Natasi Daala: differenze tra le versioni

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Al comando di tutto ciò che restava dell'Impero, Daala sovrintese alla ristrutturazione delle [[Forze Armate Imperiali]] dal ponte di comando del [[Super Star Destroyer]] ''[[Knight Hammer]]''. L'Ammiraglio mise fine all'[[umanocentrismo]] soffocante che aveva caratterizzato il regno di [[Palpatine]] e permise anche ad alieni e donne di accedere a posti di comando; avviò una massiccia campagna di reclutamento per soldati e, specialmente, [[assaltatore|assaltatori]], e restaurò la [[Guardia Reale dell'Imperatore|Guardia Reale Imperiale]] facendone la propria guardia personale. Viaggiando in lungo e in largo per rinvigorire il morale dei suoi sottoposti, Daala divenne a tutti gli effetti un ''leader'' carismatico e rispettato.
 
Al comando di tutto ciò che restava dell'Impero, Daala sovrintese alla ristrutturazione delle [[Forze Armate Imperiali]] dal ponte di comando del [[Super Star Destroyer]] ''[[Knight Hammer]]''. L'Ammiraglio mise fine all'[[umanocentrismo]] soffocante che aveva caratterizzato il regno di [[Palpatine]] e permise anche ad alieni e donne di accedere a posti di comando; avviò una massiccia campagna di reclutamento per soldati e, specialmente, [[assaltatore|assaltatori]], e restaurò la [[Guardia Reale dell'Imperatore|Guardia Reale Imperiale]] facendone la propria guardia personale. Viaggiando in lungo e in largo per rinvigorire il morale dei suoi sottoposti, Daala divenne a tutti gli effetti un ''leader'' carismatico e rispettato.
  
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===Attacco alla Nuova Repubblica===
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Daala e Pellaeon progettarono il primo bersaglio del rinnovato contrattacco imperiale: il [[Praxeum Jedi]] di [[Yavin 4]]. [[Cronus]], ex luogotenente del signore della guerra [[Delvardus]], avrebbe frattanto attaccato altri pianeti in un diversivo, fra cui [[Khomm]], mondo natio del [[Cavaliere Jedi]] [[Dorsk 81]], che insieme a [[Kyp Durron]] era stato trovato a spiare i preparativi imperiali. Il piano era semplice: Cronus avrebbe attaccato a sorpresa alcuni mondi repubblicani, mentre Pellaeon assaltava Yavin 4. A questo punto Daala sarebbe sopraggiunta per sferrare il colpo di grazia ai Jedi.
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Daala attese il suo momento, ma, quando la ''Knight Hammer'' uscì dall'[[iperspazio]], dovette notare con orrore che la flotta di Pellaeon era stata respinta dai Jedi con l'uso della [[La Forza|Forza]]. Infuriata, l'Ammiraglio ordinò che la luna fosse bombardata; improvvisamente, nel sistema sopraggiunsero la ''[[Galactic Voyager]]'' e quattro corvette corelliane al comando di [[Ackbar]], che si lanciarono contro la ''Knight Hammer'', aiutata poco dopo da alcuni [[Star Destroyer di classe Victory|Star Destroyer di classe ''Victory'']] giunti con Cronus. Quest'ultimo perse la vita quando la sua nave, la ''[[13X]]'', venne distrutta, ma Daala continuò a combattere fin quando la Jedi [[Callista Ming]] non sabotò i motori della ''Knight Hammer'', che cominciò a precipitare. Conscia della sconfitta, l'Ammiraglio ordinò l'evacuazione del Super Star Destroyer.
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Il [[guscio di salvataggio]] di Daala fu recuperato da Pellaeon. Benché questi comunicò che era pronto ad eseguire i suoi nuovi ordini, Daala lo interruppe e gli passò il comando, nominandolo [[Ammiraglio]] e [[Comandante Supremo della Flotta Imperiale]]. Aveva capito, disse, di non avere le capacità per comandare tante forze e che era giunto il momento per lei di cedere il passo a qualcuno più competente.
  
  

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Daala 1.jpg
Natasi Daala
Descrizione fisica
Razza

Umana

Sesso

Femmina

Altezza

173 m

Capelli

Rossi

Occhi

Verdi

Informazioni storiche e politiche
Epoche
Affiliazione

Natasi Daala fu un importante personaggio dello scenario galattico post-Battaglia di Endor. Inizialmente unitasi alla Marina Imperiale e divenuta protetto del Gran Moff Tarkin, Daala fu la prima donna in assoluto a raggiungere il grado di Ammiraglio presso le Forze Armate Imperiali. Assegnata successivamente alla stazione di ricerche nota come Installazione del Maw, tentò più volte di colpire la Nuova Repubblica a seguito della morte di Palpatine, ma il suo ruolo più importante fu sicuramente quello di unificatrice di ciò che restava dell'Impero, plagiato da una furiosa guerra civile. Dopo un periodo da "indipendente", Daala prese parte alla Seconda Guerra Civile Galattica alla testa della Flotta Irregolare del Maw risultando fondamentale per sconfiggere Darth Caedus e, inaspettatamente per tutti, venne eletta Capo di Stato dell'Alleanza Galattica.

Biografia

Un promettente cadetto

Natasi Daala era una giovane intraprendente; ad un certo punto della sua vita, decise di rinunciare all'amore del suo ragazzo, Liegeus Vorn, per entrare in servizio militare. Iscrittasi all'Accademia Militare Imperiale di Carida, progettava di poter fare carriera presso la Marina; questo era il suo grande sogno, nonché il posto da cui sentiva che avrebbe potuto meglio servire l'Impero.

Fin da subito, tuttavia, Daala dovette fare i conti con il pesante maschilismo imposto dall'Impero. Nonostante le sue capacità, la giovane Natasi fu sempre sorpassata da altri nelle promozioni, con la grossolana scusa che contestasse troppo. Stanca di questi soprusi, Daala cominciò ad utilizzare un alias informatico, sconfiggendo molti ufficiali imperiali di alto livello con tattiche di sua invenzione; tattiche, queste, che ben presto si diffusero in tutti gli ambienti militari imperiali.

Queste tattiche giunsero anche agli occhi del Gran Moff Tarkin, che si impegnò per scoprirne la fonte. Dopo molte ricerche, finalmente individuò la misteriosa autrice: Daala, come Tarkin la trovò, era una Caporale che lavorava nelle cucine di uno Star Destroyer. Indignato, Tarkin impedì all'Accademia di punirla e anzi fece uso della sua influenza per ottenerle una promozione, facendone quindi la sua protetta. Grazie a Tarkin, ma soprattutto alle sue capacità, ella divenne infine Ammiraglio, l'unica donna in tutto l'Impero ad arrivare a tanto.

Ciò diede vita, specialmente fra gli xenofobi, a voci secondo cui Daala e Tarkin fossero amanti. Ogni volta che il Gran Moff scopriva queste voci, ne puniva i mandanti con orrende torture od esecuzioni.

Il Maw

Un Ammiraglio donna era pur sempre un'imbarazzante seccatura. Fu per questo che Tarkin, il quale era a capo dei Territori dell'Orlo Esterno, le assegnò il comando della segretissima Installazione del Maw, un laboratorio di ricerca imperiale incaricato in particolare di produrre le più grandi superarmi da guerra che l'Impero potesse vantare; era qui che era stata concepita la Morte Nera. Locato nell'ammasso del Maw, il laboratorio inoltre "conteneva" alcuni dei migliori scienziati imperiali, come Qwi Xux. Tarkin le assegnò una flotta di quattro Star DestroyerBasilisk, Gorgon, Hydra e Manticore — e un equipaggio qualificato sotto il Comandante Karas, quindi le ordinò di isolarsi completamente all'interno dell'ammasso fino a ulteriori istruzioni.

Il Gran Moff chiamò Daala all'esterno solo in una occasione, per raggiungerlo sulla prima Morte Nera. Daala sperava sinceramente di aver lasciato il Maw per sempre. Durante la sua permanenza sulla stazione, ella fu incaricata di scoprire l'identità di un individuo che aveva attentato alla vita di Tarkin, ma senza successo. Mentre stava facendo ritorno a bordo di uno Star Destroyer, ella fu attaccata dalla nave ribelle Fortressa, che venne facilmente distrutta dalla Morte Nera, ma i cui piloti riuscirono a danneggiare lo Star Destroyer, ferendo Daala gravemente. I medici imperiali riuscirono a guarire le sue ferite fisiche, ma non a rimarginare una ferita mentale che la privò dei ricordi dell'ultimo anno.

A questo punto, Tarkin la inviò nuovamente al Maw. Poco dopo, sarebbe morto nella Battaglia di Yavin. In attesa di sue istruzioni, Daala sarebbe rimasta nel Maw per altri undici anni, dove avrebbe sovrinteso fedelmente alla creazione di nuove superarmi, quali i Devastatori di Mondi e il Disintegratore Stellare.

Ricomparsa nella Galassia

Undici anni dopo l'invio definitivo di Daala nel Maw, Han Solo, Chewbacca e Kyp Durron, in fuga da Kessel, capitarono per errore nell'ammasso di buchi neri a bordo di uno shuttle 500-X imperiale. Identificatisi come Endor, si spacciarono per emissari imperiali, ma vennero smascherati e fatti prigionieri. Daala volle interrogare Solo personalmente e da lui apprese le terribili notizie: Tarkin era morto da tempo e lo stesso Palpatine era stato annientato nella Battaglia di Endor, l'Alleanza Ribelle aveva fondato una Nuova Repubblica e l'Impero era a pezzi, diviso fra signori della guerra in lotta per il potere. L'Ammiraglio decise di lasciare il Maw con la sua flotta per combattere i Ribelli.

Mentre erano in corso i preparativi per la partenza, Qwi Xux, ormai disillusa riguardo l'Impero, aiutò Solo, Chewbacca e Durron a fuggire e i quattro scapparono a bordo del Disintegratore Stellare. Nella fuga, distrussero addirittura l'Hydra, penetrando nel suo ponte di comando con la superarma che, dotata di una corazza praticamente indistruttibile, ne uscì indenne. Daala ordinò di inseguirli, ma le sue navi vennero attaccate dalla flotta di Kessel, che venne facilmente distrutta, ma che così permise ai fuggitivi di salvarsi.

Infuriata per l'affronto e per la condizione in cui versava l'Impero, Daala iniziò la sua guerra personale lanciando sporadici attacchi contro convogli della Nuova Repubblica. La sua prima incursione degna di nota, comunque, fu contro una colonia di profughi da Eol Sha su Dantooine, che venne completamente distrutta. Poco dopo, l'Ammiraglio apprese che i cantieri di Dac erano dediti al servizio della Repubblica e decise di punire i Mon Cal per la loro fedeltà.

Campagna solitaria

Daala mosse dunque su Dac e fece uso di una vecchia tattica di Tarkin: pose due navi, la Gorgon e la Basilisk, a bombardare il pianeta, nascondendo la Manticore dietro la sua luna, in attesa che le forze dei cantieri navali fossero spostate contro gli altri due Star Destroyer per poi attaccare i cantieri stessi. L'Ammiraglio Ackbar, che si trovava sul pianeta, riconobbe immediatamente la tattica e inviò lo scheletro di un incrociatore a schiantarsi contro la Manticore, distruggendola completamente. A Daala non restò che ordinare un ultimo, devastante bombardamento, prima di fuggire.

Gli ultimi due Star Destroyer superstiti giunsero nella nebulosa del Calderone. Delusa per non essere in grado di colpire adeguatamente i suoi nemici, Daala optò per una soluzione radicale e piuttosto folle: sgombrò la Basilisk, lasciandovi solo un equipaggio essenziale di volontari, e progettò di farla schiantare su Coruscant, se non altro per colpire al cuore la Nuova Repubblica. Mentre si trovava qui, però, venne attaccata da Kyp Durron a bordo del Disintegratore Stellare, assetato di vendetta contro l'Impero; l'Ammiraglio capì troppo tardi che l'attacco era solo una distrazione e che il Disintegratore aveva già colpito le stelle della nebulosa, innestando una serie di esplosioni a catena. La ritirata salvò la Gorgon, ma la Basilisk rimase distrutta.

Daala comprese che la sua campagna egoistica e solitaria altro non aveva fatto che costarle le vite di migliaia di persone che la avevano fedelmente servita, pertanto decise di fare ritorno al Maw e di rispettare l'ultimo ordine datole dall'autorità imperiale: difenderlo fino alla morte. Quando gli Imperiali arrivarono, tuttavia, trovarono la zona in preda al caos: lo scienziato Tol Sivron aveva preso possesso del prototipo della Morte Nera e la Nuova Repubblica stava già attaccando l'installazione. Daala decise che non avrebbe mai permesso ai Ribelli di impossessarsi dei segreti imperiali, pertanto, dopo aver scaricato sul Gorgon tutti i progetti di armi e tecnologie avanzate che si trovavano nel laboratorio, lo fece distruggere. La Gorgon scampò a malapena all'esplosione, saltando nell'iperspazio appena in tempo, ma subì gravi danni. Oramai amareggiata, Daala ordinò di fare rotta per il Nucleo Profondo, verso ciò che restava dell'Impero.

Riunificare l'Impero

Una volta giunta nel Nucleo Profondo, Daala, dopo aver perduto la Gorgon — che era stata smantellata ed il cui equipaggio era stato diviso fra vari ufficiali —, si mise a viaggiare fra i vari signori della guerra, portando loro la propria proposta di riunificarsi per costituire una nuova autorità imperiale e combattere uniti la Nuova Repubblica. Mentre si trovava presso il "Supremo Signore della Guerra" Harrsk, ella assistette ad un attacco portato dalla flotta dell'"Alto Ammiraglio" Teradoc, che distrusse l'ammiraglia di Harssk sula quale si trovava anche Kratas. La sua morte colpì molto Daala e la spinse a trovare al più presto una soluzione alla Guerra Civile Imperiale.

Harssk costrinse Daala a guidare un attacco contro la flotta di Teradoc. Durante questo attacco, però, l'Ammiraglio bloccò la nave di Harrsk e impostò l'autodistruzione delle sue navi, obbligandolo a cessare l'offensiva; quindi, chiese di parlare con l'ufficiale in comando dell'altra flotta. A risponderle fu il Vice Ammiraglio Pellaeon, che era stato il secondo in comando del prestigioso Grand'Ammiraglio Thrawn. I due si incontrarono in uno spazio neutrale e si trovarono in una perfetta comunione d'intenti, stabilendo di contattare i tredici signori della guerra più potenti per convincerli a unirsi.

L'incontro si tenne presso il radiofaro Tsoss, ma il piano di Daala e Pellaeon fallì: i signori della guerra, anziché accettare di unirsi, presero a litigare fra di loro. Comprendendo che la riunione non avrebbe portato a nulla, Daala mise in atto un piano d'emergenza che aveva preparato: mentre lei e Pellaeon si coprivano con maschere protettive, la sala fu inondata da un letale gas velenoso, che uccise i tredici signori della guerra. Convinta di avere fatto giustizia, Daala prese rapidamente il comando delle loro forze e si autoproclamò Comandante Supremo della Flotta Imperiale; la guerra civile era finita, incominciava una nuova era.

Al comando di tutto ciò che restava dell'Impero, Daala sovrintese alla ristrutturazione delle Forze Armate Imperiali dal ponte di comando del Super Star Destroyer Knight Hammer. L'Ammiraglio mise fine all'umanocentrismo soffocante che aveva caratterizzato il regno di Palpatine e permise anche ad alieni e donne di accedere a posti di comando; avviò una massiccia campagna di reclutamento per soldati e, specialmente, assaltatori, e restaurò la Guardia Reale Imperiale facendone la propria guardia personale. Viaggiando in lungo e in largo per rinvigorire il morale dei suoi sottoposti, Daala divenne a tutti gli effetti un leader carismatico e rispettato.

Attacco alla Nuova Repubblica

Daala e Pellaeon progettarono il primo bersaglio del rinnovato contrattacco imperiale: il Praxeum Jedi di Yavin 4. Cronus, ex luogotenente del signore della guerra Delvardus, avrebbe frattanto attaccato altri pianeti in un diversivo, fra cui Khomm, mondo natio del Cavaliere Jedi Dorsk 81, che insieme a Kyp Durron era stato trovato a spiare i preparativi imperiali. Il piano era semplice: Cronus avrebbe attaccato a sorpresa alcuni mondi repubblicani, mentre Pellaeon assaltava Yavin 4. A questo punto Daala sarebbe sopraggiunta per sferrare il colpo di grazia ai Jedi.

Daala attese il suo momento, ma, quando la Knight Hammer uscì dall'iperspazio, dovette notare con orrore che la flotta di Pellaeon era stata respinta dai Jedi con l'uso della Forza. Infuriata, l'Ammiraglio ordinò che la luna fosse bombardata; improvvisamente, nel sistema sopraggiunsero la Galactic Voyager e quattro corvette corelliane al comando di Ackbar, che si lanciarono contro la Knight Hammer, aiutata poco dopo da alcuni Star Destroyer di classe Victory giunti con Cronus. Quest'ultimo perse la vita quando la sua nave, la 13X, venne distrutta, ma Daala continuò a combattere fin quando la Jedi Callista Ming non sabotò i motori della Knight Hammer, che cominciò a precipitare. Conscia della sconfitta, l'Ammiraglio ordinò l'evacuazione del Super Star Destroyer.

Il guscio di salvataggio di Daala fu recuperato da Pellaeon. Benché questi comunicò che era pronto ad eseguire i suoi nuovi ordini, Daala lo interruppe e gli passò il comando, nominandolo Ammiraglio e Comandante Supremo della Flotta Imperiale. Aveva capito, disse, di non avere le capacità per comandare tante forze e che era giunto il momento per lei di cedere il passo a qualcuno più competente.