Impero Sith | |
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Epoche |
Il terzo Impero Sith, o Nuovo Impero Sith, fu il terzo e ultimo impero a portare questo nome. Fondato da Darth Ruin, gettò la Galassia nelle millenarie Nuove Guerre Sith.
Storia
Con la caduta dell’Impero Sith creato da Revan e con la totale disgregazione dei Sith nella loro guerra civile, la Galassia visse una lunga epoca di pace e prosperità, interrotta solo dalla Grande Guerra. Tuttavia, questa epoca non era destinata a durare in eterno. Infatti, duemila anni prima della Battaglia di Yavin, un Jedi Oscuro di nome Phanius radunò attorno a sé una cinquantina di Cavalieri Jedi, operando una nuova spaccatura nell’Ordine, lo Scisma di Phanius. Costui si ritirò su Qalydon, dove fondò un nuovo culto del lato oscuro e si proclamò Signore Oscuro dei Sith, con il nome di Darth Ruin.
Ruin e i suoi seguaci diedero subito battaglia alla Repubblica e ai Jedi e formarono l'Impero Sith, con capitale su Roon, scatenando le Nuove Guerre Sith, che avrebbero lacerato la Galassia per un millennio. Al suo apice, l’Impero Sith era ben più vasto di quelli precedentemente creati e teneva gran parte della Galassia sotto il suo giogo. Erano tempi bui e la Repubblica sembrava non potersi riprendere dalla strabiliante offensiva dei Sith. Vittorie di per sé eccezionali, come l’uccisione del Signore delle Tenebre su Malrev IV, non furono che brevi e deboli controffensive. A seguito della Battaglia di Mizra, l’Impero arrivò a controllare tre quarti della Galassia conosciuta.
Quando l’Impero raggiunse l’apice dell’espansione, però, diversi Signori dei Sith scatenarono delle piccole ribellioni e guerre intestine, che furono domate. Nonostante ciò, tali conflitti assunsero proporzioni sempre maggiori, che sfociarono nella Seconda Guerra Civile Sith. Durante questa crisi, la Repubblica riuscì a riguadagnare posizione e l’Impero crollò sempre più inesorabilmente.
Il patto fra Kaan, Qordis, Kopecz e gli altri aspiranti Signori Oscuri portò alla nascita della Confraternita dell’Oscurità sulle ceneri fumanti dell’Impero Sith, ormai franato su sé stesso.