Mandalore l'Indomabile

Da SWX | DataBank Italiano su Star Wars - Guerre Stellari.
Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Vecchia Repubblica.
Mandalore indomabile.jpg
Mandalore l'Indomabile
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Kuar

Morte

3.996 BBY, Dxun

Descrizione fisica
Razza

Taung

Sesso

Maschile

Informazioni storiche e politiche
Epoche

Era della Vecchia Repubblica

Affiliazione
"Un guerriero non conosce la resa."
―Mandalore l'Indomabile[fonte]

Mandalore l'Indomabile, in Mando'a tradotto come Te Kandosii Mand'alor, o semplicemente Mandalore per i nemici e alleati, è stato un maschio di razza Taung che ha rivestito la carica di signore della guerra dei Clan Mandaloriani prima e durante gli eventi della Grande Guerra Sith. Durante l'anno 3.996 BBY, ritenendo che i sette mondi del Sistema Imperatrice TETA sotto il controllo del Lato Oscuro della Forza della neonata società Krath, erano stati indeboliti da numerose campagne militari, Mandalore ha condotto i Crociati Mandaloriani in un'invasione del territorio Tetano. Ne seguì uno scontro con il Signore dei Sith, Ulic Qel-Droma, leader delle forze Krath, il cui esito vide la sconfitta del Mandalore, ed il personale giuramento di fedeltà dello stesso ad Ulic.

Nell'ambito del piano organizzato da Ulic per un'attacco diretto all'Ordine Jedi, Mandalore, insieme con la maga Krath Aleema Keto, aiutarono il Signore dei Sith a pianificare un'invasione della Repubblica, partendo da Coruscant. Dopo che Ulic venne catturato, Mandalore scoprì del tradimento dell'ambiziosa Krath, che sperava attraverso ciò di guadagnare il controllo dell'intera forza militare. Ricordando il giuramento su Kuar, Mandalore si recò dal Signore Oscuro dei Sith, Exar Kun, riferendo del rapimento e, pianificando così un'operazione di salvataggio. Il gruppo sì recò su Coruscant, ove Mandalore potè osservare la brutalità dei Guerrieri Massassi scatenati da Kun e, salvare Ulic.

Grato per la lealtà dimostrata dal Mandalore, Ulic lo nominò signore della guerra. Mentre i due Sith era impegnati ad attaccare i Jedi su Ossus, Qel-Droma ordinò al Mandalore di condurre il proprio esercito all'attacco di Onderon. Anche se la grande esperienza giocò inizialmente a loro favore, durante la battaglia l'abilità dei Cavalca Bestie guidati da Oron Kira, costrinse i Mandaloriani a ripiegare su Dxun. Durante la ritirata, Mandalore perse ogni contatto con le proprie truppe e, venne presto circondato da numerose creature feroci native di Dxun. Esse lo attaccarono, uccidendolo, tuttavia la sua maschera venne ritrovata da uno dei suoi soldati Taung, che si proclamò nuovo Mandalore.

Biografia

Un patto con i Sith

"Egli vuole conquistare. Credo di percepire un ardente bisogno che nemmeno lui capisce."
―Aleema Keto, commentando Mandalore l'Indomabile[fonte]

Nel corso delle generazioni, il titolo di Mandalore, tradotto come Mand'alor in Mando'a, è stata una grande onorificenza assegnata al leadere dei Clan Mandaloriani. Ad un certo punto, prima dell'anno 4.000 BBY, un soldato Taung si fece strada attraverso le fila dei Crociati Mandaloriani, assumendo così il titolo di Mand'alor. Coloro che combatterono al suo fianco lo nominarono "Indomabile" a causa dello spirito guerriero, dimostrato in numerose campagne e battaglie. Sotto il comando di Mandalore l'Indomabile, di continuo con la tradizione dei precedenti Mandalore, i Mandaloriani presero parte a numerose campagne di successo, che contribuirono ad alimentare la loro fama ed il loro prestigio.

Mandalore l'Indomabile a bordo del proprio Droide da Guerra Basilisk personale.

Nel 3.996 BBY, seguendo i propri dettami e le proprie regole d'onore, Mandalore guidò i propri Crociati alla ricerca di un degno avversario, contro il quale guidare una nuova crociata. Fu durante questo periodo che Mandalore, venne a conoscenza di un Jedi decaduto, neo Signore dei Sith, chiamato Ulic Qel-Droma. Il leader Mandaloriano credeva che Ulic, preso potere della setta dedita al culto del Lato Oscuro, chiamata Krath, utilizzando eccessivamente le risorse della propria flotta militare in svariate campagne, aveva lasciato vulnerabile il proprio sistema. Credendo di essere in grado di conquistare il sistema in questione, Mandalore guidò alcuni piccoli attacchi per testare i sistemi di sicurezza dei Krath. Infine, riuscì ad attirare l'attenzione di Ulic, quando grazie ad un Droide da Guerra Basilisk venne distrutto un'importante stazione di fusione della carbonite, causando una grande esplosione sul pianeta. In risposta Ulic ordinò al proprio aiutante, il Capitano Torri, di inviare una comunicazione minacciosa al Mandalore, ove veniva intimato a cessare gli attacchi, onde evitare una sonora sconfitta. Incuriosito dal Jedi, l'Indomabile propose una nuova soluzione, ossia un duello tra i due leader-guerrieri, il Signore dei Sith contro il Mandalore. Accettando l'offerta del leader Mandaloriano, Ulic stabilì che, in caso di propria vittoria, i Crociati Mandaloriani avrebbero dovuto giuragli fedeltà. E' così che le proposte vennero accettate.

Sul mondo Mandaloriano Kaur, presso la Piana di Harkul, Ulic e Mandalore si incontrarono. Cercando di limitare il Signore dei Sith nell'uso della Forza, Mandalore disse che il combattimento non si sarebbe svolto a terra, ma al dì sopra della Piana di Harkul su di una fitta rete di catene. Allo stesso modo, cercò di limitare ulteriormente la potenza del proprio avversario, utilizzando il proprio personalizzato Droide da Guerra Basilisk, mentre a Ulic non era consentito l'utilizzo di qualsiasi arma oltre la propria Spada laser. Le condizioni vennero accettate da Ulic, consapevole di poter sconfiggere il proprio avversario, utilizzando la Forza. Iniziato il combattimento, Mandalore si gettò con il proprio Basilisk contro l'avversario bersagliandolo di continuo, non facendo però conto dell'abilità di Ulic, che schivò ogni colpo danneggiando con la Spada laser il Basilisk e, costringendo così il Mandalore a combattere corpo a corpo. Tuttavia, rendendosi conto della superiorità del proprio avversario grazie all'uso della Spada laser, il leader Mandaloriano disse al Sith di riporre l'arma e, combattere entrambi con l'Ascia dei Mitosauri, la tradizionale arma dei Mandaloriani. Ulic accettò anche queste condizioni ed il combattimento continuò.

Infine, Mandalore l'Indomabile, venne sconfitto da Qel-Droma quando la propria arma venne distrutta. Accettando la sconfitta, i Crociati Mandaloriani, rispettarono i termini dell'accordo con il Signore dei Sith, mentre il loro capo chiedeva all'avversario vincitore di ucciderlo. Tuttavia, Ulic, non uccise il Mandalore, prevedendo per lui un destino migliore ed utile. Mandalore giurò così la propria fedeltà ad Ulic, alleando i Clan Mandaloriani ai Sith, decisione imponente e di un certo impatto per i decenni successivi della storia galattica. Grazie all'ausilio dei nuovi alleati Mandaloriani, Ulic iniziò a pianificare sempre più dettagliatamente la propria campagna contro la Repubblica Galattica, progettando così la futura Grande Guerra Sith. Qel-Droma pianificò così, insieme al Mandalore, un'attacco a tutto campo contro gli enormi cantieri Repubblicani in orbita attorno al pianeta Foerost.

La Grande Guerra Sith

Attacco a Foerost

"Ho i codici. Le navi sono nostre."
―Mandalore l'Indomabile, dopo la vittoria a Foerost[fonte]

Con i Crociati Mandaloriani, che operano sotto il comando di Ulic Qel-Droma, Mandalore l'Indomabile preparò i propri guerrieri al prossimo attacco contro la Repubblica, presso i cantieri navali di Foerost. Al tempo della Grande Guerra Sith, i cantieri navali di Foerost erano noti in ogni dove come i più antichi ed importanti impianti di costruzione della Galassia. A causa della grande importanza del pianeta per la Marina Repubblicana, Ulic pianificò l'attacco il più dettagliatamente e efficacemente possibile.

Mandalore e Qel-Droma, durante l'attacco su Foerost.

Coperti da un'illusione Sith creata da Aleema Keto, Mandalore, i suoi guerrieri, i Krath ed Ulic riuscirono ad avvicinarsi indisturbati ai cantieri Repubblicani. L'attacco ebbe inizio nel momento in cui una nave danneggiata entrò in contatto con i cantieri di Foerost, i quali inviarono subito dei lavoratori su di essa per ripararla e sistemarla del tutto. Successivamente l'illusione creata da Aleema svanì, consentendo così l'attacco da parte delle forze di terra, guidate dal Mandalore e dai Crociati Mandaloriani. Quest'ultimi violarono i sistemi di difesa del cantiere, garantendo copertura aerea alle forze Krath, grazie ai Droidi da Guerra Basilisk. Grazie alla leadership e al carisma del Mandalore, i Crociati combatterono con grande vigore, sistemando ben presto l'esito della battaglia a proprio favore.

Con la maggior parte dei cantieri navali sistemati, il Mandalore guidò Ulic ed Aleema al sistema di controllo centrale dell'intero cantiere. Una volta giunti, il Signore dei Sith richiese al personale Repubblicano presente, i codici per il controllo delle navi da guerra lì presenti. Nonostante il rifiuto iniziale, condotto tramite la scusante di non essere in possesso dei codici, Mandalore giustiziò brutalmente uno dei funzionari lì presenti, minacciando i restanti, convincendoli così a cedere i codici.

In quel momento, Ulic venne contattato dal Signore Oscuro dei Sith, Exar Kun, mentre il Mandalore procedeva ad utilizzare i codici, che consentivano l'utilizzo delle navi da guerra, utili nell'attuare il piano consistente nell'invasione di Coruscant. Anche se inizialmente Kun rifiutò un'attacco diretto a Coruscant, dicendo che Ulic e Mandalore avrebbero dovuto attendere la decisione della Confraternita Sith, infine dopo uno scambio verbale con il leader Mandaloriano, accettò. Con la benedizione di Kun, Qel-Droma, il Mandalore, Aleema iniziarono i preparativi per l'invasione della capitale Repubblicana.

Tradimento su Coruscant

"Non so chi voi siete, ma io ed Ulic siamo in grado di attaccare Coruscant. I Clan Mandaloriani sono i migliori guerrieri della Galassia...noi non abbiamo bisogno di aspettare l'intervento di qualche Jedi."
―Mandalore l'Indomabile, rivolgendosi ad Exar Kun[fonte]

Con l'esito positivo dell'attacco a Foerost e, grazie alla benedizione riluttante di Kun, Mandalore, Ulic e Aleema si prepararono all'invasione di Coruscant. Diffondendo un'errato ologramma contenente informazioni ingannevoli riguardo ai piani dei Krath, Mandalore ed Ulic riuscirono a convincere la Repubblica che il prossimo attacco sarebbe avvenuto presso la Stazione Spaziale di Kemplex IX. Con la maggior parte della flotta Repubblicana in orbita attorno a Kemplex IX, sotto il comando del Capitano Vanicus, i Crociati Mandaloriani guidarono un'attacco a sopresa su Coruscant.

Mandalore guida i suoi guerrieri durante l'invasione di Coruscant.

La conquista di Coruscant sembrava una "passeggiata" viste le numerosi navi da Guerra Krath e Droidi da Guerra Basilisk impiegati. Ma il Mandalore ed Ulic, non avevano fatto i conti con un gruppo di Jedi, guidati dal Maestro Vodo Siosk-Baas e, che giocarono un ruolo molto importante nella difesa di Galactic City. Nel mentre i Crociati guidavano l'attacco nelle strade del pianeta, il Mandalore assieme ad Ulic ed Aleema cercò di raggiungere un deposito, presso il quale la Repubblica aveva dato il via alla produzione di una nuova arma. Supportato dai Crociati, l'Indomabile arrivò nei pressi del deposito, ove scoprì la produzione di una nuova potentissima arma, l'MX, del quale se ne impossessò.

Dopo la cattura del MX, il Mandalore ricevette una chiamata da un'comandante Krath di ritirare le proprie truppe dal deposito e, dal pianeta stesso, raggiungendo la flotta in orbita attorno al pianeta. Sorpreso ed arrabbiato per l'ordine di ritirata, Mandalore chiese di parlare direttamente con Ulic. Il comandante Krath, riferisce della morte di Ulic, avvenuta durante gli scontri e, che la flotta Repubblicana era riuscita a fermare l'invasione. Rendendosi conto che, morto Ulic, il suo nuovo padrone era Aleema Keto, Mandalore ordinò ai propri uomini la ritirata, inconsapevole del tradimento della Krath, che aveva di fatto contribuito alla cattura del Signore dei Sith. Ritirato dal campo di battaglia, il leader Mandaloriano raggruppò i propri Crociati, ed assieme ai Krath fuggì da Coruscant.

Una volta tornato a Cinnagar, Mandalore ed i Krath scoprirono che Ulic non era morto, ma bensì prigionero della Repubblica, che mirava a metterlo sotto processo per svariati crimini. Presso la Camera di Guerra, Mandalore cercò spiegazioni che possano soddisfare e far recuperare l'onore ai propri soldati, fuggiti da Coruscant lasciandosi alle spalle Ulic, nelle mani della Repubblica. Deciso a discutere ed organizzare il salvataggio di Ulic, Mandalore affrontò l'argomento dinnanzi ad Aleema che sì rivelò tutt'altro che interessata a ciò, anzi, cercò di persuadere il leader Mandaloriano a dimenticare Ulic e schierarsi fedelmente al proprio fianco. Consapevole del tradimento di Aleema, Mandalore prese nuovamente le redini del comando preparando i Crociati e la propria flotta ad un nuovo attacco. A bordo della propria navetta personale Mandalore, inviò i Crociati, presso Yavin IV a cercare l'aiuto di Exar Kun.

Il Salvataggio di Ulic Qel-Droma

Template:Dialogue Trovando Kun e la Confraternita su Yavin IV, consentì al Mandalore di spiegare la cattura di Ulic e del tradimento di Aleema. Il Signore Oscuro dei Sith, radunò così un gruppo di guerrieri Massassi e, insieme con il Mandalore, raggiunse Coruscant.

Mandalore accompagna Kun durante il salvataggio di Ulic.

Arrivando a Coruscant, Mandalore guidò Kun ed i suoi seguaci Massassi presso l'aula del Senato ove si stava tenendo il Processo di Ulic. Con tutti i membri del Senato bloccati dalla Magia Sith creata da Kun, il Mandalore potè avvicinarsi ad Ulic, ribadendo la propria fedeltà al Signore dei Sith. I Jedi, cercarono tuttavia, di fermare tutto ciò, con Sylvar che attaccò numerosi Massassi,mentre Nomi Sunrider e Cay Qel-Droma cercavano di far ragionare Ulic. Nonostante ciò, Kun utilizzò i propri poteri per uccidere il Cancelliere Supremo, per poi uccidere il Maestro Vodo Siosk-Baas in un duello con le spade laser. I Jedi, non furono così in grado di impedire a Kun e al Mandalore di salvare Ulic, che poi fuggì insieme a loro.

Tornando presso la base Sith su Yavin IV, il Mandalore informò Ulic di ciò che era realmente accaduto durante l'invasione di Coruscant e, del tradimento di Aleema. Avvisando il proprio padrone di non fidarsi più della Krath, allo stesso tempo il Mandalore consigliò ad Ulic di non dare a vedere il proprio disprezzo e la propria rabbia per tale gesto. Seguendo tali consigli, Ulic si mostrò indifferente nei confronti di colei la quale l'aveva tradito, preparando però dentro di sè una dura vendetta. Per pagare il recente tradimento e, allo stesso tempo, proseguire la lotta contro la Repubblica ed i Jedi, ad Aleema venne affidato il compito di attaccare la Stazione Spaziale presso Kemplex IX, per poi distruggere una supernova ed attivare un'enorme processo distruttivo che avrebbe creato grandi disordini presso la roccaforte Jedi su Ossus. Ulic, progettò così la vendetta verso Aleema, che con la morte avrebbe pagato il tradimento. Dinnanzi a tale piano, ed inconsapevole dei dettagli più segreti, il Mandalore dichiarò la propria insoddisfazione per non essere stato scelto a condurre l'attacco su Kemplex IX. Ulic, disse così al grande guerriero, che una nuova missione era pronta per lui, ed altrettanto importante, su Onderon.

Battaglia finale

"Tutti i Guerrieri si preparino all'attacco. Siamo arrivati ad Onderon, antica casa del Jedi Oscuro, Freedon Nadd. Noi conquisteremo questo pianeta, come ordinato dal nostro padrone Ulic. Gli abitanti di Iziz non potranno nulla contro di noi. Lanciate!'"
―Mandalore l'Indomabile, rivolgendosi alle proprie truppe prima di invadere Onderon[fonte]

Per facilitare il compito di catturare e tenere sotto il controllo Sith, il Palazzo Reale di Iziz, Mandalore ordinò alla propria flotta di rimanere in orbita attorno al pianeta, mentre i Crociati Mandaloriani, a cavallo dei propri Basilisk sferrarono l'attacco.

Il droide da guerra Basilsk del Mandalore viene colpito dal fuoco nemico.

Con il Mandalore a guidarli, i guerrieri si fiondarono contro la città di Iziz, che venne difesa dai Cavalca Bestie, comandati dal neo sovrano Oron Kira. E' così che nacque un feroce scontro, nel cielo attorno alla città fortificata che opponeva i Basilisk mandaloriani contro i Drexl guidati dai Cavalca Bestie. Durante il combattimento, gli Onderoniani, riuscirono ad inviare un messaggio alla Repubblica, spiegando che Mandalore stava conducendo un'attacco contro di loro, chiedendo aiuto immediato. Agli ordini di Kira, i Cavalca Bestie riuscirono a resistere agli attacchi Mandaloriani, fino all'arrivo della flotta Repubblicana, che sotto il comando del capitano Orley Vanicus, guidò la resistenza contro gli invasori.

Mandalore continuò a guidare i propri guerrieri, che dimostrarono immensa ferocia e spietatezza, ma la potenza di fuoco combinata della Repubblica e degli Onderoniani si dimostrò troppo forte da poter gestire per i Mandaloriani. La situazione peggiorò nel momento in cui, la flotta di sostegno all'attacco Mandaloriano venne completamente distrutta. Così il Mandalore sì rese conto d'avere una possibilità di salvezza, rifugiandosi presso la luna di Onderon, Dxun, ove sarebbe stato possibile fuggire dagli invasori, nascondendosi presso le numerose giungle ivi presenti. Tuttavia, le navi da guerra Repubblicane ed i Cavalca Bestie, capirono la nuova tattica adottata dai nemici, perciò cominciarono a sparare contro di loro nel tentativo di sconfiggerli rapidamente. Durante la ritirata, il Basilisk del Mandalore venne colpito dal fuoco nemico, che danneggiato si schiantò contro la superficie del pianeta, lontano da qualsiasi altro Crociato. Il leader Mandaloriano riuscì a farsi strada tra i resti del droide, per poi trovarsi dinnanzi ad un numero considerevole di bestie feroci native della giungla di Dxun. Mandalore si preparò a combatterle, ma esse ebbero la meglio, sconfiggendo così il signore della guerra Mandaloriano.

La tradizione dei Mandalore

"Ora IO sono il nuovo Mandalore!"
―Un crociato Mandaloriano, ritrovando la maschera del Mandalore[fonte]

Colpito dal fuoco nemico il Mandalore precipita in un punto indefinito della luna, mentre i restanti Crociati si ritrovano in un punto prestabilito su di essa. Una volta scampato il pericolo rappresentato dai Repubblicani e, dai Cavalca Bestie, la maggior parte dei Mandaloriani si occupano della ricerca del proprio leader. Durante tali ricerche, uno dei crociati si imbattè nella maschera del Mandalore, impigliata in un cespuglio ed era tutto ciò che rimaneva del signore della guerra. In conformità con le regole e le tradizioni del proprio popolo, questo guerriero indossò la maschera, divenendo il nuovo Mandalore.

Personalità e tratti

"Ti offro la possibilità di duellare con me, utilizzando la tua spada laser. Incontrami sul mio mondo...sulle pianure di Harkul, dove io e te combatteremo fino alla morte."
―Mandalore l'Indomabile, parlando con Ulic Qel-Droma[fonte]
Mandalore combatte contro Ulic Qel-Droma.

Mandalore l'Indomabile era un guerriero compiuto, che si era guadagnato il titolo e la posizione di Mand'alor attraverso la sua abilità di guerriero, il carisma di un leader e l'intuizione in guerra. Sebbene il suo nome Taung era stato dimenticato, i guerrieri sotto il suo comando cominciarono a chiamarlo "Indomabile" grazie alla sua abilità in battaglia. Come i leader prima di lui, Mandalore l'Indomabile capì cosa significava essere signore della guerra Mandaloriano utilizzando le proprie doti di guerriero e comandante per condurre i crociati Mandaloriani a tante vittorie in numerose campagne militari. Come leader, l'Indomabile possedeva un carisma naturale che utilizzava per ispirare i clan Mandaloriani in battaglia, come durante la Battaglia di Onderon, al termine della Grande Guerra Sith. Allo stesso tempo, egli possedeva una visione piuttosto semplicistica degli affari galattici, mancando d'astuzia politica, tratto che era ben voluto dai Crociati al proprio seguito.

Il suo valore in battaglia era ben conosciuto presso i Clan Mandaloriani, che aumentò sempre più durante le campagne della Grande Guerra Sith. Al di fuori dei Crociati Mandaloriani, Mandalore dimostrò le proprie abilità guerriere, quando sfidò il Signore dei Sith, Ulic Qel-Droma a duello. Anche se l'Indomabile venne sconfitto, Qel-Droma rimase colpito dal modo in cui il proprio avversario condusse il conflitto, decidendo di risparmiarlo per renderlo al proprio servizio. Mandalore dimostrò grandi abilità durante le battaglie di Foerost, Coruscant e Onderon.

Mandalore l'Indomabile era inoltre conosciuto per la grande devozione verso quelle persone che avevano dimostrato il loro potere verso di lui. In seguito alla sconfitta di Kuar, per mano di Ulic Qel-Droma, Mandalore dichiarò un giuramento di fedeltà al Signore dei Sith. In seguito alla cattura di Ulic ad opera dei Jedi e del tradimento di Aleema Keto, Mandalore fu determinante nel salvare il proprio padrone dall'Inquisizione Repubblica, guadagnandosi oltretutto il rispetto e l'ammirazione di Exar Kun. Colpito dalla fedeltà del Mandalore, Ulic offrì lui la possibilità di guidare l'attacco ad Onderon, una campagna che avrebbe risaltato ulteriormente l'onore e la gloria dei Crociati Mandaloriani.

Apparizioni

Fonti