Sheev Palpatine

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"Tutto quanto procede come avevo previsto."
―Palpatine[fonte]
Palpatine 1.jpg
Sheev Palpatine (Darth Sidious)
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

Naboo

Nascita

Circa 65 anni prima della formazione dell’Impero Galattico

Morte

Sulla Seconda Morte Nera, durante la Battaglia di Endor

Descrizione fisica
Razza

Umano

Sesso

Maschio

Altezza

1.73 m

Capelli

Rossi, poi grigi

Occhi

Azzurri; gialli (da Sith)

Equipaggiamento
Arma prediletta

Spada laser dalla lama cremisi

Informazioni storiche e politiche
Affiliazione
Maestri conosciuti

Darth Plagueis

Apprendisti conosciuti

Sheev Palpatine fu l'Imperatore del più potente regime tirannico di cui la galassia abbia mai avuto testimonianza, tutto ciò nonostante le sue radici fossero estremamente umili, appartenenti a un pianeta pacifico quale Naboo. Con il nome di Darth Sidious, fu il primo Signore Oscuro dei Sith dopo circa mille anni a regnare sulla stragrande maggioranza della Galassia. Creò l'Impero Galattico sulle ceneri della Vecchia Repubblica, dopo avere orchestrato le Guerre dei Cloni a questo scopo. Quindi, regnò quasi del tutto incontrastato finché l'Alleanza Ribelle non gli si ribellò, scatenando la Guerra Civile Galattica. Morì durante la Battaglia di Endor.


Biografia

Vita iniziale

"Il mio mentore mi ha insegnato tutto sulla Forza... Anche la natura del lato oscuro."
―Palpatine ad Anakin Skywalker[fonte]
Sheev Palpatine, Senatore di Naboo

Sheev Palpatine nacque su Naboo circa 84 anni prima della Battaglia di Yavin, fin da ragazzo intraprese la carriera politica e arrivò a rappresentare il suo pianeta natale al Senato Galattico della Repubblica. Fu allora che poté toccare con mano i ferventi battibecchi e corruzione che minavano alle radici della Repubblica Galattica. A un certo punto della sua vita, Palpatine incontrò Darth Plagueis, un Signore Oscuro dei Sith ossessionato dall’immortalità, che lo scelse come apprendista ribattezzandolo Darth Sidious. Maestro e apprendista lavorarono insieme per scoprire i segreti dell’immortalità attraverso la manipolazione dei midi-chlorian. Sfortunatamente per Plagueis, nonostante avesse ottenuto un potere e una conoscenza del lato oscuro tali da essere in grado di usare la Forza per creare la vita e prevenire la morte, Sidious dopo aver appreso da lui tutto ciò che sapeva, lo uccise mentre dormiva.

In gran segreto, Sidious si dedicò all'esecuzione dell'antico piano dei Sith ordito quasi mille anni prima da Darth Bane: soppiantare la Repubblica con un Impero e distruggere l’Ordine dei Jedi, i nemici giurati dei Sith. Alla ricerca di un apprendista, si recò su Dathomir dove incontrò Madre Talzin, leader del culto delle Sorelle della notte. Il Signore dei Sith promise alla strega che l'avrebbe presa come apprendista e braccio destro, e che insieme avrebbero potuto unire il potere del lato oscuro della Forza con la sua magia. Ma non era questo il vero piano di Sidious: egli aveva riscontrato un immenso potenziale nella Forza nel figlio appena nato di Madre Talzin, uno Zabrak affiliato al culto, così tradì la strega e rapì il piccolo per farlo suo apprendista, ribattezzandolo Darth Maul. Negli anni che seguirono Darth Sidious addestrò il suo nuovo allievo in maniera brutale per renderlo una vera e propria arma al servizio dei Sith, considerandone la prodezza e le abilità euristiche fuori del comune, come un bene ineguagliabile per i suoi piani.

Mentre addestrava il giovane Zabrak, Sidious, entrò in contatto con il Maestro Dooku, un Jedi il cui disgusto per la corruzione della Repubblica era in continuo aumento. Per questo aveva lasciato l’Ordine dei Jedi rientrando in possesso delle sue ricchezze e del titolo di Conte di Serenno. Sidious lo convinse a convertirsi al lato oscuro e lo fece suo apprendista ribattezzandolo Darth Tyranus contravvenendo di fatto alla Regola dei Due.

In quel periodo il Maestro Jedi Sifo-Dyas, avuto il sentore di una prossima guerra, aveva commissionato la creazione di un’armata per la Repubblica ai clonatori di Kamino, all’insaputa del Consiglio Jedi. Su ordine di Sidious, Darth Tyranus fece in modo di toglierlo di mezzo per prenderne il posto come committente: approfittando di una missione di negoziato con il Sindacato dei Pyke su Oba Diah che il Cancelliere Finis Valorum aveva affidato al Maestro Jedi, Tyranus pagò i Pyke perché abbattessero la nave del Jedi. Infine per eliminare ogni traccia, cancellò tutte le informazioni su Kamino e sulla missione dalla memoria degli Archivi Jedi. Ora si trattava di trovare una matrice genetica per i cloni, e Tyranus ingaggiò il cacciatore di taglie Jango Fett su una delle lune di Bogden. In ultimo, ai Kaminoani venne ordinato di impiantare nel cervello di ogni clone un bio-chip contenente un protocollo che avrebbe assicurato la loro totale obbedienza a Darth Sidious quando sarebbe arrivato il momento giusto.

La crisi di Naboo

L’invasione di Naboo

"Finalmente ci riveleremo ai Jedi. Finalmente ci vendicheremo."
Darth Maul al suo maestro[fonte]
Darth Sidious presenta Darth Maul ai Neimoidiani.

Al momento opportuno Sheev Palpatine cominciò ad agire direttamente per attuare il piano di Darth Bane. Il primo obiettivo era rovesciare il Cancelliere Supremo della Repubblica Valorum, che non aveva più potere politico e considerava Palpatine un prezioso amico e alleato. Nelle vesti di Darth Sidious, contattando via ologramma il Vicerè della Federazione dei Mercanti, Nute Gunray a cui ordinò di assediare con lei sue navi il pianeta Naboo in segno di protesta contro la tassazione delle rotte commerciali verso sistemi stellari esterni, imposta dal Senato. Dato che il maggiore organo di rappresentanza della Repubblica rimase inattivo, Valorum inviò segretamente due Cavalieri Jedi—il Maestro Qui-Gon Jinn e il suo Padawan Obi-Wan Kenobi—come ambasciatori, per negoziare con Nute Gunray.

Gunray e il capitano Daultay Dofine contattarono Sidious per informarlo dell’arrivo dei due ambasciatori Jedi ordinò. Il Sith, dopo aver liquidato Dofine che alla vista dei Jedi voleva abbandonare il piano, ordinò al Vicerè di procedere con l’invasione del pianeta e di eliminare i due Jedi; quando Gunray chiese se si trattasse di un’azione legale, Sidious rispose che lui l’avrebbe resa tale. I Neimoidiani eseguirono gli ordini del Signore dei Sith, ma i Jedi scamparono all’attentato e lasciarono la nave della Federazione nascondendosi su una nave da sbarco. Chiusa la comunicazione con il Vicerè, Palpatine venne contattato dalla Regina Amidala di Naboo, riguardo la negazione da parte del Vicerè di aver ricevuto gli ambasciatori del Cancelliere Supremo. Palpatine si finse preoccupato a questa rivelazione, ma la trasmissione venne interrotta, e i Naboo capirono che sarebbero stati invasi da un momento all’altro.

L’armata droide della Federazione atterrò sul pianeta e in un giorno, occupò la capitale Theed e le regioni circostanti. Amidala e il suo seguito furono catturati e Nute Gunray le propose di firmare un trattato che avrebbe dato un’aria di legittimità all’invasione. Tuttavia, i Jedi la liberarono, riuscendo a forzare il blocco a bordo dell’astronave reale.

Quando Gunray informò Sidious della fuga di Amidala, il Signore dei Sith presentò loro Darth Maul, che incaricò di ritrovare e catturare la regina. Dato che la nave era stata danneggiata nella fuga Amidala ordinò di atterrare su Tatooine, un pianeta desertico dell’Orlo Esterno, per poterla riparare. Maul si accertò della posizione della regina, e assicurò il suo maestro che la sua ricerca in quel mondo scarsamente popolato sarebbe durata poco. Sidious ordinò al suo apprendista di uccidere prima i Jedi e, una volta morti di catturare la regina. Maul partì per Tatooine, ma fallì la missione: la Regina e i Jedi sfuggirono al Sith e fecero rotta per Coruscant.

La caduta di Valorum

"Entrano i burocrati, i veri signori della Repubblica. E alle dipendenze della Federazione del Commercio, potrei aggiungere. E qui, il potere del cancelliere Valorum si dissolve per sempre."
―Sheev Palpatine alla Regina Amidala[fonte]
Il Senatore Palpatine convince la Regina Amidala a proporre il Voto di Sfiducia per il Cancelliere Valorum

Il Senatore Palpatine incontrò la Regina Amidala nei suoi appartamenti a Galactic City. Ella intendeva sottoporre la sua questione al Cancelliere in persona, prima che al Senato. Il Senatore le disse che il Senato era da tanto che non aveva più a cuore il bene comune della galassia, e che Valorum, infamato da accuse di corruzione, era senza potere contro di esso. A quel punto, Palpatine le offì due scelte: avrebbe potuto proporre un Voto di Sfiducia per la leadership del Cancelliere Valorum, costringendolo a dimettersi e a indire le elezioni per un nuovo Cancelliere che fosse in grado di controllare i burocrati; oppure avrebbe potuto portare il suo caso di fronte alla giustizia, il che significava dilatare enormemente i tempi. Volendo intervenire il prima possibile per salvare il suo popolo, Amidala optò per la prima.

Durante la tanto attesa assemblea al Senato, il rappresentante della Federazione dei Mercanti Lott Dod si oppose fermamente alle dichiarazioni di Palpatine e di Amidala, e chiese la formazione di un comitato per indagare sulle loro accuse, mentre il Presidente del Senato Mas Amedda manteneva Valorum incatenato dalla procedura, costringendolo a concedere alla Federazione i suoi diritti. Oltraggiata, Amidala propose il Voto di Sfiducia, e fu accolta dall’applauso di centinaia di Senatori, lasciando Valorum sbalordito.

Il posto vacante portò alla nomina di Palpatine come candidato Cancelliere supremo insieme a Bail Antilles di Alderaan e Ainlee Teem di Malastare. Quando annunciò la sua nomina ad Amidala, la regina dichiarò la sua intenzione di tornare su Naboo per reclamarlo alla Federazione con ogni mezzo a sua disposizione. Palpatine si dimostrò preoccupato e cercò di malavoglia a convincerla a rimanere su Coruscant. Ma ella partì comunque per il suo pianeta, e il Consiglio dei Jedi mandò Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi al suo seguito.

La Battaglia di Naboo

"Sterminateli subito. Tutti quanti."
―Darth Sidious a Nute Gunray[fonte]
Sheev Palpatine presenzia al funerale di Qui-Gon Jinn su Naboo

Sidious ordinò ai Nemoidiani su Naboo di uccidere Amidala al suo arrivo, e mandò Darth Maul con loro per accertarsi che eseguissero i suoi ordini, e per occuparsi dei Jedi. Even while he managed the election on Coruscant, he made time to go over the Neimoidians' progress. Contro ogni aspettativa apprese che non solo Amidala era sfuggita a Gunray ma che aveva anche stretto un’alleanza con i Gungan che avevano assembrato un esercito nelle paludi per cotrastare l’avanzata dell’armata droide nelle Grandi Praterie. Dubitando che sarebbe durata più di cinque minuti, Sidious approvò il piano di Gunray di affrontare i Gungan sul campo.

Infine, Palpatine vinse le elezioni e divenne il nuovo Cancelliere Supremo. Tuttavia, l’armata della Federazione su Naboo venne sconfitta e Gunray fu catturato dalle forze di Amidala. Darth Maul venne ucciso da Obi-Wan Kenobi, ma non prima di aver ucciso Qui-Gon Jinn, al cui funerale Palpatine partecipò, assistendo compiaciuto alla discussione dei Maestri Jedi Yoda e Mace Windu se il Sith ucciso da Kenobi fosse stato il Maestro o l’apprendista. Palpatine inoltre seppe che i Naboo avevano ottenuto la loro vittoria grazie all’inaspettato intervento di Anakin Skywalker, un giovane schiavo che Qui-Gon Jinn aveva liberato durante la sosta su Tatooine, molto potente nella Forza, e che credeva fosse il Prescelto che avrebbe portato equilibrio nella Forza, di cui parlava un’antica profezia Jedi. Dopo molti dubbi e discussioni, il Consiglio decise che il giovane sarebbe stato addestrato da Kenobi. Palpatine si congratulò personalmente con il Jedi durante la celebrazione della vittoria su Naboo, e disse ad Anakin che la sua carriera sarebbe stata osservata con "grande interesse".

Verso la guerra

La minaccia Separatista

"Non permetterò che questa Repubblica, che si regge salda da mille anni, si spacchi in due. La mia trattativa non fallirà."
―Il Cancelliere Sheev Palpatine dichiara di non volere la guerra.[fonte]
Sheev Palpatine, Cancelliere della Repubblica, all'epoca della Crisi Separatista


Negli anni successivi, il nuovo Cancelliere Sheev Palpatine si guadagnò la reputazione di mite servitore del bene comune tanto che rimase al potere ben oltre il secondo mandato consentito dalla legge, per volere del Senato stesso, mentre nell’ombra continuava a tramare per far scoppiare un conflitto che minasse la stabilità della Repubblica. Per suo ordine, il Conte Dooku continuava a trascinare interi sistemi stellari e corporazioni galattiche nel neonato movimento separatista.

Dieci anni dopo la battaglia di Naboo per far fronte alla minaccia separatista il Senato Galattico indisse un’assemblea straordinaria per votare un atto che consentisse la creazione di un esercito della Repubblica. La Senatrice Amidala giunta a Coruscant per partecipare alla votazione subì un attentato da cui uscì illesa, ma il Cancelliere rimandò l’assemblea e assegnò alla sua protezione Obi-Wan Kenobi e il suo Padawan Anakin Skywalker. In seguito a un secondo attentato fallito, Anakin Skywalker divenne la guardia del corpo della Senatrice Amidala. In quel periodo il rapporto del giovane con il Cancelliere Palpatine si approfondì: in diverse occasioni, Palpatine lodava Skywalker come lo Jedi più dotato che avesse mai incontrato, dicendo che avrebbe potuto superare in potenza anche Yoda, il Gran Maestro del Consiglio Jedi. Skywalker dal canto suo ammirava il Cancelliere Palpatine ascoltava grandemente i suoi consigli.

Nel frattempo Obi-Wan Kenobi, indagando sugli attentati, giunse dapprima su Kamino, dove scoprì scoprì l’armata clone commissionata da Sifo-Dyas, poi su Geonosis dove si infiltrò in una roccaforte Separatista e scoprì il Conte Dooku in combutta con i leader di diverse corporazioni intergalattiche che finanziavano la creazione di un esercito di droidi. Tra essi c’era anche il Vicerè Nute Gunray della Federazione dei Mercanti, il mandante degli attentati. Kenobi comunicò al Consiglio Jedi e al Cancelliere Palpatine quanto aveva scoperto ma fu fatto prigioniero dai Geonosiani.

Poteri di emergenza

" È stato con grande riluttanza che ho accettato questa carica. Io amo la democrazia. Io amo la Repubblica. I poteri che mi conferite saranno da me rimessi al risolversi di questa crisi. E come primo decreto, in accordo alle mie nuove funzioni, ordino la fondazione di un grande esercito della Repubblica per contrastare le crescenti minacce dei separatisti."
―Il Cancelliere Sheev Palpatine, accetta i poteri di emergenza[fonte]
Il Cancelliere Sheev Palpatine accetta "riluttante" i poteri speciali.

Grazie alla testimonianza di Kenobi il Cancelliere aveva ora la scusa per forzare la mano del Senato. Durante un meeting notturno nel suo ufficio, alla presenza di alcuni membri del Consiglio Jedi e del Comitato dei Lealisti, per discutere come far fronte a un imminente attacco separatista, apparve però chiaro che il Senato, anche a fronte di una tale minaccia, non avrebbe appoggiato la creazione di un esercito, finché i Separatisti non fossero passati all’azione. Dopo un interminabile dibattito, Mas Amedda suggerì che il Senato avrebbe dovuto garantire al Cancelliere Palpatine dei poteri di emergenza, così che potesse approvare immediatamente la creazione dell’esercito.

Fu Jar Jar Binks il Gungan che rappresentava Naboo in assenza di Amidala, a proporre la mozione davanti al Senato. Questa venne accolta dagli applausi di innumerevoli Senatori che acclamarono il nome di Binks. A quel punto il Cancelliere Palpatine accettò i poteri con finta riluttanza promettendo che li avrebbe rimesse al Senato una volta che la minaccia Separatista fosse finita. Come primo decreto, ordinò la fondazione di un esercito per la Repubblica. Il suo piano per scatenare la guerra era quasi compiuto.

Le Guerre dei Cloni

L’inizio della guerra

"La Forza è con noi, Maestro Sidious."
"Bentornato, Lord Tyranus. Hai fatto un buon lavoro."
"Ho una bella notizia da darvi. La guerra è cominciata."
"Magnifico. Tutto sta andando secondo i piani."
―Darth Tyranus fa rapporto a Darth Sidious nella zona industriale di Coruscant.[fonte]
Darth Sidious e Darth Tyranus si incontrano su Coruscant dopo la Battaglia di Geonosis.

Mace Windu e molti altri Jedi piombarono su Geonosis per liberare Obi-Wan Kenobi che stava per essere giustiziato insieme a Skywalker e alla Senatrice Amidala, giunti anch’essi per salvarlo. Quando l’armata dei droidi era ormai prossima alla vittoria, arrivò il Maestro Yoda con la nuova armata di cloni che sbaragliò l’esercito separatista. La Repubblica vinse la battaglia.

Dooku dopo aver affrontato i Jedi fuggì dal pianeta eludendo le forze repubblicane e raggiunse l’ultimo posto che chiunque avrebbe potuto pensare—Coruscant, il cuore della Repubblica stessa. Raggiunto il covo segreto di Darth Sidious, nella zona industriale. Tyranus assicurò al suo maestro che il loro tanto atteso complotto si era finalmente messo in moto con l’inizio della guerra. Sidious era soddisfatto e si congratulò con il suo apprendista. Infine, Tyranus lasciò i progetti segreti dell’arma suprema progettata dai Geonosiani al suo maestro, perché non cadessero nelle mani dei Jedi.

Il Cancelliere Sheev Palpatine osserva le nuove truppe.

Poco tempo dopo il Cancelliere Palpatine, insieme ad altri capi del Senato, ispezionò personalmente le nuove truppe che partivano per il fronte: le Guerre dei Cloni erano finalmente cominciate.

Manipolatore del conflitto

Nella sua doppia veste di Cancelliere della Repubblica e di Signore Oscuro dei Sith segretamente a capo delle armate separatiste, Palpatine avrebbe potuto controllare l'andamento del conflitto secondo i suoi scopi, indirizzandolo verso i propri loschi obiettivi. Sarebbero stati molti gli episodi delle Guerre dei Cloni influenzati direttamente dal burattinaio Palpatine per il proprio tornaconto.

Quanto le senatrici Amidala per la Repubblica e Mina Bonteri per il Senato Separatista avviarono trattative per una possibile pace, Sidious e Tyranus si misero subito all'opera per far naufragare il progetto. Dooku fece sabotare il generatore di potenza di Coruscant, in un palese attacco separatista che comportò il contrattacco della Repubblica. Bonteri stessa rimase uccisa e non solo le trattative fallirono, ma il Senato della Repubblica passò addirittura una nuova legge per il rafforzamento militare della Repubblica. La fine della guerra era rimandata.

Qualcosa di simile avvenne quando Palpatine convinse il Senato ad eleggere Rush Clovis nuovo capo del Clan Bancario Intergalattico per evitarne la bancarotta. Il Clan era però un sostenitore dei separatisti e Dooku costrinse Clovis ad alzare i tassi d'interesse per la Repubblica, che rispose occupando Scipio e portando il Clan Bancario direttamente sotto il controllo dell'Ufficio del Cancelliere Supremo.

Sidious affronta Maul e Savage Opress.

In altri momenti, Sidious ordinò l'assassinio di Asajj Ventress, divenuta ormai pericolosa, e l'alleanza della Confederazione dei Sistemi Indipendenti con l'Impero Schiavistico Zygerriano.

Ad un certo punto, Darth Maul tornò nella galassia, rivelando di essere sopravvissuto allo scontro con Kenobi. Sidious decise di prendere la questione direttamente nelle proprie mani: volò personalmente a Mandalore, che Maul aveva soggiogato, e affrontò il suo ex apprendista, sconfiggendolo e portandolo via con sé dopo avere ucciso il suo allievo, Savage Opress. Qualche tempo dopo, Maul fu liberato dai super commando Mandaloriani, ma questo giocò ancora una volta a favore di Sidious, in quanto lo Zabrak non fece altro che portare il Signore Oscuro dritto da Talzin, come lui voleva. Dopo aver sconfitto Dooku, posseduto da Talzin, Sidious la affrontò e, con l'aiuto di Grievous, la uccise, mettendo fine alla sua minaccia. Maul riuscì però a fuggire.

Sidious e Tyranus effettuano il rituale contro Yoda.

Mentre il conflitto era ancora in corso, Sidious ebbe anche un primo scontro con Yoda quando questi si mise a indagare su Sifo-Dyas. Quando il Maestro Jedi si recò su Moraband, Sidious e Tyranus unirono le forze per produrre un'illusione di Forza che prese la forma di Sifo-Dyas e tentò di convincere Yoda a cedere al lato oscuro. Yoda non cedette. L'illusione allora mutò, costringendo Yoda a scegliere fra inseguire e catturare il Signore Oscuro dei Sith in fuga, o soccorrere Anakin Skywalker e salvarlo da morte certa. Ancora una volta, Yoda si rifiutò di cedere alla lusinga, rinunciando a scoprire l'identità dell'acerrimo nemico dei Jedi pur di respingere il lato oscuro.

La Battaglia di Coruscant

Palpatine alla fine della guerra.
"È tempo di compiere le ultime mosse."
―Darth Sidious[fonte]

Man mano che la fine della guerra si avvicinava, Palpatine inviò gran parte delle flotte poste in difesa dei Mondi del Nucleo e di Coruscant ad attaccare Saleucami, Felucia e Mygeeto. Approfittandone, il generale Grievous lanciò un coraggioso attacco alla capitale galattica, rapendo Palpatine e imprigionandolo a bordo della propria ammiraglia, l'Invisibile Hand.

Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi vennero incaricato di liberarlo. I due raggiunsero il vascello separatista e riuscirono ad arrivare fino al ponte sul quale Palpatine era tenuto prigioniero. In quel momento, però, i due vennero raggiunti da Dooku, che li sfidò a duello. Tramortì Kenobi, ma venne atterrato da Skywalker. Ciò che Dooku credeva — ciò che Sidious gli aveva detto — era che sarebbe stato condotto su Coruscant, dove avrebbe addossato le colpe della guerra a Grievous e dove, insieme al suo maestro, avrebbero convertito Skywalker al lato oscuro, costruendo insieme un Nuovo Ordine sulle ceneri del governo repubblicano. Ma Dooku aveva dimenticato la Regola dei Due. Sotto il suo sguardo incredulo, Palpatine convinse Anakin a giustiziarlo. Quindi, i Jedi riportarono Palpatine sano e salvo alla Città Galattica; Sidious aveva finalmente cominciato a far sprofondare Anakin nella palude del lato oscuro, anche se non si era aspettato che Kenobi sarebbe sopravvissuto alla battaglia. Ma avrebbe risolto anche quella questione.

Via la maschera

"Potere! Illimitato potere!."
―Darth Sidious[fonte]
Palpatine rivela ad Anakin di essere un Sith.

Man mano che la guerra si avviava alla sua conclusione, i Jedi divennero sempre più sospettosi di Palpatine, ma ciò non gli importava: egli era ormai riuscito a legare indissolubilmente Anakin a sé stesso, sfruttando la sua crescente insofferenza verso l'Ordine. Nominandolo suo rappresentante personale, riuscì a farlo eleggere nel Consiglio Jedi, ma senza la carica di Maestro, cosa che lo infuriò non poco. Avendo saputo dal capitano Panaka di Naboo del suo matrimonio con Padmé, ed essendo al corrente dei suoi incubi, Palpatine lo plasmò col suo odio verso i Jedi, gli raccontò la storia di Darth Plagueis e infine si rivelò a lui; solo il lato oscuro, egli disse, avrebbe potuto salvare Padmé da morte certa.

Confuso e titubante, inizialmente Anakin si convinse che la sua fedeltà stava verso l'Ordine e informò Mace Windu del fatto che Palpatine era il Signore Oscuro dei Sith. Windu, Saesee Tiin, Agen Kolar e Kit Fisto si recarono nel suo ufficio, dove lo dichiararono in arresto, dicendogli che il Senato avrebbe deciso la sua sorte. Palpatine si rifiutò ed estrasse una spada laser, accusandoli di tradimento e attaccandoli. Tiin, Kolar e Fisto caddero dopo pochissimo tempo, mentre Windu continuò a resistere.

Sidious contro Windu.

Ma Anakin, temendo per la sorte della sua amata, fece ritorno all'ufficio. Proprio mentre stava per entrare, Windu disarmò e atterrò Palpatine, puntandogli contro la spada laser. La scena che Anakin si trovò davanti fu quella di Windu che minacciava un Palpatine apparentemente disarmato, il quale poté dire ad Anakin che le cose stavano come lui aveva sospettato: i Jedi avevano tramato contro la Repubblica ed ora volevano prendere il potere. Quindi, attaccò Windu con una scarica di Fulmini di Forza, ma fu inutile; i fulmini, riflessi dalla spada laser di Windu, gli deformarono la maschera che portava da tempo, rivelando il suo vero volto da Signore dei Sith.

Windu si preparò a sferrare il colpo di grazia. Anakin, sapendo che Palpatine era l'unico modo che avesse per salvare Padmé, gli tagliò un braccio, impedendogli di colpire. Così, accantonando l'apparenza di vecchio debole e senza più forte, Palpatine attaccò nuovamente Windu e lo scagliò fuori dalla finestra dell'ufficio, uccidendolo. Quindi, fu lui a sferrare il colpo di grazia su Anakin: questi si inchinò ai suoi piedi, affidandosi ai suoi insegnamenti e convertendosi al lato oscuro. Così, Palpatine lo proclamò trionfante Darth Vader.

Sorge un Nuovo Ordine

"Ancora una volta i Sith saranno i padroni della Galassia, e sarà sempre pace."
―Darth Sidious[fonte]
Darth Sidious smascherato.

Ora i Jedi andavano tutti distrutti se la vittoria dei Sith voleva dirsi completa, quindi il Signore Oscuro ordinò al suo nuovo apprendista di sferrare un poderoso attacco contro il Tempio Jedi e massacrarne gli occupanti. Alla testa della 501esima Legione, Vader penetrò nelle sale di quella che fino a poco tempo prima era stata la sua casa, sterminando tutti i Jedi con cui aveva precedentemente convissuto, senza eccezione: maestri, Padawan, vecchi e bambini, tutti caddero sotto la sua lama o le fucilate dei soldati clone.

Mentre avveniva il massacro al Tempio, Palpatine trasmise a tutti i comandanti cloni l'Ordine 66. In tutta la Galassia, i Jedi vennero uccisi dai loro stessi soldati; innumerevoli eroi delle Guerre dei Cloni, come Ki-Adi-Mundi e Aayla Secura, vennero uccisi a sangue freddo.

"La Repubblica verrà riorganizzata, trasformandosi nel primo Impero Galattico".

Poco dopo, Palpatine si recò al Tempio per vedere i frutti del lavoro del suo apprendista. Trovò Darth Vader nella Sala delle Mille Fontane, di fianco al corpo di Cin Drallig e di altri prominenti Jedi. Vader si inchinò al suo maestro, che si complimentò con lui per il lavoro svolto e lo inviò su Mustafar, per eliminare i membri del Consiglio Separatista. Qui, Vader compì un altro massacro, uccidendo Nute Gunray e gli altri leader separatisti, trasmettendo quindi un ordine di smobilitazione a tutte le Forze Armate della CSI.

Mentre ciò avveniva, Palpatine convocò una sessione straordinaria del Senato Galattico. Davanti a tutti i senatori della Repubblica — notevolmente impressionati dal suo disgustoso aspetto e memori del suo volto indulgente e benigno —, Palpatine denunciò il complotto dei Jedi per rovesciare il Senato. Palpatine andò oltre: denunciando la corruzione e l'instabilità della Repubblica, proclamò la nascita di un governo più stabile, più sicuro, più ordinato: il primo Impero Galattico. La Proclamazione del Nuovo Ordine venne accolta da un'ovazione, mentre Palpatine demoliva le ultime libertà repubblicane e si proclamava Imperatore Galattico a vita. L'opposizione, messa a tacere, si trovò alle strette e votò a suo favore.

L'ultima resistenza dei Jedi

"Ora di Jedi non ce ne sono più!
Non se qualcosa da dire in proposito io ho.
"
―Darth Sidious e Yoda[fonte]
Scontro fra luce e oscurità.

Yoda e Obi-Wan Kenobi, scampati all'Ordine 66, decisero di tentare l'ultima resistenza: Yoda avrebbe affrontato Palpatine, mentre Kenobi avrebbe redento, o ucciso, Darth Vader. Yoda raggiunse Palpatine nel suo ufficio ai piedi dell'Aula di Gran Convocazione e lì lo affrontò a duello. I due, rispettivamente campioni del lato chiaro e del lato oscuro, lottarono a lungo, ma i loro poteri si eguagliavano, senza che nessuno dei due riuscisse effettivamente a prevalere. Alla fine, Yoda, capendo che Sidious non poteva essere sconfitto in duello, fuggì aiutato da Bail Organa. Palpatine ordinò alle sue truppe di trovarlo, ma non prese ulteriori disposizioni: avvertiva infatti che il suo apprendista era in pericolo.

Sidious si precipitò su Mustafar, dove trovò Darth Vader menomato, languente, scottato dalla lava e in punto di morte. Ma era vivo. Palpatine ordinò che fosse messo d'urgenza in una capsula medica, quindi riportato a Coruscant: certo, ora sarebbe divenuto una metà macchina, avendo bisogno di sistemi tecnologici per continuare a vivere, ma sarebbe stato molto più potente e nessuno dei Jedi rimasti avrebbe potuto opporsi a lui. E, inoltre, Palpatine non voleva che Vader morisse, altrimenti non avrebbe mai potuto scoprire il segreto di Darth Plagueis.

Presso il Centro di Ricostruzione Chirurgica Imperatore Palpatine, Vader venne rimesso a nuovo, con una temibile armatura nera e nuove braccia e gambe cibernetiche. Appena fu pronto, chiese a Palpatine dove fosse Padmé. Fingendosi rattristato, Sidious gli disse che, nella sua ira, egli l'aveva uccisa. Infuriato come non mai, Vader distrusse l'intera sala, struggendosi per quanto aveva fatto. Palpatine sorrise: nella rabbia e nella sofferenza, era sorto un nuovo Signore dei Sith.

Imperatore della Galassia

L'oscurantismo

L'Imperatore Palpatine.

Non appena divenuto Imperatore, Palpatine ricompensò i vecchi amici che lo avevano fedelmente servito. Mas Amedda, suo assistente personale, divenne Gran Vizir, restando quindi suo principale consigliere. Numerosi altri alleati divennero i primi membri del Consiglio Imperiale. Wilhuff Tarkin divenne prima Moff, quindi Gran Moff con il compito di soggiogare l'Orlo Esterno. Inoltre, Palpatine approvò la costruzione della Morte Nera, una stazione da battaglia di gigantesche dimensioni che avrebbe dovuto tenere a bada, nel terrore, tutti gli oppositori del Nuovo Ordine.

Trasformando l'Impero in uno stato di polizia, Palpatine spogliò il Senato Imperiale di ogni reale potere e sottomise tutte le istituzioni di governo alla sua volontà, sbarazzandosi di gran parte dei vecchi burocrati repubblicani che potevano rappresentare anche solamente un fastidio. Soprattutto, egli affidò a Darth Vader la conduzione della Grande Purga Jedi, istituendo anche l'Inquisitorio per assisterlo. La distruzione di tutti i Jedi rimasti era imperativa per Palpatine, in quanto anche pochi di loro avrebbero potuto scatenare insurrezioni e rivolte contro la sua autorità.

La Galassia non poté però sopportare a lungo il regime tirannico di Darth Sidious e numerose cellule e gruppi ribelli si unirono per formare un'Alleanza per la Restaurazione della Repubblica, meglio nota come Alleanza Ribelle, che si oppose al suo dominio.

La Morte Nera

"Come fa l'Imperatore a mantenere il controllo senza burocrazia?
I governatori regionali ora hanno il controllo diretto dei loro territori. La paura terrà in buon ordine i sistemi locali. La paura di questa super arma offensiva.
"
Cassio Tagge e Wilhuff Tarkin[fonte]

Finalmente, la Morte Nera fu completata. Con quell'incredibile strumento di distruzione nelle sue mani, Palpatine era certo di avere in pugno le sorti della Guerra Civile Galattica, nonché di potersi sbarazzare degli ultimi rimasugli della Vecchia Repubblica. Infatti, poco dopo il varo dell'arma, egli proclamò pubblicamente lo scioglimento del Senato Imperiale. Quindi, approvò la distruzione di Alderaan, ordita da Tarkin per colpire al cuore l'Alleanza Ribelle. Nella successiva Battaglia di Yavin, però, una squadra di piloti ribelli, con alla testa il giovane Luke Skywalker, riuscì ad avere la meglio e a distruggere la stazione da battaglia, massacrando gran parte del suo equipaggio. Questa volta, forse la prima nella sua vita, Palpatine non riuscì a trovare alcun vantaggio dalla sconfitta.

L'ira di Palpatine fu catastrofica. Vader, che l'Imperatore ritenne personalmente responsabile per la catastrofe, fu continuamente umiliato con compiti di basso conto, come una missione diplomatica presso gli Hutt, per poi essere nuovamente incaricato di dare la caccia ai Ribelli. Frattanto, Palpatine nominò Cassio Tagge nuovo Gran Generale e lo incaricò di conquistare l'Orlo Esterno in attesa del completamento della seconda Morte Nera.

Un altro Skywalker

"Abbiamo un nuovo nemico: il giovane Ribelle che ha distrutto la Morte Nera. E io sono assolutamente convinto che questo ragazzo sia il figlio di Anakin Skywalker."
―Palpatine[fonte]
Palpatine e Lord Vader discutono di Luke Skywalker.

Come Palpatine scoprì poco tempo dopo la Battaglia di Yavin, i Ribelli disponevano di un alleato prezioso: Luke Skywalker. Benché l'esistenza sua e di Leia Organa, sua sorella, fosse stata tenuta nascosta per impedire che l'Imperatore si scagliasse su di loro, ora questi capì che [nakin Skywalker aveva dei figli. Non doveva assolutamente permettere che padre e figli si ricongiungessero.

Poco tempo dopo la Battaglia di Hoth, Palpatine contattò Darth Vader, il quale, a capo della sua Flotta della Morte, stava dando la caccia ai Ribelli fuggiti. L'Imperatore rivelò al suo apprendista prostrato davanti a lui che avevano un nuovo nemico: suo figlio. Vader finse di non crederlo possibile, ma Palpatine non si fece ingannare e gli ordinò di ucciderlo. Prevedibilmente, Vader propose di convertirlo al lato oscuro, pianificando segretamente di allearsi a lui per rovesciare Palpatine; l'Imperatore accettò entusiasta, ma a sua volta stava tessendo la propria trama. Luke non sarebbe stato un'arma per Vader, ma per lui: sarebbe stato finalmente l'apprendista che andava cercando.

La trappola di Endor

"Tu, come tuo padre, ora sei mio."
―Palpatine a Luke Skywalker[fonte]
Palpatine tenta di spingere Luke a cedere al lato oscuro.

La Battaglia di Endor doveva essere la trappola che avrebbe annientato l'Alleanza Ribelle. Ma, soprattutto, per Palpatine sarebbe stato lo scontro in cui si sarebbe sbarazzato di Darth Vader e avrebbe preso il giovane Luke Skywalker come nuovo apprendista. Per tendere la trappola alla Ribellione, l'Imperatore lasciò trapelare che si sarebbe recato di persona a sovrintendere i cantieri della nuova stazione da battaglia in orbita sulla luna boscosa di Endor. Come previsto, la flotta ribelle si organizzò per lanciare un duro colpo. Ma Palpatine aveva fatto i suoi calcoli: non solo il superlaser era perfettamente operativo, ma una immensa flotta imperiale era stata posizionata per circondare quella ribelle.

La battaglia cominciò come da programmi e tutto andò a favore degli Imperiali. Poi, finalmente, Vader portò Luke al suo cospetto. Qui, Palpatine cominciò la sua opera di seduzione, portandolo sempre più vicino al lato oscuro. Luke lo attaccò, ma fu sviato in uno scontro con Vader. Convintosi che suo padre potesse essere redento alla luce, Luke scelse di non combattere, ma quando Vader ipotizzò che Leia avrebbe potuto essere convertita al lato oscuro, lo attaccò furente, riuscendo ad atterrarlo.

Palpatine stava per vedere realizzato il proprio progetto più ambizioso: Luke troneggiava su Vader che, con una mano mozzata, giaceva a terra, ormai privo di forze e di difese. Con voce sibilante ma allo stesso tempo convincente, Palpatine spinse Luke a sferrare il colpo di grazia e a prendere il posto di suo padre al suo fianco. Ma Luke rifiutò; spense la propria spada laser e si pose davanti all'Imperatore, dichiarandogli di essere finalmente divenuto uno Jedi completo.

La fine dell'Imperatore.

Palpatine era letteralmente su tutte le furie. In un impeto di rabbia, Palpatine scagliò su Luke diverse scariche di Fulmini di Forza, fino a renderlo in punto di morte. Ormai pronto a colpire nuovamente — e, questa volta, letalmente —, Palpatine si era dimenticato di quello che aveva portato Anakin Skywalker a divenire Darth Vader: il suo estremo bisogno di proteggere quelli a cui teneva. Ora, la situazione era riversata al contrario. Un redento Anakin Skywalker afferrò Palpatine prima che potesse finire Luke e lo scagliò nel nucleo della sala. L'Imperatore morì dopo un ultimo grido disperato e con lui precipitarono nella rovina il suo Impero e i Sith.

Eredità

Il nome di Palpatine, l'ultimo Signore Oscuro dei Sith, fu sempre considerato sinonimo di oppressione, terrore e dispotismo. Il suo regno causò miliardi di morti in tutta la Galassia e fu senza alcun dubbio il più sanguinario dopo millenni. L'Impero tentò inizialmente di tenere nascosta la sua morte, ma le notizie trapelarono in fretta e il regime tirannico dovette infine arrendersi e firmare il Concordato Galattico con la Nuova Repubblica, prima di soccombere definitivamente. Anni più tardi, una nuova organizzazione, il Primo Ordine, guidato da un altro praticante del lato oscuro - il Leader Supremo Snoke - avrebbe raccolto l'eredità di Palpatine tentando di imporre un nuovo ordine imperiale alla Galassia.

Poteri e abilità

"Tu non sottovalutare i poteri dell'Imperatore."
Yoda a Luke Skywalker[fonte]
Palpatine scaglia una scarica di Fulmini di Forza.

Darth Sidious fu sicuramente uno dei Signori dei Sith più potenti di sempre, ma il suo potere principale non risiedeva nella Forza in quanto tale, ma piuttosto nella sua innata capacità di manipolare gli altri e costringerli a fare — o a divenire — quello che lui voleva. Fu questo che gli permise di ascendere al potere e che, a lungo andare, gli consentì di conseguire la vendetta dei Sith, sottomettendo il suo ultimo e migliore apprendista, Darth Vader.

La spada laser di Darth Sidious.

Palpatine era esperto praticamente in tutti i campi del lato oscuro della Forza, che sapeva padroneggiare perfettamente e letalmente. Nonostante l'aspetto da vecchio debole e lento, Palpatine era un eccellente spadaccino, in grado di duellare in tutti gli stili da combattimento con spada laser. Il suo stile consisteva spesso nello stare inizialmente sulla difensiva, per ingannare e stancare l'avversario, quindi sfogare tutta la sua forza al momento opportuno.

Sidious era inoltre sicuro che le sue pianificazioni avrebbero dato i loro frutti, in quanto le preparava nei minimi dettagli, senza tralasciare alcun particolare.

Tratti e personalità

L'Imperatore in tutta la sua furia.

Darth Sidious era una persona decisamente ambiziosa, ma che aveva fatto della pazienza la sua arma principale. Pazientemente, Sidious scalò i vertici della Repubblica Galattica e, sempre pazientemente, la trasformò in Impero. Per tutta la dutara della sua vita, egli matenne una parvenza pubblica di uomo mite e accogliente, tanto da Cancelliere quanto da Imperatore. Inizialmente, il suo volto esprimeva fiducia e sicurezza; dopo lo scontro con Mace Windu, in cui il Signore dei Sith mostrò il suo vero volto, era un orribile segno del nuovo signore della galassia, ma anche una maschera di debolezza che fece effettivamente venire a galla molti suoi nemici.

Palpatine era un sincero amante delle arti. In tutta la sua vita, raccolse opere d'ogni tipo, in particolare sculture e libri, nonché una gran quantità di holocron. I suoi uffici erano sempre decorati con statue antiche raccolte nei suoi numerosi viaggi; quando era senatore e poi Cancelliere, usò le statue anche come nascondiglio per i suoi artefatti Sith.

Dietro le quinte

Cos Dashit

Inizialmente, nelle prime bozze di Star Wars, il personaggio di Palpatine era chiamato "Cos Dashit" (poi "Son Hhat"), ed era l'Imperatore dell'Impero Galattico, Console del Tribunale Supremo e Signore di Alderaan (poi di Granicus). Si trattava di un debole vecchio raggrinzito senza alcun potere nella Forza, asceso al potere dopo la caduta dei Jedi. Darth Vader, membro del Tribunale Supremo, progettava di usurparlo.

Dibattimenti

Sfigurato o smascherato?

Palpatine colpito dai suoi stessi fulmini di Forza.

Un dibattito che a lungo ha attraversato il fandom starwarsiano ha riguardato la scena dell'Episodio III in cui il volto di Palpatine, verso cui Mace Windu deflette i Fulmini di Forza, viene deturpato orribilmente. A questo proposito, si sono opposte due teorie.

Una possibilità presa in considerazione è quella secondo cui il volto di Palpatine sarebbe stato solamente sfigurato dai Fulmini di Forza che lo colpiscono. A sostegno di questa teoria vi è il fatto che, in Senato, Palpatine afferma di essere stato "lasciato sfigurato e deforme". Tale teoria è però molto labile, in quanto il discorso al Senato è evidentemente tenuto per impressionare i senatori, inoltre Luke, benché lungamente esposto ai Fulmini nell'Episodio VI, non ne rimane deformato.

L'altra teoria afferma che il volto deformato e ingrigito è il vero volto di Palpatine, il volto del Signore Oscuro dei Sith, tenuto nascosto con una qualche alchimia per mantenere un'apparenza normale e dignitosa. I Fulmini avrebbero quindi semplicemente smascherato Sidious, rivelando il suo vero volto. Infine, la teoria dello smascheramento fu praticamente canonizzata del tutto da Star Wars: The Complete Visual Dictionary, pubblicato nel settembre 2006. Questo spiegherebbe anche perché Palpatine appare più giovane nell'Episodio III anziché nell'Episodio II.

Il nome di Palpatine

Palpatine, Imperatore della Galassia.

Fin dalle prime apparizioni di Palpatine, i fan si chiesero quale fosse il suo nome proprio. Attualmente, benché il personaggio sia stato notevolmente ampliato e approfondito, manca ancora di un nome comune. Quando gli furono chieste spiegazioni sul suo sito personale, nel 2003, Steve Sansweet (direttore della redazione contenuti della LucasFilm) rispose affermando che non sarebbe una novità se nell'universo di Star Wars (così come nella nostra Terra reale) ci fossero persone con un unico nome. Palpatine, almeno fino ad oggi, rientra in questa categoria.

Nonostante la risposta di Sansweet, ci sono ancora dei dubbi riguardo il suo nome comune, dettati soprattutto dal fatto che tutti gli altri Naboo conosciuti possiedono anche un nome comune: Padmé Naberrie, Sio Bibble, ecc. Nonostante questo, ad oggi Palpatine resta con un solo nome.

I fan hanno comunque dato adito a molte speculazioni sul suo nome comune. Dominante fu per molto tempo l'idea che si chiamasse "Cos Palpatine", in quanto George Lucas intendeva chiamarlo, nelle prime bozze dei primi film della Saga, "Cos Dashit". Successivamente si diffuse, da fonte ignota, il nome "Dantius Palpatine". Quindi, circolò "Ethril Palpatine", che pare essere il più vicino alla realtà, in quanto stava per essere inserito nell'Episode I: The Visual Dictionary, ma Lucas lo eliminò. Altri due nomi sono "Albert" ed "Augustus". Sarcasticamente, alcuni fan gli hanno dato il nome "Frank", dal momento che nell'Episodio I Palpatine dice: "I must be frank, Your Majesty..." ("Devo essere franco, Vostra Maestà...").

Il nome canonico "Sheev" fu finalmente conferito dal romanzo Tarkin del 2014, scritto da James Luceno.