Ulic Qel-Droma

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Ulic.jpg
Ulic Qel-Droma
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Alderaan

Nascita

4.018 BBY

Morte

3.986 BBY su Rhen Var

Descrizone fisica
Razza

Umani

Sesso

Maschio

Altezza

177 cm

Capelli 

Castani

Occhi 

Castani, rossi (durante la sua permanenza nel lato oscuro)

Informazioni storiche e politiche
Epoche
Affiliazione
Maestri noti
Apprendisti noti

Vima Sunrider

"Essere un Jedi comporta una vita di scelte sospese tra la vita e la morte. Dovrai affrontare tremende minacce. Ed è molto facile rischiare di essere intrappolati in un angolo senza vie d'uscita."
―Ulic Qel-Droma[fonte]


Ulic Qel-Droma fu un Cavaliere Jedi che, sedotto dalle lusinghe del lato oscuro, divenne Signore Oscuro dei Sith a fianco di Exar Kun e combattè contro la Repubblica durante la Grande Guerra Sith. Nativo di Alderaan, era il fratello di Cay Qel-Droma, anch'egli membro dell'Ordine, e figlio di una Maestra Jedi. Ulic fu addestrato da Arca Jeth al Praxeum Jeth su Arkania. Nel 4.000 BBY, insieme a Cay e al Jedi Tott Doneeta, fu inviato a porre termine alla Guerra delle Belve di Onderon. Ulic si confrontò inaspettatamente con la Regina Amanoa, seguace del lato oscuro. Con l'aiuto del Maestro Arca, sconfisse Amanoa e portò la pace su Onderon, seppur per un breve periodo.

Nel 3.998 BBY, infatti, il pianeta fu sconvolto dallo scoppio della Rivolta Naddista. Sebbene Amanoa fosse stata sconfitta, molti Onderoniani continuarono a seguire i dettami di Freedon Nadd, il Sith che aveva istituito la monarchia e gettato il pianeta sotto l'influenza del lato oscuro. Ulic scese in campo nuovamente per difendere Onderon, uccise Re Ommin, in quel momento aiutato dallo spirito dello stesso Nadd e riportò finalmente la luce nel mondo devastato dalla guerra.

Poco dopo, i Jedi scoprirono un'organizzazione legata ai Naddisti nel sistema dell'Imperatrice Teta: i Krath, una setta dedita al lato oscuro creata dagli aristocratici Satal e Aleema Keto, avevano preso il controllo del sistema e minacciavano ulteriori attacchi verso i territori confinanti. Ulic, insieme alla sua amata e compagna Jedi Nomi Sunrider, fu inviato per fermare i Krath, ma fallì. I Keto attaccarono i Jedi e Arca Jeth fu ucciso. Distrutto, Ulic decise di adottare dei provvedimenti estremi. Si infiltrò tra i suoi nemici in veste di Jedi decaduto e sferrò il suo attacco nel cuore dell'organizzazione. Tuttavia, il suo piano fu completamente stravolto e, infine, cedette lui stesso al lato oscuro.

Ulic diventò l'apprendista Sith di Exar Kun e insieme condivisero il mantello di Signore Oscuro. I due pianificarono di conquistare la galassia e le loro azioni diedero il via alla Grande Guerra Sith. Circa alla fine del conflitto, Ulic incontrò suo fratello su Ossus e duellò con lui, uccidendolo. Ad ogni modo, questo fatto lo sconvolse a tal punto che, ricolmo di sensi di colpa, rifiutò totalmente il lato oscuro. Infuriata con il suo ex amore, Nomi spezzò infine il legame di Ulic con la Forza. Egli trascorse il decennio successivo vagando per la galassia, piangendo la perdita del fratello. Fu poi redento dalla figlia di Nomi, Vima Sunrider. Poco dopo questo episodio, Ulic venne ucciso da Hoggon. Tuttavia diventò tutt'uno con la Forza, finalmente libero dal rimorso delle sue azioni passate.

Biografia

Verso il Cavalierato

"Hai ragione come sempre, Maestro Arca."
―Ulic Qel-Droma[fonte]


Ulic nacque sul pianeta di Alderaan. Era il cugino del famoso Duron Qel-Droma e figlio di una stimata Maestra Jedi. Sua madre decise tuttavia di non addestrarlo personalmente, così come per il fratello Cay, poichè secondo il codice dell'Ordine, avrebbe dovuto recidere qualsiasi tipo di legame sentimentale ed emozionale con i figli. Anche se gli insegnamenti Jedi gli furono in principio negati, Ulic si dimostrò potente nella Forza e decise di concentrare i suoi sforzi su altre attività. Studiò ossessivamente qualsiasi tipo di disciplina che potesse forgiare le sue abilità e provò ai suoi detrattori che sarebbe stato all'altezza di qualunque sfida gli si fosse presentata.

Ulic Qel-Droma Cavaliere Jedi.

Con le sue vittorie fisiche e mentali, Ulic iniziò ad acquistare una certa popolarità sul suo mondo natale, a dispetto del disprezzo della corte reale di Alderaan.

Grazie in parte alla sua eredità, egli si dimostrò naturalmente dotato nella Forza, fatto che la madre non potè più ignorare. Lasciando da parte le sue riserve iniziali, ella acconsentì ad inviare il giovane presso il Maestro Arca Jeth su Arkania, per iniziare il suo cammino verso il Cavalierato Jedi.

L'apprendistato di Ulic fu ricco di intrighi ed avventure, in un'era in cui i Maestri Jedi avevano diversi discepoli e in cui le missioni diplomatiche e di pace non mancavano di certo. Ulic si addestrò con il fratello e con un Twi'lek di nome Tott Doneeta. I tre ricevettero presto il loro primo incarico ufficiale dal Maestro Arca, incarico che prevedeva il tentativo di ristabilire la pace sul mondo di Onderon, sconvolto da una guerra civile centenaria tra i Cavalca Bestie e la popolazione di Iziz.

Lotte su Onderon

L'entourage Jedi, a bordo del Nebulon Ranger, atterrò nella capitale di Iziz, poco dopo essere stata abbattuta da una pattuglia di Cavalca Bestie. Con la malattia di Re Ommin, i Jedi furono costretti a contattare la Regina Amanoa e sua figlia, la Principessa Galia. Nel giro di poche ore, i Cavalca Bestie irruppero nel palazzo e rapirono Galia. Al comando dei suoi compagni, Ulic organizzò il piano di liberazione della Principessa. I Jedi pilotarono il Ranger nella foresta di Onderon e si infiltrarono nelle profondità dei territori nemici alla ricerca di Galia.

Non appena giunsero alla cittadella dei Cavalca Bestia, i Jedi realizzarono di aver appena interrotto la ceriminia nuziale tra la Galia e il principe nemico, Oron Kira. Scoprirono, oltretutto, che il rapimento era stato organizzato dalla stessa Galia, nel tentativo di sposare segretamente Oron. Galia rivelò ai Jedi che la dinastia reale era votata al lato oscuro e che i Signori delle Belve non erano che combattenti per la libertà del pianeta e della sua popolazione. Cercando di trovare una soluzione pacifica, Ulic convinse Galia e Kira a recarsi da Amanoa e confessarle il loro amore. La Regina Amanoa rimase profondamente turbata dalla rivelazione e dichiarò sua figlia traditrice, ordinando alle sue truppe di arrestare lei ed i Jedi. Subito scoppio una sanguinosa battaglia. Contemporaneamente, però, i Signori delle Belve lanciarono l’attacco decisivo a Iziz: da quello si sarebbero decise le sorti dell’intero conflitto civile. Amanoa fece appello allo spirito di Freedon Nadd, i cui poteri soccorsero i difensori di Iziz: le truppe monarchiche si trovarono subito in notevole vantaggio, attaccando i Signori delle Belve ed impedendo loro di riportare anche misere vittorie. Nemmeno i Jedi stessi poterono competere col potere di Nadd.

La battaglia pareva perduta quando giunse Arca Jeth: egli usò i propri elevati poteri della Forza per ribaltare le sorti della battaglia, che volsero a favore dei Signori delle Belve. Il potere di Nadd fu ricacciato nel suo sarcofago; Amanoa, senza più sostegni vitali da parte sua, morì. Le truppe dei Cavalca Bestie conquistarono Iziz poco dopo, occupando il palazzo reale. La Guerra delle Belve di ebbe finalmente fine con le nozze fra Oron Kira e Galia, che avrebbero dovuto cancellare il tetro passato di Onderon e conciliare la popolazione di Iziz con i Signori delle Belve. I tempi duri per Onderon non erano finiti, ma la pace era stata finalmente raggiunta.

Arca, tuttavia, espresse la sua delusione nei confronti delle azioni dei suoi allievi, in particolare per l'incapacità di Ulic di percepire la presenza del lato oscuro che circondava Onderon e affermò che forse non era adatto a quel tipo di missioni. Ulic non ne fu affatto convinto e mostrò il suo disappunto nei confronti delle conclusioni del suo Maestro.

I Jedi contro la Rivolta Naddista.

Poco tempo sopo scoppiò la Rivolta Naddista. Galia consigliò ad Arca di andare a parlare con suo padre, Ommin, per tentare di ricevere consiglio. Il lato oscuro era talmente penetrato in lui che era costretto a vivere grazie ad un sistema di sostentamento. Durante il colloquio fra i due, però, apparve lo spirito di Freedon Nadd, che diede a Ommin abbastanza forza per prendere Arca e portarlo via. Frattanto, i Naddisti attaccarono nuovamente per consentire all’ex-sovrano di scappare, ma Ulic riuscì ad eliminare finalmente Warb Null, leader dei Naddisti, anche se non riuscì a salvare Arca.

Una flotta di incrociatori fu inviata sul pianeta per mettere fine al conflitto civile. A bordo della flotta v’era l’apprendista Jedi Nomi Sunrider, che fece appello alle proprie capacità nella Meditazione da Battaglia per stabilire le sorti del conflitto. Naturalmente, i Naddisti non poterono nulla contro i soldati della Repubblica, guidati dagli stessi Jedi. Un plotone di Cavalieri Jedi, guidato da Ulic] riuscì a trovare il nascondiglio di Ommin e a salvare Arca. A questo punto riapparve lo spirito di Nadd, che consumò Ommin definitivamente, spostando i propri interessi su Aleema e Satal Keto, due aspiranti utilizzatori del lato oscuro che avrebbero potuto essergli utili. Durante il combattimento, Nadd rivelò ad Ulic che presto sarebbe diventato il più grande Signore dei Sith che la galassia avesse mai conosciuto e che egli stesso aveva portato numerosi sensibili alla Forza su Onderon, in modo da assicurare la nuova generazione di apprendisti Sith. Ulic e la sua nuova compagna, Nomi Sunrider, iniziarono a condurre alcuni indagini in relazione agli ultimi e allarmanti eventi.

Il conflitto Krath

"Ulic Qel-Droma: io sono solo un umile droide torturatore, mentre tu sei un grande Cavaliere Jedi. I miei padroni sono felici che tu abbia deciso di unirti ai nobili Sith, ma desiderano che la tua lealtà sia testata...e verificata."
―Ulic, torturato da un droide dei Krath[fonte]


Per difendersi dall'attacco dei Jedi nel sistema dell'Imperatrice Teta, Aleema Keto utilizzò i poteri del lato oscuro per nascondere il reale numero dei Krath e sorprendere i loro nemici. In una situazione di estrema confusione, le forze di Ulic si ritrovarono completamente impreparate per affrontare i Krath e furono costrette alla ritirata. Durante il primo scontro, Ulic fu ferito da un caccia CX-133 Chaos e, a causa di una stregoneria Sith, la sua guarigione fu molto lenta, nonostante le cure approntate da Nomi.

Ulic, infine, diventò Osservatore di Teta per le sue conoscenze sui Krath, mentre i Jedi si riunirono in massa sul pianeta Deneba nel tentativo di trovare una soluzione definitiva contro la nuova minaccia. Durante il conclave, Ulic suggerì ai suoi compagni un piano che lo avrebbe portato su un sentiero incerto e pericoloso. Egli affermò che, data l'estensione dell'influenza dei Krath, un Jedi avrebbe potuto infiltrarsi tra i loro ranghi e rovesciare l'oscurità dal suo interno. I Maestri Jedi, tuttavia, respinsero il piano di Ulic, ritenendolo sconsiderato e esageratamente rischioso; ad ogni modo, prima che potessero prendere qualsiasi decisione, subirono l'attacco a sorpresa dei Krath. Nella tremenda battaglia che seguì, il maestro di Ulic, Arca Jeth, fu ucciso.

Il giovane Jedi incolpò se stesso per la morte del suo insegnante. Accecato dalle emozioni, Ulic, nonostante il parere negativo di Nomi Sunrider, decise di attuare il suo piano. Dopo aver studiato un holocron Sith, incontrò suo fratello Cay per convincerlo ad unirsi alla sua missione. Tuttavia il fratello espresse le stesse riserve di Nomi e Ulic, non vedendo alternative, partì per la sua avventura solitaria, dopo aver dichiarato il suo amore a Nomi.

Nelle profondità di Cinnagar, Ulic assistette ad una pubblica esecuzione presenziata da Aleema Keto. Nel frattempo, un uomo riuscì a fuggire ai suoi aguzzini e attaccò il leader Krath. Come prima prova della sua futura leatà, Ulic uccise l'uomo prima che potesse raggiungere Aleema. Sebbene Aleema si dimostrò grata per il suo intervento, Satal Keto fu in qualche modo disturbato dall'arrivo del misterioso straniero: lo inviò alla Cittadella di Ferro, lo fece torturare e avvelenare con pozioni Sith.

Intanto, nel tentativo di mettersi in contatto con Ulic, Nomi, Cay e Tott Doneeta giunsero su Cinnagar, e la stessa Nomi si infiltrò nella città. Ulic, sopravvissuto alle torture, ordinò a Nomi di farsi imprigionare. Credendo che la loro comunicazione stesse avvenendo su un canale segreto, Ulic espresse la sua volontà di rimanere al servizio dei Krath per ancora un po' di tempo, in modo da poter scoprire i loro piani. Sfortunatamente per lui, Satal intercettò la sua conversazione con Nomi e condannò entrambi a morte.

Ulic, ora sedotto da Aleema e divenuto il suo amante, fu attaccato da un assassino Krath su ordine di Satal: ricolmo di rabbia, andò dal leader Krath e lo uccise in un impeto di violenza, reclamando vendetta per la morte di Arca Jeth e per il tentativo di omicidio nei suoi confronti. Nel frattempo, Nomi riuscì a fuggire dalla prigionia e contattò Cay e Tott affinchè la assistessero durante il salvataggio. Dopo aver abbattuto le difese nemiche, i Jedi liberarono Nomi. L'odio di Ulic continuò ad imperversare anche davanti alle preghiere del fratello Cay, che lo supplicò di salire a bordo della nave con gli altri Jedi. Ulic non gli dette ascolto. I Jedi partirono così da Cinnagar, lasciando che Ulic diventasse tutt'uno con il lato oscuro.

Aleema condusse Ulic nei meandri dell'oscurità e gli consegnò un antico amuleto Sith che gli fornì grandi poteri. Con l'imminente invasione Jedi, egli si preparò a recidere i legami con i suoi ex amici. Cay, Nomi e altri Jedi non si diedero per vinti e organizzarono un'ulteriore spedizione per salvare Ulic. Attaccando i caccia d'avanguardia, i Jedi fecero breccia nelle antiquate difese aeree dei Krath e incontrarono Ulic nella Cittadella di Ferro di Cinnagar, sperando di riportarlo sul sentiero della luce. Tuttavia Ulic si rifiutò di seguirli, accusando suo fratello e la sua ex amante di essere delle deboli pedine dei Jedi. Convinti che il suo comportamento fosse dovuto unicamente alla pozione Sith di Satal, i Jedi cercarono di riportarlo all'Ordine affinchè fosse riprogrammato. Percependo il susseguirsi degli eventi, Aleema, tramite le sue arti magiche, cercò di mettere fuori gioco Nomi, l'unica persona che avrebbe potuto redimere Ulic, ma Nomi la sconfisse facilmente grazie alla sua Meditazione da Battaglia. Forzato all'azione, Ulic, con il suo amuleto, trattenne Cay e Nomi alla baia di carico e i due Jedi, realizzando la profondità della sua caduta, decisero di abbandonare ogni tentativo di redenzione.

L'apprendistato sotto Exar Kun

"Tu sarai uno dei più grandi, ma verrà un altro ancora più grande di te."
Freedon Nadd[fonte]


Nonostante la loro vittoria contro i Jedi, Ulic e Aleema furono sorpresi di dover affrontare una nuova minaccia nel giro di un brevissimo lasso di tempo.

Marka Ragnos proclama Ulic e Exar Kun Signori dei Sith.

Poco dopo la partenza dei loro nemici, infatti, arrivò alla Cittadella di Cinnagar Exar Kun, un Jedi Oscuro che aveva imboccato il sentiero delle tenebre e abbracciato gli insegnamenti di Freedon Nadd. Kun era giunto in città dopo aver percepito la presenza di Ulic, unico iniziato Sith che potesse contendergli il mantello di Signore Oscuro. In un'epica battaglia, i due Jedi Oscuri incrociarono i loro destini in una violenta lotta per il potere. Durante lo scontro, l'amuleto Sith indossato da entrambi iniziò a proiettare una visione dell'Età d'oro dei Sith. Improvvisamente, lo spirito di un antico Signore Oscuro dei Sith, Marka Ragnos, apparve di fronte a Ulic e Kun. Questi affermò che entrambi sarebbero diventati le future guide dei Sith e che avrebbero governato nuovamente la galassia, ristabilendo il dominio dell'oscurità. Ragnos marchiò le loro fronti con simboli di potere: Exar Kun fu nominato Signore Oscuro dei Sith, mentre Ulic suo primo apprendista.

Iniziò così la Grande Guerra Sith. Ulic si alleò con Aleema nelle vesti di Signore della guerra del sistema Imperatrice Teta. Tuttavia, Mandalore l'Indomabile, leader dei Mandaloriani, contendette a Ulic il dominio del sistema. In un duello tra i due, Ulic riuscì a sconfiggere il guerriero, che, di conseguenza, si piegò al suo regime, sottomettendo i suoi eserciti al comando dei Sith. Ulic iniziò ad attuare un vero e proprio genocidio su larga scala grazie alla superarma dei Krath, l'Oscura Mietitrice. Egli, tuttavia, disobbedì agli ordini del suo Maestro e attaccò direttamente la capitale della Repubblica Galattica, Coruscant. Fu però tradito dalla sua amante Aleema, catturato da un gruppo di Jedi e portato dinnanzi al Senato per rispondere dei suoi crimini. Ulic rifiutò di chiedere perdono per le sue azioni e annunciò l'imminente ritorno di una nuova Età d'oro dei Sith. In quel momento, Exar Kun irruppe nel processo per salvare il suo alleato, dopo essere stato avverito da Mandalore del del tradimento di Aleema. Scoppiò un feroce duello, nel quale furono uccisi il Cancelliere Supremo e il vecchio Maestro di Kun, Vodo-Siosk Baas. I due Sith lasciarono infine il Senato e abbandonarono Coruscant.


"Avresti dovuto...LASCIARMI! DA SOLO!"
―Ulic, mentre uccide suo fratello Cay[fonte]


Ulic uccide suo fratello Cay su Ossus.

Dopo la fuga da Coruscant, Ulic e Kun decisero di inviare Aleema a distruggere le stelle della Cintura di Cron, azione che avrebbe portato all'eliminazione della Biblioteca Jedi sul vicino pianeta di Ossus. In questo modo, non solo cancellarono le difese dei Jedi, ma punirono anche il tradimento di Aleema, dato che la donna morì a causa delle radiazioni stellari conseguenti all'esplosione. I due Signori dei Sith scesero poi su Ossus e si avventurarono nella Biblioteca per rubare alcuni artefatti Jedi, prima che fosse completamente distrutta. Sul pianeta, Ulic trovò suo fratello Cay ad aspettarlo e immediatamente inziarono a duellare. Cay fu ucciso, ma Ulic fu scosso da emozioni mai provate prima: l'omicidio del fratello lo gettò nel caos più tremendo e le fibre della sua esistenza iniziarono a lacerarsi per i sensi di colpa. Nomi Sunrider, incapace di comprendere le azioni del suo vecchio amore, utilizzò una tecnica proibita della Forza nel tentativo di fermare l'avanzata di Ulic. La donna attinse a tutti i suoi poteri per spezzare il legame di Ulic con la Forza: di conseguenza, lo spirito dell'uomo fu scosso nel profondo e tornò infine alla luce. Ulic aiutò i Jedi a sconfiggere Exar Kun, conducendoli al suo quartier generale sulla Quarta Luna di Yavin.

Nomi Sunrider spezza la connessione con la Forza di Ulic.

Redenzione

"Ti devo così tanto, Maestro Arca. Lo farò per te. Vivrò...ma a che scopo?"
―Ulic Qel-Droma[fonte]


Privato dei suoi poteri, Ulic andò in esilio. Per circa dieci anni vagò per la galassia cercando di capire le ragioni della sua esistenza. Infine si stabilì su Yavin IV con l'aiuto di un pilota di nome Hoggon. Tuttavia, i ricordi delle malvagità perpetuate sul pianeta da lui ed Exar Kun erano ancora molto vividi nella sua mente. Decise pertanto di spostarsi verso spazi più isolati. Hoggon lo condusse sul mondo ghiacciato di Rhen Var. Lo stesso Hoggon, che si era messo in contatto con la figlia di Nomi Sunrider, Vima, fu ingaggiato per cercare di capire dove di fosse nascosto Ulic. Quando scoprì di aver fatto salire a bordo della sua nave un tale criminale, rimase sconvolto, ma accettò di aiutare Vima a rintracciare il Jedi perduto su Rhen Var. Vima si confrontò con Ulic sul remoto mondo ghiacciato ed espresse il desiderio di essere addestrata da lui nelle vie dei Jedi. Ulic rifiutò l'offerta, credendo che i suoi insegnamenti le avrebbero causato solo sofferenza. Tuttavia Vima gli ricordava fin troppo il suo vecchio amore, Nomi. Non riuscendo più a nascondere i suoi sentimenti, decise di addestrare sua figlia. Sebbene privo della Forza, le insegnò il combattimento con la spada laser e insieme costruirono alcune statue in onore di Arca Jeth e del padre di Vima, Andur Sunrider.

Seguendo le orme di Vima, Nomi si recò su Rhen Var e vide la statua che ella aveva dedicato ad Ulic. Infine trovò Ulic finalmente in pace con se stesso.

Nomi Sunrider abbraccia il corpo senza vita di Ulic.

Tuttavia, fatto ignoto a Ulic, era giunta sul pianeta un'altra Jedi, una Cathar di nome Sylvar, portando con sè terribili propositi di vendetta. Ricolma d'odio per la morte del suo Maestro avvenuta per mano di Ulic anni prima, Sylvar si lanciò verso di lui con grande violenza, ma egli rifiutò di combattere. Convinse la Jedi a riporre la sua arma e queste furono le sue ultime parole:


"Non posso cambiare il passato. So di aver fatto del bene. Ma il lato oscuro ha la capacità di insinuarsi nel cuore delle persone, dovresti saperlo. E finalmente, il mio cuore è muto. Non sei il mio giudice, Sylvar. Sei una semplice pedina in mano alle tue emozioni. Non ti combatterò."
―Ulic Qel-Droma[fonte]


Ulic fu ucciso negli istanti successivi da Hoggon, che lo colpì alle spalle. Per il pilota, infatti, le sue parole erano state solo le ultime minacce di un uomo malvagio che aveva ucciso senza pietà molti dei Jedi da lui ammirati. Nomi, sconvolta, si precipitò sul corpo di Ulic: questi le chiese di perdonare le sue azioni e lei gli rispose che lo aveva già fatto. Infine Ulic diede a Vima una collana, in segno di eterna graditudine, poichè lei era stata il motore della sua redenzione e del ritrovamento della pace interiore. Con le sue ultime energie, il soffio vitale di Ulic abbandonò il suo corpo e diventò tutt'uno con la Forza.

Eredità

Qel-Droma ebbe almeno un figlio da una donna sconosciuta e uno dei suoi discendenti fu il mercenario di nome Qaga Lok, che diventò Adepto del Lato Oscuro con il titolo di Sedriss.

Anakin Skywalker entra nella tomba di Ulic Qel-Droma per apprendere come annientare l'Oscura Mietitrice.

Un ologramma di Ulic fu ritrovato da Anakin Skywalker durante le Guerre dei Cloni. Anakin raggiunse la tomba di Qel-Droma su Rhen Var nel tentativo di distruggere l'Oscura Mietitrice, un'antica superarma Sith riattivata dal Conte Dooku. Utilizzando le informazioni apprese da Ulic, Anakin riuscì a distruggere la macchina. Tuttavia, Ulic avvertì Skywalker che la sua conoscenza lo avrebbe reso una possibile preda del lato oscuro, avvertimento che sarebbe divenuto in seguito realtà.

Personalità e tratti

Ulic era molto sicuro si sè, tanto da essere considerato spesso arrogante ed avventato. Sicuramente impulsivo, durante la sua gioventù cercò di apprendere il più possibile nei campi di studio più svariati, spendendo grandi forze ed energie per dimostrarsi sempre il migliore. La sua personalità cambiò drasticamente con l'arrivo dei Krath. Egli cadde sotto l'influenza del lato oscuro e iniziò a considerare i Jedi come dei codardi preda delle proprie paure. La sua redenzione avvenne solamente dopo la morte del fratello Cay. Negli ultimi anni, riuscì a superare il pesante senso di colpa causato dalle sue azioni solo grazie ad una ricerca profonda della solitudine. Tuttavia, l'arrivo di Vima gli recò un grande sollievo e lo fece riflettere sulla sua vita.

Poteri e abilità

Ulic Qel-Droma Cavaliere Jedi.

Ulic aveva il potere di attenuare gli effetti mortali dell'Oscura Mietitrice e, grazie a questa abilità, riuscì a distruggere la superarma. Insegnò la stessa tecnica ad Anakin Skywalker su Rhen Var, attraverso un holocron, durante le Guerre dei Cloni, cosicchè anche Anakin fu in grado di eliminare la minaccia dell'Oscura Mietitrice prima che il Conte Dooku la utilizzasse contro la Repubblica. Era abile nello stile Djem So e sapeva parlare l'Arkaniano, il Ryl e la lingua Sith.

Dietro le quinte

Ritratto

Nell'adattamento audio delle Tales of the Jedi, Ulic è interpretato dall'attore David Scott Gordon, mentre in Dark Lords of the Sith da John Cygan. In Star Wars: The Clone Wars, la voce è di Charles Dennis.

Origini

Ulic Qel-Droma è uno dei protagonisti della serie a fumetti intitolata Le Cronache dei Jedi. La sua storia rispecchia in molti particolari quella di Anakin Skywalker e questo contatto viene in qualche modo dichiarato nel videogioco Star Wars: The Clone Wars, in cui il fantasma di Ulic mette in guardia Anakin circa le lusinghe del lato oscuro.

In un'intervista, Tom Veicht ha dichiarato che c'è una connessione tra Ulic e Luke Skywalker e ha sottolineato che "Ulic" sarebbe in realtà un anagramma di "Luke". Ha inoltre affermato che "L'idea è stata: prendiamo un giovane eroe idealista, non facciamolo simile a Skywalker, ma diamogli delle fattezze differenti; lasciamogli però la stessa impronta del ragazzo impulsivo e assolutamente sicuro di se stesso".

Originariamente, nelle note finali di Dark Empire, Veicht aveva pianificato una diversa versione della vicenda di Qel-Droma. Ulic sarebbe rimasto su Imperatrice Teta per molti mesi, prima emergendo come generale Krath e impegnandosi in lunghe campagne di conquista e poi diventando un Sith a tutti gli effetti. Il personaggio di Exar Kun non era incluso nella trama e Ulic infine non sarebbe stato redento, ma sarebbe rimasto un seguace del lato oscuro fino alla morte.

Presente in

Ulic Qel-Droma Signore dei Sith.

Fonti

Vedi anche

Link esterni