Battaglia di Yavin

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Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Ribellione.
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Battaglie di Yavin 4

Battaglia di Yavin
Battagliayavin 1.jpg
Conflitto

Guerra Civile Galattica

Data

Anno 0

Luogo

Yavin

Esito

vittoria ribelle, distruzione della Morte Nera

Schieramenti

Impero Galattico

Alleanza Ribelle

Comandanti
Forza
Perdite

La Battaglia di Yavin, conosciuta anche come la Battaglia della Morte Nera, fu una delle principali battaglie della Guerra Civile Galattica. Essa non solo portò alla distruzione della prima Morte Nera, ma col passare degli anni quel preciso avvenimento venne identificato come l’anno zero della storia galattica. Ogni evento infatti viene classificato dall’anno in cui si è verificato rispetto alla Battaglia di Yavin, identificato dagli acronimi BBY (=Before Battle of Yavin, cioè Prima della Battaglia di Yavin) e ABY (=After Battle of Yavin, cioè Dopo la Battaglia di Yavin).

Storia

Inseguimento imperiale

La Battaglia si svolse fra l’Impero Galattico e l’Alleanza Ribelle, dopo che Luke Skywalker, Han Solo, Chewbacca, Obi-Wan Kenobi, e i due droidi R2-D2 e C-3PO a bordo del Millennium Falcon riuscirono, almeno apparentemente, a portare in salvo la Principessa Leia Organa di Alderaan, che si trovava prigioniera dell’Impero a bordo della terrificante stazione da battaglia nota con il nome di Morte Nera. La Principessa infatti, segretamente uno degli esponenti più importanti della Ribellione, era venuta in possesso dell’intero schema tecnico della stazione da battaglia. Poco prima di fuggire dalla Morte Nera, Obi-Wan Kenobi aveva sacrificato la sua vita durante un duello con Darth Vader per permettere al resto della compagnia di scappare e consegnare i piani al comando dell’Alleanza.

Portando con sé i piani dunque, il Millennium Falcon si fece largo fra un’intera linea di caccia TIE e saltò nell’iperspazio, fino ad emergere verso la nuova base ribelle su una delle lune del gigante gassoso Yavin: Yavin 4. Han Solo capì troppo tardi che gli Imperiali avevano piazzato un radiofaro sulla sua nave. Il Generale Jan Dodonna, a capo delle milizie ribelli, e la sua squadra di esperti studiarono con cura lo schema tecnico nel tentativo di trovarvi una falla, proprio mentre la Morte Nera si avvicinava al sistema di Yavin per distruggere la base ribelle. I Ribelli avevano una sola possibilità: se una piccola nave avesse volato all’interno del canale sulla superficie della Morte Nera, e avesse lanciato un razzo a protoni in una piccola luce di scarico, il razzo avrebbe raggiunto il nucleo di ipermateria, provocando una reazione a catena che avrebbe distrutto l’intera stazione da battaglia.

Scontri preliminari

La Morte Nera giunse nel sistema scortata da una piccola flotta di supporto che consisteva di una fregata Nebulon-B, la Divad, e due corvette CR90. Mentre la Morte Nera si preparava a fare fuoco con il suo superlaser, venne lanciato un satellite di comunicazione per coordinare la difesa. I Ribelli, che stavano ancora pianificando il loro attacco, sapevano che ogni istante di ritardo nell’avvicinamento della Morte Nera avrebbe potuto segnare la vittoria o la sconfitta. Così organizzarono un attacco volto a distruggere il satellite di comunicazione per disturbare le operazioni. Un trio di X-Wing, uno dei quali era pilotato da Keyan Farlander, ed un paio di Spearhead R-22 furono lanciati all’attacco del satellite. Mentre i suoi compagni tenevano a bada i caccia imperiali, Farlander ignorò la minaccia e si diresse dritto verso il satellite, distruggendolo con un razzo a protoni. La missione fu un successo, ed impedì all’Impero di richiamare quei rinforzi che avrebbero annientato le loro difese, nonostante la distruzione di due X-Wing i cui piloti furono recuperati più tardi.

Mentre la Morte Nera si muoveva lungo l’orbita di Yavin per raggiungere la posizione di fuoco verso la luna, Farlander venne fatto nuovamente decollare a bordo di uno dei due X-Wing incaricati di distruggere alcune delle difese intorno al canale. Riuscirono a distruggere alcune batterie laser, ed anche alcuni piccoli hangar sulla superficie, limitando così l’uscita dei caccia imperiali.

Attacco ribelle

I cannoni turbolaser poterono poco contro gli agili e veloci caccia ribelli.
Dopo i primi attacchi preliminari, una flotta di circa 31 caccia Ala-X e Ala-Y si lanciarono all’attacco della stazione. La flotta ribelle era composta dalle squadriglie Rosso, Oro, Blu, e Verde. La Morte Nera cercò di utilizzare le batterie turbolaser per difendersi, ma queste erano state progettate per lo scontro con navi di grandi dimensioni, non per i piccoli e agili caccia ribelli.

Il comandante della stazione, il Gran Moff Wilhuff Tarkin, sminuì l’attaccco e rifiutò di lanciare le numerose squadriglie di caccia TIE. Ma Darth Vader, comprendendo la minaccia, ordinò alla sua personale squadra di piloti, la Squadriglia Nera, di decollare assieme a lui. Compresa l'inutilità dei colpi sferrati dai cannoni venne dato il cessate il fuoco alle batterie, lasciando ai TIE fare il loro lavoro.

L'esplosione della stazione spaziale.
Quando il primo tentativo di fuoco verso la luce di scarico fallì, i caccia rimasti, tre Ala-X e un Ala-Y, si riallinearono per un nuovo tentativo. Darth Vader si lanciò all’inseguimento e li abbattè uno per uno. Al comando ribelle tutto sembrò perduto, ma un giovane pilota, Luke Skywalker, usando i nuoi nuovi poteri della Forza, riuscì nell’impresa di fare fuoco verso la luce di scarico, grazie anche all’aiuto di Han Solo e Chewbacca a bordo del Millennium Falcon. La Morte Nera cessò la sua esistenza in una fragorosa esplosione, nella quale perse la vita il Gran Moff Tarkin. L’Impero perse così la sua nuova superarma che aveva richiesto quasi 20 anni per la sua costruzione. Fu un’enorme vittoria per l’Alleanza Ribelle, ed un’altrettanto sonante smacco per l’Impero, che dopo questo evento vide moltiplicarsi i suoi nemici.

Alcuni ufficiali imperiali sopravvissero, compreso l’allora Colonnello Maximilian Veers e probabilmente il Capo Bast. Anche Darth Vader sopravvisse all’esplosione. Nella solitudine dello spazio, richiamando il potere del lato oscuro della Forza. Riuscì a raggiungere un vicino avamposto imperiale sul pianeta Vaal, in questo modo riuscì a proseguire la sua ricerca del giovane pilota, del quale aveva percepito il potenziale nella Forza sfruttato durante la battaglia, e del quale per la prima voltà iniziò a sospettare le possibili origini.