Spada laser/Legends

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Spada laser.jpg
Spada laser
Informazioni di produzione
Produttore

Principalmente autoprodotta

Modello

Principalmente personalizzata

Tipo

Arma da mischia

Specifiche fisiche e tecniche
Dimensioni

25-75 cm. circa

Uso e storia
Ere
Affiliazione
"Questa è l’arma dei Cavalieri Jedi. Non è goffa o erratica come un fulminatore. E’ elegante invece, per tempi più civilizzati."
Obi-Wan Kenobi[fonte]

Concepita più per l’eleganza in combattimento e il cerimoniale, la spada laser (o lightsaber) era un’arma caratteristica, l’autentica immagine di ciò che era inestricabilmente legato al mito dei Jedi.

Era una lama di pura energia, emessa da un’elsa costruita direttamente da chi la brandiva in modo da adattarsi alle sue esigenze, preferenze, e stile. A causa del bilanciamento particolare della spada, dato che tutto il suo peso risiedeva nell’elsa, ed un forte effetto giroscopico, era un’arma particolarmente difficoltosa da brandire se non accuratamente addestrati. Nelle mani esperte di un individuo in sintonia con la Forza, come i Jedi o i loro fratelli decaduti, i Sith, la spada laser era un’arma verso la quale portare un grande rispetto, persino timore. Brandire una spada laser dimostrava incredibili doti e sicurezza, così come grande destrezza e sintonia con la Forza. Attraverso i millenni del suo utilizzo, la spada laser divenne sinonimo dei Jedi e dei loro valori di pace e giustizia. Questa percezione perdurò nonostante i tanti conflitti scatenatisi con i Sith e i Jedi Oscuri.

Storia

Vima-Da-Boda regge una spada laser costruita nel 10.000 BBY.
Fin dalla formazione dei Jedi su Tython, il pianeta del Nucleo Profondo in cui si crede che l’Ordine Jedi abbia avuto origine, dopo le Guerre della Forza intorno al 25.000 BBY, le armi cerimoniali sono stata parte integrante dell’Ordine. I primi Cavalieri usavano spade in lega impregnate con elementi della Forza attraverso un rituale che chiamavano la Forgia Jedi. Più avanti, combinando tecnologia aliena avanzata con questo rituale, i Jedi impararono a “congelare” un raggio laser, una tecnologia che avrebbe poi condotto i Jedi verso i progetti delle future spade laser. Al tempo della Contesa di Duinuogwin intorno al 15.500 BBY, gli studi dell’Ordine sulla tecnologia dell’energia raggiunsero il successo: i Jedi svilupparono infatti un metodo per generare un raggio di energia concentrato che formasse circonferenzialmente un arco che lo riconduceva alla sua fonte, creando così la prima lama portatile ad alta energia.


Una spada laser Sith del 3.656 BBY.
Queste spade laser preliminari erano terribilmente instabili e si alimentavano inefficientemente grazie ad una riserva energetica montata in cintura: potevano essere usate solo per breve tempo prima di surriscaldarsi. A causa di tutte queste falle nel progetto, le prime spade laser avevano per lo più un uso cerimoniale ed estetico per i Jedi, piuttosto che un utilizzo vero e proprio. La mancata stabilità dei primi progetti venne corretta attraverso i secoli, così intorno al 7.000 BBY quelle goffe lame lasciarono il posto a più eleganti e utilizzate spade laser. Nonostante fossero più stabili però, la fuoriuscita energetica continuava ad essere un problema. Era ancora necessaria una cella energetica che si portava in cintura. Il cavo energetico che andava dalla cintura alla spada tendeva ad essere un impedimento per i movimenti dei Jedi in combattimento. Tuttavia, la stabilità di queste lame garantiva un vantaggio superiore nel combattimento corpo a corpo contro nemici particolarmente corazzati. Le spade laser moderne non fecero il loro debutto fino a dopo la Grande Guerra Iperspaziale.


Obi-Wan Kenobi consegna a Luke Skywalker la spada di suo padre.
Gli antichi cavo e cella energetici furono sostituiti con un componente energetico interno intorno al 4.800 BBY. Fu introdotto un superconduttore interno che trasferiva l’energia di ritorno dal foro del flusso negativo ad una cella energetica interna. Con questa modifica, la cella spendeva potenza solamente quando il flusso d’energia si interrompeva (cioè quando la spada tagliava qualcosa), risolvendo finalmente tutti i problemi di alimentazione del passato. Dopo la Grande Purga Jedi, le spade laser divennero reliquie rare raccolte da qualche collezionista. Negli anni dell’Impero di Palpatine, alcune spade laser venivano vendute al mercato nero per cifre esorbitanti. L’unico vero ritorno in scena fu con l’ascesa del Nuovo Ordine Jedi, grazie agli insegnamenti di Luke Skywalker e la riscoperta di antichi holocron Jedi grazie ai quali riaffiorarono gli insegnamenti che si credevano perduti dopo la Purga. Dopo la caduta di Palpatine e la rinascita dei Jedi, altri gruppi di fruitori della Forza come i Rinati di Desann o i Discepoli di Ragnos produssero spade laser in massa per armare le loro legioni in rapida crescita. Al contrario, i nuovi Jedi mantennero le vecchie usanze e gli antichi rituali, usando la loro connessione con la Forza per costuire personalmente la propria spada. Anche i Cavalieri Imperiali, più tardi, costruirono le loro lightsaber, cosa che, nonostante avessero lo stesso progetto, rendeva ogni arma diversa dall’altra. Queste spade venivano viste come simbolo di come l’identità di un individuo fosse inferiore all’Impero che i Cavalieri servivano.

Costruzione

Luminara Unduli insegna alla sua Padawan la costruzione della spada laser.
Il rituale di costruzione di ogni spada laser era parte integrande dell’addestramento Jedi, e coinvolgeva non solo le abilità tecnologiche del Padawan, ma anche una forte sintonia con la Forza. Negli ultimi periodi della Vecchia Repubblica, le caverne di ghiaccio del pianeta Ilum venivano usate come luogo cerimoniale dove i Padawan giungevano per costuire le loro prime spade. Era qui ed in altri luoghi simili, come le caverne vicine all’Enclave Jedi di Dantooine, che i Jedi sceglievano il miglior cristallo attraverso la meditazione e la comunione con la Forza, per poi completare l’assemblaggio dell’arma. Tradizionalmente, costruire una spada laser richiedeva circa un mese. Era necessario infatti raccogliere i pezzi, sia a mano che tramite la Forza, e meditare per canalizzare la Forza nel cristallo. Tuttavia, in caso di urgente necessità, questo procedimento poteva essere affrettato. La prima spada di Corran Horn, una lama a doppia fase costruita mentre si fingeva un pirata, è un esempio di arma creata con questa tecnica. L’elsa della lightsaber consisteva in un cilindro in lega dai 25 ai 35 centimetri di lunghezza, anche se il modello e le dimensioni variavano a seconda delle preferenze e delle necessità fisiche di ciascuno.

Il telaio dell’elsa conteneva gli intricati componenti che creavano e modellavano l’arma. L’energia ad alto potenziale veniva rilasciata attraverso una serie di lenti focalizzatrici caricate positivamente, che facevano scaturire un raggio d’energia che si estendeva fuori dalla base per circa un metro, per poi creare un arco e tornare indietro nela cella energetica verso un foro caricato negaticamente che circondava l’emettitore. Un superconduttore completava il circolo energetico alimentando l’energia trasformata verso la cella energetica interna, dove la stessa energia riprendeva il circolo. Aggiungendo fino a tre cristalli focalizzanti con vari attributi, la lunghezza e la potenza della lama poteva essere aggiustata tramite meccanismi di controllo costuiti sull’elsa. Due cristalli impieganti un impulso biforcuto ad iniezione ciclica permettevano alla lama di essere utilizzata sott'acqua.

Sia per i novelli Padawan che per gli esperti Maestri, la costruzione della spada laser iniziava con l’acquisizione dei componenti necessari con i quali assemblare l’arma. Tutte le lightsaber contenevano alcuni componenti di base molto comuni:

  • manubrio antiscivolo;
  • un interruttore di attivazione piatto;
  • un interruttore di sicurezza;
  • una matrice emettitrice;
  • un complesso di lenti;
  • una cella energetica;
  • un condotto di potenza;
  • una presa di ricarica;
  • da uno a tre cristalli focalizzanti.
Schema di due delle più celebri spade laser: quella di Darth Vader e quella di Luke Skywalker.
Componenti di una spada laser.
Molte spade, come quella di Zayne Carrick nel 3964 BBY, facevano uso di un sensore di pressione nell’impugnatura dell’elsa che disattivava la lama quando veniva rilasciato. La spada laser a doppia lama di Darth Maul, ad esempio, non aveva questo tipo di misura di sicurezza. Altre spade erano costruite o senza il sensore di pressione o con un meccanismo bloccante per mantenere la lama attivata quando lanciata o lasciata cadere. Tradizionalmente, il cristallo era l’ultimo componente da cercare. Era la vera essenza vitale dell’arma, e le conferiva sia il colore che la potenza. Il cristallo veniva scelto molto accuratamente, in quanto elementro principale. Una volta in possesso di tutti i componenti, il Jedi era in grado di iniziare il processo di assemblaggio. A causa della difficoltà della tecnologia usata, veniva usata la Forza per collegare i componenti a livello molecolare. Questa micro-manipolazione permetteva all’arma di operare con efficienza quasi perfetta.

Un Jedi poteva spendere settimane o mesi per assemblarla, accertandosi che ogni componente si adattasse perfettamente, e che l’arma rispondesse alle proprie preferenze di lunghezza, colore, frequenza, e quant’altro. Se da un lato molte spade laser erano simili ad una prima occhiata, un’osservazione più attenta rivelava molte differenze (evidenti o meno) nel modello. Dato che ogni Jedi costruiva la propria arma da solo, non vi erano due spade laser uguali, anche se alcuni Padawan solevano costruire la propria arma sul modello di quella del Maestro in segno di rispetto. La conoscenza della costruzione delle spade si perse durante lo sterminio dei Jedi, ma Luke Skywalker scoprì la documentazione e i materiali necessari per costruire la sua prima spada nel capanno di Obi-Wan Kenobi su Tatooine.

Tipologie di cristalli

Anakin Skywalker costruisce la sua spada.
"Ricorda. Il cristallo è il cuore della lama. Il cuore è il cristallo del Cavaliere Jedi. A sua volta, il Cavaliere Jedi è il cristallo della Forza. E la Forza…la Forza è la lama del cuore. E’ un unico intreccio: il cristallo, la lama, il Jedi. Voi siete uno."
Luminara Unduli alla sua Padawan Barriss Offee durante una cerimonia di costruzione[fonte]

Il colore dei cristalli, la tipologia e la quantità contribuiscono a creare diverse varianti di spade laser. Il colore del cristallo determina di che colore sarà la “lama” della spada. Durante l’epoca della Grande Guerra Sith, molte spade laser venivano costruite utilizzando Pietre Kunda, una formazione geologica naturale del pianeta Kadril. Queste pietre vantavano numerose applicazioni pratiche sia in medicina che nel settore delle comunicazioni; tuttavia, quando aggiunte ad altri cristalli focalizzatori, producevano un raggio più ampio. Dopo la scoperta della Gemma di Kaiburr su Mimban, Luke Skywalker aggiunse un piccolo frammento della gemma al cristallo della sua spada laser. Il frammento rese la lama più potente ed efficiente. Altri cristalli naturali, come i Nextor o i Damind, potevano essere trovati nella galassia e utilizzati per modellare la lama energetica delle spade. Alcuni tipi di perle o barre di alcuni metalli potevano essere usati al posto dei cristalli.

Varianti dell’elsa

Spada laser

Con questo nome si identificano tutte le else di spada laser standard e più comuni, cioè else a due mani dalla lunghezza variabile fra i 20 e i 30 cm. e che sfrutta uno o due cristalli. Come le prime varianti di spade laser, erano create come arma personale: il marchio di fabbrica dei Cavalieri Jedi.

Elettro

Spada laser di Darth Sidious in elettro.
Una spada laser con l’elsa forgiata con elettro era spesso chiamata “spada laser elettro”. Questo tipo di finitura conferiva all’elsa un’aspetto regale e maestoso. Ai tempi del Vecchio Ordine Jedi, spade laser d’oro o di elettro erano riservate ai membri prominenti del Consiglio Jedi. Mace Windu e Darth Sidious possedevano spade laser di elettro.

Spada laser ad elsa ricurva

Disegno standard durante i primordi della Forma II del combattimento con spada laser, le else ricurve permettevano movimenti più precisi, così come perfetta flessibilità nel duello corpo a corpo. Erano inoltre più complesse e rappresentavano una sfida maggiore per colui che la costruiva, soprattutto nell’allineamento dei cristalli. Una di queste spade veniva usata dal Conte Dooku, dalla sua apprendista Komari Vosa, e in seguido dalla sua adepta del lato oscuro Asajj Ventress. Addirittura, in quest’ulrimo caso, le due spade laser potevano essere combinate per formare una doppia lama ad elsa ricurva. Queste spade venivano anche chiamate spade laser combinate. Prima della Battaglia di Ruusan, il Maestro Sith Na'daz possedeva una spada ad elsa ricurva. Il suo apprendista, Kas'im, si impossessò dell’arla dopo averlo ucciso, presentandola più tardi a Darth Bane.

Tipi di lame

Spada laser doppia-fase

Yoda addestra i piccoli padawan.
Questo raro tipo di spada laser usava una combinazione di cristalli focalizzatori per creare una lama che potesse allungare la tipica lunghezza della lama. Diversamente dalle tipiche spade laser, che solitamente usufruivano di un comando particolare per decidere la lunghezza della lama, la lama della spada doppia-fase poteva essere innalzata in un istante, dando un elemento di sorpresa a favore del possessore della spada. Addizionalmente, tale spada aveva anche un aggiustatore di larghezza. Gantoris brandiva una spada del genere, così come Corran Horn o Darth Vader.

Grande spada laser o Lightclub

Cristalli focalizzatori speciali e potenti sistemi permettevano a questa rara spada laser di attivare una lama lunga circa 3 metri. Queste spade laser venivano solitamente usate da personaggi di grande statura. Gorc, un Jedi Oscuro Gammoreano mutato, faceva uso di una grande spada laser.

Piccola spada laser

La piccola spada laser sprigionava una lama più corta di quella delle spade laser usuali. Una lama più corta facilitava il combattimento a guerrieri di bassa statura, come Yoda, Yaddle o Tsui Choi. La piccola spada laser era solitamente usata dai maestri dello stile di combattimento Niman, come il Maestro Kavar.

Shoto

Lo shoto era una spada laser con una lama più corta e poteva essere usata come coltello d’assalto. Luke Skywalker costruì il suo shoto dopo la Battaglia di Endor. Poiché questo tipo di spada laser aveva una lama veramente corta, poteva essere usata anche da guerrieri non sensibili alla Forza. La guardia del corpo del Vigo del Sole Nero Darnada, Sinya, usava due shoto. Il Maestro Sora Bulq durante l’era della Guerra dei Cloni era conosciuto per l’uso di uno shoto, che usò in combattimento contro Mace Windu.

Spada laser da addestramento

La spada laser da addestramento era usata dai giovani apprendisti Jedi per prendere dimestichezza nel combattimento. Benché non fosse letale, il contatto con la lama poteva provocare ustioni e bruciature. Solitamente, i giovani allievi che utilizzavano questa spada laser lo facevano addestrandosi nello Sii-Cho.

Spada laser subacquea

La spada laser subacquea di Kit Fisto.
Mentre molte spade laser restringevano la lama a contatto con l’acqua, questa spada poteva essere usata anche sott’acqua. Fu brandita da Kit Fisto durante la Battaglia di Dac, durante le Guerre dei Cloni. Non è certo se la spada laser subacquea necessitasse di un design proprio, o se la lama potesse essere applicata a qualsiasi spada. Obi-Wan Kenobi e Asajj Ventress utilizzarono a loro volta questo tipo di spada durante le Guerre dei Cloni.

Colori delle spade laser

Alcuni cristalli naturali.
Il colore della lama della spada laser derivava dal cristallo focalizzatore usato durante la sua costruzione. I Jedi collezionavano cristalli di vari tipi e colori raccolti in depositi naturali, mentre i Sith solitamente fabbricavano cristalli sintetici per emanare lame rosse. A seguito della Grande Purga Jedi, a volte i Jedi facevano uso di cristalli sintetici, pur con colori differenti. La lama verde della spada di Luke Skywalker e quella viola della spada di Jaina Solo erano emesse tramite cristalli sintetici. Prima della Battaglia di Ruusan, i Jedi brandivano lame di qualsiasi colore. Alcuni dei colori più comuni erano arancione, giallo, blu, verde e viola. Alcuni Jedi del tempo, come Sylvar, brandivano lame dal colore rosso, benché l’Ordine preferisse evitare tale colore, che evocava la passione e la furia, tipiche dei Sith. A seguito della suddetta battaglia, comunque, i Jedi cominciarono a fare largo uso dei cristalli adegani, che creavano fini lame blu e verdi. Continuarono ad esistere altri colori, ma erano assai rari, mentre il rosso venne quasi completamente eliminato.

Durante la Grande Purga Jedi, l’Imperatore Palpatine razziò la maggior parte dei depositi naturali di cristalli per spade laser, rendendo molto difficile ai Jedi che vennero dopo la sua caduta trovare dei cristalli per il colore delle loro lame. Dopo la caduta dell’Impero Galattico, tuttavia, il ritrovamento di nuovi siti di cristalli e il largo uso dei surrogati sintetici permise ai Jedi di Luke Skywalker di creare lame simili a quelle dei loro predecessori. All’epoca della Guerra Civile Jedi, il colore della lama solitamente indicava la strada scelta dai Jedi nell’Ordine: verde per i Consoli Jedi, diplomatici e negoziatori; blu per i Guardiani, difensori della Galassia; Giallo per le Sentinelle Jedi, che equilibravano Forza e combattimento per scovare e distruggere il male. In contrasto con i colori naturali delle lame dei Jedi, i Sith utilizzarono cristalli sintetici per produrre il loro colore rosso. Le qualità dei cristalli sintetici permettevano un’alimentazione maggiore e un aumento più semplice, benché fossero più instabili delle loro controparti. Benché accadesse raramente, una lama Sith prodotta da cristalli sintetici poteva sovraccaricare la lama dell’avversario, rendendola corta, dando così al Sith un breve vantaggio psicologico sull’avversario. I Cavalieri Imperiali brandivano spade laser dalla lama argentata, mentre Lomi Plo usò una spada laser “bianca” contro Luke Skywalker. Non si sa se fossero gli stessi colori.

Colori conosciuti

Spade di vari colori.
A causa della composizione specifica di ciascun cristallo, il colore della lama poteva variare. Segue una lista dei colori più usati nella storia della galassia.

Tipi di armi

Spada laser a doppia lama

Prototipo della spada laser a doppia lama di Exar Kun.
Chiamata anche Saberstaff, Lightsaber Lance, Lightstaff, si trattava di una pericolosa viariante della comune spada laser. Ogni lama poteva essere attivata singolarmente o contemporaneamente all’altra. Solitamente la spada laser a doppia lama aveva un’unica impugnatura, ma a volte poteva anche essere costituita da due spade laser unite fra loro. Tale spada era ugualmente pericolosa sia per un guerriero poco addestrato che per il suo avversario. Divenne anche nota come “spada laser Sith” perché era solitamente usata dai guerrieri dei Sith e fu inventata da Exar Kun, un Signore Oscuro dei Sith, la cui spada laser era allo stesso tempo a doppia lama e a doppia-fase. L’uso della spada a doppia lama prevedeva anche l’uso di uno stile di combattimento particolare e complesso, che prevedeva anche il rapido variare della lunghezza delle lame: a volte lasciando passare la lama dell’avversario, a volte bloccandola. Quando gli fu ordinato da Darth Sidious di creare una propria spada laser, Darth Maul si ispirò ad Exar Kun e ne costruì una a doppia lama, che usava con mortale agilità. Bastila Shan e Shado Vao furono due dei pochi Jedi, seguaci del Lato Chiaro, a utilizzare una spada laser a doppia lama. Durante le Guerre dei Cloni, Asajj Ventress a volte combinava le sue due spade laser ricurve, creando una spada a doppia lama dalla curvatura ad S. Nell’epoca del Nuovo Ordine Jedi apparve un gran numero di varianti dell’impugnatura della spada, ma non si sa se anche tutti i Jedi delle altre epoche della storia galattica abbiano conformato le loro impugnature a quella standard. I nomi delle impugnature conosciute sono: Guardian, Avenger, Vindicator, Champion, e Vanquisher.

Spada laser con corda di fibra

In una particolare forma di spada laser, una corda di fibra era unita all’impugnatura. Più difficile da maneggiare della spada ordinaria, la corda di fibra dava al guerriero la possibilità di colpire da angoli inaspettati. Le spade laser di Asajj Ventress erano state modificate per accogliere una corda di fibra.

Spada laser forcuta

Questo tipo di lama, usata dagli utilizzatori di doppie spade laser, era una regolare spada laser con l’aggiunta di una lama che usciva dall’impugnatura, disegnando un angolo di 45 gradi nell’asse della spada laser. L’impugnatura stessa era lievemente curcata. Uno dei pochi Cavalieri Jedi conosciuti che usarono questa spada laser è Roblio Darté, che combatté nella Battaglia di Parcelus Minor durante le Guerre dei Cloni.

Spada laser “a canna”

Il Maestro Jedi Zao aveva, come impugnatura della propria spada laser, una lunga canna di legno, al vertice della quale aveva inserito l’emettitore della lama; Zao riusciva ad usare tale impugnatura con spaventosa audacia. Il Sith Darth Nihl utilizzava a sua volta un’impugnatura “a canna” per la sua spada laser.

Frusta laser

Esempio di frusta laser.
La frusta laser era una curiosa variazione della spada laser che poteva essere brandita solo da un Jedi ben addestrato. Poteva avere un solido nucleo in cortosis o in altri minerali da spada laser (saranno specificati più avanti) o poteva essere semplicemente una frusta di pura energia. Come la spada laser, la frusta emetteva un fascio di energia, ma era lungo e flessibile, come appunto una frusta. Utilizzatori conosciuti della frusta laser erano Kit Fisto, Lady Lumiya, la Signora dei Sith Githany, la Nightsister Silri, e forse Xist, un Vigo del Sole Nero.

Capacità di penetrazione

Emissione della lama colorata a parte, una spada laser non irradiava calore né consumava energia, almeno finché non entrava in contatto con qualcosa. Era così tagliente da poter passare attraverso quasi qualunque oggetto, nonostante la velocità con cui ciò avveniva dipendesse fortemente dalla densità del materiale in questione. Lacerare la carne, per esempio, era un’azione immediata, mentre fare un buco in una porta antilaser poteva costare parecchi secondi. Le ferite da spada laser raramente sanguinavano in modo copioso, anche quando si trattava di un braccio mozzato: la lama, infatti, cauterizzava la ferita non appena eseguiva il taglio.

Resistere ad una spada laser

Qui-Gon Jinn si apre la via attraverso una porta blindata.
Ad eccezione di un’altra lama dello stesso genere, vi erano assai pochi materiali in grado di resistere ad una spada laser, ovviamente con diversi gradi di efficacia: Il cortosis, nonostante fosse un metallo raro e costoso, si era affermato come difesa comune contro le spade laser fin dall’epoca delle Guerre Sith. Una delle ragioni per cui risultava così prezioso era il suo ingente costo di raffinazione. Infatti, il cortosis appena estratto tendeva, per motivi inspiegabili, a ionizzarsi, uccidendo all’istante chiunque vi entrasse in contatto.

Verso la fine delle Guerre dei Cloni, l’Esercito Separatista impiegò droidi da battaglia di cortosis durante un attacco al Tempio Jedi e, subito dopo l’emanazione dell’Ordine 66, il Jedi Shadday Potkin, nel corso di un’imboscata fallimentare su Kessel, attaccò Darth Vader con una lama di questo materiale. Si conoscevano tre tecniche per forgiare armi e corazze di cortosis, ciascuna con risultati differenti. Forgiare armi o corazze con un intreccio di cortosis, significava sfruttare tutti i principali elementi del minerale grezzo. Se messe in contatto con una lama di spada laser, le fibre di cortosis intessute con gli altri metalli provocavano uno sbalzo energetico che mandava in corto la lama. La spada laser non subiva alcun danno permanente e poteva essere immediatamente riattivata, ma ciò consentiva all’avversario qualche attimo di vantaggio. Il punto debole di questo tessuto era la sua parziale penetrabilità. Il metodo più diffuso e meno costoso, in uso durante la Guerra Civile Jedi, era l’impiego di una lega di cortosis in grado di resistere alla lama di una spada laser ma non disattivarla, come invece faceva il metallo puro. Il tipo più raro di cortosis era formato da metallo altamente raffinato, privato di tutte le impurità. Era talmente genuino che, non essendovi metalli più “deboli” da danneggiare, l’intero complesso rispondeva alla spada laser come un unico corpo conduttore, mandandola in cortocircuito. La maggior parte delle volte, questa lega, soprannominata scudo di cortosis, finiva nelle armature di qualche divisione corazzata speciale.

Il Phrik era un altro metallo raro in grado di contrastare la capacità penetrante di una spada laser ma non di disattivarne la lama. Uno degli impieghi più celebri del Phrik fu nella forgiatura delle elettrostaffe brandite dalle Guardie Magne del Generale Grievous, ma esso venne anche utilizzato in elementi della spada laser di Palpatine e nell’armatura dei darktroopers. Si diceva che certuni indumenti di tessuto corazzato flessibile potessero offrire una moderata resistenza alle spade laser, sebbene la protezione fornita fosse assai limitata. Più efficace era invece il ferro mandaloriano, un metallo a bassa penetrabilità impiegato dalle truppe di Mandalore, in grado di parare parecchi fendenti diretti prima di fondere del tutto. Gli spregiudicati maghi del primo Impero Sith non esitarono ad adoperare alchimia Sith per aumentare le proprietà dei metalli (cortosis incluso) con cui forgiavano le loro lame, nel tentativo di difendersi dalle apparentemente inarrestabili spade laser dei Jedi. Dopo il crollo dell’Impero Sith originale, il più noto impiego dell’alchimia Sith fu nella costruzione e nel rafforzamento dell’armatura di Darth Vader. Similmente, le armi trattate con alcuni poteri della Forza potevano essere adoperate per parare senza difficoltà i colpi di spada laser. Gli armamenti e le corazze biologiche degli Yuuzhan Vong, come l’amphistaff o la corazza-granchio Vonduun, presentavano spontaneamente una leggera resistenza alle spade laser; presto, comunque, la loro debolezza intrinseca venne scoperta e sfruttata dai Jedi. Il primo scontro di Luke Skywalker con questo genere di bio-tecnologie, infatti, si concluse favorevolmente solo dopo aver colpito più volte e nello stesso punto l’amphistaff della spia Yuuzhan Vong, indebolendola e uccidendola.

Una lama di cortosis.
Il nemico naturale numero uno delle spade laser era…l’acqua. A meno che non fossero appositamente modificate (come l’arma del Maestro Jedi Kit Fisto), tutte le spade laser andavano in corto se immerse in acqua (fino a un certo punto e per un certo periodo di tempo), a causa di rapide reazioni a catena sulla superficie della lama e del sovrappeso dell’acqua sulla spada. Sotto la pioggia, invece, la lama emetteva fumo ma non si spegneva. Nella Galassia esistevano altri materiali in grado di esercitare le stesse proprietà opponenti descritte finora, come un non meglio identificato metallo superconduttore usato per fabbricare armature da guerra secoli e secoli prima della nascita dell’Impero Galattico, oppure come vari scudi energetici, per esempio quelli di Durge. Alcune creature, come i draghi della lava, disponevano di una corazzatura naturale capace di riflettere la lama di una spada laser con la stessa facilità con cui questa rifletteva un raggio blaster. Con tutta probabilità, inoltre, un’armatura quantico-cristallina non poteva essere penetrata da una spade laser, dato che gettarla in un buco nero era ritenuto l’unico modo possibile per distruggerla.

Combattere con la spada laser

La spada laser era un’arma estremamente versatile, cosa dovuta in gran parte alla sua straordinaria leggerezza e alla sua multi direzionalità di taglio. La maggior parte di esse poteva essere usata con una sola mano, ma i Jedi erano addestrati di routine a maneggiare due spade o a tenere la spada con due mani, per essere preparati a tutto. Agli albori della storia di quest’arma, quando i Sith abbondavano, l’arte del duello con la spada laser fioriva. Nelle ere seguenti, invece, solo pochi Jedi erano capaci di combattere un avversario munito di una lama in grado di resistere alla propria. Mosse di difesa contro i blaster e le altre armi laser vennero presto introdotte nell’addestramento dei Cavalieri. Un Jedi capace poteva deflettere un colpo di blaster e rimandarlo alla sorgente, mentre proiettili materiali come le pallottole e o dardi si scioglievano semplicemente una volta entrati a contatto con la lama. In combattimento, i Jedi erano addestrati a sentire la Forza come un canale tra l’arma e chi la brandiva. Tramite questo legame, la lama si trasformava in un estensione dello spirito del Jedi e si muoveva col suo corpo come parte di un tutt’uno. Questa sintonia era responsabile dell’agilità sovrumana e dei riflessi eccezionali propri dei Jedi e necessari all’uso della spada di energia. Fin dall’invenzione della spada laser, i Jedi personalizzarono il combattimento con la spada laser, ideando vari stili per soddisfare al meglio le esigenze uniche dell’arma e del possessore.

Rituali legati alla spada laser

Accordo di Fedeltà

La tradizione Jedi di affidare la propria spada laser ad un compagno dell’Ordine era nota col nome di Accordo di Fedeltà. Questo scambio tracciava un legame importante, talvolta anche sacro, poiché rappresentava lo stabilirsi di una relazione d’apprendimento reciproca e senza maestro.

La spada laser nelle mani dei non-sensibili alla Forza

Mace Windu affronta Darth Sidious.
Sebbene la spada laser fosse un’arma Jedi e Sith, un buon numero di esseri non sensibili alla Forza ebbe modo di mettere le proprie mani su uno o più di questi oggetti: Marn Hierogryph e Jarael adoperarono entrambi la spada laser di Zayne Carrick (Jarael la usò per impersonare un Sith e un Jedi in almeno due occasioni). Suvam Tan, l’eccentrico inventore rodiano, era un così grande genio della meccanica che seppe costruirsi la propria spada laser da zero, senza avere alcuna sensibilità alla Forza. Nonostante ciò, nessuno apprese mai se Suvam fosse stato capace di usarla davvero. Darca Nyl, un ex mercenario, si appropriò della spada laser di un cadavere Jedi mentre inseguiva Lycan. Sebbene la usasse raramente in battaglia, gli dava spesso il vantaggio di passare per un vero Jedi. Fu distrutta insieme a Lycan in una trappola tesa da Darca in una grotta sensibile alla Forza su Molavar.

Climber, un commando clone, impiegò brevemente la spada del Maestro Jedi Roan Shryne per affondarla nel petto di un mercenario separatista. In seguito, sarebbe giunto alla sua personalissima conclusione in merito: una spada laser era più un attrezzo che un’arma. Il Generale Grievous fu probabilmente il più famoso branditore di spade laser privo di alcun legame con la Forza. Le armi della sua collezione provenivano tutte da Jedi da lui personalmente uccisi durante le Guerre dei Cloni, tranne quella del Maestro Jedi Sifo-Dyas, donatagli dal Conte Dooku. L’agilità dei suoi arti meccanici compensava l’assenza della Forza, rendendolo un temibile avversario, tanto da fargli guadagnare la fama di ammazza-Jedi per antonomasia. Ghez Hokan usò l’arma del Maestro Jedi Kast Fulier per uccidere lui e il Weequay Guta-Nay. La spada laser fu poi recuperata dal padawan di Fulier, Etain Tur-Mukan.

Thall Joben, come racconterà al suo droide C-3PO, ebbe occasione di brandire una spada laser verde mentre sbrigava del lavoro per l’anonimo possessore di uno speeder. Questo personaggio aveva lasciato a Thall il proprio mezzo, ma non era più venuto a reclamarlo; la spada laser era tra le cose dimenticate all’interno. Non si sa se il cliente di Thall fosse davvero un Jedi o semplicemente qualcuno che, per vie traverse o dirette, aveva ottenuto quell’arma, ma è più probabile la seconda ipotesi, poiché Jedi e Sith non sono il genere di persone che lasciano in giro le proprie spade laser. Un’altra ipotesi è che il misterioso cliente fosse stato costretto a lasciare lì quell’arma, come nel caso di un sopravvissuto in fuga dalla Purga dei Jedi. Leonis Murthé usò una spada laser blu a bordo dell’Azgoghk per torturare varie specie. L’ammiraglio Droon fu costretto a duellare con una spada laser contro Darth Vader, per il suo tradimento su Corulag. Scontato dire che non lo sconfisse.

Esempi delle più famose else di spada laser.
Pare che Boba Fett avesse una piccola collezione di spade laser, rubate o rinvenute dopo l’Ordine 66. Fett sfidò Darth Vader a un duello in cui brandì una spada laser verde, ma fu sconfitto dal più capace Signore Oscuro. Han Solo usò la spada laser di Don-Wan Kihotay per uccidere il Behemoth di Aduba-3. Solo, dopo aver scoperto che la spada laser aveva effetti sconvolgenti sull’energia usata dal Behemoth per sparare raggi dalla fronte, accoltellò il mostro all’intestino, facendolo esplodere in un lampo di energia. Prima della Battaglia di Hoth, prese in prestito la spada di Luke Skywalker per affettare il ventre di un tauntaun e salvare il giovane Jedi dal congelamento. Nel farlo, Han pensò a quel gesto disgustoso come una sorta di sacrilegio nei confronti di un’arma con una storia simile. Durante la Campagna di Thrawn, il generale Solo non esitò ad attivare la spada laser di sua moglie Leia quando entrambi furono attaccati da un mercantile YT-1300, così come fece durante la Crisi del Documento di Caamas nel tentativo di fermare una rivolta su Bothawui. Han adoperò anche l’arma di Mara Jade per combattere i Killik, poco prima della Guerra dello Sciame. La perse e la ritrovò, ma nel frattempo fu brandita da Tarfang, un contrabbandiere Ewok, per lo stesso scopo. Anja Gallandro, figlia del defunto cacciatore di taglie Gallandro, possedeva una spada laser giallo acido di foggia antica, appartenuta ad un losco figuro legato al Sole Nero e conosciuto come Czethros. Nel Settore di Tapani si sviluppò un intero movimento di “saber rakes”, ossia un gruppo di giovani aristocratici che si sfidavano gli uni con gli altri con lamelle laser, spade energetiche a bassa potenza ma ugualmente letali, basate sulle spade laser. Remoh impiegò una spada laser, probabilmente quella di Luke Skywalker, per combattere i Vindar, gli oppressori della sua gente.