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Roblio Darté

Questa pagina contiene informazioni che sono considerate Legends.Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.
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Roblio Dartè
Informazioni biografiche
Nascita

50 BBY

Morte

19 BBY, su Kessel

Descrizone fisica
Razza

Umano

Sesso

Maschile

Capelli 

biondi

Occhi 

azzurri

Informazioni storiche e politiche
Epoche

Era dell'ascesa dell'Impero

Affiliazione
"Ci siamo allontanati dal sentiero dei Jedi quando siamo diventati generali in una guerra, non è così? Non è la vendetta che cerco, Bultar Swan. No, cerco solo di fare la cosa giusta!"
―Roblio Darté a Bultar Swan.[fonte]

Roblio Darté fu un Maestro Jedi che servì come generale la Repubblica Galattica durante le Guerre dei Cloni. Era noto per essere un prode guerriero, e per la sua peculiare spada laser, che presentava una lama laser più piccola che usciva dall'impugnatura con una leggera inclinazione rispetto alla lama principale. Dartè sopravvisse all'emanazione dell'Ordine 66, per morire un mese più tardi durante un'incontro segreto su Kessel per mano del nuovo apprendista dell'Imperatore, Darth Vader.

Biografia

L'Ordine Jedi

Dartè era un'Umano nato con una notevole connessione con la Forza, e come tale fu addestrato dall'Ordine Jedi, diventando presto Cavaliere. Era noto per la sua estrema abilità nell'uso della spada laser, e questa sua propensione per il duello era ben rappresentata dalla spada che Dartè creò personalmente, una spada laser forcuta, un tipo di arma estremamente rara tra i ranghi dei Jedi. Per i meriti che conseguì servendo la Repubblica, il Consiglio Jedi lo elevò al rango di Maestro.

Le Guerre dei Cloni

"Non posso credere che Parcellus Minor sia stato scelto come campo di battaglia. Non riesco ad immaginare un posto peggiore in cui due eserciti potrebbero scontrarsi."
―Roblio Darté[fonte]
Roblio Darté tra le fiamme di Parcellus Minor.

Quando, nel 22 BBY, la Crisi Separatista tra la Repubblica e la nuova Confederazione dei Sistemi Indipendenti portò allo scoppio delle Guerre dei Cloni, Dartè assunse il nuovo rango di generale del Grand'Esercito della Repubblica, guidando le truppe cloni contro le droidi armate della Confederazione. Nel 21 BBY, Dartè fu mandato sui campi di battaglia di Parcellus Minor. A causa della paludosa superficie del pianeta, la Repubblica non riuscì ad organizzare lo sbarco delle attrezzature pesanti, cosa che costrinse Dartè e le sue truppe ad ingaggiare il nemico senza il supporto aereo o dell'artiglieria. A peggiorare il quadro, l'intelligence repubblicana aveva ampiamente sottostimato l'entità delle forze separatiste, e Dartè stimava che le sue truppe non superassero un decimo delle forze nemiche totali. La situazione raggiunse le proporzioni di un vero e proprio disastro quando una grande flotta separatista giunse nell'orbita del pianeta, intrappolando sia l'esigua flotta della Repubblica che le forze dispiegate sulla superficie.

A dispetto dell'inferiorità numerica, Dartè e i suoi uomini riuscirono inizialmente a tener testa ai droidi, anche se la resistenza costò al Jedi pesantissime perdite. Il comando Separatista, stanco dello stallo, optò infine per una soluzione radicale, ossia un bombardamento orbitale del campo di battaglia. I cannoni separatisti iniziarono a colpire la superficie del pianeta, decimando non solo le truppe nemiche, ma anche le armate droidi, ma il bombardamento ebbe anche una seconda conseguenza: le esplosioni nelle aree boschive incendiarono la tzeotina prodotta dalla flora del pianeta, cosa che innescò un'incendio di proporzioni planetarie. A quel punto, Dartè ordinò la ritirata, e nel tentativo di mettere in salvo quanti più cloni possibile fu costretto ad abbandonare sul campo un gran numero di feriti. Lo stesso generale fu ferito un gran numero di volte, e perse l'occhio sinistro. Alla fine, Dartè aveva perso oltre il 90% dei suoi cloni, un disastro che alcuni paragonarono alla Battaglia di Jabiim, che per la Repubblica era stata altrettanto catastrofica .

Due giorni dopo l'evacuazione, Dartè si presentò al Consiglio dei Jedi su Coruscant per fare rapporto. Il Maestro Jedi, sfregiato e bendato per le numerose ferite ricevute, riferì in ginocchio al Consiglio quale totale disfatta era stata la battaglia per la Repubblica. Anche i senatori Bail Organa, Mon Mothma e Ask Aak furono ammessi nella sala del Consiglio per ascoltare il rapporto di Dartè, rendendosi così conto che l'entità della sconfitta era stata enormemente minimizzata dai media del Senato Galattico. Aak, in particolare, si precipitò fuori dalla sala, furente di rabbia, incolpando i Jedi per la devastazione di un'intero pianeta.

La Grande Purga dei Jedi

"Siamo qui per salvare la Repubblica!"
"Non c'è più nessuna Repubblica, Maestro Dartè. Il Senato ha scelto di diventare un'Impero, o l'hai scordato?"
―Roblio Dartè e Tsui Choi[fonte]
Darté contro Darth Vader.

Nel 19 BBY, il Cancelliere Supremo Palpatine si rivelò essere il Signore Oscuro dei Sith Darth Sidious, lo stesso al quale i Jedi avevano dato la caccia durante tutta la Guerra. Palpatine emanò l'Ordine 66, che identificava ogni singolo Jedi come traditore e nemico della Repubblica, e che portò le truppe cloni a giustiziare senza pietà i loro generali. Con l'Ordine dei Jedi spazzato via, Palpatine si autoproclamò sovrano del nuovo Impero Galattico sorto dalle ceneri della Repubblica. Dartè fu uno delle poche decine di Jedi che riuscirono a sopravvivere al tradimento delle proprie truppe, e, rimasto solo, dovette darsi alla fuga. Dopo circa un mese dalla proclamazione dell'Impero, Dartè ricevette un messaggio dalla Maestra Shadday Potkin, la quale lo invitava a raggiungere Kessel per unirsi a lei e ad altri sopravvissuti per discutere sul futuro dell'Ordine e della Galassia.

Giunto su Kessel, Dartè si unì a Potkin e a Tsui Choi, Koffi Arana, Jastus Farr, Ma'kis'shaalas, Bultar Swan e Sia-Lan Wezz. Il dibattito mise in evidenza quanto gli otto Jedi fossero divisi in merito al da farsi; se da una parte Bultar Swan e Tsui Choi si dichiararono totalmente contrari ad attaccare direttamente l'Impero o i Sith, Koffi Arana affermò che sconfiggere i Sith era una priorità assoluta, per raggiungere la quale era lecito far ricorso ad ogni mezzo, addirittura soccombere loro stessi al Lato Oscuro della Forza ed attingere al potere di cui avevano bisogno. Dartè e Mak'kis shalaas avevano invece opinioni più moderate; Dartè era d'accordo sulla necessità di agire, purchè lo si facesse con giustizia e nell'ottica di restaurare la Repubblica.

La Maestra Potkin stroncò tuttavia la discussione, facendo notare che le riflessioni e i dibattiti non avevano impedito che i Jedi venissero sterminati. Rivelò anche la vera natura dell'incontro. Avendo saputo che Darth Vader era ossessionato, per ragioni sconosciute, dal Maestro Obi-Wan Kenobi, aveva fatto circolare la voce che anche quest'ultimo avrebbe preso parte alla loro riunione, contando che Vader si sarebbe precipitato lì e si sarebbe trovato da solo contro ben otto Jedi, un confronto dal quale il Sith difficilmente sarebbe uscito vincitore. La morte di Vader avrebbe privato l'Imperatore del suo più feroce assassino, e la Galassia avrebbe saputo che i Jedi erano ancora vivi e vegeti.

Quando Vader fece irruzione nella miniera, chiedendo dove fosse Kenobi, Dartè e i suoi compagni lo attaccarono. Sia-Lan Wezz morì per prima, attaccando il Sith in modo troppo avventato. Dartè, Arana e Mak'kis circondarono l'avversario, che però atterrò Arana con la Forza e uccise Mak'kis, permettendo così al contempo che Jastus Farr di colpirlo. Vader fu raggiunto da Potkin, che mise fuori uso la sua spada laser con una daga di cortosis, dimostrandosi così più che preparata ad affrontare il nemico. La pianificazione più attenta però ben poco potè con la brutalità di Vader, che prima spezzò il collo alla Maestra Jedi, e, impossessatosi della lama, mise fuori uso le spade di Arana, Dartè e Farr. A quel punto, la fine sembrava certa, ma l'intervento di Tsui Choi, che tagliò la mano a Vader, e di Bultar Swan, che lo ferì al fianco, ribaltarono la situazione. Vader si arrese dunque ai Jedi, ed Arana incitò i compagni ad ucciderlo. Quando Bultar Swan gli ricordò che un Jedi non avrebbe mai ucciso un'avversario disarmato e ormai sconfitto, Arana la uccise con la sua stessa spada laser, e si avventò sul Signore Oscuro, che però uccise il Jedi manovrandogli contro la propria mano amputata, che stringeva ancora la lama di cortosis, pungalando a morte Arana in pieno petto.

Solo a quel punto, Choi, prima contrario allo scontro, capì che Vader non poteva, e non meritava, di essere lasciato in vita. Dartè e Farr unirono i loro poteri a quelli del piccolo Maestro Jedi, scagliando contro Vader i detriti che erano sparsi nella miniera.

Dartè colpito a morte dagli stormtrooper.

I tre sarebbero probabilmente riusciti ad uccidere Vader, se un plotone di soldati imperiali non fosse giunto in soccorso del Signore Oscuro. Dartè sollevò un pesante ed ampio pezzo di lamiera, usandolo come scudo per i colpi di blaster nemici, intimando a Choi e a Farr di fuggire. Jastus fu troppo lento, finendo con l'essere falciato dal fuoco nemico, e Choi si lanciò contro Vader e i cloni, in un'ultimo disperato tentativo di eliminare il Sith, trovando però solo la morte. Dartè fu l'ultimo a cadere, ucciso dai blaster imperiali mentre cercava inutilmente di soccorrere il piccolo Maestro Jedi.

Il Conclave fallito

"Si sta già diffondendo la notizia di come tu abbia scovato un gruppo di Jedi traditori—cinquanta in tutto—e di come li hai uccisi. Tutti, fino all'ultimo. Da solo."
―Palpatine[fonte]

I soldati giunti in aiuto di Vader erano stati mandati su Kessel dall'Imperatore in persona, che era al corrente della caccia serrata che il suo apprendista stava dando a Kenobi. Anche se Vader fu rimproverato per la sua disobbedienza, l'Imperatore gli disse che le sue azioni sarebbero state comunque utili alla propaganda Imperiale. Le menzogne che il Nuovo Ordine avrebbe inculcato nell'opinione pubblica avrebbero ulteriormente spaventato i nemici dell'Impero, e convinto altri Jedi sopravvissuti a nascondersi e a non uscire più allo scoperto.

Dietro le quinte

Roblio Dartè è stato creato da John Ostrander. La prima apparizione di Dartè avviene in Star Wars: Republic 61: Dead Ends, ma viene chiamato per nome solo in Star Wars: Purge. Ostrander ha inoltre affermato che Dartè potrebbe essere nato nel 50 BBY.

Si tratta anche del primo ed unico, per ora, personaggio che brandisce una spada laser forcuta. Benchè la lama più piccola sia una lama laser a tutti gli effetti, in alcune vignette di Purge è stata accidentalmente colorata come se fosse un pezzo metallico dell'impugnatura.

Apparizioni

Fonti

Collegamenti esterni