Sheev Palpatine
- "Tutto quanto procede come avevo previsto..."
- ―Palpatine[fonte]
Darth Sidious | |
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Informazioni biografiche | |
Pianeta d'origine | |
Nascita |
circa 65 anni prima della formazione dell’Impero Galattico, su Naboo[2] |
Morte |
4 anni dopo la Battaglia di Yavin, sulla Seconda Morte Nera, durante la Battaglia di Endor[3] |
Descrizione fisica | |
Razza | |
Sesso | |
Altezza | |
Capelli | |
Occhi |
azzurri,[1] gialli (lato oscuro)[3] |
Equipaggiamento | |
Arma prediletta |
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Informazioni storiche e politiche | |
Affiliazione | |
Maestri conosciuti | |
Apprendisti conosciuti |
Sheev Palpatine fu il governante supremo del più potente regime tirannico di cui la galassia abbia mai avuto testimonianza, tutto ciò nonostante le sue radici fossero estremamente umili, appartenenti a un pianeta pacifico quale Naboo. Con il nome di Darth Sidious, fu il primo Signore Oscuro dei Sith dopo circa mille anni a regnare sulla stragrande maggioranza della Galassia. Creò l'Impero Galattico sulle ceneri della Vecchia Repubblica, dopo avere orchestrato le Guerre dei Cloni a questo scopo. Quindi, regnò quasi del tutto incontrastato finché l'Alleanza Ribelle non gli si ribellò, scatenando la Guerra Civile Galattica. Morì durante la Battaglia di Endor.
Indice
Biografia
Vita iniziale
- "Il mio mentore mi ha insegnato tutto sulla Forza... Anche la natura del lato oscuro."
- ―Palpatine ad Anakin Skywalker[fonte]
Sheev Palpatine nacque su Naboo circa 84 anni prima della Battaglia di Yavin.[2] Intraprese la carriera politica e arrivò a rappresentare il suo pianeta natale al Senato Galattico della Repubblica. Fu allora che poté toccare con mano i ferventi battibecchi e corruzione che minavano alle radici della Repubblica Galattica.[4] A un certo punto della sua vita, Palpatine incontrò Darth Plagueis, un Signore Oscuro dei Sith ossessionato dall’immortalità, che lo fece suo apprendista ribattezzandolo Darth Sidious.[8] Insieme i due lavorarono per scoprire i segreti dell’immortalità attraverso la manipolazione dei midi-chlorian.[2] Sfortunatamente per Plagueis, nonostante avesse ottenuto un potere tale da essere in grado di usare la Forza per creare la vita e prevenire la morte, Sidious dopo aver appreso da lui tutto ciò che sapeva sul lato oscuro, lo uccise mentre dormiva.[9]
Mantenendo segreta la sua identità di Sith, Sidious si dedicò all'esecuzione dell'antico piano dei Sith:[10] soppiantare la Repubblica con un nuovo Impero e distruggere l’Ordine dei Jedi.[11] Alla ricerca di un apprendista, Sidious si recò su Dathomir dove incontrò Madre Talzin, leader del culto delle Sorelle della notte. Il Signore dei Sith promise alla strega di prenderla come sua apprendista e braccio destro e che insieme avrebbero unito il potere del lato oscuro della Forza con la sua magia. Ma non era questo il vero piano di Sidious: avendo riscontrato nel figlio appena nato di Talzin, uno Zabrak affiliato al culto, un immenso potenziale nella Forza, tradì la strega e rapì il piccolo per farlo suo apprendista, ribattezzandolo Darth Maul.[12] Negli anni che seguirono il Maestro addestrò il suo nuovo allievo in maniera brutale in modo da renderlo una vera e propria al servizio dei Sith, considerandone la prodezza e le abilità euristiche fuori del comune, come un bene ineguagliabile per i suoi piani.[13]
Mentre addestrava il giovane Zabrak, Sidious, entrò in contatto con il Maestro Dooku, un Jedi il cui disgusto per la corruzione della Repubblica era in continuo aumento. Per questo aveva lasciato l’Ordine dei Jedi rientrando in possesso delle sue ricchezze e del titolo di Conte di Serenno. Sidious lo convinse a convertirsi al lato oscuro e lo fece suo apprendista ribattezzandolo Darth Tyranus[14] contravvenendo di fatto alla Regola dei Due.[15]
Guerra su Naboo
L’invasione di Naboo
- "Finalmente ci riveleremo ai Jedi. Finalmente ci vendicheremo."
- ―Darth Maul al suo maestro[fonte]
Al momento opportuno Sheev Palpatine cominciò ad agire direttamente per attuare il piano di Darth Bane. Il primo obiettivo era rovesciare il Cancelliere Supremo della Repubblica Finis Valorum, che non aveva più potere politico e considerava Palpatine un prezioso amico e alleato.[16] Nelle vesti di Darth Sidious, contattando via ologramma il Vicerè della Federazione dei Mercanti, Nute Gunray a cui ordinò di assediare con lei sue navi il pianeta Naboo in segno di protesta contro la tassazione delle rotte commerciali verso sistemi stellari esterni, imposta dal Senato. Dato che il maggiore organo di rappresentanza della Repubblica rimase inattivo, Valorum inviò segretamente due Cavalieri Jedi—il Maestro Qui-Gon Jinn e il suo Padawan Obi-Wan Kenobi—come ambasciatori, per negoziare con Nute Gunray.[1]
Gunray e il capitano Daultay Dofine contattarono Sidious per informarlo dell’arrivo dei due ambasciatori Jedi ordinò. Il Sith, dopo aver liquidato Dofine che alla vista dei Jedi voleva abbandonare il piano, ordinò al Vicerè di procedere con l’invasione del pianeta e di eliminare i due Jedi; quando Gunray chiese se si trattasse di un’azione legale, Sidious rispose che lui l’avrebbe resa tale. I Neimoidiani eseguirono gli ordini del Signore dei Sith, ma i Jedi scamparono all’attentato e lasciarono la nave della Federazione nascondendosi su una nave da sbarco. Chiusa la comunicazione con il Vicerè, Palpatine venne contattato dalla Regina Amidala di Naboo, riguardo la negazione da parte del Vicerè di aver ricevuto gli ambasciatori del Cancelliere Supremo. Palpatine si finse preoccupato a questa rivelazione, ma la trasmissione venne interrotta, e i Naboo capirono che sarebbero stati invasi da un momento all’altro.[1]
L’armata droide della Federazione atterrò sul pianeta e in un giorno, occupò la capitale Theed e le regioni circostanti. Amidala e il suo seguito furono catturati e Nute Gunray le propose di firmare un trattato che avrebbe dato un’aria di legittimità all’invasione. Tuttavia, i Jedi la liberarono, riuscendo a forzare il blocco a bordo dell’astronave reale.[1]
Alla ricerca della Regina Amidala
Quando Gunray informò Sidious della fuga di Amidala, il Signore dei Sith presentò loro Darth Maul, che incaricò di ritrovare e catturare la regina. Dato che la nave era stata danneggiata nella fuga Amidala ordinò di atterrare su Tatooine, un pianeta desertico dell’Orlo Esterno, per poterla riparare. Maul si accertò della posizione della regina, e assicurò il suo maestro che la sua ricerca in quel mondo scarsamente popolato sarebbe durata poco. Sidious ordinò al suo apprendista di uccidere prima i Jedi e, una volta morti di catturare la regina. Maul partì per Tatooine, ma fallì la missione: la Regina e i Jedi sfuggirono al Sith e fecero rotta per Coruscant.[1]
La caduta di Valorum
- "Entrano i burocrati, i veri signori della Repubblica. E alle dipendenze della Federazione del Commercio, potrei aggiungere. E qui, il potere del cancelliere Valorum si dissolve per sempre.
"
- ―Sheev Palpatine alla Regina Amidala[fonte]
Il Senatore Palpatine incontrò la Regina Amidala nei suoi appartamenti a Galactic City. Ella intendeva sottoporre la sua questione al Cancelliere Valorum, prima che al Senato. Il Senatore le disse che il Senato era da tanto che non aveva più a cuore il bene comune della galassia, e che Valorum, infamato da accuse di corruzione, era senza potere contro di esso. A quel punto, Palpatine le offì due scelte: avrebbe potuto proporre un Voto di Sfiducia per la leadership del Cancelliere Valorum, costringendolo a dimettersi e a indire le elezioni per un nuovo Cancelliere che fosse in grado di controllare i burocrati; oppure avrebbe potuto portare il suo caso di fronte alla giustizia, il che significava dilatare enormemente i tempi. Volendo intervenire il prima possibile per salvare il suo popolo, Amidala optò per la prima.[1]
Durante la tanto attesa assemblea al Senato, il rappresentante della Federazione dei Mercanti Lott Dod si oppose fermamente alle dichiarazioni di Palpatine e di Amidala, e chiese la formazione di un comitato per indagare sulle loro accuse, mentre il Presidente del Senato Mas Amedda manteneva Valorum incatenato dalla procedura, costringendolo a concedere alla Federazione i suoi diritti. Oltraggiata, Amidala propose il Voto di Sfiducia, e fu accolta dall’applauso di centinaia di Senatori, lasciando Valorum sbalordito.[1]
Il posto vacante portò alla nomina di Palpatine come candidato Cancelliere supremo insieme a Bail Antilles di Alderaan e Ainlee Teem di Malastare. Quando annunciò la sua nomina ad Amidala, la regina dichiarò la sua intenzione di tornare su Naboo per reclamarlo alla Federazione con ogni mezzo a sua disposizione. Palpatine si dimostrò preoccupato e cercò di malavoglia a convincerla a rimanere su Coruscant. Ma ella partì comunque per il suo pianeta, e il Consiglio dei Jedi mandò Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi al suo seguito.[1]
La Battaglia di Naboo
- "Sterminateli subito. Tutti quanti."
- ―Darth Sidious a Nute Gunray[fonte]
Sidious ordinò ai Nemoidiani su Naboo di uccidere Amidala al suo arrivo, e mandò Darth Maul con loro per accertarsi che eseguissero i suoi ordini, e per occuparsi dei Jedi. Even while he managed the election on Coruscant, he made time to go over the Neimoidians' progress. Contro ogni aspettativa apprese che non solo Amidala era sfuggita a Gunray ma che aveva anche stretto un’alleanza con i Gungan che avevano assembrato un esercito nelle paludi per cotrastare l’avanzata dell’armata droide nelle Grandi Praterie. Dubitando che sarebbe durata più di cinque minuti, Sidious approvò il piano di Gunray di affrontare i Gungan sul campo.[1]
Infine, Palpatine vinse le elezioni e divenne il nuovo Cancelliere Supremo. Tuttavia, l’armata della Federazione su Naboo venne sconfitta e Gunray fu catturato dalle forze di Amidala. Darth Maul venne ucciso da Obi-Wan Kenobi, ma non prima di aver ucciso Qui-Gon Jinn, al cui funerale Palpatine partecipò. Palpatine seppe che i Naboo avevano ottenuto la loro vittoria grazie all’inaspettato intervento di Anakin Skywalker, un giovane schiavo che Qui-Gon Jinn aveva liberato durante la sosta su Tatooine, molto potente nella Forza, e che credeva fosse il Prescelto che avrebbe portato equilibrio nella Forza, di cui parlava un’antica profezia Jedi. Dopo molti dubbi e discussioni, il Consiglio decise che il giovane sarebbe stato addestrato da Kenobi. Palpatine si congratulò personalmente con il Jedi durante la celebrazione della vittoria su Naboo, e disse ad Anakin che la sua carriera sarebbe stata osservata con "grande interesse".[1]
Note e riferimenti
- ↑ 1,00 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,09 1,10 1,11 1,12 1,13 1,14 1,15 1,16 1,17 Star Wars: Episodio I La minaccia fantasma
- ↑ 2,0 2,1 2,2 Tarkin
- ↑ 3,0 3,1 3,2 3,3 Star Wars: Episodio VI Il ritorno dello Jedi
- ↑ 4,0 4,1 4,2 Template:SWE
- ↑ Emperor Palpatine/Darth Sidious nel Databank di SW.com
- ↑ Errore nella funzione Cite: Marcatore
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non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatorerots
- ↑ 7,0 7,1 Star Wars: Episodio II L’attacco dei cloni
- ↑ 8,0 8,1 Darth Sidious Biography Gallery on Star Wars.com (Image 1 caption)
- ↑ Star Wars: Episodio III La vendetta dei Sith
- ↑ Errore nella funzione Cite: Marcatore
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non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatoreSWESidious
- ↑ Template:SWE
- ↑ Star Wars: Darth Maul—Son of Dathomir 3
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- ↑ Errore nella funzione Cite: Marcatore
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non valido; non è stato indicato alcun testo per il marcatoreSWEDooku
- ↑ Template:SWYoutube
- ↑ Template:SWE
Collegamenti esterni
- Palpatine su Wikipedia (en)
- Chancellor Palpatine sull'Internet Movie Database
- Palpatine nella Completely Unofficial Star Wars Encyclopedia
- Power Smile su StarWars.com (link salvato su Archive.org)
- Something Wicked This Way Comes—The Life and Times of Palpatine the Undying