Nave portacaccia

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Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Ribellione.
Escortcarrier 2.jpg
Nave portacaccia
Note di fabbricazione
Produttore

Kuat Drive Yards

Tipo

Nave da trasporto

Note tecniche
Lunghezza

501 m

Altezza

150 m

Accelerazione massima

4 MGLT/s

Capacità dell'iperguida

Classe 1.0

Scudi

1.600 SBD

Corazza

912 RU

Sistemi di navigazione

Navicomputer

Armi
Dotazione
Equipaggio

3.845

Equipaggio minimo

1.500

Passeggeri

800

Capacità di carico

5.000 ton

Autonomia

1 anno

Utilizzo
Epoche

Era della Ribellione

Affiliazione

Impero Galattico

La necessità di una nave portacaccia dedicata si fece lampante dopo la Battaglia di Ton-Falk, quando due fregate imperiali Nebulon-B ed un incrociatore pesante di classe Dreadnaught andarono distrutti a causa di un "inadeguato supporto aerospaziale", per citare il rapporto dell'Alto Comando. Dunque, al più presto, la Marina commissionò alla Kuat Drive Yards un vascello da impiegare per il solo e specifico trasporto di mezzi TIE in battaglia.

I compiti principali delle portacaccia di scorta includevano la regolazione e l’eventuale potenziamento del traffico di caccia stellari in attività presso la flotta di assegnamento e il traghettamento di shuttle privi di iperguida da sistema a sistema. Sebbene avesse un aspetto rozzo, quasi da scatola, la portacaccia di scorta della KDY sapeva assolvere queste mansioni in modo davvero ammirevole.

Una portacaccia attorniata da TIE.

All’interno del suo gigantesco hangar e presso sue banchine d’attracco, ogni portacaccia ospitava un intero stormo TIE (72 caccia). L'Alto Comando richiese che a bordo di ogni portacaccia vi fossero almeno uno squadriglia di TIE/sa Bomber e due squadriglie di TIE/in Interceptor, così da poter affrontare agevolmente le situazioni più disparate. Moli addizionali garantivano spazio per sei shuttle e trasporti assortiti.

Nonostante fossero equipaggiate con scafi e schermature di tutto rispetto, queste navi non rientravano nella categoria dei vascelli da combattimento. In battaglia, avevano l’ordine di non attaccare i bersagli nemici e di starsene il più lontano possibile dai combattimenti.

Le portacaccia partecipavano, ovviamente, anche ad altri generi di missioni, il più importante dei quali consisteva nella copertura di un distaccamento imperiale in fase critica: mentre la base planetaria ingaggiava il nemico con i mezzi terrestri a disposizione, la portacaccia entrava in orbita stazionaria attorno al pianeta e riversava nell’atmosfera i caccia in dotazione per fornire supporto aereo alle truppe alleate.

Presente in

Fonti