Fenn Shysa

Da SWX | DataBank Italiano su Star Wars - Guerre Stellari.
Il soggetto di questa voce è apparso nell'era dell'ascesa dell'Impero.Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Ribellione.Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Nuova Repubblica.
Fenn shysa.jpg
Fenn Shysa
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Mandalore[1]

Morte

21 ABY Shogun[2]

Descrizione fisica
Razza

Umano[3]

Sesso

Maschile[3]

Capelli

Biondi[3]

Occhi

Blu[3]

Informazioni storiche e politiche
Epoche
Affiliazione

Protettori Mandaloriani

"Se cerchi di salvare solo la tua pelle, non sei un uomo."
―Fenn Shysa[fonte]

Fen Shysa fu un Mandaloriano nato su Mandalore anni prima delle Guerre dei Cloni. Unitosi ai Protettori Mandaloriani di Alpha-Ø2, fu uno degli unici tre Protettori sopravvissuti alla Battaglia di Norval II e accompagnò così Alpha a Mandalore. All'avvento dell'Impero Galattico divenne il nuovo Mandalore e condusse la resistenza del suo popolo contro l'occupazione imperiale; successivamente guidò i Mandaloriani al fianco della Nuova Repubblica. Prima di morire, pregò Boba Fett di divenire suo successore.

Biografia

Protettore

Shysa combatte nelle Guerre dei Cloni.

Shysa nacque su Mandalore in un'epoca di relativa calma e benessere per il suo popolo. Amico di Tobbi Dala, i due divennero ufficiali di polizia, covando un certo astio per l'atteggiamento dispregiativo che la Repubblica Galattica mostrava nei confronti di Mandalore. Allo scoppio delle Guerre dei Cloni, quando Mandalore promise aiuti alla Confederazione dei Sistemi Indipendenti, Shysa e Dala decisero di arruolarsi e andare a combattere.

Prima ancora che potessero farlo, giunse su Mandalore l'ex ARC Alpa-Ø2 (con il nome di "Spar"), il quale, desideroso di ridare vita ai Supercommando Mandaloriani, cominciò a reclutare giovani soldati dalle forze di polizia locali, sfruttando la reputazione di Jango Fett come guerriero indomabile e assassino di Jedi. Shysa e Dala, che non aspettavano altro, si unirono subito a lui, andando a formare i Protettori Mandaloriani. Fu proprio Shysa a convincere Spar ad assumere il titolo di Mandalore come "il Resuscitatore".

La prima missione bellica dei Protettori avvenne con l'occupazione della MandalMotors nella capitale mandaloriana Keldabe, costringendo la compagnia a votarsi ai Separatisti. Successivamente furono impegnati in alcune missioni segrete, sviluppando per altro un'armata di legionari da battaglia droidi. Quindi si impegnarono in svariati teatri di guerra, compiendo anche un'incursione contro Kamino per distruggere i laboratori di clonazione.

Ad un certo punto, il misterioso figuro Darth Sidious ordinò ai Protettori di recarsi sul pianeta Norval II per rapire la Senatrice Padmé Amidala. L'attacco si rivelò però una trappola e, al loro arrivo, i Protettori rimasero vittime di un'imboscata della Repubblica; di tutti i guerrieri, solo Spar, Shysa e Dala riuscirono a sopravvivere e a fuggire. Amareggiato e scosso per la distruzione dei Protettori, Spar, nonostante l'insistenza di Shysa, decise di rinunciare al titolo di Mandalore.

Il nuovo Mandalore

Mentre le Guerre dei Cloni si avviavano alla conclusione, Shysa si impegnò alla ricerca di un nuovo Mandalore, sperando di trovare un erede di Jango Fett disposto ad accettare l'incarico. In un primo momento contattò il clone disertore Alpha-30, noto come "Sull", che però rifiutò categoricamente. Quindi approcciò più volte un altro disertore, Fi Skirata, il quale però declinò l'invito a diventare il nuovo Mandalore, proponendo anzi a Shysa di diventare il leader dei Mandaloriani. Gentilmente ma con decisione, Shysa rifiutò, ancora convinto che occorresse un erede di Fett.

Qualche tempo dopo, la Repubblica vittoriosa fu trasformata nell'Impero Galattico e Palpatine ne divenne l'Imperatore. Shysa intuì subito che Palpatine, ex Cancelliere Supremo, era sempre stato l'alter ego di Darth Sidious e che aveva manovrato tutta la guerra da dietro le quinte per i suoi fini. Al contempo, l'Impero promise ai Mandaloriani che non avrebbe preso ripercussioni nei loro confronti se avessero pagati dei debiti di guerra e permesso la costruzione di una base sul pianeta. Shysa pertanto intuì che i Mandaloriani avevano bisogno del loro condottiero quanto prima e accelerò la ricerca. Durante un incontro con il Sergente Kal Skirata, Shysa propose il giovane Boba Fett come Mandalore, ma Skirata insisté che ormai i clan mandaloriani rispettavano Shysa e che sarebbe stato un ottimo condottiero. Questi continuò a declinare l'offerta, addirittura proponendo Arla, sorella di Jango, come Mandalore femmina; quando Skirata gli fece notare l'impossibilità di quel gesto, Shysa accettò finalmente di diventare nuovo Mandalore, ma solo in attesa di passare l'incarico a Boba, una volta maturato.

Resistenza contro l'Impero

Man mano che l'Impero installava una propria guarnigione sul pianeta e acquisiva i diritti delle campagne e delle miniere, Shysa fu sempre più insofferente nei confronti dell'occupazione imperiale, che lui per primo aveva accettato ritenendola "temporanea". Con lo stesso Skirata valutò che, se l'ex Jedi Bardan Jusik, riparato su Mandalore, avesse avuto figli sensibili alla Forza, essi sarebbero stati un grande vantaggio per Mandalore. Nel contempo, per mettersi al riparo da ogni pericolo, gli uomini di Skirata svilupparono un antidoto al nanovirus FG36, progettato dagli Imperiali.

Fenn Shysa combatte gli schiavisti imperiali.

Una volta fatto ritorno su Mandalore, Shysa scoprì di essere stato messo fuori leggere dal governo planetario per avere sostenuto i Separatisti, e che era stata legalizzata la schiavitù per pagare i debiti di guerra, permettendo a schiavisti imperiali di aggiogare la popolazione. Inizialmente il governo mandaloriano fu ostile a Shysa, ma poi decise di aiutarlo segretamente a organizzare gruppi di resistenza.

Per finanziare la resistenza, ad un certo punto, Shysa riuscì a scoprire, recuperare e vendere un antico idolo, il Tessent Alsakano, mentre i clan mandaloriani gli fornivano il proprio supporto riconoscendolo come Mandalore.

Fatto ritorno su Mandalore, Shysa scoprì che l'Impero aveva installato un misterioso personaggio, noto come il Suprema, a capo del pianeta: in pochi mesi di dominio, egli aveva schiavizzato praticamente tutta la popolazione, costringendola a lavorare per l'Impero. Volendo compiere un primo atto per dimostrare la forza della resistenza, Shysa organizzò un attacco contro la Città d'Ossa per recuperare alcuni prigionieri, ma l'attacco fu un fiasco e lo stesso Tobbi Dala fu catturato.

La liberazione di Mandalore

Shysa tiene tra le braccia il suo amico Tobbi Dala morente.

La resistenza si dimostrò una fastidiosa spina nel fianco e gli Imperiali assunsero Dengar per eliminare Shysa. Durante la missione, però, Dengar fu catturato e Shysa propose (e ottenne) di scambiarlo con Dala. Prima che potesse farlo, però, Leia Organa giunse clandestinamente sul pianeta, credendo che Shysa avesse qualcosa a che fare con la cattura di Han Solo ad opera di Boba Fett, che l'aveva portato poi da Jabba lo Hutt. Appena vide Dengar imprigionato, Leia pregò Shysa di permetterle di portarlo all'Alleanza Ribelle per interrogarlo, ma il Mandaloriano rifiutò. Leia organizzò così un piano: una sera portò Shysa lontano dalla base e, prendendolo di sorpresa, lo baciò, per poi tramortirlo. Quindi fece ritorno alla base e, insieme a C-3PO, liberò il cacciatore di taglie; questi però la tradì e la portò agli Imperiali.

Subito dopo, Shysa, travestito da assaltatore, entrò nella Città d'Ossa e raggiunse Organa, proponendole un patto: lei lo avrebbe aiutato a liberare Dala e lui le avrebbe ceduto Dengar. La Principessa accettò ed i due trovarono la cella di Dala, liberandolo; subito dopo, Shysa segnalò ai suoi guerrieri di dare l'assalto alla Città, mentre il gruppo già all'interno distrusse il comando delle manette energetiche, liberando tutti i prigionieri. Quindi diedero l'assalto all'ufficio del Suprema, intimandogli di aprire le porte della Città. Questi si rifiutò e sparò a Dala; infuriato, Shysa lo assalì e lo colpì ripetutamente con il proprio blaster e solo Organa gli impedì di ucciderlo. Dala gli intimò di tornare nella Città, mentre lui, benché morente, avrebbe aperto le porte.

Fenn e Leia tornarono così a dare man forte ai prigionieri, mentre Dala apriva le porte. I prigionieri si diedero alla fuga, inseguiti dalla Squadriglia Shrike. Non appena furono fuori, Dala richiuse le porte; i caccia della squadriglia si schiantarono contro di esse, distruggendo l'intera struttura. Come promesso, Shysa cedette Dengar a Leia, sperando che il cacciatore avrebbe potuto fornire anche informazioni sulla posizione di Boba Fett, cosa che però non fu possibile. Ad ogni modo, Mandalore era finalmente libero.

Alleanza con i Ribelli

L'Impero non era però sconfitto. Shysa condusse i Mandaloriani nel combattere le forze del Grand'Ammiraglio Miltin Takel, che controllava il settore di Mandalore, e ad unirsi all'Alleanza Ribelle, che finalmente annientò l'Imperatore Palpatine nella Battaglia di Endor.

Grato per le imprese dei Ribelli, quando sentì che la neonata Alleanza dei Pianeti Liberi era minacciata dai Nagai, che peraltro avevano lanciato attacchi anche contro lo spazio mandaloriano, Shysa decise di andare in soccorso dei suoi alleati. Arrivato al quartier generale dell'Alleanza, fu stupito nel vedere Solo e Organa che litigavano pesantemente e anzi arrivò persino a colpire Solo, temendo che avesse fatto del male alla Principessa.

Shysa cominciò a flirtare palesemente con Leia, adirando Han Solo. Il contenzioso fra i due aumentò quando, a causa di un banale errore del computer, Shysa passò un esame di volo per piloti di caccia, mentre Solo e Luke Skywalker vennero bocciati. Quando le navi di Lumiya, la misteriosa mente dietro i Nagai, apparve in zona, solo Shysa dei tre poté andare ad intercettarla. Un traditore aveva però venduto ai Nagai i piani di volo dell'Alleanza e pertanto gli alieni ebbero fin da subito la meglio; mentre Skywalker e Solo combattevano i Nagai a terra, l'Ammiraglio Ackbar ordinò ai caccia di usare tattiche non convenzionali — proprio quelle tattiche che avevano determianto la bocciatura dei due e che permisero all'Alleanza di vincere lo scontro.

Mentre la guerra continuava, i Nagai ad un certo punto si allearono con l'Alleanza contro l'invasione di un'altra specie aliena, i Tof e fu anzi molto importante per mantenere civili i rapporti fra Han Solo ed il capo dei Nagai, Sereno. Alla fine del conflitto, Shysa e i Mandaloriani combatterono al fianco dei Nagai per liberare il loro mondo natio, Nagi, dai Tof, riuscendo così a ottenere una schiacciante vittoria.

Ultime imprese

Con la guerra finita, l'Alleanza divenne la Nuova Repubblica e Shysa continuò a fornirle aiuto, specialmente contro Lord Shadowspawn, ma i Protettori si dedicarono perlopiù alla difesa del pianeta Mandalore.

Circa vent'anni dopo, Shysa rintracciò Boba Fett su Shogun, dove questi stava cercando informazioni sulla scienziata kaminoana Taun We, la quale aveva posto una taglia sulla testa del Mandalore per vendicarsi dell'attacco contro Kamino. Qui i due furono attaccati dai nativi e Shysa, sacrificandosi per salvare la vita a Fett, venne ferito mortalmente. Nei suoi ultimi momenti, pregò Fett di risparmiargli una morte di stenti e di assumere il posto di Mandalore, ancora convinto che sarebbe stato il migliore per rivestire questo ruolo in quanto erede di Jango. Boba adempì al suo volere e, dopo averlo ucciso, fece ritorno su Mandalore come nuovo condottiero dei Protettori.

Il nome di Shysa sarebbe rimasto impresso nelle menti dei clan per lungo tempo in quanto liberatore di Mandalore e restauratore dei Protettori.

Presente in

Fonti

Note e riferimenti

Collegamenti esterni