Sheev Palpatine: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:50, 9 mag 2016

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"Tutto quanto procede come avevo previsto."
―Palpatine[fonte]
Palpatine 1.jpg
Sheev Palpatine (Darth Sidious)
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Naboo

Nascita

Circa 65 anni prima della formazione dell’Impero Galattico

Morte

Sulla Seconda Morte Nera, durante la Battaglia di Endor

Descrizione fisica
Razza

Umano

Sesso

Maschio

Altezza

1.73 m

Capelli

Rossi, poi grigi

Occhi

Azzurri; gialli (da Sith)

Equipaggiamento
Arma prediletta

Spada laser dalla lama cremisi [1]

Informazioni storiche e politiche
Affiliazione
Maestri conosciuti

Darth Plagueis

Apprendisti conosciuti

Sheev Palpatine fu l'Imperatore del più potente regime tirannico di cui la galassia abbia mai avuto testimonianza, tutto ciò nonostante le sue radici fossero estremamente umili, appartenenti a un pianeta pacifico quale Naboo. Con il nome di Darth Sidious, fu il primo Signore Oscuro dei Sith dopo circa mille anni a regnare sulla stragrande maggioranza della Galassia. Creò l'Impero Galattico sulle ceneri della Vecchia Repubblica, dopo avere orchestrato le Guerre dei Cloni a questo scopo. Quindi, regnò quasi del tutto incontrastato finché l'Alleanza Ribelle non gli si ribellò, scatenando la Guerra Civile Galattica. Morì durante la Battaglia di Endor.


Biografia

Vita iniziale

"Il mio mentore mi ha insegnato tutto sulla Forza... Anche la natura del lato oscuro."
―Palpatine ad Anakin Skywalker[fonte]
Sheev Palpatine, Senatore di Naboo

Sheev Palpatine nacque su Naboo circa 84 anni prima della Battaglia di Yavin,[2] fin da ragazzo intraprese la carriera politica e arrivò a rappresentare il suo pianeta natale al Senato Galattico della Repubblica. Fu allora che poté toccare con mano i ferventi battibecchi e corruzione che minavano alle radici della Repubblica Galattica.[3] A un certo punto della sua vita, Palpatine incontrò Darth Plagueis, un Signore Oscuro dei Sith ossessionato dall’immortalità, che lo scelse come apprendista ribattezzandolo Darth Sidious.[4] Maestro e apprendista lavorarono insieme per scoprire i segreti dell’immortalità attraverso la manipolazione dei midi-chlorian.[2] Sfortunatamente per Plagueis, nonostante avesse ottenuto un potere e una conoscenza del lato oscuro tali da essere in grado di usare la Forza per creare la vita e prevenire la morte, Sidious dopo aver appreso da lui tutto ciò che sapeva, lo uccise mentre dormiva.[1]

In gran segreto, Sidious si dedicò all'esecuzione dell'antico piano dei Sith[5] ordito quasi mille anni prima da Darth Bane: soppiantare la Repubblica con un Impero e distruggere l’Ordine dei Jedi, i nemici giurati dei Sith.[6] Alla ricerca di un apprendista, si recò su Dathomir dove incontrò Madre Talzin, leader del culto delle Sorelle della notte. Il Signore dei Sith promise alla strega che l'avrebbe presa come apprendista e braccio destro, e che insieme avrebbero potuto unire il potere del lato oscuro della Forza con la sua magia. Ma non era questo il vero piano di Sidious: egli aveva riscontrato un immenso potenziale nella Forza nel figlio appena nato di Madre Talzin, uno Zabrak affiliato al culto, così tradì la strega e rapì il piccolo per farlo suo apprendista, ribattezzandolo Darth Maul.[7] Negli anni che seguirono Darth Sidious addestrò il suo nuovo allievo in maniera brutale per renderlo una vera e propria arma al servizio dei Sith, considerandone la prodezza e le abilità euristiche fuori del comune, come un bene ineguagliabile per i suoi piani.[8]

Mentre addestrava il giovane Zabrak, Sidious, entrò in contatto con il Maestro Dooku, un Jedi il cui disgusto per la corruzione della Repubblica era in continuo aumento. Per questo aveva lasciato l’Ordine dei Jedi rientrando in possesso delle sue ricchezze e del titolo di Conte di Serenno. Sidious lo convinse a convertirsi al lato oscuro e lo fece suo apprendista ribattezzandolo Darth Tyranus[9] contravvenendo di fatto alla Regola dei Due.[10]

In quel periodo il Maestro Jedi Sifo-Dyas, avuto il sentore di una prossima guerra, aveva commissionato la creazione di un’armata per la Repubblica ai clonatori di Kamino, all’insaputa del Consiglio Jedi. Su ordine di Sidious, Darth Tyranus fece in modo di toglierlo di mezzo per prenderne il posto come committente: approfittando di una missione di negoziato con il Sindacato dei Pyke su Oba Diah che il Cancelliere Finis Valorum aveva affidato al Maestro Jedi, Tyranus pagò i Pyke perché abbattessero la nave del Jedi. Infine per eliminare ogni traccia, cancellò tutte le informazioni su Kamino e sulla missione dalla memoria degli Archivi Jedi.[11] Ora si trattava di trovare una matrice genetica per i cloni, e Tyranus ingaggiò il cacciatore di taglie Jango Fett su una delle lune di Bogden.[12] In ultimo, ai Kaminoani venne ordinato di impiantare nel cervello di ogni clone un bio-chip contenente un protocollo che avrebbe assicurato la loro totale obbedienza a Darth Sidious quando sarebbe arrivato il momento giusto.[13]

La crisi di Naboo

L’invasione di Naboo

"Finalmente ci riveleremo ai Jedi. Finalmente ci vendicheremo."
Darth Maul al suo maestro[fonte]
Darth Sidious presenta Darth Maul ai Neimoidiani.

Al momento opportuno Sheev Palpatine cominciò ad agire direttamente per attuare il piano di Darth Bane. Il primo obiettivo era rovesciare il Cancelliere Supremo della Repubblica Valorum, che non aveva più potere politico e considerava Palpatine un prezioso amico e alleato.[14] Nelle vesti di Darth Sidious, contattando via ologramma il Vicerè della Federazione dei Mercanti, Nute Gunray a cui ordinò di assediare con lei sue navi il pianeta Naboo in segno di protesta contro la tassazione delle rotte commerciali verso sistemi stellari esterni, imposta dal Senato. Dato che il maggiore organo di rappresentanza della Repubblica rimase inattivo, Valorum inviò segretamente due Cavalieri Jedi—il Maestro Qui-Gon Jinn e il suo Padawan Obi-Wan Kenobi—come ambasciatori, per negoziare con Nute Gunray.[15]

Gunray e il capitano Daultay Dofine contattarono Sidious per informarlo dell’arrivo dei due ambasciatori Jedi ordinò. Il Sith, dopo aver liquidato Dofine che alla vista dei Jedi voleva abbandonare il piano, ordinò al Vicerè di procedere con l’invasione del pianeta e di eliminare i due Jedi; quando Gunray chiese se si trattasse di un’azione legale, Sidious rispose che lui l’avrebbe resa tale. I Neimoidiani eseguirono gli ordini del Signore dei Sith, ma i Jedi scamparono all’attentato e lasciarono la nave della Federazione nascondendosi su una nave da sbarco. Chiusa la comunicazione con il Vicerè, Palpatine venne contattato dalla Regina Amidala di Naboo, riguardo la negazione da parte del Vicerè di aver ricevuto gli ambasciatori del Cancelliere Supremo. Palpatine si finse preoccupato a questa rivelazione, ma la trasmissione venne interrotta, e i Naboo capirono che sarebbero stati invasi da un momento all’altro.[15]

L’armata droide della Federazione atterrò sul pianeta e in un giorno, occupò la capitale Theed e le regioni circostanti. Amidala e il suo seguito furono catturati e Nute Gunray le propose di firmare un trattato che avrebbe dato un’aria di legittimità all’invasione. Tuttavia, i Jedi la liberarono, riuscendo a forzare il blocco a bordo dell’astronave reale.[15]

Quando Gunray informò Sidious della fuga di Amidala, il Signore dei Sith presentò loro Darth Maul, che incaricò di ritrovare e catturare la regina. Dato che la nave era stata danneggiata nella fuga Amidala ordinò di atterrare su Tatooine, un pianeta desertico dell’Orlo Esterno, per poterla riparare. Maul si accertò della posizione della regina, e assicurò il suo maestro che la sua ricerca in quel mondo scarsamente popolato sarebbe durata poco. Sidious ordinò al suo apprendista di uccidere prima i Jedi e, una volta morti di catturare la regina. Maul partì per Tatooine, ma fallì la missione: la Regina e i Jedi sfuggirono al Sith e fecero rotta per Coruscant.[15]

La caduta di Valorum

"Entrano i burocrati, i veri signori della Repubblica. E alle dipendenze della Federazione del Commercio, potrei aggiungere. E qui, il potere del cancelliere Valorum si dissolve per sempre."
―Sheev Palpatine alla Regina Amidala[fonte]
Il Senatore Palpatine convince la Regina Amidala a proporre il Voto di Sfiducia per il Cancelliere Valorum

Il Senatore Palpatine incontrò la Regina Amidala nei suoi appartamenti a Galactic City. Ella intendeva sottoporre la sua questione al Cancelliere in persona, prima che al Senato. Il Senatore le disse che il Senato era da tanto che non aveva più a cuore il bene comune della galassia, e che Valorum, infamato da accuse di corruzione, era senza potere contro di esso. A quel punto, Palpatine le offì due scelte: avrebbe potuto proporre un Voto di Sfiducia per la leadership del Cancelliere Valorum, costringendolo a dimettersi e a indire le elezioni per un nuovo Cancelliere che fosse in grado di controllare i burocrati; oppure avrebbe potuto portare il suo caso di fronte alla giustizia, il che significava dilatare enormemente i tempi. Volendo intervenire il prima possibile per salvare il suo popolo, Amidala optò per la prima.[15]

Durante la tanto attesa assemblea al Senato, il rappresentante della Federazione dei Mercanti Lott Dod si oppose fermamente alle dichiarazioni di Palpatine e di Amidala, e chiese la formazione di un comitato per indagare sulle loro accuse, mentre il Presidente del Senato Mas Amedda manteneva Valorum incatenato dalla procedura, costringendolo a concedere alla Federazione i suoi diritti. Oltraggiata, Amidala propose il Voto di Sfiducia, e fu accolta dall’applauso di centinaia di Senatori, lasciando Valorum sbalordito.[15]

Il posto vacante portò alla nomina di Palpatine come candidato Cancelliere supremo insieme a Bail Antilles di Alderaan e Ainlee Teem di Malastare. Quando annunciò la sua nomina ad Amidala, la regina dichiarò la sua intenzione di tornare su Naboo per reclamarlo alla Federazione con ogni mezzo a sua disposizione. Palpatine si dimostrò preoccupato e cercò di malavoglia a convincerla a rimanere su Coruscant. Ma ella partì comunque per il suo pianeta, e il Consiglio dei Jedi mandò Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi al suo seguito.[15]

La Battaglia di Naboo

"Sterminateli subito. Tutti quanti."
―Darth Sidious a Nute Gunray[fonte]
Sheev Palpatine presenzia al funerale di Qui-Gon Jinn su Naboo

Sidious ordinò ai Nemoidiani su Naboo di uccidere Amidala al suo arrivo, e mandò Darth Maul con loro per accertarsi che eseguissero i suoi ordini, e per occuparsi dei Jedi. Even while he managed the election on Coruscant, he made time to go over the Neimoidians' progress. Contro ogni aspettativa apprese che non solo Amidala era sfuggita a Gunray ma che aveva anche stretto un’alleanza con i Gungan che avevano assembrato un esercito nelle paludi per cotrastare l’avanzata dell’armata droide nelle Grandi Praterie. Dubitando che sarebbe durata più di cinque minuti, Sidious approvò il piano di Gunray di affrontare i Gungan sul campo.[15]

Infine, Palpatine vinse le elezioni e divenne il nuovo Cancelliere Supremo. Tuttavia, l’armata della Federazione su Naboo venne sconfitta e Gunray fu catturato dalle forze di Amidala. Darth Maul venne ucciso da Obi-Wan Kenobi, ma non prima di aver ucciso Qui-Gon Jinn, al cui funerale Palpatine partecipò, assistendo compiaciuto alla discussione dei Maestri Jedi Yoda e Mace Windu se il Sith ucciso da Kenobi fosse stato il Maestro o l’apprendista. Palpatine inoltre seppe che i Naboo avevano ottenuto la loro vittoria grazie all’inaspettato intervento di Anakin Skywalker, un giovane schiavo che Qui-Gon Jinn aveva liberato durante la sosta su Tatooine, molto potente nella Forza, e che credeva fosse il Prescelto che avrebbe portato equilibrio nella Forza, di cui parlava un’antica profezia Jedi. Dopo molti dubbi e discussioni, il Consiglio decise che il giovane sarebbe stato addestrato da Kenobi. Palpatine si congratulò personalmente con il Jedi durante la celebrazione della vittoria su Naboo, e disse ad Anakin che la sua carriera sarebbe stata osservata con "grande interesse".[15]

Verso la guerra

La minaccia Separatista

"Non permetterò che questa Repubblica, che si regge salda da mille anni, si spacchi in due. La mia trattativa non fallirà."
―Il Cancelliere Sheev Palpatine dichiara di non volere la guerra.[fonte]
Sheev Palpatine, Cancelliere della Repubblica, all'epoca della Crisi Separatista


Negli anni successivi, il nuovo Cancelliere Sheev Palpatine si guadagnò la reputazione di mite servitore del bene comune,[12] tanto che rimase al potere ben oltre il secondo mandato consentito dalla legge, per volere del Senato stesso,[1] mentre nell’ombra continuava a tramare per far scoppiare un conflitto che minasse la stabilità della Repubblica. Per suo ordine, il Conte Dooku continuava a trascinare interi sistemi stellari e corporazioni galattiche nel neonato movimento separatista.[12]

Dieci anni dopo la battaglia di Naboo[16] per far fronte alla minaccia separatista il Senato Galattico indisse un’assemblea straordinaria per votare un atto che consentisse la creazione di un esercito della Repubblica. La Senatrice Amidala giunta a Coruscant per partecipare alla votazione subì un attentato da cui uscì illesa, ma il Cancelliere rimandò l’assemblea e assegnò alla sua protezione Obi-Wan Kenobi e il suo Padawan Anakin Skywalker. In seguito a un secondo attentato fallito, Anakin Skywalker divenne la guardia del corpo della Senatrice Amidala. In quel periodo il rapporto del giovane con il Cancelliere Palpatine si approfondì: in diverse occasioni, Palpatine lodava Skywalker come lo Jedi più dotato che avesse mai incontrato, dicendo che avrebbe potuto superare in potenza anche Yoda, il Gran Maestro del Consiglio Jedi. Skywalker dal canto suo ammirava il Cancelliere Palpatine ascoltava grandemente i suoi consigli.[3][12]

Nel frattempo Obi-Wan Kenobi, indagando sugli attentati, giunse dapprima su Kamino, dove scoprì scoprì l’armata clone commissionata da Sifo-Dyas, poi su Geonosis dove si infiltrò in una roccaforte Separatista e scoprì il Conte Dooku in combutta con i leader di diverse corporazioni intergalattiche che finanziavano la creazione di un esercito di droidi. Tra essi c’era anche il Vicerè Nute Gunray della Federazione dei Mercanti, il mandante degli attentati. Kenobi comunicò al Consiglio Jedi e al Cancelliere Palpatine quanto aveva scoperto ma fu fatto prigioniero dai Geonosiani.[12]

Poteri di emergenza

" È stato con grande riluttanza che ho accettato questa carica. Io amo la democrazia. Io amo la Repubblica. I poteri che mi conferite saranno da me rimessi al risolversi di questa crisi. E come primo decreto, in accordo alle mie nuove funzioni, ordino la fondazione di un grande esercito della Repubblica per contrastare le crescenti minacce dei separatisti."
―Il Cancelliere Sheev Palpatine, accetta i poteri di emergenza[fonte]
Il Cancelliere Sheev Palpatine accetta "riluttante" i poteri speciali.

Grazie alla testimonianza di Kenobi il Cancelliere aveva ora la scusa per forzare la mano del Senato. Durante un meeting notturno nel suo ufficio, alla presenza di alcuni membri del Consiglio Jedi e del Comitato dei Lealisti, per discutere come far fronte a un imminente attacco separatista, apparve però chiaro che il Senato, anche a fronte di una tale minaccia, non avrebbe appoggiato la creazione di un esercito, finché i Separatisti non fossero passati all’azione. Dopo un interminabile dibattito, Mas Amedda suggerì che il Senato avrebbe dovuto garantire al Cancelliere Palpatine dei poteri di emergenza, così che potesse approvare immediatamente la creazione dell’esercito.[12]

Fu Jar Jar Binks il Gungan che rappresentava Naboo in assenza di Amidala, a proporre la mozione davanti al Senato. Questa venne accolta dagli applausi di innumerevoli Senatori che acclamarono il nome di Binks. A quel punto il Cancelliere Palpatine accettò i poteri con finta riluttanza promettendo che li avrebbe rimesse al Senato una volta che la minaccia Separatista fosse finita. Come primo decreto, ordinò la fondazione di un esercito per la Repubblica. Il suo piano per scatenare la guerra era quasi compiuto.[12]

Le Guerre dei Cloni

L’inizio della guerra

"La Forza è con noi, maestro Sidious."
"Bentornato, Lord Tyranus. Hai fatto un buon lavoro."
"Ho una bella notizia da darvi. La guerra è cominciata."
"Magnifico. Tutto sta andando secondo i piani."
―Darth Tyranus fa rapporto a Darth Sidious nella zona industriale di Coruscant.[fonte]
Darth Sidious e Darth Tyranus si incontrano su Coruscant dopo la Battaglia di Geonosis

Mace Windu e molti altri Jedi piombarono su Geonosis per liberare Obi-Wan Kenobi che stava per essere giustiziato insieme a Skywalker e alla Senatrice Amidala, giunti anch’essi per salvarlo. Quando l’armata dei droidi era ormai prossima alla vittoria, arrivò il Maestro Yoda con la nuova armata di cloni che sbaragliò l’esercito separatista. La Repubblica vinse la battaglia.[12]

Dooku dopo aver affrontato i Jedi fuggì dal pianeta eludendo le forze repubblicane e raggiunse l’ultimo posto che chiunque avrebbe potuto pensare—Coruscant, il cuore della Repubblica stessa. Raggiunto il covo segreto di Darth Sidious, nella zona industriale. Tyranus assicurò al suo maestro che il loro tanto atteso complotto si era finalmente messo in moto con l’inizio della guerra. Sidious era soddisfatto e si congratulò con il suo apprendista. Infine, Tyranus lasciò i progetti segreti dell’arma suprema progettata dai Geonosiani al suo maestro, perché non cadessero nelle mani dei Jedi.

Il Cancelliere Sheev Palpatine osserva le nuove truppe

Poco tempo dopo il Cancelliere Palpatine, insieme ad altri capi del Senato, ispezionò personalmente le nuove truppe che partivano per il fronte: le Guerre dei Cloni erano finalmente cominciate, un conflitto di portata galattica che avrebbe potuto manipolare secondo i suoi scopi, controllando le forze della Repubblica come il buon Cancelliere Sheev Palpatine e le armate Separatiste come il Signore Oscuro dei Sith Darth Sidious.[12]

Jawa 1.jpg

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(LAVORI IN CORSO)

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Note e riferimenti

  1. 1,0 1,1 1,2 Star Wars: Episodio III La vendetta dei Sith
  2. Errore nella funzione Cite: Marcatore <ref> non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatore Tarkin
  3. Errore nella funzione Cite: Marcatore <ref> non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatore SWEPalpatine
  4. Errore nella funzione Cite: Marcatore <ref> non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatore explEPIII
  5. Template:SWE
  6. Template:SWE
  7. Star Wars: Darth Maul—Son of Dathomir 3
  8. Template:SWE
  9. Template:SWE
  10. Template:SWYoutube
  11. Tcw-mini.jpg Star Wars: The Clone Wars – "Il disperso"
  12. Errore nella funzione Cite: Marcatore <ref> non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatore aotc
  13. Tcw-mini.jpg Star Wars: The Clone Wars – "Cospirazione"
  14. Template:SWE
  15. Errore nella funzione Cite: Marcatore <ref> non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatore tpm
  16. StarWars.com Star Wars: Episodio II - L’attacco dei cloni su StarWars.com (link salvato su Archive.org) (Story Gallery: Slide 4)

Collegamenti esterni

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