Ultima modifica il 15 set 2009 alle 12:39

Deriva stellare di tipo J

Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.
Skiff 1.jpg
Deriva stellare di tipo J
Note di fabbricazione
Produttore

Nubia Star Drives/Corpi di Ingegneria Astronavale del Palazzo di Theed

Serie

Deriva stellare di tipo J

Modello

Deriva stellare di tipo J modificata

Tipo

Yacht

Note tecniche
Lunghezza

29.2 mt.

Larghezza

49.3 mt.

Velocità atmosferica massima

1050 km/h

Unità motrici

Motori subluce Sossen-7

Iperguida

Classe 0.5

Sistema di iperguida

Sistema di iperguida modificato

Scudi

Equipaggiata

Corazza

Rinforzato con placche di cromo

Sensori

Equipaggiata

Sistemi di puntamento

Equipaggiata

Sistemi di navigazione

Equipaggiata

Avionica

Equipaggiata

Contromisure

Sistema di disturbo dei sensori

Armi

2 cannoni laser montati in cima

Equipaggio
  • 1 pilota
  • 1 navigatore
  • 1 artigliere
Passeggeri

3

Utilizzo
Ruoli
  • Trasporto
  • Astronave personale
Epoche

Era dell'ascesa dell'Impero

Affiliazione

La deriva stellare di tipo J (o skiff stellare di tipo J), a volte chiamata deriva stellare Naboo, era uno yacht stellare creato dai Corpi di Ingegneria Astronavale del Palazzo di Theed per il Casato Reale di Naboo. Fu chiamata deriva stellare a causa del suo principale scopo come trasporto passeggeri, un ruolo spesso condiviso con i comuni veicoli a repulsione di superficie noti come derive.

Caratteristiche

Questo veicolo argenteo era costituito di uno scafo principale a forma di goccia supportato da un’ampia ala, con un abitacolo montato sull’anteriore ed uno spazio soprendente all’interno. La stiva conteneva spaziosi armadietti, e all’interno vi era una piccola ma ben equipaggiata stanza medica. I sistemi di controllo erano di progettazione Naboo standard, dimostrandosi così familiari per chi avesse già dimestichezza con altri veicoli simili.

La deriva stellare era ricoperta da luccicante cromo, una caratteristica riservata normalmente alle navi spaziali dei monarchi di Naboo. La Regina Apailana tuttavia proseguì questa tradizione regale con Amidala, in segno della infinita riconoscenza e ammirazione che il suo popolo aveva ancora verso la Senatrice.

Probabilmente l’implemento più strano applicato alla deriva, ed una prova esplicativa di quanto fossero probanti i tempi delle Guerre dei Cloni, fu una coppia di cannoni laser montati sull’anteriore, che rendeva questa nave l’unico mezzo armato della Senatrice Amidala. Le griglie di protezione esposte, i motori subluce Sossen-7, ammaccati e scoloriti, ed altri piccoli particolari sono prova di questo periodo a dir poco turbolento.

Storia

La nave di Padmé Amidala in partenza verso Mustafar.

Nel solco della tradizione Naboo di lustre, levigate, luccicanti astronavi, la Senatrice Padmé Amidala usò una sensazionale navetta a forma di boomerang nei suoi ultimi giorni di vita, quando le Guerre dei Cloni erano vicine alla sua conclusione. Sebbene fosse piuttosto elegante, in qualche modo si trattava di un mezzo più utilitario rispetto allo yacht Nubiano di tipo H o all’enorme nave reale nubiana 327 di tipo J che aveva utilizzato negli anni precedenti.

Sebbene Padmé Amidala fosse più che capace di pilotare la nave, spesso lasciava il compito al Capitano Typho o C-3PO.

Amidala pilotò la navetta da Coruscant a Mustafar in un disperato ma fallimentare tentativo di riportare indietro il marito che aveva ceduto al lato oscuro della Forza. Amidala non fece più ritorno da questo viaggio fatale. A sua insaputa, inoltre, Obi-Wan Kenobi si era nascosto a bordo della nave, all’interno di un armadio di stocchaggio. Dopo lo sconvolgente confronto fra Anakin Skywalker e la moglie su Mustafar, e il duello fra Kenobi e il suo vecchio apprendista, Padmé -priva di sensi- venne portata a bordo della nave dai suoi fedeli droidi C-3PO e R2-D2. All’interno, grazie al compartimento medico, riuscirono a stabilizzare le sue condizioni fino al ritorno di Obi-Wan, il quale pilotò il veicolo verso la cintura di asteroidi di Polis Massa.

Presente in

Fonti

Altra immagine della deriva.