Tradizioni Sith

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"Il loro odio per i Jedi brucia nelle loro vene e si trasmette nei loro insegnamenti."
Kreia[fonte]

Le tradizioni Sith sono il patrimonio storico-culturale accumulato in tutti gli anni della sua esistenza dal culto Sith.

Lo Scisma di Xendor

Circa 25.000 anni prima della Battaglia di Yavin, sorgeva la Repubblica Galattica e, al suo fianco, i monaci di Ashla – il lato chiaro della Forza – uscirono da un conflitto secolare con i seguaci di Bogan – il lato oscuro – e fondarono un Ordine Jedi per assicurare la pace nella Galassia. Ma, nonostante i loro sforzi per perseguire questo nobile obiettivo, i Jedi non poterono impedire alle tenebre di insinuarsi anche nel loro Ordine luminoso e di corromperlo.

Cinquecento anni dopo la nascita dell’Ordine, un Cavaliere Jedi di nome Xendor riscoprì il lato oscuro e cominciò ad utilizzarlo per incrementare le proprie capacità di combattimento. Egli maturò la convinzione che il vero potere fosse raggiungibile tramite le emozioni e non con la paziente meditazione, come invece insegnavano i Maestri Jedi. Tuttavia, le sue idee vennero ritenute eretiche ed egli cacciato. Xendor fondò le Legioni di Lettow, tentando di prendere il controllo dell’Ordine; dopo una lunga guerra, egli venne ucciso ed i suoi servitori dispersi.

Il Grande Scisma e l’Oscurità Centenaria

Molti millenni dopo lo Scisma di Xendor, sull’Ordine Jedi tornò nuovamente ad incombere minacciosa l’ombra del lato oscuro. Alcuni Jedi, infatti, cominciarono a sperimentare nuovi poteri della Forza; alcuni usarono la rabbia per incrementare le proprie capacità, altri la passione per realizzare i propri obiettivi, altri la coercizione e la più subdola alchimia per creare delle creature a loro totalmente dedite. Queste visioni della Forza, però, erano totalmente al di fuori della dottrina dell’Ordine Jedi e non vi potevano convivere a lungo. Questo portò, circa 7.000 anni prima della Battaglia di Yavin, al consumarsi del Grande Scisma.

Centinaia di Jedi, che divennero noti come Jedi Oscuri, abbandonarono l’Ordine e scatenarono una guerra chiaramente impari. La Repubblica Galattica arrestò i Jedi Oscuri, li spogliò di tutte le armi che avevano a disposizione, e li esiliò dallo spazio conosciuto. Per i Jedi Caduti non vi fu altra via che cercare nuovi mondi da abitare. Dopo una breve peregrinazione, su Korriban, patria del popolo Sith. Qui vennero riconosciuti come dèi dai locali per via della loro padronanza della Forza e decisero di sfruttare questa credenza per imporsi come Signori Oscuri dei Sith, schiavizzando la specie che li aveva accolta e mescolandosi lentamente con essa. I Signori Oscuri fondarono il primo Impero Sith e vennero dimenticati dalla Repubblica; questo gli permise di espandersi al di fuori della Galassia conosciuta, creando un vasto impero e dandosi ai peggiori esperimenti sul popolo Sith.

L'Impero Sith

L’Impero Sith fondato dai Jedi Oscuri esiliati crebbe e divenne un’immensa unione di pianeti. Costantemente, alla morte di un sovrano avveniva una lotta accanita di potere per la successione e solo il più forte riusciva a prevalere e a regnare. Nonostante questi apparenti squilibri, l’Impero Sith permase saldo per più di un millennio in costante espansione.

Cento anni prima della Grande Guerra Iperspaziale, riuscì ad imporsi come Signore Oscuro il mezzosangue Marka Ragnos. Il suo regno fu estremamente longevo, ma egli non volle espandere l’Impero, concentrandosi invece a stanare i suoi nemici all’interno e, secondo i suoi avversari, a crogiolarsi nell’ozio. Vari tentativi d’usurpazione furono però duramente repressi: Ragnos, infatti, era un guerriero senza eguali. Egli forzò la mano del Consiglio Sith per mantenerlo al potere e poté così regnare per un secolo intero. Alla sua morte, scoppiò una lotta di potere fra il suo erede designato Ludo Kressh e un suo antico oppositore, Naga Sadow. Fu a quest’ultimo che arrise la vittoria, poiché utilizzò la minaccia di due spie della Repubblica, Gav e Jori Daragon, per sostenere che era in preparazione un’invasione contro l’Impero. Ottenuto l’appoggio del Consiglio, Sadow si sbarazzò di Kressh.

Una volta al potere, Sadow organizzò una forza d’invasione. Immense armate Sith sbarcarono su Coruscant, Koros Major e molti altri mondi della Repubblica, iniziando la Grande Guerra Iperspaziale. Tuttavia, il tradimento di Gav Daragon – unitosi precedentemente ai Sith – permise alla Repubblica di respingere gli invasori e di inseguirli fino a Korriban. Qui, Sadow dovette affrontare le forze della Repubblica e di Kressh; per non soccombere definitivamente, optò per la fuga.

Naga Sadow ed i suoi seguaci sbarcarono su Yavin IV, dove iniziarono la costruzione di numerosi Templi Massassi e riorganizzarono la loro civiltà. Lì Sadow rimase in attesa di un nuovo apprendista oscuro per far proseguire la propria eredità e far rinascere l’Età d'Oro dei Sith.

L'ombra di Freedon Nadd

L’apprendista atteso da Sadow giunse nella persona di Freedon Nadd, un Jedi Caduto votatosi al lato oscuro. Questi venne addestrato dall’antico Signore Oscuro e, una volta preso il suo posto, si recò su Onderon, un pianeta lontano dalla Repubblica e ancora non scoperto dal grande governo galattico, e vi si impose come Re, avviando una dinastia oscura che avrebbe regnato per secoli.

Paradossalmente, Nadd fu più pericoloso da morto che da vivo. Infatti, quando i Jedi rovesciarono la sua dinastia favorendo l’ascesa al potere di Oron Kira e della Principessa Galia, lo spirito di Nadd ordinò a Re Ommin, padre di Galia, di organizzare il movimento dei Naddisti e di scatenarlo contro la dinastia reale. Durante la rivolta, Ommin conobbe i giovani Satal e Aleema Keto e li introdusse nelle arti del lato oscuro; la sua morte per mano dei Jedi gli impedì di proseguire l’addestramento.

Satal e Aleema vennero nuovamente addestrati dallo spirito di Nadd, che utilizzò la loro organizzazione segreta, i Krath, per i propri scopi. Forti dei loro nuovi poteri oscuri, i Krath si impadronirono del potere nel sistema Imperatrice Teta e lanciarono una 'crociata' contro la Repubblica. Anche il giovane Jedi Ulic Qel-Droma soccombette al lato oscuro e divenne l’amante di Aleema, la quale lo utilizzò per uccidere Satal e regnare da sola. In ultimo, Freedon Nadd addestrò il Jedi Caduto Exar Kun. Una volta divenuto abbastanza potente, Kun fece sfoggio dei suoi nuovi poteri e annientò lo spirito di Nadd, avviandosi poi verso il sistema Imperatrice Teta per prenderne il controllo. Qui apparve lo spirito di Marka Ragnos; questi insignì Kun del titolo di Signore Oscuro e fece Qel-Droma suo apprendista, ordinando loro di ricostruire l’Età d'Oro dei Sith.

La Grande Guerra dei Sith

Exar Kun sapeva che avrebbe dovuto distruggere la Repubblica Galattica e i Jedi e, sulle loro ceneri, costruire un nuovo Impero Sith che avrebbe dominato incontrastato la Galassia. Per questo, facendo uso delle forze della Fratellanza Sith, scatenò la Grande Guerra dei Sith. Tale conflitto, nonostante la sua ridotta durata, fu uno dei più devastanti che si ricordino: per la Repubblica a causa dei saccheggi e delle distruzioni che comportò, per i Jedi a causa dei pogrom che Kun scatenò contro di loro.

Exar Kun riuscì a radunare sotto il suo controllo una ventina di Jedi Caduti, che fece Sith sotto la sua Fratellanza; stabilì la sua base su Yavin IV, dove schiavizzò i Massassi e approfondì la propria conoscenza dell’arte oscura. Al contempo, Ulic Qel-Droma raccolse sotto il suo comando le forze militari dei Krath e dei Mandaloriani, con le quali sottrasse centinaia di navi alla flotta della Repubblica.

Utilizzando un’antica arma appartenuta a Naga Sadow, i Sith lanciarono una supernova contro Ossus, un antico pianeta Jedi. Mentre la Repubblica lo evacuava, Kun saccheggiò le biblioteche del pianeta e poi si diede alla fuga a sua volta. Fu qui che Qel-Droma, dopo avere ucciso il fratello Cay, trovò la redenzione e decise di aiutare i Jedi.

Con la redenzione di Qel-Droma, i Sith vennero sconfitti praticamente ovunque. Su Yavin IV, non appena sopraggiunse la flotta repubblicana, Kun sacrificò tutti i Massassi per preservare il proprio spirito. La minaccia della Fratellanza era finalmente terminata.

Revan e la Guerra Civile Jedi

La Galassia godette un primo periodo di pace, che venne però interrotto dall’invasione dei Mandaloriani. Questi mitici guerrieri attaccarono la Repubblica Galattica e misero in seria difficoltà la sua flotta, respingendola costantemente. Il Consiglio Jedi, che si stava ancora leccando le ferite dalla Guerra dei Sith, decise di non intervenire; indignati da questa scelta, alcuni Jedi, guidati da Revan, contravvennero alle decisioni del Consiglio e si misero alla testa delle armate repubblicane. Grazie al genio tattico del carismatico leader, la Repubblica respinse i Mandaloriani una volta per tutte.

Tuttavia, subito dopo la vittoria, Revan e i suoi seguaci scomparvero, riapparendo poco tempo dopo, in una tinta completamente diversa. Egli aveva reclamato il mantello di Signore Oscuro dei Sith e aveva organizzato nuove forze armate d’invasione, lanciando una improvvisa guerra contro la Repubblica impreparata. Questa volta i Jedi furono costretti a scendere in campo contro il secondo Impero Sith della storia, combattendo contro quelli che erano stati i loro fratelli poco tempo prima; iniziava la Guerra Civile Jedi.

Dopo tre anni di guerra, l’Ordine e la Repubblica vacillavano. Sempre più Jedi Oscuri si univano alle fila dei Sith e numerosi mondi erano già caduti. L’unica speranza era Bastila Shan, l’ultima Jedi in grado di utilizzare la Meditazione da Battaglia; ella riuscì ad abbordare la nave di Revan, ma mentre il suo gruppo si preparava a fronteggiare il Signore Oscuro, l’apprendista Sith Darth Malak bombardò la nave, usurpando il suo precedente maestro. Malak continuò la guerra e si concentrò sulla caccia a Bastila, cosciente che rappresentava la chiave del conflitto.

Precipitata su Taris, Bastila venne aiutata da un giovane aspirante Jedi e dal pilota Carth Onasi; assieme a loro e ad altri Jedi e mercenari, iniziò la ricerca della Star Forge, l’arma con cui i Sith progettavano di vincere la guerra. Durante il viaggio, venne catturata da Malak, il quale rivelò al giovane che la accompagnava che egli in realtà era Revan, al quale era stata modificata la memoria dai Jedi. Revan però si rifiutò di accettare il suo passato da Sith e aiutò le forze repubblicane a sconfiggere Malak, liberando Bastila e distruggendo la Star Forge. Il secondo Impero Sith sprofondava così in una devastante guerra civile.

Divisione e decaduta

Revan lasciò la Galassia conosciuta poco dopo la distruzione della Star Forge e i Sith, lasciati senza una guida, si combatterono fra di loro per il potere. Darth Traya tentò di riunificarli prendendo per sé il titolo di Signora Oscura. Tuttavia, i suoi apprendisti Darth Nihilus e Darth Sion la usurparono, contendendosi il titolo e divenendo i principali protagonisti della guerra civile, insieme a tanti altri Signori dei Sith locali. Una sola cosa li teneva uniti: benché l’Ordine Jedi fosse disperso e distrutto, specialmente dopo il Massacro di Katarr, rimaneva un ultimo nemico da distruggere: l'Esule.

Sotto la guida dell’anziana Maestra Jedi Kreia, l'Esule riuscì a sfuggire ai Signori dei Sith e successivamente si recò all’Accademia di Trayus, su Malachor V, dove fronteggiò e vinse Darth Traya, che altri non era se non la stessa Kreia. A sua volta, quindi, l'Esule partì per ricongiungersi al suo antico maestro Revan nelle Regioni Ignote.

I Jedi, grazie all’Esule, uscirono nuovamente allo scoperto e ricostruirono il loro Ordine. La minaccia dei Sith, invece, era finalmente terminata e per un lungo periodo di pace non avrebbe più insidiato la Galassia.

Le Nuove Guerre Sith

Circa duemila anni prima della Battaglia di Yavin, l’oscurità volle prendersi la propria rivincita sulla luce vittoriosa. Un Jedi di nome Phanius, incuriosito dalle tradizioni dei Sith, venne inesorabilmente sedotto dal lato oscuro della Forza. Giudicato eretico, condusse un centinaio di Jedi Caduti al di fuori dell’Ordine in un Scisma di Phanius e fondò con loro il terzo Impero Sith, assumendo il titolo di Darth Ruin e il mantello di Signore Oscuro dei Sith.

L’Impero scatenò le Nuove Guerre Sith, che si composero di vari conflitti interrotti da breve intervalli di tempo, che durarono circa un millennio. Alle volte, la Repubblica parve perduta, altre volte stessa sorte toccò all’Impero Sith; per molto tempo, i contendenti condussero una logorante guerra di posizione. Quando infine l’Impero riuscì a conquistare tre quarti della Galassia, venne travolto da innumerevoli conflitti intestini che permisero alla Repubblica di guadagnare terreno.

La guerra civile portò al crollo dell’Impero. Tuttavia, la guerra non era finita: ventisei Signori Oscuri, sotto la guida di Lord Kaan, fondarono la Confraternita dell’Oscurità e scatenarono un’altra volta le Nuove Guerre Sith. La Repubblica, ormai certa della vittoria, fu colta impreparata: il suo esercito sbandò e si dissolse, mentre i Sith riacquisirono terreno. L’Armata della Luce, guidata da Lord Hoth, tentò un ultimo tentativo di vittoria. La Confraternita e l’Armata si scontrarono nella Battaglia di Ruusan, ma qui il Signore dei Sith Kaan utilizzò una bomba di pensiero per annichilire entrambi gli eserciti.

Di tutti i Sith, si salvò solo Darth Bane. Questi fondò dalle ceneri della Confraternita un inedito Ordine dei Signori dei Sith, basato sulla Regola dei Due: ci sarebbero stati solo un Maestro e un Apprendista, né più né meno, che avrebbero agito nell’ombra, aspettando il momento propizio per risorgere.

La vendetta dei Sith

Il nuovo Ordine dei Signori dei Sith durò per quasi mille anni, finché Darth Sidious non cominciò a macchinare un progetto complicato ma arguto con il quale i Sith avrebbero sferrato il colpo di grazia alla Repubblica e ai Jedi e sarebbero tornati al potere. Attraverso i suoi apprendisti, i suoi agenti nascosti e l’affilata arma della corruzione, Sidious riuscì ad infiltrarsi in profondità nei meccanismi di potere della Galassia e a creare una spaccatura fra la Repubblica, ormai corrotta, e il movimento separatista che minacciava di scinderla in due.

Attraverso l’identità di Palpatine, Sidious riuscì a prendere il potere sulla Repubblica e tramite il suo apprendista Darth Tyranus fece sì che scoppiassero le Guerre dei Cloni. Gradualmente, Palpatine riuscì a corrompere il Senato Galattico e a volgerlo verso i propri interessi: dapprima gli vennero concessi i poteri speciali d’emergenza e successivamente ebbe il comando totale delle forze armate e dell’Ordine Jedi.

I Jedi si accorsero troppo tardi delle sue macchinazioni. Palpatine riuscì a convertire Anakin Skywalker nel suo nuovo apprendista, Darth Vader, e a emanare l’Ordine 66, con il quale diede inizio alla Grande Purga Jedi, di cui Vader fu principale carnefice. Sfruttando gli immensi poteri di cui oramai era in possesso, Palpatine si presentò dinnanzi al Senato e proclamò la nascita del primo Impero Galattico, autoproclamandosi Imperatore della Galassia e avviando il suo regno assoluto di terrore.

Inizialmente, l’Impero spadroneggiò per la Galassia incontrollato e i Sith poterono governare a proprio piacimento. Infine, sorse un’Alleanza Ribelle, che avvalendosi dell’aiuto dell’ultimo dei Jedi, Luke Skywalker, riuscì a sventare i piani di Palpatine e Vader e a sfidarli ad armi pari.

La caduta dei Sith

Per diciannove lunghi anni, non vi fu una forza organizzata ad opporsi ai Sith. Ma, finalmente, l’Alleanza Ribelle riuscì a distruggere la stazione spaziale nota con il nome di Morte Nera e a infliggere così un pesante colpo all’Impero. In questa battaglia emerse il talento del giovane Luke Skywalker.

Dopo la disastrosa Battaglia di Hoth, che vide una cocente sconfitta per l’Alleanza, Luke si ritirò su Dagobah, dove venne addestrato dall’anziano Maestro Yoda e, infine, fatto Jedi. Ma un ultimo compito lo attendeva: fronteggiare Darth Vader, suo padre, e farlo tornare Anakin Skywalker. Solo in questo modo Luke avrebbe completato la sua strada nel lato chiaro della Forza e lo stesso Anakin avrebbe potuto compiere la Profezia che era assegnata a lui, cioè quella di riportare equilibrio nella Forza.

Portato al cospetto dell’Imperatore Palpatine a bordo della seconda Morte Nera, in orbita intorno ad Endor, Luke affrontò i due Signori Oscuri dei Sith. Il piano dell’Imperatore era di convertirlo per poter dominare la Galassia finalmente incontrastato; per fare questo, aveva bisogno che il ragazzo passasse al lato oscuro, sfogando tutta la sua rabbia su Vader. Il duello che ne derivò fu cruento e Luke fu pericolosamente in bilico fra la luce e l’ombra. Ma infine si rifiutò di uccidere un Vader oramai sconfitto e di sottostare al volere dell’Imperatore. Questi, adirato, tentò di eliminarlo definitivamente, ma venne gettato nel pozzo della sala del trono dallo stesso Vader; il Signore Oscuro che finalmente era riuscito a liberarsi del potere dell’oscurità e a tornare ad essere Anakin Skywalker.

La vittoria ribelle nella Battaglia di Endor segnò il sostanziale crollo dell’Impero Galattico; la Guerra Civile Galattica proseguì ancora per molti anni, ma una Nuova Repubblica che sorse dal precedente movimento di ribellione riuscì ad avere sempre la meglio sulle forze imperiali. Ma ad Endor avvenne anche la caduta dei Sith, con la morte di Darth Sidious e Darth Vader, i quali non poterono risollevarsi da quella gravosa sconfitta; benché Palpatine tentò nuovamente di riprendere il potere sottoforma di un clone, venne ancora una volta sconfitto dal Nuovo Ordine Jedi.

La vendetta dei Sith era stata spezzata.

Risorgimento e ricaduta

Benché Sidious fosse definitivamente caduto, c’era ancora chi reclamava il potere delle tenebre. Lumiya, una Jedi Oscura addestrata da Darth Vader per essere un agente dell’Imperatore, si era autoproclamata Signora Oscura dei Sith; dopo la definitiva morte di Palpatine su Onderon, era divenuta l’unica Signora dei Sith esistente nella Galassia. Dopo aver visto fallire il tentativo del suo allievo Carnor Jax di prendere il potere, ella si rivolse verso un nuovo apprendista, più forte e potente: Jacen Solo.

Jacen era rimasto profondamente segnato dall’invasione degli Yuuzhan Vong e dieci anni dopo la sua fine, durante la Seconda Insurrezione Corelliana, vide l’Alleanza Galattica incapace di agire; questa immobilità stava facendo sprofondare la Galassia nel caos, cosa che Jacen voleva evitare a tutti i costi. Lumiya riuscì a convincerlo che solo il lato oscuro poteva permettergli di evitare questo e lo fece suo apprendista; dopo che ella fu uccisa da Luke Skywalker, Jacen le successe come Signore Oscuro con il nome di Darth Caedus.

Caedus riuscì a prendere il controllo sull'Alleanza Galattica, scatenando una guerra contro i Jedi, Corellia e gli altri dissidenti. Il conflitto durò per parecchi mesi e generò molti morti, ma alla fine Caedus venne ucciso dalla sua stessa sorella, Jaina Solo, il ché permise di riportare la pace galattica, che sarebbe durata per quasi un secolo.

I nuovi Sith

Mentre Lumiya e Caedus ordivano le loro macchinazioni, nell’ombra agiva un altro ordine, più vasto e potente: il Nuovo Ordine Sith, guidato e fondato da Darth Krayt. Costui, a sua volta autoproclamatosi Signore Oscuro dei Sith, progettava di prendere il potere sulla Galassia e di unificarla sotto la sua visione di pace e ordine, convinto che solo questo avrebbe potuto salvarla. Egli pianificò a lungo il ritorno dei Sith, finché il Progetto Ossus non gli diede la possibilità di scatenare la Guerra Sith-Imperiale.

All’apice della guerra, i Sith si rivelarono al fianco del Nuovo Impero; in tre anni, l’Impero riuscì a sconfiggere l’Alleanza Galattica ed i Sith massacrarono i Jedi. Krayt si insediò al potere, usurpando il legittimo Imperatore Roan Fel, e governando da tiranno. Tuttavia, un misterioso morbo Vong lo stava consumando e solo i poteri curativi di uno dei Jedi sopravvissuti avrebbero potuto salvarlo e permettergli di realizzare la sua visione: i poteri di Cade Skywalker, ultimo discendente di Anakin.