Watto

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Scaltro e burbero proprietario di un negozio di ricambi a Mos Espa, Watto era un irritabile Toydariano con l’amore per i crediti e il gioco d’azzardo. Nonostante fosse considerato uno dei negozi più piccoli di Mos Espa, quello di Watto era comunque una miniera di macchinari di scarto e pezzi di ricambio di ogni tipo.

Watto era un Toydariano dalla pelle blu, con ali che sbattevano rapidamente e che lo tenevano sospeso ad un metro dal suolo. Non era solo abile nel mercanteggiare, grazie alla sua razza non era affetto dai trucchi mentali Jedi.

Prima di finire su Tatooine, il giovane Watto combattè nelle guerre stagionali sul suo pianeta natale Toydaria. Facendo parte dell’Esercito della Confederazione Ossiki, Watto subì diverse ferite, che lo lasciarono con una zanna rotta ed una gamba zoppa.

Sul pianeta desertico, Watto imparò cosa fare e cosa non fare durante una contrattazione, e a trattare con i Jawa. I suoi obiettivi preferiti erano gli stranieri, che era solito considerare bersagli facili.

Fra i vari possedimenti di Watto, vi erano gli schiavi Anakin Skywalker e Shmi Skywalker. Dopo averli vinti da Gardulla the Hutt grazie ad una scommessa sulle corse di pod, Watto li mise entrambi a lavorare nel suo negozio. Il piccolo Anakin mostrò un incredibile talento per le riparazioni, e Watto lo prese subito a cuore. Nonostante fosse sufficientemente senza scrupoli da avere due schiavi, Watto era un padrone onesto. Probabilmente era perché il ragazzo era la prima fonte di guadagno per lui, non solo per il lavoro nel negozio, ma anche perché gareggiava nelle corse di pod.

Anakin infatti era un incredibile pilota, l’unico umano conosciuto che potesse pilotare i velocissimi pod. Ma nelle corse in cui Anakin gareggiava contro lo sleale Dug Sebulba, Watto scommetteva sempre su quest’ultimo, in quanto, come era solito dire, “Sebulba vince sempre!”.

L’avidità e la passione per le scommesse si rivoltarono contro di lui, nel giorno in cui un misterioso straniero venne nel suo negozio in cerca di pezzi di ricambio. Il Toydariano finì non solo con lo scommettere tutto il suo denaro, ma anche la libertà di Anakin. Sebulba in quella occasione non riuscì a terminare la gara della Boonta Eve Classic, e Anakin arrivò primo. Watto aveva perso tutto.

Raffigurazione artistica di Watto.
Disperato e costretto a recuperare un po’ delle sue perdite, Watto alla fine fu costretto anche a vendere Shmi Skywalker ad un coltivatore d’umidità di nome Cliegg Lars. A dieci anni dalla sua partenza da Tatooine, il giovane Jedi Anakin Skywalker tornò sul suo pianeta in cerca della madre.

Poco dopo questo, prima delle Guere dei Cloni, il cacciatore di taglie Jango Fett ricevette notizia della taglia su Longo Due-Pistole dalla sua partner Toydariana Rozatta. Ella disse che l’aveva ricevuta da un rivenditore di ricambi di Tatooine, che aveva perso tutto a causa di una scommessa sulle gare di pod e sembrava disperatamente in cerca di denaro. Non si ha però la certezza che si trattasse proprio di Watto.

Dieci mesi dopo l’inizio delle guerre, Anakin incontrò brevemente Watto mentre era in cerca delle tracce di Raala Ponchar. Quella fu l’ultima volta che si videro.

Watto era ancora vivo e residente a Mos Espa in seguito alla distruzione della Morte Nera, tuttavia, quando decise di ritirarsi dagli affari, cedette le sue proprietà a Wald, il quale ai tempi della Battaglia di Sluis Van continuava a portare avanti gli affari.