Modello sviluppato dalla Sienar Fleet Systems, la cannoniera GAT fu la nave prediletta dell’Impero per incarichi di pattugliamento, difesa planetaria e missioni di interdizione alla navigazione.
Il mezzo, dalla lunghezza di 25 metri, riusciva a produrre una tale potenza di fuoco ed un output energetico degli scudi così alto che alcuni registri degli armamenti lo catalogavano come nave ammiraglia, un grado generalmente assegnato a vascelli di dimensioni quattro volte superiori: i GAT erano stati studiati per coprire il gap tra gli agili caccia stellari e le pesanti navi da guerra, sebbene meno manovrabili di un caccia rimanevano ad ogni modo capaci di eseguire ingressi atmosferici così come prolungate e complesse manovre. I GAT erano inoltre i più piccoli mezzi spaziali imperiali a possedere un sistema iperguida che garantiva performance iperspaziali di classe 2; il limitato sistema computerizzato di navigazione, d’altronde, poteva contenere solo 4 set di coordinate della astronavigazione.
Ne esistevano diversi modelli, ma il GAT-12h, 12i e 12j Skipray erano le versioni più popolari e vendute, rappresentavano infatti l’evoluzione dai precedenti modelli, meno orientati verso il combattimento, grazie ad un revisionato sistema di accelerazione.
A dispetto delle sue prestazioni impressionanti, il costo ne precluse un più vasto impiego nella flotta Imperiale; la Sienar vendette il modello anche sul mercato privato, lo Skipray trovò così la sua via nell’impiego da parte di mercenari e flotte paramilitari.
Il design, con la sua linea sfuggente, gli conferiva un’aggressiva impressione di velocità, il suo scafo rastremato aveva un profilo verticale assottigliato, con corte ali a babordo e tribordo ognuna della quali era attrezzata con un sensore Siep-Irol Omni-Vu.
Un largo stabilizzatore di coda ne completava il design con il suo particolare assetto; in grado di ruotare sull’asse del raccordo cilindrico che lo collegava allo scafo, in configurazione di volo si poneva verticalmente rispetto alla struttura che ospitava la cabina ed i cannoni ionici che si trovavano alle estremità dei due ampi alettoni si venivano a trovare al di sopra e al di sotto della stessa.
In fase di atterraggio invece le ali ruotavano orizzontalmente, di conseguenza i cannoni si venivano a trovare alla destra ed alla sinistra della cabina principale.
La cannoniera Skipray richiedeva un personale composto da quattro elementi: un pilota, un co-pilota e addetto ai sensori, due cannonieri; aveva abbastanza propellente e vettovaglie per una missione della durata di un mese standard, il suo sistema di propulsione era un reattore multiflusso Sarylcorp Vix.
L’armamento principale della nave consisteva in due cannoni ionici pesanti Mendarn Arms Dar-2, concepiti per navi di classe ammiraglia, montate sulle estremità delle ali dello stabilizzatore di coda, inoltre il muso del mezzo era armato di un cannone ionico Dar-2 medio supportato da lanciagranate, un lanciasiluri protonici a destra ed un lanciarazzi a concussione a sinistra.
Sulla superficie dorsale della nave si trovava un torretta con un sistema binato di cannoni laser Senko Systems 5000x2 "Tru-Lok".