Turbolaser: differenze tra le versioni

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I <b>turbolaser</b> erano versioni in scala gigante dei [[cannone laser|cannoni laser]] e [[cannone blaster|blaster]]. Queste armi si trovavano solitamente installate a file sulle [[nave capitale|navi capitali]], sulle [[stazione spaziale|stazioni spaziali]] e sulle fabbriche orbitali, sebbene alcune varianti, come la [[torretta anticarro imperiale]], fossero utilizzate a terra.
 
I <b>turbolaser</b> erano versioni in scala gigante dei [[cannone laser|cannoni laser]] e [[cannone blaster|blaster]]. Queste armi si trovavano solitamente installate a file sulle [[nave capitale|navi capitali]], sulle [[stazione spaziale|stazioni spaziali]] e sulle fabbriche orbitali, sebbene alcune varianti, come la [[torretta anticarro imperiale]], fossero utilizzate a terra.

Versione delle 14:59, 3 lug 2009

"Intensificare il fuoco di prua. La difesa dev'essere impenetrabile."
Firmus Piett durante la Battaglia di Endor.[[Star Wars Episodio VI: Il ritorno dello Jedi|[fonte]]]

I turbolaser erano versioni in scala gigante dei cannoni laser e blaster. Queste armi si trovavano solitamente installate a file sulle navi capitali, sulle stazioni spaziali e sulle fabbriche orbitali, sebbene alcune varianti, come la torretta anticarro imperiale, fossero utilizzate a terra.

I turbolaser non erano altro che cannoni laser pesanti equipaggiati con generatori a turbina e schiere di condensatori, i quali permettevano all’arma di sviluppare ed immagazzinare raffiche laser molto più potenti di quelle dei normali cannoni. Questa straordinaria energia era ottenuta con l'emissione di un normale raggio laser, guidato poi attraverso un flusso di gas blaster eccitato, così da aumentarne la potenza. Il raggio, dopo aver acquisito almeno il triplo della potenza e della gittata di un laser standard, veniva messo a fuoco tramite bobine galavaniche collocate nella canna del turbolaser, consentendogli di trapassare le difese degli obiettivi più corazzati.

Dal momento che tale tecnologia era basata sull’accumulazione di grandi quanità di energia, i cannoni turbolaser tendevano ad avere un ritmo di fuoco più lento dei loro cugini (circa due secondi fra ogni raffica), oltre ad essere esposti ad un alto rischio di surriscaldamento, scongiurato grazie a complessi sistemi criogenici e sfiatatoi lungo le canne.

I turbolaser erano le armi principali delle navi capitali e venivano utilizzati per il combattimento nave-a-nave o per il bombardamento planetario. Un singolo colpo di turbolaser poteva incenerire un caccia stellare completamente schermato. Ad ogni modo, usare i turbolaser contro i caccia era decisamente inefficace per via della loro intrinseca inaccuratezza contro bersagli rapidi e per il basso ritmo di fuoco. Le torrette turbolaser installate sulla prima Morte Nera, infatti, non riuscirono a puntare gli agili caccia Ribelli che attaccarono la stazione durante la Battaglia di Yavin.

Solitamente, i turbolasers erano disposti longitudinalmente lungo gli scafi delle navi da guerra ed erano collegati a sistemi di controllo fuoco centralizzati, così da coordinare tutte le batterie per raffiche organizzate e prolungate. Il Grande Esercito della Repubblica fece largo uso di cannoni turbolaser, specialmente di quelli montati sui propri camminatori pesanti durante le Guerre dei Cloni: gli SPHA-T si dimostrarono perfetti per abbattere numerose navi centrali di classe Lucrehulk durante la Battaglia di Geonosis. Lo stesso modello di turbolaser fu poi installato nelle baie d'attracco degli Star Destroyer Venator per consentire loro di affrontare con decisione gli scontri spaziali frontali tra navi capitali.

Una tempo regolamentata dalle leggi imperiali, la tecnologia turbolaser andò incontro ad una massiccia espansione con il termine della Guerra Civile Galattica, quando i progettisti militari della Nuova Repubblica svilupparono i turbolaser a ricarica rapida. Questa variante dimostrò tutta la sua efficacia nella Guerra degli Yuuzhan Vong.

Elenco di modelli di turbolaser