Cannone blaster rotante Z-6

Da SWX | DataBank Italiano su Star Wars - Guerre Stellari.
Yoda 10.JPG

Maestro Qui-Gon, altro da dire tu hai?

E' stato richiesto un approfondimento di questa voce.

Per favore, migliora questa voce rispettando le linee guida del DataBank e rimuovi questo avviso una volta terminato il lavoro.

Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.
Cannone z6 1.jpg
Cannone blaster rotante Z-6
Informazioni di produzione
Produttore

Merr-Sonn Munitions

Modello

Cannone blaster rotante Z-6

Tipo

Chaingun

Uso e storia
Ere

Era dell'ascesa dell'Impero

Affiliazione

Arma pesante di supporto alla fanteria, il cannone blaster rotante Z-6 della Merr-Sonn Munitions ha debuttato durante la Guerra dei Cloni, benché concettualmente, i cannoni rotanti multicanna non mancano di precedenti in altre culture. Lo Z-6 era considerato la più evoluta arma di questo tipo, anche se ebbe un’applicazione limitata durante la Guerra dei Cloni.

Caratteristiche

Lo Z-6 faceva uso di un gruppo di canne rotanti per aggirare il problema della pausa di raffreddamento della circuitazione galvanica che doveva allinearle per fare fuoco. I circuiti galvanici servivano a far collimare il plasma eccitato che si caricava elettricamente nel blaster. I circuiti conduttori suddividevano il plasma in raggi separati che poi uscivano dalle canne. I circuiti galvanici avevano limiti pratici dovuti alla loro esposizione al plasma energetico, limiti che dettavano la frequenza di sparo di un’arma. Un’esposizione troppo lunga danneggiava i circuiti, col risultato che intere canne dovevano essere sostituite a causa del surriscaldamento.

Lo Z-6 aggirava questa limitazione incorporando sei canne in rapida rotazione, ciascuna con canali galvanici che si alternavano fra loro, con l’intero gruppo disposto intorno a un’asse centrale con funzione refrigerante. I canali galvanici alternati rendevano necessarie canne più lunghe, ma soltanto metà della lunghezza delle canne aveva il proprio circuito attivo durante ciascuno sparo. Inoltre, il tempo richiesto da una canna per compiere due rotazioni era sufficiente a consentire alla circuitazione galvanica di raffreddarsi a livelli accettabili. Questo comportava che lo Z-6 avesse una frequenza di fuoco impressionante, che poteva arrivare a 166 giri al secondo.

Lo Z-6 aveva diversi svantaggi rilevanti. La sua alta frequenza di fuoco implicava un altissimo consumo di munizioni. Un disco corazzato di gas reagente per blaster era collocato dietro le canne del cannone. Il processo di formazione del laser e gli elettromotori che facevano girare i cannone erano alimentati da celle energetiche a catena che davano allo Z-6 il suo noto soprannome: "chaingun".

Uno Z-6 in azione.
L’arma era poi pesante e presentava un rinculo molto forte. Benché la Merr-Sonn avesse sperimentato impianti giroscopici e stabilizzatori da carico a repulsione, tali accessori rendevano quest’arma -già complessa dal punto di vista meccanico- troppo ingombrante e a rischio malfunzionamenti, specialmente nelle operazioni in ambienti con condizioni naturali proibitive.

Lo Z-6 ha dato prova di essere sorprendentemente efficace nel fare piazza pulita nei punti di atterraggio, ma le truppe sul campo lo hanno trovato troppo ingombrante e affetto da guasti per consentirne un uso diffuso. Veniva invece riservato a missioni speciali con esigenze tattiche specifiche.

Presente in

Un Marine Galattico utilizza un "chaingun".

Fonti