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Shmi Skywalker

Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.
Shmi skywalker.jpg
Shmi Skywalker
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Tatooine

Nascita

72 BBY

Morte

22 BBY, Tatooine

Descrizione fisica
Razza

Umana

Sesso

femminile

Altezza

1,63 metri

Capelli

castani

Occhi

marroni

Informazioni storiche e politiche
Epoche

Era dell'ascesa dell'Impero

Affiliazione

Negozio di Watto

"Ma tu non puoi impedire che cambino, così come non puoi impedire ai soli di tramontare."
―Shmi Skywalker ad Anakin Skywalker[fonte]

Shmi Skywalker, la prima rappresentante nota della famiglia Skywalker, era la madre del Jedi Anakin Skywalker e la nonna paterna di Luke Skywalker e Leia Organa Solo.

Nata nel 72 BBY su un pianeta sconosciuto, Shmi fu ridotta in schiavitù in tenera età. Nel 42 BBY diede alla luce un bambino, a cui diede il nome di Anakin. Era profondamente affezionata al figlio, ed era pronta a tutto pur di aiutarlo. Dopo che Anakin ebbe lasciato la loro casa su Tatooine per diventare un Jedi, fu venduta a Cliegg Lars, che la liberò e la sposò. Appena prima dell'inizio delle Guerre dei Cloni, Shmi fu rapita e torturata da una banda di predoni Tusken. Morì tra le braccia del figlio, che era venuto a salvarla.

Biografia

Infanzia

Shmi Skywalker nacque nel 72 BBY su un pianeta sconosciuto. All’età di nove anni, Shmi e la sua famiglia si misero in viaggio verso i Territori dell’Orlo Esterno, dove furono catturati da un gruppo di pirati e venduti come schiavi.

Vita da schiava

"La Repubblica non esiste quaggiù. Dobbiamo cavarcela da soli."
―Shmi Skywalker a Padmé Amidala[fonte]

Separata dai genitori e portata da un pianeta all’altro dai suoi diversi padroni, durante l’adolescenza Shmi fu spesso impiegata come domestica; una volta raggiunta l’età adulta fu invece relegata al rango di donna delle pulizie. Non tutti i suoi padroni furono crudeli con lei: Pi-Lippa, ad esempio, era gentile, e al suo servizio Shmi acquisì buone abilità tecniche. Nonostante stesse meditando di liberarla, Pi-Lippa morì prima di poter mantenere la sua promessa, così Shmi passò sotto la proprietà dei suoi familiari.

Shmi ed Anakin arrivano su Tatooine al servizio di Gardulla la Hutt.

Fu in questo periodo che Shmi scoprì di essere incinta e diede alla luce a un figlio, a cui diede il nome di Anakin. La sua nascita fu un avvenimento straordinario: non c’era stato un padre. Benchè non fosse in grado di spiegarsi l’accaduto, Shmi accolse e allevò il bambino con gioia e gratitudine. In seguito, il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn avrebbe attribuito il concepimento di Anakin alla volontà della Forza stessa; secondo altre teorie, invece, la nascita di Anakin potrebbe essere stata parte degli esperimenti sull’immortalità del Signore Oscuro dei Sith Darth Plagueis.

Quando Anakin aveva circa tre anni, lui e la madre furono venduti come schiavi a Gardulla la Hutt, e furono portati a Mos Espa . Gardulla era una padrona crudele, che non si curava di Shmi e di suo figlio e non si preoccupava della loro sicurezza. Dopo pochi anni, Gardulla perse Shmi e Anakin al gioco, e i due passarono sotto la proprietà di un toydariano di nome Watto.

Shmi ed Anakin nel negozio di Watto

Watto non era famoso per la sua umanità: era un padrone severo e burbero, che mostrava raramente il suo lato indulgente. Tuttavia, fu sempre corretto nei confronti di Shmi e Anakin, permettendo loro di concedersi qualche piccola comodità e di avere qualche oggetto personale.

Shmi divideva il suo tempo tra il lavoro per Watto e la preoccupazione per il figlio. Anakin infatti si metteva spesso nei guai per cercare pezzi di ricambio per Watto o per aiutare qualcuno nel bisogno. Shmi fece poco per scoraggiare il suo altruismo e il suo spirito di avventura, benché fosse molto in pensiero per lui e cominciasse a temere di poterlo perdere. Madre e figlio erano profondamente legati l’uno all’altro, e anche se non aveva molto denaro Anakin faceva tantissimi regali a Shmi per dimostrarle il suo affetto. Inoltre, fin dall’infanzia rivelò straordinarie capacità come riparatore e costruttore. Spesso si dedicava a invenzioni allo scopo di venderle, o di alleggerire il carico di lavoro di sua madre. Una di queste invenzioni fu il droide protocollare C-3PO, che Anakin era riuscito ad assemblare usando vecchi pezzi di ricambio presi dagli scarti di Watto.

Shmi era ben consapevole delle doti eccezionali di Anakin, e tentava di nasconderle il più possibile al toydariano. Watto tuttavia scoprì l’incredibile talento naturale di Anakin come pilota, e pensò di sfruttarlo per ottenerne qualche guadagno. Anakin dimostrò di essere un pilota eccellente, nonostante non fosse mai stato in grado di terminare una corsa. Benchè Anakin – con enorme sollievo di Shmi – uscisse pressoché illeso da tutte le gare, lei odiava vederlo correre in quelle che chiamava “quelle orribili corse”. Era molto protettiva nei confronti del figlio, e credeva che anche solo standogli accanto avrebbe potuto tenerlo al sicuro da ogni pericolo.

Ad ogni modo, Shmi continuava a desiderare un futuro migliore per Anakin. Il suo talento e le sue qualità straordinarie le avevano fatto capire che non era destinato a una vita da schiavo.

Il sogno di una madre realizzato

"Figlio, il mio posto è qui. Il mio futuro è qui. È giunto il momento che tu segua la tua strada... ora, sii coraggioso e non voltarti indietro."
―Shmi Skywalker ad Anakin Skywalker[fonte]
Anakin dice addio a Shmi

Nel 32 BBY il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn, Padmé Amidala, Jar Jar Binks e R2-D2, provenienti da Naboo, si presentarono nel negozio di Watto in cerca di pezzi di ricambio per l’astronave su cui stavano viaggiando, diretti verso Coruscant. Una tempesta di sabbia li sorprese all’uscita dal negozio e Anakin si dimostrò subito generoso nei loro confronti, offrendo loro ospitalità nel piccolo tugurio che gli Skywalker chiamavano casa. Poiché il Maestro Jedi non aveva denaro a sufficienza per pagare Watto, Anakin si offrì di aiutarlo partecipando alla Boonta Eve Classic. Shmi inizialmente era contraria, per via della pericolosità della corsa. Tuttavia credeva in cuor suo che Anakin fosse destinato ad aiutare quegli sconosciuti e, quando il bambino le rammentò le sue stesse parole sulla necessità di aiutare gli altri nel bisogno, acconsentì.

Qui-Gon Jinn aveva capito che le doti straordinarie di Anakin dipendevano da un eccezionale potenziale nella Forza. Quando Shmi gli rivelò la nascita miracolosa del bambino, il Maestro Jedi le rispose che probabilmente era stata la volontà della Forza stessa a generare la vita nel suo grembo. Shmi, speranzosa, chiese a Qui-Gon se poteva fare qualcosa per aiutare Anakin, e rimase delusa quando il Jedi replicò malinconico che non era venuto a liberare schiavi.

Shmi guarda il figlio Anakin partire per Coruscant per diventare un Jedi

A insaputa della donna, tuttavia, prima della corsa Qui-Gon si recò da Watto e scommise la libertà di Anakin e Shmi sulla vittoria del bambino. Watto però non era disposto a cedere entrambi schiavi, e lanciò un cubo di sorte per decidere quale dei due sarebbe stato liberato. Qui-Gon, che intendeva portare con sé Anakin su Coruscant perché fosse addestrato come Jedi, usò i propri poteri per influenzare il lancio.

Shmi assistette alla gara da lontano, con trepidazione. Con sua grande sorpresa e gioia, Anakin vinse. Durante i festeggiamenti, Shmi abbracciò il bambino e gli disse che era molto fiera di lui.

Dopo aver confermato l’accordo con Watto, Qui-Gon disse a Shmi che Anakin era libero, ed espresse la sua intenzione di prenderlo con sé. Fu allora che Shmi, confortata dal Jedi, prese la decisione più difficile della sua vita: lasciar andare il suo unico figlio.

Mentre si preparava per partire, il piccolo Anakin confessò alla madre i suoi dubbi riguardo al lasciare casa. Shmi lo incoraggiò e gli diede un commovente addio, dicendogli di non voltarsi indietro e di non preoccuparsi per lei. Sapeva che il proprio futuro era su Tatooine, quello di Anakin fra le stelle. Prima di andarsene il bambino le promise che un giorno sarebbe tornato a liberarla, ma non sapeva a quel tempo che la vita del Jedi preclude questo tipo di missioni personali.

Libertà

Mentre Anakin veniva addestrato come Jedi, Shmi rimase al servizio di Watto. Il toydoriano si era ingentilito, e la trattava con maggior rispetto. In alcuni periodi particolarmente critici, arrivò addirittura a condividere con lei il proprio cibo.

Nel 30 BBY Shmi assistette alle contrattazioni tra il devaroniano Villie e Watto, che lo indusse con l’inganno a comprare dei pit droid difettosi, per compensare un debito che il devaroniano aveva nei suoi confronti. Villie cadde nell’inganno, e acquistò i droidi. Shmi, su ordine del padrone, radunò i droidi e li portò alla nave di Villie, la Inferno, scegliendo di non informare il devaroniano dell’imbroglio di Watto.

In seguito, Watto sperperò il proprio denaro nel gioco d’azzardo. Il suo vizio contribuì inoltre a creargli una cattiva reputazione. Le sue perdite economiche furono di tale entità che fu costretto a vendere Shmi a Cliegg Lars, un estrattore di umidità che si era innamorato di lei. Watto trovò mille scuse per ritardare la transazione, diviso tra il tormento di perdere la sua unica schiava e la speranza che Shmi potesse essere felice con Cliegg. Con l’aiuto della stessa Shmi, Cliegg e suo figlio Owen indussero Watto a cedere loro la schiava in cambio di lenti Tobal. In seguito, Watto ammise di aver disattivato la trasmittente da schiava di Shmi poco dopo la partenza di Anakin per paura che la donna, sconsolata per la perdita del figlio, iniziasse a vagare lontano, rischiando in questo modo di attivare il congegno esplosivo nascosto nel suo corpo.

Quando Cliegg chiese la sua mano, Shmi accettò. Si era innamorata di lui ed era molto affezionata anche a Owen, e voleva essere parte della loro vita. Tutti insieme, vissero tranquillamente alla fattoria dei Lars come estrattori di umidità, formando una famiglia amorevole e unita.

Shmi raccontava spesso ai suoi familiari di Anakin, e diceva che le mancava molto. Benché si sentisse accolta nella famiglia Lars, Shmi nutriva ancora una profonda nostalgia per il figlio e sperava di rivederlo. Ogni notte vegliava, sperando di vederlo ritornare dalle stelle.

In quegli anni Shmi teneva un diario su cui scriveva quasi tutti i giorni, per annotare eventi e pensieri. Molti anni dopo, il diario sarebbe stato trovato da sua nipote Leia Organa Solo. Leggendolo, Leia potè farsi un’idea di com’era stato suo padre prima di diventare Darth Vader e, col tempo, riuscì a perdonarlo.

Ricongiungimento con Anakin e morte

"Sono così fiera di te, Ani... così fiera... mi sei mancato tanto... ora mi sento appagata."
―Shmi Skywalker ad Anakin Skywalker[fonte]
Shmi viene attaccata dai predoni Tusken

Appena un mese prima dello scoppio delle Guerre dei Cloni, nel 22 BBY, un gruppo di predoni Tusken fu responsabile di una serie di attacchi alle fattorie isolate nei dintorni di Mos Eisley. Una mattina Shmi uscì di buon’ora per andare a raccogliere i funghi che crescevano sui vaporatori di condensa. Fu catturata dai Tusken sulla via del ritorno. Cliegg costituì un gruppo di ricerca nel tentativo disperato di ritrovarla, ma finì per perdere la gamba destra e metà dei suoi uomini nelle imboscate dei predoni. Dopo un mese decise di rinunciare, pensando che Shmi fosse morta. In realtà, Shmi era ancora viva, seppure a malapena. Ferita, picchiata e disidratata, si aggrappava ai ricordi di Anakin nello sforzo di rimanere in vita. La resistenza di Shmi induceva i Tusken a sperimentare metodi di tortura sempre più crudeli; tuttavia, i tormenti a cui fu sottoposta non fecero altro che aumentare la sua determinazione a sopravvivere finché non avesse rivisto suo figlio. Durante la prigionia Shmi invocò spesso Anakin, sperando che venisse a salvarla.

Shmi muore tra le braccia di suo figlio

Tramite il forte legame che li univa, Anakin percepiva la sofferenza della madre ed era tormentato da incubi che la riguardavano. Incapace di sopportarli, Anakin si recò su Tatooine per andare a cercare Shmi, portando con sé Padmé Amidala e R2-D2. Una volta giunto a Mos Espa chiese informazioni a Watto, che gli raccontò della liberazione di Shmi e del suo matrimonio con Cliegg. Anakin si recò allora alla fattoria, dove incontrò il suo vecchio droide C-3PO e la famiglia Lars. Cliegg, distrutto dal dolore, spiegò ad Anakin come Shmi era stata catturata, e gli parlò dei suoi vani tentativi di salvarla. Disse ad Anakin che ormai non c’erano più speranze per lei, ma il giovane non voleva credergli. Affidò Padmé ai Lars e si mise alla ricerca della madre. Usando le proprie percezioni, Anakin riuscì a localizzare Shmi in un accampamento Tusken. La trovò all’interno di una tenda, legata e piena di cicatrici per i maltrattamenti subiti. Dopo che Anakin ebbe sciolto le funi che legavano Shmi, ai due rimase il tempo per una breve conversazione. Nel tentativo disperato di tenere in vita la madre, Anakin la prese in braccio e la confortò. Con l'ultimo respiro Shmi riuscì a sussurrargli l’affetto che provava per lui e morì tra le sue braccia.

Lo shock fece esplodere la rabbia a lungo repressa di Anakin, che sterminò senza pietà tutti i predoni Tusken dell’accampamento, compresi – come avrebbe in seguito rivelato a Padmé – “le donne e i bambini”. Dopo il massacro, ritornò alla tenda per avvolgere il corpo di Shmi in un sudario e la riportò alla fattoria dei Lars, dove si tenne un modesto funerale. Inginocchiato davanti alla tomba della madre, Anakin espresse il suo rimorso per non essere riuscito a salvarla, e le promise che non avrebbe mai più fallito.

Eredità

Anakin Skywalker inginocchiato sulla tomba di sua madre

Una vecchia amica di Shmi, Sorna, si recava ogni anno alla fattoria dei Lars per posare dei fiori sulla sua tomba. Ad ogni modo, Shmi fu ricordata principalmente per essere stata la capostipite della famiglia Skywalker.

Nel 19 BBY, quando Anakin Skywalker passò al lato oscuro assumendo il nome di Darth Vader, sua moglie Padmé diede alla luce due gemelli, Luke e Leia. Morì pochi istanti dopo il parto. I bambini furono separati per ragioni di sicurezza, perchè non fossero trovati dai Sith. Leia fu adottata dal senatore alderaaniano Bail Organa e da sua moglie Breha; Luke fu adottato da Owen e Beru Lars.

Nell’8 ABY, Leia si recò alla vecchia fattoria dei Lars, ora di proprietà della famiglia Darklighter. Qui trovò il diario di Shmi. Leggendolo, apprese la storia della famiglia Skywalker prima delle Guerre dei Cloni e nel suo cuore si risvegliò la compassione per il padre, che infine perdonò.

L’anno successivo Leia ebbe dal marito Han Solo due figli, Jaina e Jacen. Mentre l'Impero si riorganizzava intorno al rinato Darth Sidious, Leia diede alla luce il terzo figlio, Anakin Solo, morto durante la missione su Myrkr. Nel 26 ABY, Mara Jade Skywalker diede alla luce il figlio avuto da Luke, Ben. Dieci anni dopo, Tenel Ka diede alla luce la figlia di Jacen, Allana.

All’epoca dell’Insurrezione anti-Sith, più di un secolo dopo la morte di Shmi, la sua eredità e il nome della sua famiglia sopravvivevano nei suoi ultimi discendenti di cui si abbia notizia: Nat Skywalker e suo nipote Cade Skywalker.

Carattere e personalità

"Ti... voglio... tanto... bene"
―le ultime parole di Shmi[fonte]

Nonostante le privazioni e le difficoltà della sua vita da schiava, Shmi era una donna dolce e gentile. Non si preoccupava per sè, ed era pronta a sacrificare tutto per il figlio, che amava più di ogni cosa benché non riuscisse a spiegarsi come fosse avvenuto il suo concepimento. Sapeva che in lui c'era qualcosa di speciale, e sperava con tutto il cuore che potesse avere un futuro migliore di quello che gli avrebbe potuto riservare una vita da schiavo. Per questo gli permise di partire alla volta di Coruscant per essere addestrato come Jedi, pur sapendo che difficilmente lo avrebbe rivisto.

Shmi si dimostrò una donna estremamente affettuosa anche nei confronti del marito Cliegg Lars e del figliastro Owen, benchè tra di loro non vi fossero legami di sangue. In occasione del suo funerale, Cliegg descrisse Shmi come “la moglie migliore che un uomo possa desiderare”.

Shmi era di natura gentile, priva di rancori e incline al perdono. Era in grado di vedere del buono persino in Watto, nonostante i maltrattamenti che lei e Anakin avevano subito da parte sua. Dopo la partenza di Anakin, Shmi confortò il toydariano, addolorato per la perdita dello schiavo. A sua volta Watto divenne più gentile nei confronti della donna e iniziò addirittura a farle piccoli regali.

Come suo figlio Anakin, Shmi era in grado di riparare praticamente tutto, e guadagnava qualche soldo ripulendo schede di memoria elettroniche. La sua minuscola abitazione era piena di apparecchiature tecnologiche, e spesso Shmi girava per Mos Espa alla ricerca di attrezzi scartati che potessero essere riutilizzati in qualche modo. Queste abilità tecniche, che Shmi aveva appreso dalla precedente padrona Pi-Lippa, aumentavano molto il suo valore come schiava, e Shmi avrebbe meritato un impiego migliore. Cercò in tutti i modi di incoraggiare l'interesse di Anakin per la tecnologia, sperando che le loro capacità, inusuali per due schiavi, potessero contribuire alla loro liberazione.

Dietro le quinte

In Star Wars Episodio I: La minaccia fantasma e Star Wars Episodio II: L'attacco dei cloni Shmi è interpretata dall'attrice svedese Pernilla August.

Il nome "Shmi" deriva da quello di Lakshmi, dea indiana della prosperità e della generosità. La sua pronuncia corrisponde inoltre a quella della parola ebraica שְמִי, che significa “il mio nome”. Il nome “Shmi Skywalker” potrebbe dunque essere tradotto come: “Mi chiamo Skywalker”.

Presente in


Fonti

Vedi anche

Link esterni