Battaglia di Endor

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Il soggetto di questa voce è apparso nell'era della Ribellione.
"L’Imperatore ha commesso un errore e l’ora del nostro attacco è venuta."
Mon Mothma[fonte]
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Battaglia del Pozzo di Carkoon

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Battaglia di Endor
Battagliaendor 1.jpg
Conflitto

Guerra Civile Galattica

Data

4 ABY

Luogo

Endor

Esito

vittoria decisiva dell'Alleanza Ribelle, compimento della Profezia

Schieramenti
Comandanti
Forza
Perdite

La Battaglia di Endor fu la battaglia decisiva della Guerra Civile Galattica, che sancì la vittoria dell'Alleanza Ribelle e l'irrimediabile declino dell'Impero Galattico.

Storia

Un complotto letale

La conclusione disastrosa della Battaglia di Yavin aveva portato l’Imperatore Palpatine ad escogitare un metodo per schiacciare definitivamente quella che considerava una “insignificante ribellione”. La Battaglia di Hoth aveva altresì provato che non era possibile sconfiggere l’Alleanza Ribelle in un attacco frontale, ma occorreva intrappolarla ed eliminarne i capi.

In questo contesto, e ovviamente per perseguire la conquista galattica, rientrava la costruzione della seconda Morte Nera, che stava avvenendo sotto la supervisione personale di Moff Jerjerrod. Su consiglio del Principe Xizor, capo del Sole Nero, Palpatine fece avere ai Ribelli i piani segreti della temibile stazione da battaglia, in modo tale che sapessero che stava venendo costruita e si lanciassero contro di essa al completo, credendola non ancora operativa. Così facendo, però, l’Imperatore sperava di poter distruggere completamente la flotta e il personale della Ribellione.

Per dare la spinta finale all’Alleanza per attaccare la stazione, poco tempo prima della battaglia Palpatine e Darth Vader si recarono sulla Morte Nera, ufficialmente per presenziare personalmente ai lavori. In realtà, per offrire una “occasione d’oro” alla Ribellione.

Piano d'attacco

I Ribelli prepararono subito un piano d’attacco. Secondo l’Ammiraglio Ackbar, la flotta non poteva tentare alcun attacco se prima non veniva disattivato lo scudo deflettore, che aveva il suo generatore su Endor. Pertanto, occorreva inviare una task force a distruggerlo. Il Generale Crix Madine scelse Han Solo per guidare tale gruppo d’assalto, e a lui si unirono la Principessa Leia Organa, Luke Skywalker e Chewbacca. Mentre loro avrebbero distrutto o disattivato il generatore, la flotta avrebbe sferrato l’attacco decisivo. Una cosa su cui contavano i Ribelli era il fattore sorpresa: non immaginavano certo che l’Imperatore avrebbe fatto accorrere la flotta imperiale al gran completo.

Mentre la task force partiva a bordo della navetta di classe Lambda Tydirium, camuffata per superare i controlli imperiali, Ackbar inviò una piccola flotta nei pressi di Sullust per cercare di allontanare quante più navi imperiali da Endor. Il tentativo tuttavia non ebbe successo, perché Palpatine prestò assai poca attenzione al fatto, intuendo la trappola. Così come né lui né Vader si opposero al lasciare atterrare la navetta Tydirium su Endor, pur consapevoli di quale fosse il suo equipaggio, con il solo scopo di catturare quanti più Ribelli possibili e, soprattutto, prendere e convertire al lato oscuro il giovane Skywalker.

Scatta la trappola

Allora è operativa!
Appena giunta sul pianeta, la task force ribelle ebbe un incontro con gli Ewok, con i quali riuscì ad allearsi. Furono questi piccoli abitanti di Endor a condurli davanti al generatore degli scudi. I Ribelli riuscirono ad entrare, ma caddero nella trappola delle forze imperiali, che li circondarono e li catturarono prima che potessero fare qualcosa. Intanto, Luke, accettata la verità che Darth Vader era suo padre Anakin Skywalker, aveva deciso di arrendersi ed era stato condotto al cospetto dell’Imperatore, che tentava di convertirlo mostrandogli la disfatta delle sue forze e dei suoi amici.

Mentre la task force su Endor attaccava il generatore, la flotta ribelle uscì dall’iperspazio e diede inizio all’assalto contro la Morte Nera. Tuttavia, ebbe tre brutte sorprese: in primo luogo, lo scudo era ancora attivo e pertanto dovette sparpagliarsi. In secondo luogo, si trovarono circondati da un’immensa flotta imperiale, guidata dal Super Star Destroyer Executor, che le lanciò subito contro migliaia di squadriglie di caccia TIE all’avanguardia. In ultimo, dovettero fare i conti con il fatto che la Morte Nera era effettivamente operativa e riuscì a distruggere ben due vascelli maggiori con semplici colpi mirati. Nel contempo, la flotta imperiale stava decimando quella ribelle e i TIE si sbarazzavano delle squadriglie nemiche. Solo le insistenze di Lando Calrissian impedirono all’Ammiraglio Ackbar di ordinare la ritirata generale.

Duello fra luce e oscurità

Le spade laser di Luke Skywalker e Darth Vader si incrociano dinnanzi al ghigno dell'Imepratore.
Mentre avvenivano le battaglie a terra e nello spazio, sulla Morte Nera l’Imperatore tentava di convertire Luke. Le abilità oratorie e di manipolazione di Darth Sidious erano profonde e dimostrate, ma anche il lato oscuro più insidioso poteva ben poco contro un forte e radicato lato chiaro.

Provocato, Luke iniziò un duello con Darth Vader, il quale tentava di far sfogare la sua rabbia per portarlo dalla parte delle tenebre. Il suo tentativo fallì; anche se Luke riuscì a sconfiggerlo grazie allo sfogo della sua ira, quando Palpatine gli propose di diventare suo apprendista rifiutò decisamente, proclamando che era e sarebbe stato per sempre uno Jedi.

Infuriato per l'inaspettato rifiuto, Palpatine si scagliò con tutta la sua potenza contro Luke, ma quando fu ad un passo dall’ucciderlo, Vader, redimendosi, lo afferrò e lo gettò dal pozzo della sala del trono, uccidendolo. A sua volta, tuttavia, Vader spirò, non prima però di essersi tolto la maschera e avere visto suo figlio con i suoi veri occhi.

Contrattacco ribelle

Le astronavi ribelli accorciano le distanze con gli Star Destroyer.
Sul pianeta, la task force ribelle, ormai perduta, venne salvata solo dall’attacco degli Ewok, i quali costrinsero gli Imperiali a disperdersi nelle giungle per cacciare loro e i soldati ribelli sfuggiti. Frattanto, un piccolo gruppo riuscì a penetrare nuovamente nel generatore, grazie anche a Chewbacca, che aveva catturato un AT-ST nemico, e a installare delle cariche esplosive. Giusto in tempo, il generatore esplose in un mare di fuoco, privando la Morte Nera della sua protezione.

Quasi sul punto di soccombere, la flotta ribelle poté passare al contrattacco. I caccia ribelli entrarono nel generatore della Morte Nera, attaccandolo. Ormai priva di ordini, anche la flotta imperiale cominciò ad arretrare, tanto che venne distrutto addirittura l’Executor; con esso perì l’Ammiraglio Piett, a capo della flotta. Ormai certo che la battaglia era perduta, Moff Jerjerrod ordinò di girare la Morte Nera verso Endor, per distruggerlo completamente in un ultimo sacrificio nel nome dell’Impero.

La distruzione del reattore.
I caccia ribelli, guidati da Lando Calrissian a bordo del Millennium Falcon, riuscirono a raggiungere il generatore centrale della stazione e a distruggerlo. Con un tripudio di gioia a bordo della flotta ribelle, la Morte Nera esplose in mille pezzi, mentre da essa fuggivano pochi sopravvissuti imperiali e Luke stesso, con la salma di suo padre. Con la terribile stazione spaziale, crollava l’antico splendore dell’Impero Galattico. La flotta imperiale, ormai allo sbaraglio, fuggì precipitosamente, mentre su Endor gli ultimi soldati imperiali gettarono le armi.

Conseguenze

Grandi festeggiamenti si tennero su Endor fra le forze dell’Alleanza Ribelle, che di lì a pochi mesi avrebbe costituito un governo vero e proprio come Alleanza dei Pianeti Liberi e poi come Nuova Repubblica, mentre in tutta la galassia la notizia della morte dell’Imperatore e della disfatta imperiale scatenava insurrezioni in molti pianeti controllati dall'Impero. I fantasmi di Obi-Wan Kenobi e Yoda assistettero alle celebrazioni, gioendo nel vedere i Sith finalmente sconfitti.

La Rivolta di Naboo e quella di Tatooine videro la liberazione dei rispettivi pianeti, senza bisogno di intervento da parte dell'Alleanza Ribelle. Altrove, le rivolte vennero soppresse; il Museo Imperiale, per ordine di Ysanne Isard, mostrò i Ribelli come 'assassini spietati e assetati di sangue' e Palpatine e Darth Vader come eroi martiri, morti per difendere la pace galattica.

Benché non fu la fine della Guerra Civile Galattica, sicuramente la Battaglia di Endor rappresentò il punto di svolta senza il quale la Nuova Repubblica non avrebbe mai potuto ottenere la vittoria.

Comandanti ribelli

Comandanti imperiali

La battaglia spaziale vista dalla Sala del trono dell'Imperatore.