Battaglia di Geonosis

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Questa voce riguarda l'evento che aprì le Guerre dei Cloni. Forse stavi cercando la 2a battaglia del conflitto o la battaglia della Guerra Civile Galattica.
Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.
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Nessuno, inizio del conflitto

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Battaglia di Geonosis
Battagliageonosis 3.jpg
Conflitto

Guerre dei Cloni

Data

22 BBY

Luogo

Geonosis

Esito

vittoria della Repubblica Galattica

Schieramenti
Comandanti
Forza
Perdite
"Ho buone notizie. La guerra è cominciata."
―Dooku a Darth Sidious[fonte]

La Battaglia di Geonosis (o Prima Battaglia di Geonosis), che che diede inizio al sanguinoso conflitto delle Guerre dei Cloni, fu opportunamente orchestrata da Darth Sidious e fu il compimento dei suoi piani per gettare la Galassia nel caos e prenderne il potere. Fu lo scontro armato che vide per la prima volta contrapposte, militarmente, la Repubblica Galattica e la Confederazione dei Sistemi Indipendenti.

Svolgimento

Preludio allo scontro

I Separatisti avevano arrestato i Cavalieri Jedi Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker e la Senatrice Padmé Amidala, accusandoli di essere spie della Repubblica. Essi si erano infatti infiltrati su Geonosis, Kenobi per scoprire di più sui Separatisti, Skywalker e Amidala per recuperarlo. Poggle il Minore, tiranno di Geonosis, ne ordinò l’esecuzione. Appena saputolo, un manipolo di Jedi guidato da Mace Windu partì per il pianeta rosso, mentre Yoda si recava su Kamino a radunare l’esercito di cloni preparato per la Repubblica.

Poco prima, in una drammatica seduta del Senato Galattico su Coruscant, lo stesso, su proposta di Jar Jar Binks, aveva conferito poteri speciali d'emergenza al Cancelliere Supremo Palpatine. Quest'ultimo ordinò subito la fondazione di un Grand'Esercito della Repubblica per contrastare la minaccia dei Separatisti, compiendo così un'implicita dichiarazione di guerra.

Battaglia nell'arena

I Jedi vengono circondati nell'arena delle esecuzioni.
I tre prigionieri su Geonosis vennero portati nell'Arena Petranaki e contro di loro vennero sguinzagliati un acklay, un nexu e un reek. I tre riuscirono ad evitarli, provocando anche la morte del nexu; per non deludere i suoi alleati, Dooku ordinò l'intervento di un gruppo di Droideka, che irruppero nell'arena e si prepararono a portare a termine l'esecuzione. In quel momento, intervennero i Jedi.

Una task force di 212 Jedi, composta, fra gli altri, da Mace Windu, Ki-Adi-Mundi, Plo Koon, Shaak Ti, Luminara Unduli, Kit Fisto e molti altri — sfuggito alle difese orbitali separatiste — fece irruzione e liberò Obi-Wan, Anakin e Padmé, e si scontrò con l’esercito di droidi da battaglia della Confederazione. Benché fossero riusciti ad infliggere molte perdite ai droidi nemici, fra cui lo stesso Jango Fett, assoldato da Dooku e sua guardia del corpo, erano comunque in netta minoranza, dato che già numerosi Jedi erano stati uccisi dalle difese orbitali di Geonosis mentre cercavano di atterrare. Infine, quindi, il gruppo venne accerchiato e, dopo avere ricevuto un netto rifiuto alla sua richiesta di resa, Dooku ne ordinò il massacro.

Si scatena la battaglia

Mentre ancora i droidi stavano prendendo la mira, sopraggiunsero centinaia di cannoniere LAAT/i, con a bordo i nuovi soldati clone, guidati da Yoda, che si sbarazzarono subito dei droidi e riuscirono a creare uno sbarramento intorno ai Jedi, portandoli via dall’arena. La battaglia, a questo punto, si spostò negli sconfinati deserti del pianeta, dove l’esercito separatista accorse a contrastare le truppe repubblicane.

Gli scontri nell'arena proseguono.
La Repubblica fece atterrare dodici nave d'assalto di classe Acclamator, lanciando così in battaglia migliaia di cloni. Inoltre, fece sbarcare numerosi camminatori AT-TE e i camminatori-cannoniere SPHA-T. Le cannoniere LAAT/i, frattanto, combattevano nei cieli contro i caccia droide Vulture o bombardavano le armate separatiste. Mentre Mace Windu comandava le forze sul campo, Yoda dirigeva la battaglia dal centro di comando clone.

Dal canto suo, la CSI schierò immediatamente centinaia di migliaia di droidi da battaglia di tutti i tipi e le sue nuove macchine da guerra, come i droidi ragno e i droidi Hailfire IG-227. Inoltre, Dooku mandò in battaglia due Accoliti Oscuri, suoi apprendisti cui aveva infuso parte delle energie del lato oscuro. Inoltre, parteciparono alla battaglia una sessantina di Lucrehulk, contribuendo a coordinare i droidi da battaglia e inviando i propri. Nelle catacombe, un Grievous fresco di montaggio si occupava di arrestare l'avanzata dei cloni troppo intraprendenti, guardandosi bene dal lasciare superstiti che potessero testimoniare della sua esistenza.

Le LAAT/i attaccano i mezzi corazzati separatisti.
I cloni erano decisamente inferiori di numero rispetto ai droidi da battaglia, ma vennero enormemente avvantaggiati dalle cannoniere LAAT/i, che bombardavano il campo di battaglia, e dagli AT-TE. Quando gli Hailfire cominciarono ad abbattere gli AT-TE, le LAAT/i dovettero concentrarsi sul bombardamento dei carri droidi, ma la superiorità degli AT-TE si fece comunque sentire.

Nella Battaglia di Geonosis vide il suo primo impiego anche la Squadra Delta, un team di commando cloni specializzato in azioni di infiltrazione. Infatti, su Geonosis si occupò della distruzione di una fabbrica di droidi, della distruzione di una Lucrehulk con un generatore di controllo droidi, della distruzione di una torretta antiaerea e dell’uccisione di Sun Fac, un luogotenente di Poggle. Tutte le missioni risultarono vittoriose.

L'attacco alle navi separatiste

Visto che gran parte delle navi separatiste erano ancora a terra, Yoda ordinò di lanciare degli attacchi contro di esse. Infatti, distruggere le navi avrebbe impedito ai Separatisti di fuggire, ma anche di schierare maggiori truppe.

L'artiglieria cominciò a concentrare il fuoco sulle Lucrehulk, riuscendo a distruggerne alcune, mentre le LAAT/i attaccarono i più piccoli e deboli vascelli della Tecno Unione.

I Maestri Echuu Shen-Jon e Plo Koon si lanciarono contro le navi di comando principali, distruggendone anche alcune, quindi tentarono di scoprire dove si trovasse Dooku. Tuttavia, essi vennero intercettati da Sev'Rance Tann, comandante suprema del Conte, che impedì loro di continuare la ricerca.

Ritirata separatista

Le navi centrali Lucrehulk vengono abbattute dall'artiglieria repubblicana.
Nel centro di comando, Nute Gunray mise in chiaro che avrebbe fatto ritirare le sue forze, perché la situazione era ormai persa. Dooku condivise questa opinione e ordinò a Poggle il Minore di proclamare la ritirata generale, mentre Gunray si occupava di rimandare le navi a terra nello spazio. A sua volta, quindi, il Signore dei Sith, a bordo di uno speeder bike, si diresse verso il suo hangar, dove lo attendeva il suo Veliero Solare.

Non appena le Lucrehulk si alzarono in volo, su ordine di Yoda vennero bombardate dagli SPHA-T. Precipitando, le navi della Federazione dei Mercanti caddero sulle loro stesse forze in battaglia, contribuendo all’avanzata del fronte in favore dei cloni. Ben presto, comunque, i droidi intrapresero la ritirata, permettendo alle forze della Repubblica di conquistare tutte le loro posizioni, fra cui l’alveare di Stalgasin, dove continuavano a resistere solo pochi Geonosiani.

Man mano che i droidi si ritiravano, i soldati clone avanzavano considerevolmente, senza cessare di combattere. Per le forze confederate, la ritirata fu quantomeno disastrosa: intere legioni venivano spazzate via in un sol colpo, quando le Lucrehulk cadevano su di loro, colpite dall'artiglieria repubblicana. Non ci volle molto perché la ritirata si trasformasse in una rotta confusa.

La battaglia spaziale

Nell'orbita di Geonosis, mentre a terra si combatteva lo scontro principale, avvenne una battaglia spaziale fra gli Acclamator repubblicani e gli incrociatori separatisti; frattanto, stormi di caccia cloni, guidati dalla Maestra Jedi Adi Gallia, si concentrarono sulle navi che stavano cominciando a lasciare il pianeta. Numerosi trasporti vennero abbattuti dalle sue squadre, quando giunse una minaccia esterna.

Il Capitano Cavik Toth raggiunse Geonosis con la sua Flotta Hex e la Squadriglia Sabaoth da lui comandata; l'obiettivo di Dooku era quello di bombardare il campo di battaglia per fare sterminio di cloni. Appena Toth e le sue forze uscirono dall'iperspazio, vennero attaccate da Adi Gallia e dai suoi caccia. Un considerevole aiuto giunse loro dal gruppo pirata dei Lok Risorti, tradizionalmente nemici della Federazione dei Mercanti, che si unirono allo scontro al fianco della Repubblica.

Le navi di Toth vennero gradualmente distrutte una dopo l'altra, mentre quest'ultimo in persona volle affrontare Adi Gallia in uno scontro di caccia stellari. Tuttavia, le capacità nella Forza di Gallia ebbero nettamente la meglio su Toth: il suo caccia venne disintegrato proprio mentre la sua ammiraglia subiva gli ultimi colpi critici che l'avrebbero ridotta in pezzi.

L'inseguimento di Dooku

Anakin affronta Darth Tyranus.
Mentre ormai la battaglia volgeva al termine, Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi raggiunsero Dooku nel suo hangar segreto. Il Conte tramortì Anakin con una scarica di fulmini di Forza e successivamente iniziò a duellare con Kenobi.
Yoda tenta di impedire la fuga del suo vecchio apprendista Dooku.
La maggiore maestria ed esperienza del Signore dei Sith ebbero però la meglio, ma Dooku non poté sferrare il colpo di grazia, perché si trovò a dover combattere anche con Skywalker che, ripresosi dal colpo, aveva recuperato la propria spada laser e quella del suo maestro, lanciandosi contro il Sith. Anche in questo caso, fra i due non c’era paragone e il Conte tagliò un braccio al ragazzo, lasciandolo agonizzante e preparandosi alla fuga.

Quando era certo di avere la via libera, sopraggiunse nientemeno che Yoda. Dopo un breve duello di Forza, i due cominciarono a combattere con le spade laser e questa volta fu Yoda ad avere la meglio, dimostrando abilità che oltrepassavano quelle di Dooku. Se infatti la rabbia e il potere del lato oscuro permettevano al Conte di controbattere quasi alla pari i poteri di Yoda, nel duello con le spade il Gran Maestro Jedi era superiore. Prima di poter essere sconfitto, però, Dooku scagliò una colonna contro i due Jedi tramortiti: mentre Yoda cercava di impedire che Kenobi e Skywalker finissero schiacciati dalla pietra, il Conte fuggì a bordo del Veliero. I soldati clone sopraggiunti lì poco dopo insieme a Padmé Amidala non poterono fare altro che osservare la nave mentre si allontanava.

Fiero e orgoglioso per il successo del piano, Dooku si recò su Coruscant, dove si incontrò di nascosto con il suo maestro, Darth Sidious, e gli riferì che la guerra era finalmente cominciata. Il Signore Oscuro dei Sith, soddisfatto, ordinò a Lord Tyranus di non indugiare ulteriormente e di recarsi su Raxus Prime, aprendo centinaia di fronti di battaglia in tutta la galassia.

Al Tempio Jedi, in un colloquio con Mace Windu e Yoda, Obi-Wan fu costretto ad ammettere che, senza i cloni, la Repubblica non sarebbe mai riuscita ad ottenere la vittoria. Yoda lo interruppe, disilluso, affermando che quella di Geonosis non era una vittoria, poiché aveva segnato l'inizio di un nuovo confitto: la Guerra dei Cloni.

Poche ore dopo, Palpatine e il Comitato Lealista assistevano alla partenza del Grand'Esercito della Repubblica verso le più disparate zone di guerra.

Lo stratagemma dei Sith, orchestrato tanto meticolosamente in un migliaio di anni, si stava lentamente compiendo.

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Fonti