Cannone blaster rotante Z-6
Cannone blaster rotante Z-6 | |
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Cannone blaster rotante Z-6 |
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Arma pesante di supporto alla fanteria, il cannone blaster rotante Z-6 della Merr-Sonn Munitions ha debuttato durante la Guerra dei Cloni, benché concettualmente, i cannoni rotanti multicanna non mancano di precedenti in altre culture. Lo Z-6 era considerato la più evoluta arma di questo tipo, anche se ebbe un’applicazione limitata durante la Guerra dei Cloni.
Caratteristiche
Lo Z-6 faceva uso di un gruppo di canne rotanti per aggirare il problema della pausa di raffreddamento della circuitazione galvanica che doveva allinearle per fare fuoco. I circuiti galvanici servivano a far collimare il plasma eccitato che si caricava elettricamente nel blaster. I circuiti conduttori suddividevano il plasma in raggi separati che poi uscivano dalle canne. I circuiti galvanici avevano limiti pratici dovuti alla loro esposizione al plasma energetico, limiti che dettavano la frequenza di sparo di un’arma. Un’esposizione troppo lunga danneggiava i circuiti, col risultato che intere canne dovevano essere sostituite a causa del surriscaldamento.
Lo Z-6 aggirava questa limitazione incorporando sei canne in rapida rotazione, ciascuna con canali galvanici che si alternavano fra loro, con l’intero gruppo disposto intorno a un’asse centrale con funzione refrigerante. I canali galvanici alternati rendevano necessarie canne più lunghe, ma soltanto metà della lunghezza delle canne aveva il proprio circuito attivo durante ciascuno sparo. Inoltre, il tempo richiesto da una canna per compiere due rotazioni era sufficiente a consentire alla circuitazione galvanica di raffreddarsi a livelli accettabili. Questo comportava che lo Z-6 avesse una frequenza di fuoco impressionante, che poteva arrivare a 166 giri al secondo.
Lo Z-6 aveva diversi svantaggi rilevanti. La sua alta frequenza di fuoco implicava un altissimo consumo di munizioni. Un disco corazzato di gas reagente per blaster era collocato dietro le canne del cannone. Il processo di formazione del laser e gli elettromotori che facevano girare i cannone erano alimentati da celle energetiche a catena che davano allo Z-6 il suo noto soprannome: "chaingun".
L’arma era poi pesante e presentava un rinculo molto forte. Benché la Merr-Sonn avesse sperimentato impianti giroscopici e stabilizzatori da carico a repulsione, tali accessori rendevano quest’arma -già complessa dal punto di vista meccanico- troppo ingombrante e a rischio malfunzionamenti, specialmente nelle operazioni in ambienti con condizioni naturali proibitive.Lo Z-6 ha dato prova di essere sorprendentemente efficace nel fare piazza pulita nei punti di atterraggio, ma le truppe sul campo lo hanno trovato troppo ingombrante e affetto da guasti per consentirne un uso diffuso. Veniva invece riservato a missioni speciali con esigenze tattiche specifiche.
Presente in
- Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 21" (prima apparizione)
- Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 23"
- Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 25"
- Star Wars: The Clone Wars: Live Fire (fonte canonica ambigua)
- Star Wars The Clone Wars Volume 2: Crash Course
- Star Wars: The Clone Wars – "Ambush"
- Star Wars: The Clone Wars – "Rookies"
- Republic Commando: Triple Zero
- Star Wars: Battlefront II
- Star Wars: Purge
- Star Wars: Il potere della Forza