Star Destroyer di classe Victory I

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VictoryI 1.jpg
Star Destroyer di classe Victory I
Note di fabbricazione
Produttore

Rendili StarDrive[1]

Serie

Victory[1]

Modello

I[1]

Tipo

Star Destroyer

Prezzo

Non disponibile al pubblico[1]

Note tecniche
Lunghezza

900 metri[1]

Larghezza

564 metri

Altezza

289 metri (torre inclusa)

Peso

36.200.000 tonnellate

Accelerazione massima

40 MGLT[2]

Velocità atmosferica massima

800 km/h[1]

Unità motrici
Iperguida
  • x1[1]
  • x15 (iperguida di scorta)[1]
Sistema di iperguida

motivatore d'iperguida DeLuxFlux

Potenza

3.6x1024 Watt

Alimentazione

Reattore a ipermateria[3]

Scudi

3.200 SBD[2]

Corazza

1.520 RU[2], accialluminio rinforzato al titanio

Sensori

Presente[1]

Sistemi di navigazione

Presente[1]

Computer principale

SFS T15x1

Armi
Dotazione

In aggiunta:

oppure

Hangar

2

Equipaggio

4.798[1]

  • Ufficiali: 610[1]
  • Personale: 4.188
    • Artiglieri: 402[1]
Equipaggio minimo

1.785[3]

Passeggeri

2.040 (soldati)[1]

Capacità di carico

8.100 tonnellate[1]

Autonomia

4 anni standard[1]

Altri sistemi
  • capacità di volo atmosferico[1]
Utilizzo
Ruoli
Epoche
Esordio

20 ABY

Affiliazione

Prodotto tecnologico delle Guerre dei Cloni, lo Star Destroyer di classe Victory I fu il primo vero e proprio Star Destroyer ad essere costruito. Noto anche come Torpediniera di classe Victory I , fu impiegato dalla Repubblica Galattica nei suoi ultimi giorni,[3] dal Nuovo Ordine durante la Guerra Civile Galattica[1] e dalla Confederazione nel corso della Seconda Guerra Civile Galattica.[4]

Caratteristiche

Schema di un Victory I.
In teoria, il Victory I era progettato per assolvere tre compiti principali: difesa planetaria, assalto planetario e combattimento spaziale. Di fatto, riusciva molto meglio nei primi due che non nel terzo, tanto che poco dopo la sua uscita si procedette a tanto che poco dopo la sua uscita si procedette a svilupparne una versione migliorata, più adatta ai tête-à-tête siderali.[1] Con il rapido evolversi delle tecnologie militari presso entrambi gli schieramenti, infatti, non ci volle molto perché le navi nemiche individuassero i punti deboli dei Victory, rendendole astronavi facilmente soggiogabili se sprovviste di scorta.

Il pregio tattico e ingegneristico del Victory erano le sue derive a farfalla, le quali conferivano al mezzo la capacità di stazionare negli strati bassi dell'atmosfera - caratteristica, questa, assente in modelli più grandi e recenti di Star Destroyer. Ciò incrementava la tempestività e la precisione degli attacchi terrestri, oltre a determinare una posizione di vantaggio nell'inseguimento di vascelli che tentassero di forzare il blocco.[1] Il peggior difetto del Victory I, invece, era la sua ridottissima velocità subluce; in ogni caso, disponeva di ottime capacità iperspaziali e poteva calcolare ipersalti molto rapidamente. Per sopperire alla lentezza nello spazio reale, il Victory I era assistito da due squadriglie aviotrasportate di caccia TIE, più che sufficienti ad assistere la nave principale nelle attività di esplorazione e a proteggerla da bombardieri e caccia stellari avversari.

Storia

Origini repubblicane

Uno Star Destroyer Victory in battaglia.
Con l'esplosione delle Guerre dei Cloni e l'introduzione della nave d'assalto di classe Acclamator, l'arciprevosto di Rendili ordinò alle proprie spie industiali e ai costruttori navali di ridurre, attraverso i contratti stipulati di fresco con la Repubblica, il vantaggio competititvo della Kuat.[5]

Verso la fase centrale del conflitto, un'idea di Walex Blissex (sotto contratto Rendili StarDrive) entrò in diretta competizione con l'omologo della Kuat Drive Yards, lo Star Destroyer di classe Venator. Questa sfida progettuale, il cui nome ufficiale fu "Progetto: Iniziativa Victor", vide la collaborazione delle due case rivali e portò allo sviluppo della serie Victory.[3]

Il Progetto arrivò nel momento in cui le forze armate della Repubblica Galattica necessitavano maggiormente di astronavi corazzate, cioé verso la fine delle Guerre dei Cloni, fase connotata da una generale intensificazione dei combattimenti. Gli Star Destroyers di classe Victory I furono dispiegati per difendere il Settore 0 contro la flotta di incrociatori di classe Bulwark della Tecno Unione, in fuga dal blocco su Foerost.[3]

Questo intervento fuori programma costituì di fatto la discesa in campo della "Flotta Victory" con sei mesi di anticipo sulla tabella di marcia. Nonostante ciò, la fetta più grande della commessa fu rilasciata solo dopo la dissoluzione della Repubblica e l'ascesa di Palpatine a Imperatore.[3]

Spaccato e descrizione di alcune sezioni del Victory.
Le fasi finali della guerra videro anche l'introduzione di una sottoclasse nota come Victory II, equipaggiata con i nuovi motori ionici Hoersch-Kessel Drive in sostituzione dei lenti e insoddisfacenti LF9; questo modello barattava i lanciamissili con cannoni a ioni e turbolasers addizionali, oltre a privarsi delle derive atmosferiche per assumere una configurazione decisamente orientata al combattimento spaziale.

A meno delle derive, la nuova classe era esteriormente identica alla sua progenitrice. A giudicare dalla quantità di Victory ancora dotati di farfalle aerodinamiche in epoca imperiale, è sensato ipotizzare che alcuni vascelli di classe Victory I siano stati aggiornati direttamente alla versione successiva, senza interventi aggressivi sulla struttura esterna e con la sola sostituzione delle componenti necessarie.

I Victory II veri e propri ad essere costruiti furono molto pochi, dal momento che il loro ingresso in scena coincise pressoché con quello della classe Imperial, la quale soppiantò i Victory nelle attività di combattimento spaziale, conformandosi meglio alle esigenze del neoformato Impero.

Al servizio dell'Impero

Un Victory I schierato in assetto da combattimento a fianco di un Imperial I.
L'abbondare di Star Destroyers di classe Imperial e la crescente popolarità della serie nella Flotta Imperiale comportò il decommissionamento di molti Star Destroyers di classe Victory o la vendita a gruppi terzi come le Autorità del Settore Corporativo, che ne acquistarono 520. All'epoca d'oro dell'Impero, comunque, il grosso dei Victory originali prestava ancora servizio attivo nella Marina ed era assegnato a mansioni poliziesce o di difesa planetaria.

I Victory godevano di un'ottima reputazione, seconda solo a quella degli Imperial I, soprattutto per quanto riguardava le operazioni nei Territori dell'Orlo Esterno contro pirati o Ribelli. L'Ordine di Battaglia equiparava uno Star Destroyer di classe Victory a due incrociatori di classe Strike.

Le flottiglie più blindate presentavano spesso Star Destroyer di classe Victory nelle proprie file; a livello delle forze di sistema e oltre, li si poteva trovare al fianco di Star Destroyers più grandi, di Incrociatori Stellari, di Incrociatori stellari da battaglia e, nelle operazioni su vasta scala, perfino di Star Dreadnought.

Mentre gli altri Star Destroyers concentravano il fuoco dei loro turbolasers per scalfire gli scudi e gli scafi delle navi capitali avversarie, i Victory avevano l'incarico di sparare raffiche di missili a concussione contro i vascelli che avevano già perso il deflettore, esattamente come accadde nella Seconda Battaglia di Ciutric IV. La capacità di inseguire i nemici fin dentro l'atmosfera planetaria fece dei Victory uno strumento irrinunciabile per alcune squadriglie imperiali.

Proporzioni tra un Imperial e un Victory.
Lo svantaggio peggiore dei Victory I era la loro lentezza, tale da renderne difficile il dispiegamento e da lasciare ai nemici più rapidi il tempo di fuggire. Durante la Battaglia di Deneb, il comandante ribelle in capo riuscì a sconfiggere due squadriglie Imperiali prima che l'una potesse accorrere in aiuto dell'altra, altrimenti la grande potenza di guoco dei Victory avrebbe prevalso.

Grazie a quella sconfitta, gli strateghi imperiali colsero la necessità di affiancare ai Victory delle navi di supporto come gli interdittori, gli incrociatori di classe Strike e gli incrociatori Carrack.[6]

Da Vice Ammiraglio, Thrawn ottenne importanti successi grazie a Victory quali lo Stalwart e lo Sceltor, così come fece l'Ammiraglio Harkov con il Protector. In particolare, il Bombard e il Crusader restarono celebri per aver spazzato via i temuti pirati Eyttyrmin Batiiv nella Battaglia di Khuiumin; pur essendo a conoscenza dell'attacco imperiale, i corsari sovrastimarono le loro possibilità offensive contro un paio di "vecchi" Victory.

Quando il Grand'Ammiraglio Thrawn acquisì il controllo dei Resti dell'Impero, la scarsità di mezzi - soprattutto di astronavi più potenti come gli Imperial - provocò un ritorno in auge dei Victory, ai quali furono affidati compiti di primo piano presso il fonte.

Sotto l'Alleanza Galattica

Con il termine della Guerra degli Yuuzhan Vong, la Federazione Galattica delle Libere Alleanze commissionò una versione aggiornata della classe Victory da usare in attività anti-pirateria. Alcuni di questi nuovi vascelli furono equipaggiati con grandi torrette sullo scafo superiore, ciascuna dotata di un proiettore di raggio traente rimorchia-asteroidi venduto alle Forze di Difesa dell'Alleanza Galattica da Lando Calrissian.

Prima della Guerra dello Sciame, i Killik sabotarono la Ammiraglio Ackbar, un Victory dell'Alleanza Galattica impiegato durante il blocco della Nebulosa Utegetu quando i Killik invasero l'Ascendenza Chiss.

Dietro le quinte

Bozza scartata di Star Destroyer Imperiale per Una nuova speranza.
La serie Victory nasce da una bozza scartata di Star Destroyer per Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza. Questi modelli sono diventati una vista comune nell'universo espanso successivamente alla pubblicazione della Trilogia Thrawn.

I manuali per il gioco di ruolo della West End Games assegnavano originariamente al Victory I otto tubi di lancio per missili a concussione e non ne specificavano la riserva. La Wizard of the Coast ha successivamente corretto questi dati in venti lanciamissili da quattro testate ciascuno. Ad ogni modo, in X-wing: Isard's Revenge le "otto bocche di fuoco" dello Star Destroyer di classe Victory "Emperor's Wisdom" e delle sue navi sorelle, la "Selonian Fire" e la "Corusca Fire", giocano un ruolo importante ai fini della storia.

Il videogioco Star Wars: L'Impero in guerra è il primo compendio visivo a mostrare dettagli superficiali che assomigliano a grandi cannoni laser, del tutto simili a quelli della classe Venator e della classe Imperial. Il confronto fra le varie mappe di texture per gli Star Destroyer presenti nel gioco mostra che gli ipotetici cannoni del Victory sono grandi esattamente la metà di quelli sull' Imperial, oltre a stare nella stessa identica posizione. Con tutta probabilità, si tratta di un effetto collaterale dovuto al fatto che il modello in-game per il Victory è stato costruito a partire dalla texture per lo Star Destroyer di classe Imperial.

Presente in

Fonti

Note e riferimenti


classi di astronavi Rendili
Trasporti
fregata di classe Dwarf Star - Nave portacontainer a contenimento magnetico
shuttle d'abbordaggio di classe Katarn - nave-prigione di classe Kiltirin
nave-prigione di classe Lictor - fregata leggera di classe Starlight
Stazioni spaziali
piattaforma spaziale militare Bavos-I - piattaforma spaziale militare Bavos-II
Piattaforma di Difesa Spaziale Derilyn - stazione di difesa orbitale di classe FireStar
Molo Spaziale - Piattaforma di Difesa Spaziale Leggera di Tipo I
Caccia stellari
Intercettore LT-9000
Navi da pattuglia
Fregata Doganale Imperiale
Corvette
Corvetta leggera
Incrociatori
Fregata d'assalto Mk. II - Corazzata di classe Battle Horn
Incrociatore Pesante Dreadnaught di classe Invincible - Incrociatore pesante di classe Dreadnaught
Corazzata di classe Neutron Star - Incrociatore di classe Vainglorious
Star Destroyers
Star Destroyer di classe Republic - Star Destroyer di classe Victory I
Star Destroyer di classe Victory II
Navi da battaglia
nave da battaglia Rendili
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