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Guerra Civile Galattica

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Grande Purga Jedi

Seguita da

Conflitto Primo Ordine-Resistenza

Executor 9.jpg
Inizio

Qualche tempo prima della Battaglia di Yavin

Fine

Concordato Galattico

Luogo

Galassia

Esito
Battaglie principali
Schieramenti


Comandanti


"I Jedi sono implacabili. Se non verranno eliminati subito sarà guerra civile, senza fine."
Darth Sidious[fonte]

La Guerra Civile Galattica fu il sanguinoso conflitto su scala galattica scaturito dall'insurrezione dell'Alleanza Ribelle contro il tirannico Impero Galattico, circa un ventennio dopo la Proclamazione del Nuovo Ordine.

Benché l'Impero disponesse di forze armate a dir poco stupefacenti e diede parecchio filo da torcere ai Ribelli, infliggendo loro anche pesanti sconfitte, l'Alleanza riuscì a conseguire vittorie importanti come la distruzione della Morte Nera e, infine, ad uccidere l'Imperatore Palpatine, gettando così l'Impero nel caos. In questo frangente, l'Alleanza poté conseguire l'obiettivo per la quale era nata, ricostituendo la Repubblica Galattica sciolta vent'anni prima da Palpatine sotto la forma della Nuova Repubblica. Quest'ultima conseguì una vittoria decisiva sull'Impero nella Battaglia di Jakku, che portò alla firma del Concordato Galattico ed alla fine della guerra, con la Repubblica impostasi come potenza galattica dominante.

Storia

Il fuoco della ribellione

"Solleviamoci insieme. Perché è così che siamo più forti: come un sol uomo."
Ezra Bridger[fonte]
I primi segnali di ribellione.

Il fuoco di una ribellione contro l'Impero e il dominio tirannico di Palpatine covava da tempo nella Galassia. Eccidi efferati, l'imperializzazione forzata della galassia, la creazione di una vasta rete di Forze Armate Imperiali e dell'Ufficio di Sicurezza Imperiale per controllare al meglio i sistemi sottomessi e la schiavizzazione di intere specie portò gradualmente al sorgere di un sentimento di rivolta. Tuttavia, per molti anni il regime imperiale fu largamente al sicuro dal momento che i vari movimenti di resistenza formatisi non riuscivano a trovare un coordinamento comune ed erano quindi impotenti di fronte alla mastodontica macchina bellica imperiale. Ciò non toglie che l'Impero vedesse con crescente preoccupazione il proliferare di movimenti di questo tipo, tant'è che i suoi massimi esponenti militari come Darth Vader e il Grand'Ammiraglio Thrawn ricevettero il compito di occuparsene.

Grazie agli sforzi di Bail Organa e Mon Mothma, circa vent'anni dopo la nascita dell'Impero, i movimenti ribelli riuscirono a dare vita ad una vera e propria Alleanza per la Restaurazione della Repubblica in grado di scatenare una ribellione su vasta scala contro l'Impero.

La Morte Nera

Il Devastator insegue la Tantive IV.
"Questo sarà un giorno da ricordare a lungo."
Darth Vader[fonte]

Grazie all'aiuto fondamentale delle proprie formidabili spie, l'Alleanza riuscì a scoprire dell'esistenza di una stazione da battaglia imperiale nota come Morte Nera, con un superlaser in grado di disintegrare interi pianeti in pochi secondi. Questo portò l'Alto Comando Ribelle a mettere il ritrovamento dei piani della stazione al massimo delle proprie priorità per poter poi lanciare un attacco.

Grazie agli sforzi di una taskforce di cui faceva parte anche Jyn Erso, che dovette confrontarsi con i soldati della morte di Orson Krennic, l'Alleanza riuscì ad entrare in possesso dei piani della stazione. Questo set venne passato alla Tantive IV, la nave consolare della principessa Leia Organa (che ancora si spacciava per senatrice imperiale), che partì per Tatooine per richiedere l'aiuto di Obi-Wan Kenobi, il vecchio Maestro Jedi.

La Morte Nera viene distrutta.

Sfortunatamente, Darth Vader scoprì del tradimento della Principessa e abbordò la Tantive IV in orbita intorno a Tatooine, arrestando la stessa Leia Organa, ma non trovando i piani, lanciati sul pianeta nella memoria del droide astromeccanico R2-D2. Mentre R2 e il droide protocollare C-3PO contattavano Kenobi e, insieme a Luke Skywalker, lasciavano il pianeta sul Millennium Falcon di Han Solo e Chewbacca, l'Impero fece sfoggio della potenza della Morte Nera distruggendo il pianeta Alderaan. Poco prima, Palpatine aveva disciolto il Senato Imperiale, accumulando tutto il potere nelle proprie mani. Ciò suscitò l'indignazione anche violenta di diversi cittadini nei tumulti della veglia per Alderaan.

La Principessa fu liberata, ma la Morte Nera, al comando del Gran Moff Tarkin e del Signore Oscuro dei Sith e apprendista dell'Imperatore, Darth Vader, scoprì l'ubicazione della base ribelle segreta su Yavin 4. Mentre la Morte Nera tentava di avvicinarsi al pianeta, i Ribelli combatterono coraggiosamente la difficile Battaglia di Yavin: alla fine, Skywalker riuscì a sparare il colpo e distrusse la Morte Nera, concedendo ai Ribelli questa fondamentale vittoria. Questa fu la battaglia che cambio radicalmente le sorti della Galassia.

L'Impero nel caos

"... è stata la tua incapacità di fermare un singolo caccia a rimandare l'Impero indietro di miliardi di crediti e quasi vent'anni di lavoro!"
Palpatine a Darth Vader[fonte]

La distruzione della Morte Nera fu una vittoria strepitosa per l'Alleanza e un colpo al cuore per l'Impero, ma non rappresentava la fine della guerra, né la sconfitta della mastodontica macchina da guerra imperiale. I Ribelli furono costretti ad evacuare Yavin 4, ormai scoperta dall'Impero, e mettersi alla ricerca di una nuova base. Palpatine assegnò il comando delle forze imperiali al Gran Generale Cassio Tagge, ordinandogli di capovolgere la situazione.

Galvanizzati dalla vittoria di Yavin, i Ribelli cercarono di penetrare nell'Orlo Intermedio stabilendo una serie di basi in quella zona della galassia, ma il contrattacco imperiale li costrinse ben presto alla ritirata. I Ribelli riuscirono comunque a conseguire un altro successo significativo distruggendo la Fabbrica di Armi Alpha su Cymoon 1, la più grande della galassia, tanto che l'Imperatore fu costretto a inviare Darth Vader a negoziare un patto con il signore del crimine Jabba lo Hutt per il commercio di armi.

Ritirata dell'Alleanza

La sconfitta ribelle a Hoth.

Deciso a capovolgere le sorti del conflitto, che stava volgendo pericolosamente a sfavore dell'Impero, l'Imperatore creò una taskforce speciale sotto il comando di Darth Vader denominata Squadrone della Morte per dare la caccia alla nuova base ribelle. La flotta imperiale disseminò la galassia di droidi sonda e, dopo molte ricerche infruttuose, finalmente lo Squadrone riuscì a scoprire della Base Echo e lanciò un attacco contro Hoth. La Battaglia di Hoth vide una cocente sconfitta della Ribellione: la vittoria imperiale costrinse l'Alleanza a sparpagliarsi e permise all'Impero di recuperare totalmente il vantaggio perduto.

Con i Ribelli dispersi e in fuga, Vader si mise immediatamente a caccia di Han Solo e Luke Skywalker, assoldando anche una squadra di cacciatori di taglie per lo scopo. Quest'ultimo riuscì a sfuggirgli, ma Solo venne catturato su Bespin durante la presa imperiale del pianeta, congelato nella carbonite e "donato" a Jabba.

La Battaglia di Endor

"L'Imperatore ha commesso un errore e l'ora del nostro attacco è venuta."
Mon Mothma[fonte]

Per i Ribelli era imperativo liberare Han Solo. Leia Organa, Lando Calrissian, Chewbacca, R2-D2 e C-3PO si infiltrarono nel Palazzo di Jabba su Tatooine e vennero successivamente raggiunti da Luke Skywalker. Essi liberarono Solo dalla carbonite, ma Jabba decise di giustiziarli gettandoli nel pozzo di Carkoon. Nella battaglia che ne seguì, i Ribelli riuscirono a uccidere Jabba e a fuggire da Tatooine.

La battaglia sullo spazio della luna boscosa di Endor.

L'Imperatore Palpatine aveva fatto segretamente sapere ai Ribelli che stava supervisionando la costruzione di una seconda e più potente Morte Nera: questo, a suo avviso, avrebbe costretto i Ribelli a sfruttare l'occasione e ad attaccare Endor, il pianeta dove si trovavano i cantieri. A questo punto, avrebbe teso loro una trappola e portato al lato oscuro Luke Skywalker, l'ultimo Jedi rimasto. Nei piani dell'Imperatore, questa battaglia avrebbe visto la distruzione totale dell'Alleanza.

Dapprima le sorti della Battaglia di Endor videro l'Impero primeggiare, sia nello spazio che sul pianeta, ma successivamente le sorti si capovolsero: Vader, redento, uccise l'Imperatore per poi morire a sua volta; grazie agli sforzi combinati di soldati ribelli ed Ewok, lo scudo della Morte Nera fu disattivato, e Wedge Antilles e Lando Calrissian poterono colpire il generatore centrale, distruggendo la stazione.

La Battaglia di Endor fu la battaglia che capovolse le sorti del conflitto. A seguito della battaglia, infatti, ondate di rivolte investirono tutto l'Impero, mentre i Ribelli potevano giustamente festeggiare la grande vittoria.

La fine della guerra

Un momento della Battaglia di Jakku.

Subito dopo Endor, l'Alleanza Ribelle si riorganizzò nella Nuova Repubblica e cominciò a restaurare il governo democratico che era stato distrutto da Palpatine, espandendosi rapidamente e liberando numerosi sistemi. Frattanto, l'Impero tentò di oscurare la notizia della sconfitta e reagì con atti come il Blocco di Ferro e l'Operazione Cenere. Su Coruscant, che nel frattempo stava sprofondando in una guerra civile, il potere fu assunto dal Gran Visir Mas Amedda, ma la Flotta Imperiale cadde sotto il controllo del Grand'Ammiraglio Rae Sloane e dell'Ammiraglio Gallius Rax, poi autoproclamatosi Consigliere dell'Impero.

Mentre l'Impero soccombeva a conflitti intestini, la Repubblica conquistava l'appoggio di sempre più sistemi stellari, riuscì a ricostituire il Senato Galattico ed a trovare una capitale su Chandrila.

A questo punto, la Flotta Imperiale tentò di organizzare una rivincita attirando la Repubblica su Jakku per quella che sarebbe stata la battaglia più grande e distruttiva da Endor. Gli ammiragli imperiali però avevano fatto male i loro calcoli e la battaglia che ne seguì fu una durissima sconfitta per ciò che restava della Flotta Imperiale, un tempo temibile e apparentemente invincibile. A quel punto, l'Impero dovette firmare il Concordato Galattico, arrendendosi alla Repubblica e mettendo fine alla guerra.

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