Maestra Tiplar.
Verso la fine della guerra, l'Ordine 66 venne quasi scoperto a causa del malfunzionamento di un chip nel clone CT-5385 soprannominato "Tup", che lo fece entrare in uno stato di trance durante il quale sparò ed uccise la Maestra Jedi Tiplar nella Battaglia di Ringo Vinda. La Repubblica aprì un'indagine sull'accaduto e il Conte Dooku, assieme al suo maestro Darth Sidious, in realtà lo stesso Cancelliere Palpatine, temette che i Jedi scoprissero il loro piano e rapirono Tup, ma la Repubblica riuscì a riportarlo a Kamino per ulteriori indagini. I Kaminoani, conoscendo la verità sul protocollo, affermarono che la causa della pazzia di Tup fosse da ricercarsi in un virus che l'aveva colpito. Il suo compagno CT-5555, soprannominato "Fives", non credette a questa versione ed avviò un'indagine per conto suo nei laboratori di Kamino, grazie alla quale scoprì che vi era un chip installato nel suo cervello e in tutti i suoi fratelli cloni. I Jedi lo portarono su Coruscant per ulteriori analisi, dove Fives si trovò faccia a faccia col Cancelliere e scoprì che c'era proprio Palpatine dietro a tutto quanto. Palpatine accusò Fives di tentato omicidio nei suoi confronti e lo screditò agli occhi dei Jedi che lo inseguirono e arrestarono. Fives, tuttavia, non fece in tempo a rivelare ad Anakin Skywalker e al Capitano Rex quanto aveva scoperto prima di essere ucciso. L'Ordine Jedi accettò quindi la versione del virus e chiuse le indagini.

In seguito, i Jedi scoprirono che c'erano i Sith dietro alla creazione della Grande Armata della Repubblica, in quanto il Conte Dooku, sotto le mentite spoglie di Lord Tyranus, aveva selezionato personalmente Jango Fett come matrice genetica per i cloni ed aveva collaborato con i Kaminoani per la creazione dell'esercito dopo che questo fu ordinato da Sifo-Dyas. I Jedi capirono che i cloni potevano essere una minaccia e che potevano ribellarsi a loro, ma non scoprirono il protocollo 66 e nemmeno smisero di usarli in battaglia: i Jedi erano infatti convinti che i cloni continuavano ad essere la loro migliore possibilità per vincere la guerra. Poco dopo, durante un viaggio alla scoperta dei segreti dell'immortalità, il Maestro Yoda ebbe una visione dell'Ordine 66. Durante quel viaggio, Yoda arrivò ad accettare che i Jedi avrebbero probabilmente perso le Guerre dei Cloni, anche se non riuscì a prevedere come. Era tuttavia convinto che, alla lunga, i Jedi avrebbero infine trionfato.

Esecuzione

Aayla Secura colpita a tradimento.
Poco prima della fine delle Guerre dei Cloni, Anakin Skywalker rivelò ai Maestri Jedi che il Cancelliere Palpatine era il Signore dei Sith che stavano cercando da oltre tre anni. Aveva manipolato la Repubblica per i suoi scopi e sua era la responsabilità della guerra. Mace Windu, Saesee Tiin, Agen Kolar e Kit Fisto si recarono subito nel suo ufficio e tentarono di arrestarlo, ma Palpatine si oppose e li uccise tutti, tranne Windu, che riuscì ad atterrarlo. Solo l’intervento di Anakin, ormai irrimediabilmente corrotto dal lato oscuro della Forza dal suo mentore, impedì al Maestro Jedi di uccidere il Signore Oscuro. Dopo avere ucciso Windu, Palpatine nominò Anakin suo apprendista col nome di Darth Vader e gli ordinò di recarsi al Tempio Jedi per massacrare i membri dell’Ordine e impedire loro di fermare l’avanzata dei Sith. Poco dopo, Palpatine impartì l'Ordine 66 a tutti i comandanti clone impegnati in battaglia nella galassia. Nell'arco di pochi minuti, migliaia di Jedi furono uccisi, fra cui anche Ki-Adi-Mundi, Aayla Secura, Plo Koon e Stass Allie.

Conseguenze

Yoda avverte un tremendo boato nella Forza.
Yoda e Obi-Wan Kenobi riuscirono a sopravvivere alle prime fasi dell'esecuzione dell'ordine e, dopo avere tentato di sconfiggere rispettivamente Darth Sidious e Darth Vader, si recarono in esilio su Tatooine e Dagobah. L'esecuzione dell'Ordine 66 segnò la distruzione dell'Ordine Jedi e, di fronte al Senato Galattico, Palatine disse che i Jedi erano dei traditori che avevano cercato di ucciderlo per prendere il potere. La distruzione dei Jedi e la riorganizzazione della Repubblica Galattica in Impero Galattico fu accolta da uno scroscio di applausi.

Alcuni cloni, tuttavia, riuscirono a rimuovere i loro chip inibitori e disubbidirono all'Ordine 66, come il Capitano Rex, il Comandante Wolfe e il Comandante Gregor. Altri Jedi, oltre a Yoda e Obi-Wan Kenobi riuscirono a scampare le prime fasi della Purga dei Jedi. Almeno un membro della Guardia del Tempio Jedi sopravvisse sottomettendosi ai Sith e divenendo il Grande Inquisitore dell'Inquisitorio. La Maestra Jedi Luminara Unduli fu catturata e giustiziata tempo dopo nella Guglia di Stygeon Prime. Il Padawan Caleb Dume prese il nome di Kanan Jarrus e si nascose rinunciando alla sua identità come Jedi per quattordici anni prima di radunare un gruppo di ribelli e lottare contro l'Impero. Anche la ex Padawan di Anakin Skywalker, Ahsoka Tano, si salvò in quanto l'anno precedente si era allontanata dall'Ordine Jedi dopo che questo l'aveva accusata ingiustamente di omicidio e cospirazione.

Retaggio

Per quasi vent'anni, l'Impero riuscì ad espandere e consolidare il suo dominio senza opposizioni degne di nota. Circa cinque anni prima della Battaglia di Yavin, alcuni sopravvissuti Jedi iniziarono ad aiutare alcune cellule ribelli nella galassia, come Kanan Jarrus su Lothal e Ahsoka Tano per una più estesa rete di cellule ribelli. Anni dopo, anche Kenobi e Yoda emersero dal loro isolamento addestrando Luke Skywalker nelle vie della Forza, che provocò la prima sconfitta dell'Impero nella Battaglia di Yavin e la morte dello stesso Imperatore nella Battaglia di Endor, con l'aiuto del redento Anakin Skywalker, che in questo modo portò a compimento la profezia del Prescelto riportando equilibrio nella Forza. Trent'anni dopo, il nipote di Luke, Ben, noto col nome di Kylo Ren si rese complice di un simile sterminio, che spinse Luke ad andare in esilio.

Vittime accertate

Caduta di Ki-Adi-Mundi.

Sopravvissuti

Presente in