Revan

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Revan
Informazioni biografiche
Pianeta d'origine

sconosciuto, Deralia in seguito alla riprogrammazione della sua identità

Descrizone fisica
Razza

Umani

Sesso

maschio, secondo il canone (Cfr. paragrafo Relazioni - Carth Onasi)

Occhi 

sconosciuto; gialli durante la sua permanenza nel lato oscuro

Informazioni storiche e politiche
Epoche
Affiliazione
Maestri noti
Apprendisti noti
"Da Signore dei Sith in persona, diventerai il salvatore della nostra galassia"
Bastila Shan[fonte]

Revan fu un Cavaliere Jedi e ricoprì la carica di generale durante le Guerre Mandaloriane. Fu un leader carismatico e al tempo stesso enigmatico, un abile tattico e un esperto stratega, eroe della Repubblica Galattica durante le Guerre Mandaloriane, nelle quali condusse la Repubblica alla vittoria definitiva. Pose fine al conflitto personalmente, con l'esecuzione di Mandalore il Definitivo e la distruzione di Malachor V. In seguito, Revan guidò la flotta della Repubblica nelle profondità delle Regioni Ignote per dare la caccia agli ultimi mandaloriani sopravvissuti. Egli fece ritorno con il nome di Darth Revan, Signore Oscuro dei Sith.

Schierando la sua enorme armata, tra cui la flotta che aveva combattuto al suo fianco durante le Guerre Mandaloriane, egli sferrò un potente attacco contro la Repubblica e diede il via alla Guerra Civile Jedi. Revan, insieme al suo apprendista Darth Malak, ottenne numerose vittorie, perseguendo metodicamente il suo obiettivo finale, ovvero la fondazione di un nuovo e grandioso Impero Sith. Per due anni e mezzo la flotta di Revan portò morte e distruzione nella Repubblica, finchè il Signore Oscuro fu tradito da Malak e fatto prigioniero dall'Ordine Jedi.

Ritenuto morto dall'intera galassia, Revan in realtà sopravvisse grazie agli sforzi di Bastila Shan, che preservò la sua scintilla vitale, mentre la sua mente fu seriamente danneggiata. Incapace di ripristinare la memoria del Signore Oscuro, il Consiglio Jedi curò le sue parti compromesse, programmando per lui una nuova identità: Revan, servitore fedele della Repubblica. L'anno seguente, Revan e i suoi compagni setacciarono la galassia in cerca della fonte del potere di Malak. A dispetto della sua vita precedente, Revan rifiutò il male che aveva fatto in passato, sconfisse Malak e pose fine alla guerra che egli stesso aveva iniziato.

Un anno dopo, Revan ripartì per le Regioni Ignote. Una sua vecchia Maestra Jedi, Kreia, credette che la brutale ed al tempo stesso efficiente invasione della galassia per mano di Darth Revan facesse parte di un disegno più ampio, volto a preservare la Repubblica da una minaccia lontana e sconosciuta, e suggerì che Revan fosse partito in una ricerca solitaria per sconfiggere questo pericolo da sempre incombente una volta per tutte.

Biografia

Primi anni di vita

"Alcuni dicono che Revan sia nato nelle Regioni Esterne, al di là dell'Anello..e fu questo a chiamarlo durante le Guerre Mandaloriane...fu la chiamata del suo mondo natale, della sua casa."
―Kreia[fonte]

Non esitono dettagli precisi circa i primi anni di vita di Revan. Sebbene molti sostenessero una sua origine al di là dei territori dell'Anello Esterno, la sua famiglia, il suo pianeta natale e il suo nome di battesimo rimangono ignoti. Ad ogni modo, egli fu ritenuto idoneo per essere addestrato nelle vie della Forza dall'Ordine Jedi.

Addestramento Jedi

"Revan ebbe molti maestri, Zhar, Dorak, Maestro Kae, prima che questi partisse per la guerra. A conclusione del suo addestramento, cercò di apprendere quante più tecniche possibili. Si dice che alla fine avesse fatto ritorno dal suo primo maestro, per comprendere come abbandonare l'ordine al meglio."
Mical[fonte]
Alcuni dei maestri di Revan: Kreia, Zhar Lestin, Dorak
In base alle sue testimonianze, fu Kreia ad iniziare Revan agli insegnamenti Jedi e, secondo Deesra Luur Jada, egli fu addestrato su Dantooine. In ogni caso, è noto che Revan si fosse recato per almeno una volta su Coruscant, dove, insieme al suo più caro amico Alek Squinquargesimus (il futuro Darth Malak), visitò spesso il Maestro Jedi Zhar Lestin per ulteriori addestramenti. Zhar, sebbene avesse notato l'insaziabile desiderio di conoscenza di Revan, scambiò queste attenzioni per semplice esuberanza dovuta alla sua giovane età e affermò che nel futuro sarebbe sicuramente diventato il campione dell'Ordine Jedi. Il Maestro Vrook Lamar, tuttavia, più tardi dichiarò che Revan era forse troppo giovane per accedere ad una superiore comprensione della Forza e che aveva oltretutto approfondito la conoscenza degli antichi trucchi Sith.

Si dice che Revan avesse lasciato gli insegnamenti del suo primo maestro per poter condurre i suoi studi a fianco di numerosi altri maestri dell'Ordine, tra cui Zhar, Maestro Dorak e Arren Kae. Alcuni anni più tardi, Mical affermò che Revan, in quel periodo, si fosse dedicato attentamente alla comprensione dei legami della Forza. Tuttavia, si sa per certo che Revan avesse poi fatto ritorno dal suo primo maestro, secondo le parole di Kreia per cui "egli realizzò che non vi era più nulla da imparare dai Jedi - ad eccetto il modo in cui poterli lasciare per sempre".

Quale fosse la verità, dal 3.956 BBY l'opinione generale che circolava tra i Maestri Jedi di Dantooine era che, sebbene fosse un Padawan molto promettente, Revan fosse troppo testardo, orgoglioso e molto vicino a cedere alle pericolose lusinghe del lato oscuro.

Il Revanscismo

"Non è importante chi io sia. Il mio messaggio lo è."
―Revan[fonte]
Il Revanscista
Durante i primi scontri nell'Anello Esterno tra la Repubblica e i Mandaloriani, Revan -a quel tempo molto conosciuto come un potente e carismatico cavaliere Jedi- si oppose all'Ordine, reclamando l'intervento degli Jedi.

Sebbene all'inizio la sua fosse l'unica voce a favore di una presa di posizione, indicata dai media repubblicani come "la sua personale crociata Jedi", Revan fece gradualmente proseliti e molti si unirono alla sua causa. Il primo ad unirsi a Revan fu Alek, che lo aiutò nei successivi reclutamenti. Intorno al 3.964 BBY Revan, ora considerato Maestro onorario dai suoi seguaci, specialmente da Alek, decise di partire per il fronte e di agire in prima linea contro i Mandaloriani, a dispetto del volere del Consiglio Jedi. Durante il viaggio, Revan e i suoi compagni fecero una breve tappa su Taris. Revan sperava di potere reclutare altri Jedi nell'accademia presente sul pianeta, per via della sua conoscenza con Lucien Draay, ma nessuno degli Jedi rispose all'appello.

Dopo aver lasciato Taris, Revan ordinò alla maggioranza dei suoi seguaci di attenderlo sul pianeta Suurja, mentre conduceva alcune indagini su Onderon e Dxun. Sebbene Revan avesse riportato le sue scoperte all'Alto Consiglio Jedi poco prima dello scoppio delle Guerre Mandaloriane, il Consiglio gli disse che l'Ordine non avrebbe mai partecipato alla guerra. Revan fu inviato in missione di salvataggio in favore dei seguaci catturati durante la Quarta Battaglia di Suurja. Non appena ebbe lasciato la camera del Consiglio, Revan incontrò nuovamente Lucien Draay e, dopo una breve conversazione, egli partì per completare il suo incarico.

Alek (il futuro Darth Malak) e il suo "maestro" sentono una grande interferenza nella Forza
I seguaci di Revan prigionieri furono tratti in salvo dai sadici esperimenti a cui era intenzionato il dottore mandaloriano Demagol grazie all'intervento di Zayne Carrick e Rohlan Dyre. Riunitosi con i suoi discepoli, Revan continuò la sua campagna a favore dell'intervento Jedi contro i Mandaloriani, ma iniziò a percepire in sè una sorta di cambiamento, una differenza che non aveva mai provato prima. Se inizialmente i suoi sforzi erano stati al massimo considerati come una curiosità del momento, nel contesto dell'enorme conflitto mandaloriano egli diventò improvvisamente una celebrità. Un movimento "Revanscista" iniziò a crescere attorno alla sua figura e i media repubblicani innalzavano Revan come la guida a cui far riferimento, ignorando qualsiasi tipo di avvertimento dell'Alto Consiglio. Sebbene nei primi rapporti ci si riferisse a lui come al "Leader dei Revanscisti", non passò molto tempo prima che il giovane Jedi fosse investito di un nuovo, immediato soprannome: il Revanscista.

In questo periodo Revan conitnuò il suo viaggio nella galassia, portando il suo messaggio a favore dell'intervento Jedi a chiunque volesse ascoltarlo. Durante la Battaglia di Serroco, mentre si trovava su Cathar insieme ad Alek, egli -così come molti Jedi sparsi per la galassia- sentirono la morte di migliaia di Serroco a causa dei bombardamenti nucleari dei Mandaloriani sulla superficie del pianeta. Entrambi straziati dallo stesso dolore percepito tramite la Forza, le uniche parole che i due amici riuscirono a pronunciare furono: "Lo sento!".

Poco tempo dopo, Revan fu invitato a valutare l'offerta di alcune superarmi exogorth che Arkoh Adasca stava vendendo in nome della sua crescente presa di posizione all'interno degli Jedi. Pressato da altri affari, Revan inviò Alek per discutere le trattative al suo posto. Diversi Jedi ebbero alcune visioni relative agli exogorth di Adasca e al ruolo che avrebbero potuto giocare durante la guerra, così Revan istruì Alekn in modo da assicurare che il pericolo che essi presentavano era stato valutato "fuori dal coro". Poco dopo l'affare Adasca, l'assedio di Taris e i bombardamenti di Jebble, Lucien Draay fece rapporto al Consiglio Jedi. Egli affermò che i servizi segreti repubblicani avevano individuato una probabile falla all'interno dei piani di conquista mandaloriani, dovuta in particolare ad un'insurrezione che scuoteva l'interno dei loro stessi ranghi; egli inoltre stabilì che la via interventista indicata da Revan fosse assolutamente errata sia per la Repubblica che per i Jedi.

Il Consiglio approvò la mozione, con l'ordine di richiamare e, se necessario, imprigionare, i "rinnegati" favorevoli alla guerra. Dopo che Alek, ora conosciuto come "Capitano Malak", ebbe testimoniato al Consiglio in favore di un giovane Padawan di nome Zayne Carrick, accusato ingiustamente dal suo vecchio maestro Lucien Draay per il Massacro di Taris, il Consiglio fece tornare Alek da Revan, consegnando nelle sue mani l'avvertimento definitivo.

Le Guerre Mandaloriane

"Quando sorse la minaccia mandaloriana per la prima volta, Revan e Malak erano impazienti di sconfiggere i nemici della Repubblica. Ma il Consiglio pensava che fosse meglio muoversi con prudenza e cautela. La vera minaccia, come temeva il Consiglio, non si era ancora rivelata nella sua vera essenza. Ma Revan non si arrese. Era potente e carismatico e inevitabilmente molti all'interno dell'Ordine furono attratti dalla sua nobile causa. Malak fu il primo ad unirsi al suo più grande amico. Altri li seguirono, tra i più giovani e i più brillanti, tutti con l'obiettivo di salvare la galassia dalla minaccia mandaloriana."
―Zhar Lestin[fonte]

Durante le primissime fasi delle Guerre Mandaloriane, la Repubblica si trovò ad affrontare presto le disperate conseguenze del conflitto e decise di chiedere ufficialmente aiuto ai Jedi, tramite una petizione al Consiglio. Il Consiglio tuttavia era poco propenso ad accettare un qualsiasi tipo di coinvolgimento sui campi di battaglia, a causa delle recente vicenda di Exar Kun, ma soprattutto poichè sentiva che le guerre in corso erano solo l'inizio di una più grande minaccia che si sarebbe manifestata in seguito. L'Ordine rifiutò la richiesta d'intervento. Revan e i suoi seguaci no.

Dopo la diffusione dei tragici dettagli della Battaglia di Cathar, Revan sfruttò la situazione a proprio vantaggio. Tramite un atto di ribellione che nessun'altro aveva mai osato prima, egli respinse l'autorità dell'Alto Consiglio e invitò i membri dell'Ordine ad abbracciare le armi e a combattere. Come sempre, Alek fu il primo ad unirsi al suo più caro amico, ma presto centinaia di Jedi risposero alla chiamata. Un ordine d'arresto fu indetto per chiunque si fosse unito a Revan; da quel momento, Alek adottò il nome di "Malak" per evitare il mandato. L'intervento di Revan e dei suoi seguaci segnò un punto di svolta nella guerra. La sua intelligenza tattica e militare, insieme al coraggio di Malak e alla fiera determinazione di entrambi, li innalzarono come gli eroi assoluti del conflitto. Vittoria dopo vittoria, i due si fecero strada tra i ranghi militari della Repubblica e fu affidato loro il comando di più di un terzo della Flotta. Investito di questa nuova carica, Revan riuscì a respingere i Mandaloriani.

Revan e Malak liberarono Taris, combatterono Cassus Fett -primo stratega mandaloriano- nella Cintura di Jaga e sconfissero la maggioranza degli eserciti mandaloriani ad Althir. A dispetto di queste folgoranti vittorie, iniziò a diffondersi una certa preoccupazione circa la condotta dei Jedi. Anche se le tattiche di Revan erano vincenti e la furia di Malak non aveva paragoni, i due iniziarono ad adottare dei caratteri simili a quelli dei mandaloriani contro cui lottavano, disprezzando le debolezze umane e le indecisioni in tutte le loro forme. La crescente oscurità di Revan tuttavia non si alimentò unicamente durante le sue esperienze nelle guerre mandaloriane.

Nel 3.961 BBY, Revan trovò una Mappa Stellare Rakata sul pianeta natale degli Wookiee, Kashyyyk. Eglì in seguito scoprì i resti dell'antica presenza Sith su Malachor V, pianeta proibito secondo le credenze mandaloriane. Una volta sulla superficie, Revan fu assalito rapidamente dalle energie oscure e distruttive che permeavano il pianeta e, grazie alla sua estrema forza di volontà, fu in grado di nutrirsi del suo potere malvagio senza esserne consumato. Subito dopo, egli si recò all'Accademia di Trayus, un centro di addestramento abbandonato costruito da una misteriosa fazione Sith conosciuta con il nome di "Veri Sith". Mentre esplorava i segreti sepolti del pianeta, Revan apprese l'esatta collocazione e l'immenso significato rappresentato dal pianeta di Korriban, il mondo natale dei Sith. Sebbene i dettagli dell'antica conoscenza Sith rimasero chiusi tra le mure del bastione, Kreia più tardi avrebbe affermato che fu proprio su Malachor V che Revan scoprì l'esistenza ininterrotta dei Veri Sith e per "prevenire un più grande pericolo", abbracciò in prima persona i loro stessi insegnamenti.

Grazie alle conoscenze acquisite, Revan ritornò in guerra e fece in modo che il conflitto finale contro i Mandaloriani avvenisse sulla superficie di Malachor V. Il suo piano prevedeva l'utilizzo dell'enorme energia sprigionata dal Generatore di Masse Oscure, un'arma micidiale di recente costruzione, la cui potenza avrebbe spazzato via la maggior parte della flotta mandaloriana, ma al tempo stesso le forze della Repubblica e i Jedi che non fossero stati suoi fedeli sostenitori. Egli affidò le procedure d'attivazione del generatore ad uno dei suoi migliori Generali Jedi (che più tardi sarebbe divenuta nota come l'Esule Jedi) e uccise Mandalore personalmente. La battaglia si concluse con perdite catastrofiche per entrambe le parti. Alla fine, molti Jedi vennero corrotti dal lato oscuro e gli orgogliosi clan mandaloriani spezzati una volta per tutte, così come Revan aveva previsto.

A seguito degli scontri, Revan impedì ai mandaloriani di scegliere il loro successore, ordinò che fossero spogliati delle loro armi e che i loro droidi da guerra Basilisk fossero smantellati, condannandoli così ad un esilio perpetuo: molti malndaloriani diventarono cacciatori di taglie, altri guardie del corpo, altri mercenari. Data la vittoria schiacciante ottenuta contro i suoi avversari, Revan fu accolto come un salvatore. Tuttavia, gli insegnamenti Sith che egli stesso aveva appreso iniziarono ad insinuarsi e diffondersi tra i ranghi di coloro che lo avevano seguito durante la guerra. Anzichè fare ritorno nella Repubblica, Revan e Malak presero con sè i resti della loro flotta e sparirono dalla galassia conosciuta. I due dissero che sarebbero andati alla ricerca delle ultime nave mandaloriane rimaste, quelle che avevano partecipato devastante battaglia finale su Malachor V. In realtà, Revan e Malak si misero in viaggio alla ricerca della Star Forge.

La ricerca della Star Forge

"Una volta oltrepassata quella porta, non potremo più tornare indietro. L'Ordine ci caccerà sicuramente."
Malak[fonte]
Revan e Malak scoprono la Mappa Stellare su Dantooine
Durante o forse dopo le guerre, è noto che Revan e Malak si fossero recati su Dantooine, evitando il mandato di cattura emesso dai Jedi. Essi riuscirono a penetrare in un antico sacello sepolto al di sotto di una collina, situato nelle vicinanze dell'Enclave Jedi. Dopo aver superato le prove che il droide di guardia lasciato dai "Costruttori" aveva assegnato loro, i due ebbero accesso ad una Mappa Stellare. Alcuni attimi prima di varcare la soglia oltre la quale era contenuto il manufatto, Malak -che non aveva mai fatto esperienza del lato oscuro- avvertì Revan che attraversare quella porta avrebbe significato abbandonare completamente l'Ordine Jedi; e questo abbandono avrebbe manifestato chiaramente il loro definitivo passaggio verso il lato oscuro. Nonostante tutto, Revan oltrepassò la soglia sconosciuta, lasciando da parte qualsiasi dubbio ed esitazione.

Dopo aver esaminato la Mappa Stellare su Dantooine, Revan e Malak si recarono su Tatooine, Manaan e Korriban per recuperare le altre Mappe. Sebbene non si conosca l'ordine esatto delle loro ricerche, Bastila Shan era consapevole del fatto che i due avessero visitato Korriban almeno una volta nella loro carriera di Jedi, suggerendo che fossero giunti sul pianeta probabilmente durante -e non dopo- le Guerre Mandaloriane. Tramite le informazioni delle cinque Mappe Stellari, Revan e Malak riuscirono a raggiungere lo sconosciuto Sistema di Lehon, schiantandosi però su Lehon stesso. Poco dopo, i due furono attaccati dalla popolazione primitiva dei Rakata Neri, che tentò di farli prigionieri. Il Signore Oscuro e il suo apprendista li sconfissero facilmente e, anche se Revan non era in grado di capire la lingua Rakata, egli tuttavià riuscì, grazie alla Forza, a carpirla dalle loro menti e ad imprimere il Basic nelle loro teste. Sottomessi dai poteri del Signore Oscuro, i Rakata Neri condussero Revan e Malak dal loro capo, il Prescelto. Dopo aver "insegnato" il Basic anche al leader Rakata, Revan spiegò loro la sua ricerca della Star Forge e la sua volontà di entrare nel Tempio degli Antichi. Apparve subito chiaro che nè i primitivi nè il Prescelto avessero una chiara conoscenza del loro passato, e nemmeno delle tecnologie una volta al loro comando. Ad ogni modo, il Prescelto promise a Revan il suo aiuto per entrare nel Tempio, a patto che egli usasse le sue "strane magie" per uccidere gli Anziani - una fazione Rakata con cui era in competizione. Revan giurò che avrebbe mantenuto i patti.

Tuttavia Revan realizzò che questi "Anziani" erano i veri depositari della conoscenza di cui lui stesso era in cerca e, anzichè distruggerli, si presentò a loro pacificamente. Egli apprese molte informazioni circa i Rakata e il loro vecchio impero, nonchè del campo di disturbo che aveva causato lo schianto della loro nave. Percependo il senso di vergogna e aberrazione per il passato violento della loro specie, Revan si proclamò servitore della luce, affermando che era alla ricerca di un metodo per distruggere la Star Forge. Gli Anziani si fidarono di lui ciecamente e fornirono a Revan e Malak l'accesso al Tempio; i due promisero di eliminare la Star Forge. Invece, Revan e Malak si proclamarono nuovi Signori Oscuri dei Sith.

La Star Forge

"Tutto quello che vedi è un'enorme fabbrica. Tutto ciò che hai sempre immaginato è una flotta infinita e continua che lavora incessantemente per distruggere la Repubblica."
Darth Malak[fonte]
Dopo aver condotto le sue forze al Sistema di Lehon, Revan iniziò a realizzare i suoi piani. Attraverso la Star Forge egli riuscì a concedere grandi poteri a coloro che abbracciavano totalmente la natura oscura della stazione. Revan invece ridusse al minimo la sua esposizione all'influenza della Star Forge, utilizzandola esclusivamente per costruire un'enorme flotta attraverso la quale avrebbe conquistato la Repubblica. Darth Malak non riusciva a comprendere come il suo maestro potesse rinunciare ad un simile potere e, più tardi, lo avrebbe tacciato di stupidità. Tuttavia Revan era tutt'altro che stupido. A differenza del suo apprendista, Revan capì perfettamente le possibili conseguenze dovute alla costante esposizione ai poteri della Star Forge. L'artefatto era stato infatti il responsabile della fine tragica dell'Impero Infinito: aveva condotto i Rakata all'odio, spingendoli alla guerra civile. Revan non aveva alcuna intenzione di lasciare che la Star Forge corrompesse il nuovo ordine che egli aveva pianificato per la galassia. Avrebbe utilizzato la stazione per tutto il tempo necessario, poi l'avrebbe fatta smantellare.

A lavori completati, Revan guidò la sua nuova immensa armata Sith nello spazio conosciuto, rivelandosi come nuovo Signore dei Sith e trascinando la galassia in una nuova spaventosa guerra. Il suo vecchio maestro Dorak avrebbe più tardi affermato: "L'eroe è diventato il conquistatore".

La Guerra Civile Jedi

"Revan aveva capito una cosa. La vera battaglia si sarebbe combattuta tra i Jedi dei due schieramenti. Quella era l'unica battaglia che contava. [...] Il Jedi più forte avrebbe vinto la Guerra Civile. Se Revan non fosse riuscito a convertire i Jedi, allora Revan li avrebbe distrutti."
Atton Rand[fonte]
I Signori dei Sith Darth Revan e Darth Malak
Nel 3.959 BBY, Revan iniziò la sua campagna per porre fine alla "tirannia" del Consiglio Jedi una volta per tutte. Revan e Malak tornarono su Korriban, misero sotto il loro controllo il pianeta e vi stabilirono una nuova Accademia Sith. La guerra, sanguinosa, fu orchestrata per rovesciare la Repubblica, organizzando piccoli sabotaggi alle linee portanti delle infrastrutture industriali. Sotto il comando di Revan, le forze Sith non attaccarono quei pianeti vitali che sarebbero stati essenziali per difendere la galassia contro la minaccia dei Veri Sith. Il piano di Revan era sostanzialmente basato sul mantenimento delle strutture fondamentali della Repubblica, in modo da poter riorganizzare velocemente ed efficacemente la ricostruzione a guerra terminata. Egli si servì anche di un certo numero di importanti figure politiche, come Yusanis degli Echani, il Senatore Mimas Yoon di Corellia e Lelin-Dor di Serroco. In questo modo, egli avrebbe potuto costruire il suo regno con una certa funzionalità militare ed economica, anzichè partire completamente da zero. Inoltre, anche se la sua conquista della galassia fosse fallita, Revan credeva che il risultato finale sarebbe rimasto comunque identico: una Repubblica più forte, solida, capace di difendere se stessa.

Ad un anno dal loro ritorno nella Repubblica, Revan e i Sith riportarono un successo fondamentale a Foerost, catturando la maggior parte della flotta della Repubblica; essi attaccarono con successo anche Telos IV. Revan voleva la conquista di Telos, ma il suo apprendista Darth Malak ordinò all'ammiraglio repubblicano Saul Karath di provare la sua lealtà ai Sith distruggendo l'intero pianeta. Karath obbedì, guadagnandosi così l'ira, il disprezzo e il desiderio di vendetta dei telosiani sopravvissuti, come il capitano Carth Onasi, che nell'attacco perse sua moglie. Revan sapeva che, con i Jedi in guerra, la battaglia sarebbe stata vinta dalla personalità più forte e potente. Egli scoprì nuove tattiche Sith basate sulla segretezza piuttosto che sulla forza bruta. I suoi assassini Sith si sparsero per la Repubblica per uccidere o convertire Jedi in tutto lo spazio conosciuto. Revan ristabilì l'ordine e riorgannizzò molte accademie sui mondi degli antichi poteri Sith, come Lehon, Dxun e Korriban. Su questi pianeti in particolare, i suoi più fedeli servitori condussero e convertirono i Jedi catturati al lato oscuro. Revan inoltre fece rapire alcuni membri delle sue truppe sensibili alla Forza e li convertì in Jedi Oscuri. Sfruttando droidi assassini - come HK-47-, che Revan creò dopo la Battaglia di Malachor V- egli eliminò qualsiasi minaccia per il suo nascente Impero Sith.

Con Revan al comando e Malak come suo generale, i Sith forgiarono alleanze vitali per mantenere e schierare le loro forze. Essi cospirarono con la Czerka Corporation, una delle più ricche ed influenti organizzazioni commerciali della galassia, per ammassare quante più risorse possibili, e si assicurarono relazioni diplomatiche con il pianeta di Manaan, in modo da poter esportare l'agente curativo conosciuto con il nome di kolto.

Ad un certo punto della guerra, Malak iniziò a pensare che Revan fosse diventato troppo "tenero": la tensione tra i due aumentò, fino allo scoppiare di un duello nel quale Revan recise con un solo colpo l'intera mascella di Malak. La ferita di Malak necessitò l'impianto di una nuova mascella cibernetica, che gli permise di parlare, sebbene con un timbro elettronico che creava un effetto decisamente intimidatorio. In questo periodo, Malak chiese al droide assassino di Revan, HK-47, che cosa ne pensasse di lui. Il droide definì Malak "sacco di carne" e Revan trovò l'espressione decisamente divertente e programmò il droide in modo che HK chiamasse con quel soprannome tutte le forme di vita organiche.

L'apprendista tradisce il maestro

"Ti ho tradito quando ho capito che i miei poteri erano più grandi dei tuoi."
―Darth Malak[fonte]
Bastila Shan e altri Jedi si confrontano con Darth Revan pochi attimi prima della sua morte apparente
I Sith, rinvigoriti, ottennero di battaglia in battaglia numerose vittorie, finchè una giovane Jedi di nome Bastila Shan irruppe nel panorama degli scontri con la sua Meditazione da Battaglia, una potente abilità della Forza che aumentava la capacità di combattimento delle forze della Repubblica, indebolendo la volontà degli schieramenti nemici. Tuttavia, nonostante l'aiuto di Bastila, la Repubblica sapeva che non avrebbe retto in eterno conto lo strapotere dei Sith. Nel 3.957 BBY, in un disperato tentativo di porre fine alla guerra, la Repubblica e i Jedi organizzarono una trappola per Revan e Malak, attirandoli in battaglia tramite l'invio di una piccola flotta.

Durante la battaglia spaziale che seguì, Bastila guidò una squadra di Jedi con il compito di abbordare la nave di Revan e di chiudere ogni via di fuga al Signore Oscuro, spingendolo in trappola sul ponte di comando. Revan sembrò sorpreso dall'attacco, tuttavia eliminò rapidamente tutti i soldati repubblicani mentre la squadra cercò di abbattere i Jedi Oscuri presenti sulla sua nave.

Mentre il Signore Oscuro si preparava ad affrontare i Jedi, Darth Malak, sperando di distruggere Revan, Bastila e i Jedi stessi, tradì il suo amico e maestro, ordinando ai vascelli sotto il suo comando di aprire il fuoco contro il ponte di comando della nave di Revan. Sebbene Malak avesse creduto al successo del suo piano, il caso, o più probabilmente la Forza, fece sì che Revan sopravvisse all'attacco. Scampata ai colpi di turbolaser, Bastila si trovò di fronte ad una scelta. Ella si avvicinò al corpo esanime e privo di coscienza di Darth Revan: il Signore Oscuro era sul punto di morire e, per ammissione della stessa Bastila, in lui rimaneva solo una piccola scintilla di Forza, che ancora lo teneva in vita.

Per qualche ragione -forse per un sentimento di lealtà nei confronti della Repubblica, pietà, o semplicemente per il desiderio di salvare la sua vita- Bastila decise di alimentare la piccola scintilla di Forza ancora presente in Revan e di mantenerlo in vita. Attraverso le sue azioni, la giovane Jedi legò la vita di Revan alla sua, instaurando con lui un potente legame della Forza. Bastila prese Revan e fuggì sul suo incrociatore, mentre Malak, credendo che il suo maestro fosse morto, si ritirò dalla battaglia. Bastila stabilizzò le condizioni fisiche di Revan, ma il Signore dei Sith versava ancora in una fase critica e la sua mente era gravemente danneggiata. Ella lo condusse dai Jedi, presso i quali si scatenò un complicato dibattito sulla linea di condotta da tenere nel prossimo futuro. Alla fine, il Consiglio decise che, per scoprire come Revan fosse riuscito a disporre di una flotta praticamente invincibile, fosse necessario concentrarsi sul legame che Bastila aveva stabilito con l'ex Cavaliere Jedi, in modo da poter estrarre i ricordi perduti di Revan e trovare finalmente risposta alle loro domande. Per fare ciò, la memoria spezzate di Revan fu riprogrammata dal Consiglio per cancellare la vecchia identità di Signore Oscuro. A Bastila fu assegnato l'incarico di preservare la vera identità di Revan e di recuperare i ricordi dell'ex Signore di Sith.

Atterraggio su Taris

"Taris? Il pianeta è un'unica grande città..."
Carth Onasi[fonte]

Revan, con una nuova identità e senza alcun ricordo della sua storia precedente, fu arruolato come soldato semplice nell'esercito della Repubblica e fu posto sotto il comando di Bastila sulla nave da guerra repubblicana Endar Spire. Darth Malak, pensando che il suo maestro fosse ormai morto, schierò tutte le sue forze nell'estenuante ricerca di Bastila e, mentre attraversava i cieli di Taris, attaccò la Endar Spire. Revan si risvegliò nel bel mezzo della battaglia e decise di armarsi per abbandonare la nave con l'aiuto di Trask Ugo, che sacrificò se stesso per salvare Revan da un Jedi Oscuro, l'apprendista di Darth Malak, un ex Jedi di nome Darth Bandon. Insieme al soldato repubblicano Carth Onasi, egli riuscì a fuggire sull'ultimo guscio di savataggio della Endar Spire pochi istanti prima della sua esplosione.

Alla ricerca di Bastila

Revan e Carth fuggono dalla Endar Spire a bordo di un guscio di salvataggio
Dopo l'atterraggio di fortuna sulla superficie di Taris, Revan perse completamente conoscenza. Carth lo trascinò via dal luogo dell'impatto e Revan iniziò a vivere alcuni flashback del suo passato sepolto grazie alla Forza. I due uomini scoprirono che Bastila era tenuta prigioniera dalla swoop gang dei Vulkar Neri e che era stata diventata il premio per il vincitore della Stagione d'Apertura tarisiana delle corse. Con l'aiuto della banda rivale, gli Hidden Bek, ad una giovane Twi'lek di nome Mission Vao e al suo fido Wookie Zaalbar, Revan riuscì a partecipare alla gare e riuscì a vincere la libertà di Bastila. Queste azioni furono sufficienti ad attirare l'attenzione del mercenario mandaloriano Canderous Ordo, che offrì a Revan l'occasione per fuggire da Taris: rubare la Ebon Hawk, una nave da trasporto eccezionalmente veloce di proprietà del signore del crimine Davik Kang dello Scambio.

Fuga da Taris

In seguito Revan e compagni si infiltarono nella Base Sith per rubare i codici di lancio che avrebbero permesso di bypassare il blocco nei cieli del pianeta, in particolare grazie all'aiuto di un nuovo membro del gruppo, il droide T3-M4. Subito dopo, Canderous presentò Revan a Davik con la scusa di farlo lavorare per lo Scambio. Mentre Davik eseguiva i controlli di routine, Revan fece irruzione nell'hangar nel tentativo di rubare la Ebon Hawk, ma dovette confrontarsi con lo stesso Davik e il cacciatore di taglie Calo Nord. Mentre avveniva lo scontro, Malak ordinò alla sua armata Sith di bombardare Taris, in modo da "spazzare via quel patetico pianeta dalla faccia dell'universo". In seguito ai massicci bombardamenti, Davik perse la vita e ciò permise a Revan e alla sua squadra di attuare il piano di fuga.

Ritorno all'Enclave Jedi

"Non sapevo che fossero stati accettati nuovi apprendisti. Cosa ti porta in questo luogo, se posso chiedere?"
―Deesra a Revan al momento del suo arrivo su Dantooine[fonte]
L'Enclave Jedi di Dantooine
Dopo la distruzione di Taris, Revan e i suoi compagni si recarono all'Enclave Jedi di Dantooine. Bastila espose al Consiglio i "recenti sviluppi" della situazione e, informati di Revan, venne organizzata un'udienza. Carth iniziò a manifestare alcune perplessità, trovando inusuale il fatto che qualcuno che non era ancora un Jedi fosse invitato a discutere direttamente con il Consiglio e lo stesso ex-storico dell'Accademia, Deesra Luur Jada, affermò di non avere notizia di recenti inserimenti nel processo di apprendistato Jedi. Revan tuttavia era di certo un "caso speciale".

Bastila presentò Revan al Consiglio. Zhar Lestin gli confidò come avessero discusso sul suo conto e che Bastila aveva riferito loro delle sue grandi potenzialità nella Forza. Al contrario degli altri Maestri, Vrook Lamar affermò che questa particolare sensibilità doveva essere supportata da prove concrete e che senza di esse l'addestramento non avrebbe mai avuto inizio. Bastila contestò la decisione, sottolineando come di certo tutti fossero consapevoli della sua grande affinità con la Forza. Tuttavia Zhar, pur concordando con Bastila, spiegò che il potere di Revan era ancora preda ad una totale libertà, cosa che essi non potevano ignorare. Conoscendo perfettamente la vera identità di Revan, Vrook accennò al fatto che, se fosse stato addestrato, il Signore Oscuro avrebbe potuto fare ritorno. Vandar decise di non rivelare il "particolare" e affermò che avrebbero discusso la situazione in privato.

Mentre si svolgeva il dibattito del Consiglio, Revan e Bastila condivisero una visione di Revan e Malak: i due, ancora Jedi, stavano visitando alcune antiche rovine di Dantooine, dove trovarono infine una Mappa Stellare. Bastila informò il Consiglio e Dorak spiegò che quelle rovine erano a loro note da tempo e che probabilmente accoglievano un vecchio edificio sepolcrale. Lo stesso Consiglio informò Revan del suo legame con Bastila e della convinzione che i due avrebbero potuto sconfiggere Malak. Furono pertanto inviati ad ispezionare le rovine: lì avrebbero trovato probabilmente degli indizi sulla corruzione di Revan e Malak.

Addestramento Jedi

"Esiste forse arma più grande che convertire il nemico alla propria causa? Sfruttare la sua stessa conoscenza contro di lui?"
―Bastila Shan[fonte]

Prima che Revan partisse per le rovine, fu addestrato alle vie della Forza per la seconda volta. I suoi progressi furono sorprendenti e Zhar, suo maestro, gli confidò che non aveva mai visto nessuno portare a termine gli insegnamenti iniziali così rapidamente. Egli fu accolto subito nell'Ordine. Prima di terminare il suo apprendistato e diventare Padawan, Revan dovette affrontare tre prove: dimostrare la completa conoscenza del Codice Jedi, costruire una spada laser e infine purificare un antico boschetto di meditazione da alcune ombre oscure che in esso si celavano.

L'ombra era rappresentata da un Jedi Oscuro di nome Juhani: Revan, prima della sua perdita di memoria, aveva incoraggiato la donna a diventare Jedi, dopo averla salvata dalle grinfie dello Scambio su Taris. Duellò con Juhani e la sconfisse. Realizzando la sua forza, ella raccontò a Revan la sua vicenda personale: egli le risparmiò la vita e la convinse a far ritorno all'Enclave per chiedere perdono. Il Consiglio fu piacevolmente stupito nel vedere il successo riportato da Revan, in particolare la sua decisione di redimere Juhani. Revan passò l'ultima prova e divenne un Padawan. Nel frattempo, studiò e apprese le vicende storiche relative alle Guerre Mandaloriane, al suo passaggio al lato oscuro, così come era avvenuto per Malak.

Dispute

Bastila discute con il Consiglio Jedi di Dantooine
Durante la sua permanenza su Dantooine, Revan prestò aiutò a contadini e locali. Egli incontrò Jon, un uomo che chiedeva giustizia per l'uccisione brutale della figlia causata da alcuni Mandaloriani presenti nei dintorni dell'Enclave. Inizialmente Revan si rifiutò di aiutare l'uomo sotto ricompensa e per un puro esercizio di violenza e si dedicò ai suoi incarichi. Tuttavia, durante la sua esplorazione, si imbattè negli stessi Mandaloriani e fu costretto, dopo essere stato assalito con una certa veemenza, ad ucciderli. Egli tornò da Jon per riferire la notizia e, a quel punto, decise di approfondire la questione. Jon gli disse che finchè il leader, un mandaloriano di nome Sherruk, non fosse stato eliminato, le violenze si sarebbero perpetrate all'infinito. A dispetto della sua costante distanza dalle lusinghe del lato oscuro, Revan decise di occuparsi di Sherruk, con la scusa dell'intervento in favore dei contadini. Sulle pianure di Dantooine, egli si confrontò con il mandaloriano e lo invitò a pentirsi delle sue azioni. Sherruk lo attaccò e Revan lo uccise, insieme agli altri componenti della banda. Subito dopo, tornò da Jon, il quale si sentì finalmente sollevato. Jon insistette per dare una ricompensa a Revan, ma non si sa se questi l'abbia o meno accettata.

Altra situazione in cui pesò la sua influenza fu la vicenda che coinvolse la famiglia Matale.I terreni dei Matale confinavano con quelli di una famiglia rivale, i Sandral e i due clan erano costantemente in lotta tra loro. Nonostante l'assistenza fornita dai Jedi dell'Enclave, era chiaro che nessun compromesso sarebbe mai stato raggiunto. Più tardi, Shen Matale, primogenito della famiglia, fu rapito da Nurik Sandral, il quale credeva che suo figlio Casus fosse stato ucciso dagli stessi Matale. Quando Revan arrivò alla tenuta dei Sandral, Rahasia Sandral, figlia di Nurik, gli confidò il rapimento di Shen. Grazie all'intervento di Revan, Shen Matale riuscì a fuggire con Rahasia ma entrambi furono scoperti dai genitori all'esterno della tenuta. Revan riuscì a convincere i padri a permettere ai figli di vivere le loro vite, e i due si accordarono per cercare loro una nuova casa.

Antiche rovine

"Tu sei un semplice Padawan a cui è stata affidata l'intera responsabilità del recupero delle Mappe Stellari. Perchè? Non è una cosa normale!"
―Carth Onasi[fonte]

Dopo aver risolto alcune questioni locali, Revan e Bastila si recarono alle antiche rovine visitate da Revan stesso e da Malak e apparse nella loro visione. Una volta all'interno, essi si imbatterono in un droide che parlava la lingua Rakata, a quel tempo completamente sconosciuta al resto della galassia. Alla fine il droide, dopo alcuni tentativi incomprensibili, iniziò a comunicare tramite una variante arcaica del dialetto Selkath e Revan iniziò a comprendere le sue parole: il droide affermò di essere stato programmato per servire i "costruttori" qualora avessero fatto ritorno per chiedere informazioni sulla "Star Forge".

Quando i due gli chiesero se avesse mai visto Revan e Malak, il droide rispose che due persone avevano fatto il loro ingresso nelle rovine, ma che non erano nè costruttori nè schiavi, ma che avevano provato il loro valore e dal quel momento non erano più stati gli stessi. Dopo alcune prove, Revan e Bastila riuscirono ad accedere alla stanza che custodiva una Mappa Stellare e che li avrebbe aiutati a raggiungere questa misteriosa Star Forge. La Mappa non era completa; tuttavia indicava chiaramente le rotte per i mondi di Tatooine, Kashyyyk, Manaan e Korriban, sui quali presumibilmente avrebbero trovato le parti mancanti. Solo combinando le mappe dei cinque mondi Revan avrebbe potuto ricomporre l'ubicazione del misterioso artefatto Rakata. Revan e Bastila riportarono le loro scoperte al Consiglio e i Maestri Jedi concordarono sul fatto che la Star Forge dovesse essere assolutamente trovata. Il Consiglio inoltre diede ordine a Bastila di continuare l'operazione di estrazione dei ricordi di Revan per trovare le altre Mappe. Essi erano oltretutto curiosi di vedere se Revan avrebbe completato la missione senza cedere nuovamente al lato oscuro, reclamando il mantello di Signore Oscuro dei Sith. Juhani richiese di unirsi a Revan nella ricerca della Star Forge. Carth invece espresse alcuni dubbi in merito alla decisione del Consiglio di inviare Revan, un semplice Padawan, in una missione che avrebbe potuto decidere l'esito della guerra.

La seconda ricerca della Star Forge

Revan ricorda un frammento della sua vita precedente di Signore Oscuro
Revan, Bastila e gli altri compagni viaggiarono sui cinque mondi, nel tentativo di ripercorrere le tappe che Darth Revan e Malak avevano affrontato anni prima. Durante il viaggio, si aggiunsero due nuovi personaggi: su Tatooine, Revan ritrovò il droide assassino che egli stesso aveva creato quando era un Signore dei Sith, HK-47, e, su Kashyyyk, fece la conoscenza di un Jedi "auto-esiliato" di nome Jolee Bindo. Su ogni pianeta, la potente aura oscura delle Mappe Stellari rese le operazioni di recupero piuttosto pericolose e gli stessi accessi alle Mappe erano spesso caratterizzati da ambienti ostili e difficili. In aggiunta, l'equipaggio della Ebon Hawk si trovò spesso e volentieri oggetto delle attenzioni pericolose dei Sith e di vari cacciatori di taglie, tra cui Calo Nord, e si confrontò con i problemi della popolazione locale ad ogni atterraggio. Una delle più grandi sfide fu rappresentata dallo scontro con Darth Bandon, l'apprendista di Malak, il quale trovò la morte per mano di Revan.

Durante il loro viaggio, Revan e Bastila svilupparono una particolare affinità, grazie ai sentimenti creati dal loro legame della Forza. In ogni caso, Bastila temeva il loro amore, pensando che li avrebbe condotti verso il lato oscuro. In realtà, ella aveva paura di confrontarsi con i suoi sentimenti, soprattutto perchè sapeva la vera identità di Revan. Tentò di resistere in ogni modo, ma l'amore che li legava era senza dubbio molto forte.

Rivelazione sul Leviathan

"Non puoi nasconderti da ciò che eri Revan! Riconosci che una volta eri il Signore Oscuro e che ora io ho preso il tuo posto!"
―Darth Malak al suo vecchio maestro[fonte]

Mentre erano alla ricerca della quinta ed ultima Mappa Stellare, Revan e i suoi alleati furono catturati dalla nave ammiraglia Sith Leviathan, comandata da Saul Karath, il vecchio mentore di Carth di cui egli voleva vendicarsi per l'uccisione della moglie durante i bombardamenti di Telos. La Ebon Hawk fu risucchiata da un radiofaro traente e il gruppo valutò rapidamente eventuali possibilità di salvezza: Revan decise di scegliere un suo compagno affinchè potesse fuggire dal livello di detenzione e liberasse poi tutti dalla cattura. Revan, Bastila e Carth furono imprigionati in celle di Forza e interrogati dall'Ammiraglio Karath. Dopo che Carth l'ebbe insultato per la distruzione apportata a Telos, Saul affermò che egli rappresentava una parte insignificante negli eventi e che Darth Malak era molto più interessato ai due Jedi. Bastila e Revan dissero che non avrebbero mai ceduto al lato oscuro: da queste parole, Saul capì che Revan non aveva assolutamente idea della sua identità precedente. Egli, in ogni caso, affermò che non avrebbe mai privato Malak del piacere della rivelazione. Karath capì inoltre che il suo interrogatorio non avrebbe avuto successo e spiegò loro che Malak sarebbe presto giunto sulla nave e che li avrebbe torturati personalmente.

Revan, Bastila e Carth subiscono le torture dell'Ammiraglio Saul Karath
Ben consapevole dei sentimenti di Revan per Bastila, Saul torturò la donna infliggendole inaudite sofferenze ogni qual volta Revan si fosse rifiutato di rispondere alle sue domande. Egli utilizzò l'interrogatorio come test per verificare la lealtà di Revan e gli chiese l'ubicazione dell'Enclave Jedi. Revan, seppur debole, non rispose; Saul tuttavia rivelò loro che Malak conosceva perfettamente il luogo dell'Accademia e che, anzi, era stata distrutta. Karath lasciò i tre da soli in attesa dell'arrivo di Malak. Bastila fu sconvolta nell'apprendere la distruzione dell'Enclave. Entrambi i Jedi presto percepirono un'interferenza nella Forza: Saul aveva inviato il messaggio che annunciava la loro presenza sul Leviathan a Darth Malak.

Nel frattempo, uno dei compagni di Revan riuscì a fuggire dal livello di detenzione e a disattivare le celle di Forza entro cui erano prigionieri. Sentendo l'avvicinarsi di Malak, i Jedi organizzarono un piano di fuga: recarsi sul ponte di comando e disattivare il radiofaro. Anche Carth partecipò all'operazione: una volta sul ponte, avrebbe potuto finalmente vendicarsi di Saul. Una volta sul luogo, i tre si confrontarono con l'Ammiraglio e le sue guardie. Saul intimò loro di consegnare le armi: Carth esclamò che ne aveva abbastanza della "pietà" dei Sith e lo attaccò. Revan, Bastila e Carth sconfissero i soldati e Saul fu ferito mortalmente. Poco prima di morire, Saul rivelò a Carth la verità su Revan. Furioso, Carth accusò Bastila di avergli sempre mentito: Bastila lo pregò di non dire nulla a Revan e che avrebbe spiegato ogni particolare una volta fuggiti dal Leviathan.

La Ebon Hawk fugge dal Leviathan
Poco prima di raggiungere la Ebon Hawk, i tre si confrontarono con Darth Malak. Avendo compreso come Revan non fosse ancora a conoscenza della situazione, Malak se ne compiaque e gli rivelò la sua vera identità. Assolutamente incredulo e sconcertato, Revan si rifiutò di credere alle parole di Malak: egli non poteva essere l'ex Signore Oscuro dei Sith, l'ignobile Darth Revan. Tuttavia le dichiarazioni di Malak furono confermate da Bastila, la quale gli spiegò di come avesse partecipato alla trappola organizzata dai Jedi volta a catturarlo. Malak tentò di riportare alla luce i sentimenti oscuri di Revan, parlandogli delle manipolazioni da lui subite da parte di quelli che credeva fossero suoi alleati: tuttavia Revan si rifiutò di rivoltarsi contro i suoi compagni.

A quel punto Malak creò un campo di stasi attorno a Bastila e Carth e si preparò ad affrontare il suo vecchio maestro. Revan combattè con grande valore, dimostrando le sue ottime doti di maestro d'armi. Malak sapeva bene di aver tradito Revan grazie ad una mossa vile e codarda, evitando qualsiasi tipo di confronto diretto: aveva eliminato il maestro senza averlo sconfitto in duello e per questo aveva sempre temuto il biasimo dei più; tuttavia era giunta finalmente per lui una nuova opportunità per provare la sua vera grandezza. Alla fine Bastila sacrificò se stessa per permettere a Revan e Carth di fuggire. Entrambi riluttanti, abbandonarono la nave con il resto dei compagni. Quando Revan parlò agli altri dei sacrificio di Bastila, Jolee iniziò a sospettare che Malak stesse pianificando di volgerla al lato oscuro, in modo da poter utilizzare la sua Meditazione da battaglia contro la Repubblica.

Infine Revan rivelò ai compagni la sua vera identità. Carth era furioso, ma gli disse che avrebbe tentato di accettare la situazione. Mission si dimostrò più aperta, affermando che per lei nulla era cambiato e che ora Revan era una persona diversa da ciò che era stato in passato. Zaalbar confermò il debito di vita nei suoi confronti. Jolee disse che aveva sempre saputo chi fosse in realtà e Canderous era semplicemente entusiasta all'idea di combattere a fianco del conquistatore dei mandaloriani. HK-47 recuperò la sua memoria e rivelò che il suo creatore era lo stesso Revan; si ricordò inoltre di come avesse chiamato Malak "sacco di carne" e di come fosse piaciuto a Revan, tanto da programmare il droide affinchè utilizzasse quella espressione nei confronti di tutti gli umani.

La battaglia sulla Star Forge

"Ben fatto, Revan. Ero sicuro che le difese della Star Forge ti avrebbero distrutto, ma ora capisco che c'è ancora molto del tuo vecchio io in te, più di quanto mi aspettassi."
―Malak a Revan[fonte]

Dopo aver recuperato l'ultima Mappa Stellare, Revan e compagni scoprirono l'ubicazione della Star Forge, nel sistema natale degli antichi Rakata. La Ebon Hawk tuttavia fu costretta ad un atterraggio d'emergenza su un pianeta sconosciuto a causa di un campo di disturbo presente attorno alla stazione. Revan fu assalito da alcuni guerrieri della tribù Rakata ma questi, dopo aver fatto esperienza dei suoi poteri, condussero il gruppo ad un incontro con il Prescelto. Egli spiegò a Revan la sua vecchia promessa di eliminare gli Anziani per poter ottenere i segreti del Tempio degli Antichi: Revan si recò pertanto dalla suddetta tribù. Quando il Consiglio gli rivelò la brutalità del Prescelto, Revan decise di aiutare gli Anziani, anche se questi si dimostrarono piuttosto riluttanti nei suoi confronti, a causa del suo precedente tradimento.

La flotta della Repubblica attacca la Star Forge
Incaricarono Revan del salvataggio di un esploratore appartenente alla loro tribù e in quel momento prigioniero del Prescelto: se egli fosse stato disposto a rischiare la sua vita per salvarne un'altra, allora gli Anziani gli avrebbero concesso nuovamente la loro fiducia. Revan si infiltrò nell'enclave dei Rakata Neri e liberò l'esploratore: l'intero insediamento cadde grazie alla sua temibile forza. Dopo aver riacquistato la fiducia degli Anziani, Revan, insieme a Juhani e Jolee, penetrò all'interno del Tempio degli Antichi, sconfiggendo orde di Jedi Oscuri che Malak aveva lasciato all'interno dell'edificio.

Raggiunta la sommità del tempio, Revan fu costretto a confrontarsi con Bastila, corrotta dal lato oscuro. Dopo una settimana di tremende torture per mano di Malak, Bastila aveva infine ceduto all'odio e abbracciato la causa del Signore Oscuro, diventando la sua nuova apprendista, al posto di Bandon. In seguito ad un breve duello, Bastila capì che Revan era ancora molto potente nella Forza, a dispetto della riprogrammazione attuata dal Consiglio. Ella tentò di riportare Revan alle lusinghe del lato oscuro, affinchè egli reclamasse il mantello di Signore dei Sith e prendesse Bastila come sua apprendista. Revan fu posto davanti ad una scelta che avrebbe determinato definitivamente il corso degli eventi: tuttavia rifiutò le seduzioni di Bastila, scegliendo di seguire per sempre il lato chiaro della Forza.

In preda alla rabbia, Bastila tornò alla Star Forge. Revan e compagni ripararono infine l'iperguida della Ebon Hawk e inseguirono la donna, mentre la flotta della Repubblica, sulle coordinate fornite da Carth, si preparava all'assalto della Star Forge. I Jedi sopravvissuti alla distruzione di Dantooine abbordarono la stazione spaziale nella speranza di distogliere Bastila dalla sua Meditazione da Battaglia, in modo che le navi da guerra della Repubblica potessero avanzare nel tentativo di distruggere la Star Forge. Una volta sulla stazione, Revan recuperò interamente la sua affinità con la Forza e spazzò via quasi con le sue uniche forze le armate di Malak, dai droidi da battaglia della Star Forge, a numerosi Jedi Oscuri e soldati Sith. Giunto nella sala di comando, Revan si confrontò nuovamente con Bastila, questa volta da solo. Nonostante la donna attingesse continuamente alle energie della Star Forge per recuperare le sue forze, venne comunque sconfitta da Revan. Bastila lo pregò di ucciderla per tutto ciò che aveva fatto, ma Revan cercò di convincerla a scacciare i demoni del lato oscuro in favore della sua redenzione, facendo leva in particolare sul profondo legame d'amore che condividevano.

Egli ebbe successo e Bastila, tornata al lato chiaro, utilizzò la sua meditazione da battaglia in favore della Repubblica, rivolgendo le sorti dello scontro. Revan infine arrivò al confronto finale con Malak. Egli tentò di redimere l'ex amico, dicendogli che se si fosse arreso, i Jedi gli avrebbero mostrato pietà: tuttavia, Malak replicò che cancellare la propria identità non era un atto di pietà e che piuttosto avrebbe scelto la morte. Malak liberò l'illimitata potenza della Star Forge, scagliando contro Revan una miriade di droidi da battaglia e fuggì sulla torre d'osservazione della stazione.

Il confronto finale

"Ancora una volta Revan ci scontreremo fra noi, da soli, e il vincitore deciderà le sorti dell'intera galassia."
―Malak a Revan[fonte]

Revan riuscì a fermare l'attacco dei droidi e seguì Malak alla torre d'osservazione. Darth Malak realizzò presto che Revan era diventato ancora più forte di quanto non fosse mai stato durante la sua permanenza al lato oscuro: decise dunque che avrebbe spezzato la volontà del suo vecchio maestro e che lo avrebbe legato a sè come suo apprendista. Poi ripensò al fatto che Revan era forse troppo potente per diventare suo allievo e che infine lo avrebbe sicuramente tradito, come lui stesso aveva fatto. L'ex Signore Oscuro disse che non avrebbe mai più ceduto al lato oscuro e Malak rispose che le sue erano solo "parole stupide". Il duello iniziò e il vincitore avrebbe deciso le sorti della galassia. Revan dimostrò di essere il maestro d'armi migliore e fu sul punto di sconfiggere Malak, ma questi aveva un asso nella manica.

In una pausa nel combattimento, rivelò a Revan di aver portato i corpi di alcuni Jedi dell'Accademia di Dantooine sulla Star Forge. Anzichè permettere l'unione dei loro spiriti con la Forza, Malak drenò le loro vite all'interno del suo corpo, diventando quasi invincibile. Tuttavia, Revan riuscì a liberare molti di quei Jedi, facendoli diventare tutt'uno con la Forza: in questo modo tolse man mano a Malak le sue energie di supporto. Alla fine, Malak fu sconfitto. Prima di morire, egli chiese a Revan che cosa sarebbe accaduto se i loro ruoli fossero stati invertiti e se non l'avesse lasciato intraprendere la via del lato oscuro. Revan si scusò per averlo iniziato a quella via malvagia e corrotta, ma gli ricordò che era stata sua la scelta di continuare a percorrerla in maniera così profonda e irreversibile. Malak accettò le sue scuse, realizzando che non aveva alcun rimpianto rispetto a ciò che il fato gli aveva riservato. Il Signore Oscuro dei Sith Darth Malak morì nell'oscurità, pochi istanti prima della distruzione della Star Forge.

Revan e compagni furono scortati su Lehon. Lì, furono insigniti della Croce della Gloria, la più alta onorificenza della Repubblica. Vandar inoltre ringraziò Revan, restituendogli il titolo di Cavaliere Jedi e proclamandolo "Cavaliere Prodigo": insieme ai suoi amici, fu considerato eroe di tutti i tempi e dell'intera galassia.

Nelle Regioni Ignote

"Ha lasciato molte persone che tenevano a lui. Ma penso che l'abbia fatto perchè in cuor suo sapeva che era la cosa giusta da fare. Però, qualunque cosa avesse in mente..Io..Io non credo abbia avuto successo."
―Carth Onasi[fonte]
La sconfitta di Darth Malak per mano di Revan redento, nella visione di Duron Qel-Droma
Dopo la Battaglia di Rakata Prime, voci non confermate riferirono dell'intenzione di Revan di ritornare su Korriban per sedare qualsiasi potenziale tentativo di insurrezione Sith. Un millennio dopo, Revan fu considerato come colui che "aveva condotto via i Sith da Korriban", ma il significato di questa operazione rimase per lo più ambiguo. Dopo la sconfitta di Malak, Revan iniziò a recuperare gran parte della sua memoria, inclusa la sua conoscenza dell'Accademia di Trayus e gli insegnamenti Sith che aveva appreso su Malachor V. Secondo Kreia, Revan riscoprì la minaccia di un'antica fazione Sith (nota come i "Veri Sith") che giaceva nelle Regioni Ignote e decise di partire per risolvere la questione una volta per tutte. Kreia, la prima maestra di Revan, avrebbe più tardi confidato alla sua ultima apprendista che non credeva nell'opera di redenzione di Revan da parte del Consiglio: ella invece sosteneva che il Consiglio aveva semplicemente ripulito la sua superficie, permettendo al suo vero io di riemergere nuovamente. Durante il duello finale con Malak, questi gli disse che l'equilibrio era stato ripristinato ma che avrebbe potuto ancora essere facilmente rovesciato.

Revan istruì Carth Onasi sulla sicurezza della Repubblica, lasciò istruzioni a Canderous Ordo, che sarebbe stato conosciuto come Mandalore il Conservatore, per unire i clan dispersi di Neo-Crociati che reclamavano l'elmo di Mandalore, elmo che Revan stesso aveva strappato loro con l'esecuzione dell'Ultimo Mandalore. Disse addio a Bastila e viaggiò verso i resti di Malachor V insieme a T3-M4 e HK-47; lasciò poi la Ebon Hawk e i due droidi e scomparve dalla galassia. In ogni caso T3, cosa che Revan ignorava, fu istruito da Bastila per ritornare nella Repubblica con l'ordine di cercarla se qualcosa fosse andato storto o se ci fosse stato bisogno del suo aiuto. Col tempo, il piccolo droide astromeccanico decise di cercare assistenza a bordo della Ebon Hawk e trovò l'ultimo Cavaliere Jedi noto nel 3.951 BBY, l'Esule Jedi, alla ricerca della quale vi era anche la prima maestra di Revan, Kreia.

L'Esule venne posta sotto la tutela di Kreia e diventò la proprietaria di T3 e della nave; più tardi Canderous si unì a lei nella lotta contro i Sith. Ella incontrò anche Carth in seguito alla Battaglia di Telos IV e apprese dei legami di Revan con i suoi compagni. Quando l'ex Generale Jedi chiese a T3 se fosse salito a bordo della Ebon Hawk con Kreia, il droide disse poche parole e dato che T3 era l'unico ad avere l'accesso vocale al navi-computer della nave, l'Esule non riuscì a scoprire da dove essa provenisse. In seguito alla distruzione di Malachor V e del Triumvirato Sith, l'Esule Jedi lasciò tutto per raggiungere Revan, così come aveva fatto durante le Guerre Mandaloriane. Circa 300 anni dopo, la galassia credette che Revan non avrebbe mai più fatto ritorno dallo spazio sconosciuto.

L'eredità di un Signore Oscuro

"Il mio tempo qui è finito. Prendete quello che vi ho insegnato e fatene buon uso."
―Revan[fonte]
Revan
Sebbene egli avesse rifiutato il mantello di Signore Oscuro dei Sith e fosse tornato alla luce, l'eredità di Revan come potente Maestro Sith visse tuttavia per migliaia di anni dopo la sua morte, grazie ad un holocron che egli stesso aveva costruito durante il suo regno. Nascosto sul pianeta Lehon, all'interno del Tempio degli Antichi, l'holocron rimase sconosciuto per circa tremila anni. Quando Darth Bane, ossessionato dalla conoscenza degli antichi Sith, in particolare Revan, proclamò se stesso Signore Oscuro, viaggiò verso Lehon alla ricerca del potere per rovesciare il governo Sith di quel momento, la Confraternita dell'Oscurità. Una volta sul pianeta, egli scoprì l'holocron di Revan e da esso ricevette tutte le informazioni necessarie per il suo addestramento, informazioni che sorpassavano interamente tutti gli insegnamenti conservati negli archivi dell'Accademia di Korriban. Bane distrusse poi l'holocron, in modo che nessuno potesse utilizzarlo.

Attraverso la saggezza e la filosofia Sith apprese da Revan, Bane avrebbe acquisito forza, potere e conoscenza necessarie per riplasmare i Sith, distruggere la Confraternita e ristabilire la Regola dei Due, dando vita ad un nuovo Ordine Sith: ordine che avrebbe rovesciato la Repubblica Galattica ed eliminato l'Ordine Jedi. In aggiunta, lo zelosiano Darth Rivan avrebbe scelto il suo nome Sith attingendo da un manoscritto corrotto che mal identificava Revan come "Rivan".

Poteri e abilità

"Che posso dire? Sono un uomo di talento."
―Revan[fonte]

Revan era dotato di una serie impressionante di poteri e abilità. Ecco i principali:

Grande sensibilità alla Forza

"Revan era il potere. Era come guardare nel cuore della Forza."
―Kreia[fonte]

Revan era dotato di un incredibile talento nella Forza, probabilmente il più dotato del suo tempo. Uno dei pochi nella storia galattica ad aver raggiunto le vette della conoscenza Sith per poi tornare alla luce, egli fu estremamente abile nell'utilizzare sia i poteri del lato chiaro che quelli del lato oscuro. Prima del duello finale, Darth Malak disse a Revan che egli era diventato più forte di quanto non fosse mai stato durante il suo regno di Signore Oscuro. Cinque anni dopo, Kreia, la sua prima maestra, avrebbe confidato all'Esule Jedi che Revan era il "potere" e che osservandolo si poteva penetrare nel cuore della Forza. Come Signore dei Sith, Revan utilizzò un grande varietà di poteri, come il tornado di Forza, la presa della Forza, il fulmine di Forza, i trucchi mentali, l'afflizione della Forza e la paura.

Stratega militare

"Le sue strategie e le sue tattiche sconfissero i migliori di noi. Persino lo stesso Mandalore fu respinto dalla ferocia dei suoi attacchi, dalla tenacia della sua difesa e dall'astuzia dei suoi piani."
―Canderous Ordo[fonte]

Revan fu spesso ricordato per le sue eccezionali doti di stratega e di tattico. Alcune persone, come Canderous Ordo, ritennero che i successi riportati dalla Repubblica durante le Guerre Mandaloriani fossero da imputare unicamente al suo merito. Prima della sua cattura durante la Guerra Civile Jedi, molti credettero che Revan avrebbe conquistato l'intera galassia. Per i Mandaloriani, Revan rappresentò il nemico supremo, colui che incarnava la loro filosofia di vita e che mostrò le loro debolezze. Gli Echani invece consideravano Revan come l'esempio dell'uomo che avrebbe potuto eccellere nell'arte della guerra, con qualità tali da portarlo a sviluppare un'avanzata conoscenza della promonizione da battaglia.

Maestro d'armi

"Revan, tu sei il più grande guerriero di quest'epoca, e ogni battaglia che combatteremo insieme mi renderà infinito onore."
―Canderous Ordo[fonte]
La prima spada laser di Revan
Revan fu anche un guerriero dotato di straordinarie qualità. Egli sconfisse un gran numero di personalità eccellenti, tra cui l'ex generale Echani e senatore Yusanis, Mandalore e Darth Malak, quest'ultimo considerato come il maestro d'armi più abile al tempo. Quando si trovò bloccato su Taris, partecipò all'arena dei duelli per guadagnare qualche credito. Sotto l'identità de "Il Misterioso Straniero", Revan sconfisse i cinque guerrieri più forte, diventando il campione dell'arena. Le sue abilità con la spada attirarono l'attenzione di Bendak Starkiller, che partecipava solo a duelli all'ultimo sangue, ma non si sa se i due si siano effettivamente confrontati. Forse uno degli scontri più impressionanti di Revan fu quello avvenuto contro un paio di mostruosi terentatek nelle profondità della tomba di Naga Sadow. Quando Bastila e tre altri Jedi tentarono di catturare Darth Revan a bordo della sua nave, egli adottò la posizione di guardia Forma VII, dimostrando la sua conoscenza dello stile Juyo/Vaapad.

Leader

"Ho sentito dire che era un uomo molto potente. Molto carismatico."
Yuthura Ban[fonte]

Revan era inoltre universalmente riconosciuto come un leader incredibilmente carismatico. Durante la sua giovane età riuscì a convincere una parte significativa dell'Ordine a ribellarsi all'Alto Consiglio per unirsi al movimento Revanista nella guerra contro i Mandaloriani. Alla fine del conflitto, tutti i Jedi eccetto uno - L'Esule - seguirono Revan e furono convertiti al lato oscuro. Egli fu anche un abile negoziatore. Comunque, dati i suoi studi e la sua probabile conoscenza dei legami della Forza, è possibile che egli abbia deliberatamente utilizzato dei processi simili a quelli portati inconsapevolmente alla luce dall'Esule Jedi. Ciò sarebbe confermato da Keia, la quale affermò che l'Esule Jedi utilizzava la manipolazione della Forza nei confronti dei suoi seguaci secondo "il metodo di Revan". Kreia inoltre suggerì che la ragione del successo di Revan nella conversione di così tanti Jedi al lato oscuro andasse ricercata nella sua comprensione dell'utilizzo a proprio vantaggio delle ferite nella Forza.

Poliglotta

"Tra te e la tua facilità con le lingue..beh, è una fortuna che tu sia qui."
―Carth Onasi[fonte]

Revan era molto abile con le lingue, come il Basic, il Mando'a, il Binary, l'Huttese, lo Shyriiwook e le lingue Selkath e Rakata. Non si sa se queste conoscenze fossero dovute ad una comprensione intuitiva basata sulla sua sensibilità alla Forza o il risultato dell'applicazione di tecniche derivate dall'uso stesso della Forza, come avvenne nel caso del Prescelto, al quale strappò il Rakata attingendo direttamente dalla sua mente. Egli non era però in grado di comprendere il linguaggio dei Sabbipodi, presso i quali HK-47 fece da interprete.

Autore

"Perchè? I manoscritti contengono la saggezza degli antichi Sith. Da essi ho imparato molto sulle vie del lato oscuro."
―Darth Bane[fonte]

Durante il suo regno oscuro, Revan scrisse un libro intitolato "I Rakata e il Mondo Sconosciuto". Quasi 3000 anni dopo, il libro si trovava ancora negli archivi dell'Accademia di Korriban. E' possibile che Revan abbia scritto altri volumi nel periodo in cui fu Signore dei Sith.

Meccanico

"La sua passione per quegli strumenti, quegli oggetti morti, mi sconcertava."
―Kreia[fonte]

Revan fu apparentemente, come Anakin Skywalker millenni dopo, un abile meccanico. Secondo Kreia, Revan mostrava un talento naturale e un interesse notevole per la meccanica, in particolare per i droidi. Mentre era molto orgogliosa delle sue abilità nella Forza quando era ancora un Padawan, Kreia non capiva assolutamente la sua passione per i droidi e per tutte quelle cose che rappresentavano la morte della Forza. Anni dopo, Kreia disse all'Esule che era convinta il talento di Revan nel costruire droidi fosse originato dal desiderio che i suoi seguaci gli obbedissero senza porre domande. Qualunque cosa avesse in mente, Revan creò poi il suo droide ideale. Poco dopo la Battaglia di Malachor V, egli costruì un droide protocollare sofisticato, HK-47. Egli mostrò inoltre le sue abilità durante la ricerca della Star Forge, quando riparò lo stesso HK-47 tanto da sbloccare la sua memoria e i suoi protocolli d'assassino. Tuttavia, la memoria di HK come servitore di Revan rimase impenetrabile finchè Malak rivelò la riprogrammazione d'indentità di Revan. Egli applicò il suo talento nella riparazioni di droidi abbandonati, malfunzionanti o dismessi incontrati durante il suo viaggio e spesso li riprogrammò per combattere al suo fianco.

Pilota di Swoop

"Ce l'hai fatta! Hai stabilito il miglior tempo! Hai appena battuto dei piloti che corrono da vent'anni! Questo è incredibile!"
―Il meccanico degli Hidden Bek[fonte]
Revan durante una corsa a bordo del suo swoop
Revan si dimostrò anche un abile pilota di swoop. La sua prima gara avvenne su Taris, dove sconfisse il veterano Redros dei Vulkar Neri, diventando campione del Settore e vincendo la libertà di Bastila. Egli continuò poi le corse, vincendo il campionato di entrambi i tracciati di Tatooine e Manaan.

Dietro le quinte

Un possibile Revan senza maschera in uno spot tv di Knights of the Old Republic
La maggior parte della vicenda di Revan è contenuta nella trama del videogioco Star Wars: Knights of the Old Republic. Sebbene vi siano numerose varianti nella scelta dei dettagli riguardanti gli eventi sopra descritti e la fine di Revan contempli sia quella del Jedi redento, sia quella del ritorno a Signore Oscuro, il canone stabilito dalla LucasArts, secondo la prassi consolidata, prevede una conclusione ufficiale verso la conversione al lato chiaro. La voce di Revan è di Rino Romano. Sebbene gran parte dei suoi dialoghi rimangano come opzioni del gioco, senza essere effettivamente pronunciati, si può comunque sentire la voce di Revan quando il personaggio viene selezionato, quando subisce un attacco critico o quando viene avvelenato.

Revan ha ottenuto il secondo posto nella classifica della rivista Toyfare nel sondaggio promosso sui Personaggi scelti dai Fan; nel 2007 è stata emessa una action figure di Darth Revan in occasione del Trentesimo Anniversario della Collezione: Expanded Universe Wave 5. Inizialmente era stato scelto Quinlan Vos come soggetto della action figure, ma ci si orientò poi su Revan nel momento in cui si seppe che la Hasbro era già all'opera sullo stesso personaggio, rilasciato in seguito in un due pack in serie speciale. Nella figure, Revan porta una maschera, ma non è la stessa che appare nel gioco.

Sebbene il genere sia deciso dal giocatore all'inizio della partita, il canone confermato da Leland Chee ha stabilito che Revan sia un maschio. Inoltre, la New Essential Chronology e le Chronicles of the Old Republic, pubblicate prima del rilascio del sequel The Sith Lords, riportano entrambi Revan come maschio. In ogni caso, questo rappresenta un punto molto controverso tra i fan della serie.

I possibili volti di Revan-uomo nelle scelte proposte ad inizio gioco
Il nome di Revan deriva apparentemente da "revanche", ovvero "l'atto del vendicarsi", o "l'intenzione di riconquistare vecchi territori o presenze"; ha connessioni etimologiche con la parola inglese "revenge". Vi sono inoltre alcune ambiguità relativamente alla questione se "Revan" sia effettivamente il nome reale del personaggio oppure un semplice soprannome. Abel G. Peña sul blog di starwars.com ha commentato il fatto spiegando come egli creda che Revan e Malak siano effettivamente i veri nomi dei personaggi, sebbene questo li ponga tra i primi ad utilizzare il nome di battesimo a fianco del titolo "Darth", senza l'assunzione di una nuova identità Sith. Ad ogni modo, in Jedi vs. Sith: The Essential Guide to the Force, Alek Squinquargesimus, Jedi apparso nei fumetti della serie Knights of the Old Republic, viene confermato come Darth Malak. John Jackson Miller ha suggerito che Revan probabilmente non è il nome originale del personaggio.

Nella sezione Q&A del ventinovesimo volume della serie Knights of the Old Republic, Miller ha promesso che verranno forniti nuovi elementi alla questione Revan-Malak.

A causa della sua apparizione con due spade laser in Star Wars: Knights of the Old Republic II: The Sith Lords, alcuni hanno avanzato l'ipotesi che Revan avesse assunto il Jar'Kai come stile di combattimento. In tutte le scene tagliate di Knights of the Old Republic e nelle altre fonti canoniche, Revan ha tuttavia un'unica spada. Secondo il racconto di Deesra Luur Jada della Guerra Civile Jedi, Revan uccise l'apprendista di Malak, Darth Bandon, dopo essere fuggito dal Leviathan, la nave ammiraglia di Malak. Ad ogni modo, questo è impossibile, dato che Bandon viene sconfitto da Revan dopo il ritrovamento della quarta Mappa Stellare, appena prima che Revan e compagni vengano catturati dallo stesso Leviathan.

Continuità

Amnesia

"Persino l'azione combinata del Consiglio non è riuscita a tenere sepolta la tua identità, vero? La squadra d'assalto Jedi ti ha catturato e il Consiglio ha usato la Forza per riprogrammare la tua mente: hanno spazzato via la tua identità e ti hanno fatto rivoltare contro i tuoi stessi seguaci."
―Darth Malak[fonte]

Qualche incertezza rimane nei confronti della sequenza di eventi che causò l'amnesia di Revan. La fonte principale, ovvero il gioco Star Wars: Knights of the Old Republic, sembra fornire due spiegazioni contraddittorie. Bastila Shan dice a Revan: "Quando Malak diede l'ordine di far fuoco sulla tua nave, eri ferito gravemente. Pensavamo che fossi morto. La tua mente andò distrutta"; tuttavia, tutte le altre fonti presenti nel gioco e anche quelle più tarde, incluse le Chronicles of the Old Republic, la New Essential Chronology e il Databank di StarWars.com, riportano chiaramente che fu il Consiglio Jedi a cancellare la memoria di Revan. La New Essential Chronology stabilisce esplicitamente che "Il Consiglio Jedi scelse di non imprigionare nè condannare a morte Revan. Al contrario, essi drenarono tramite la Forza i ricordi dalla sua mente di Jedi corrotto, ponendo Bastila a guardia del potente guerriero, divenuto ormai una tavola bianca". In ogni caso, Revan recuperò la memoria al momento del suo ingresso sulla Star Forge. Sempre la New Essential Chronology riferisce che "Aiutato dall'intera flotta della Repubblica, Revan -ora nel pieno possesso dei ricordi cancellati dal Consiglio- uccise Darth Malak e distrusse la Star Forge nei cieli di Rakata Prime". Comunque, secondo Bastila, Revan non avrebbe mai recuperato a pieno la propria memoria: "La tua mente era troppo danneggiata per poter riacquistare totalmente i tuoi ricordi, Revan. Ma il tuo potere, la tua forza di volontà, l'essenza di ciò che tu sei realmente: tutto ciò è rimasto e vive ancora!".

La caduta al lato oscuro

Pochi sono i particolari relativi alla caduta di Revan al lato oscuro. Molte delle fonti disponibili si affacciano al problema in maniera esclusivamente speculativa, fornendo minimi dettagli. Durante una conversazione in Star Wars: Knights of the Old Republic, Vrook Lamar afferma che "Revan una volta era un Padawan promettente. Ma la sua giovane età e la sua voglia di ampliare le sue conoscenze sulla Forza, lo portarono a ricercare gli insegnamenti Sith, ignorando stupidamente le pericolose lusinghe del lato oscuro".

Secondo il giudizio di Vrook, Revan e Malak avevano ceduto al lato oscuro ben prima delle Guerre Mandaloriane. Più tardi, nel gioco, Bastila e i membri del Consiglio dell'Enclave ebbero modo di ritenere che Revan e Malak avessero compiuto il loro primo passo verso l'oscurità durante le loro ricerche di un complesso di antiche rovine presenti su Dantooine. All'interno, i due scoprirono la prima delle cinque Mappe che, combinate, li avrebbero condotti in ultima analisi alla Star Forge. Bastila affermò: "Questo dev'essere ciò che Revan e Malak trovarono quando fecero il loro ingresso in questo Tempio. Qui dev'essere iniziato il loro viaggio verso il lato oscuro".

Le Chronicles of the Old Republic stabiliscono che, nell'anno 3.963 BBY, Revan fosse già influenzato dal lato oscuro nel momento in cui iniziò a concepire "un piano malvagio eppure brillante: sfruttando l'energia oscura di Malachor V, avrebbe sedotto un'armata di Jedi, plasmandoli come suoi fedeli servitori". Negli anni seguenti, tuttavia, le cronache asseriscono che Revan era tutt'altro che corrotto mentre si dedicava allo studio degli artefatti Sith e degli holocron che aveva scoperto entro vaste tombe e città sotterranee racchiuse sulla superficie di Malachor V. Secondo Jedi vs. Sith: The Essential Guide to the Force, Revan diventò Signore Oscuro dei Sith due anni dopo la scoperta di Malachor V, nell'anno 3.961 BBY. Comunque, la Knights of the Old Republic Campaign Guide stabilisce l'acquisizione del rango di Signore dei Sith nel 3.960 BBY, in seguito al ritrovamento della Star Forge.

Le ragioni che spinsero Revan ad abbracciare il lato oscuro sono ugualmente controverse. Kreia afferma che "forse Revan non è mai caduto. La differenza tra la caduta e il sacrificio a volte è complessa, ma sento che Revan avesse capito pienamente quella differenza, più di chiunque altro. La galassia sarebbe crollata se Revan non fosse andato in guerra. Forse egli diventò un signore oscuro per necessità, per prevenire un male più grande". Qualsiasi fosse stata la decisione iniziale, Revan abbracciò completamente il lato oscuro. Il suo holocron più tardi ritrovato da Darth Bane avvisava: "Il lato oscuro offre potere per il gusto del potere stesso. Devi desiderarlo. Bramarlo. Devi cercare il potere sopra ogni cosa, senza riserve o esitazioni".

Finale dark side

"Malak è morto! Accogliamo il ritorno di Darth Revan, il vero Signore dei Sith!"
―Bastila Shan, nel finale non canonico di Star Wars: Knights of the Old Republic[fonte]
Bastila annuncia il ritorno di Darth Revan nel finale non canonico del gioco
Se il giocatore accetta la proposta di Bastila sulla sommità del Tempio degli Antichi, Revan fa ritorno verso l'oscurità e uccide Jolee Bindo e Juhani (solo Jolee se Juhani è già stata eliminata su Dantooine). Sconvolto dal suo tradimento, Carth Onasi fugge, lasciando Mission Vao alla mercè del rinato Sith. In alternativa, Revan utilizza la dominazione della Forza per convincere Zaalbar ad uccidere Mission, oppure è Revan stesso ad eliminare entrambi.

Una volta sulla Star Forge, Bastila utilizza la sua Meditazione da Battaglia contro la flotta della Repubblica, permettendo a Revan di inoltrarsi nelle profondità della stazione per combattere Darth Malak. Sconfitto Malak, Revan conquista nuovamente il mantello di Signore Oscuro dei Sith. Le vicende posteriori al ritorno al lato oscuro proseguono secondo queste linee.

Sfruttando le risorse a sua disposizione in veste di Comandante della Star Forge, Revan creò una flotta infinita volta alla distruzione definitiva della Repubblica. Tuttavia, a sorpresa, cessò presto la sua offensiva. Nella precedente guerra, venne ritenuto piuttosto insolito il fatto che Revan avesse deliberatamente evitato di attaccare alcune fabbriche e stazioni repubblicane, e la stessa situazione si presentò con la cessazione della produzione di vascelli da parte della Star Forge. Bastila Shan, in un holocron scoperto su Korriban, riportò la misteriosa e improvvisa scomparsa di Revan. Senza una presenza forte nel lato oscuro adatta a guidarla, la Star Forge si atrofizzò e fu poi distrutta dalla Repubblica. E' noto che Revan si sia diretto verso le Regioni Ignote con l'intento di fermare una minaccia sotterranea, non ancora manifesta e terribile, probabilmente responsabile dell'invasione iniziale dei Mandaloriani. Kreia, sua vecchia maestra, suggerì che Revan si fosse messo alla ricerca dell'antico Impero Sith.

Finale alternativo tagliato

"No, è troppo tardi. E per te è troppo tardi anche per tornare indietro...ma tutto questo può finire qui. C'è ancora tempo per un atto finale di redenzione."
―Carth Onasi (dal finale alternativo non canonico tagliato)[fonte]
Amore o potere?
Qualora il giocatore abbia scelto l'opzione Revan-donna e abbia completato con successo la trama secondaria con Carth Onasi, e qualora abbia scelto di cedere al lato oscuro su Lehon, la vicenda prosegue con la fuga di Carth Onasi e la negazione del suo amore per la donna. Dopo la sconfitta di Malak sulla Star Forge, Revan ritrova Carth sulla stessa stazione. A queto punto, Revan lo uccide o impartisce l'ordine a Bastila.

Nel finale tagliato della prima versione del gioco, era contemplata la possibilità per Revan donna di tornare alla luce anche dopo aver ceduto all'oscurità al Tempio degli Antichi, uccidere Bastila e morire insieme a Carth mentre la flotta della Repubblica distrugge la Star Forge. Tuttavia, la versione finale del gioco include unicamente l'opzione dell'uccisione di Carth da parte di Revan o di Bastila. Cinque anni dopo, l'Esule avrebbe scoperto nella memoria di T3-M4 un messaggio da parte di Carth, contenente un piano di riserva nel caso Revan fosse tornato al lato oscuro.

Relazioni

"L'amore non conduce al lato oscuro. La passione può portare rabbia e paura, ma può essere controllata; passione non significa amore. Controllare la passione mentre si ama, questo dovrebbero insegnare i Jedi. L'amore può solo salvarti, non può condannarti."
―Jolee Bindo[fonte]

Bastila Shan

"Anch'io ti amo, con tutto il mio cuore."
"Non hai più paura di amare?"
"Dopo tutto questo? No. Nessun'altra cosa potrebbe farmi sentire più al sicuro che il tuo amore per me.""
―Bastila Shan e Revan[fonte]

Durante la ricerca della Star Forge, Revan intrecciò una relazione con Bastila, sebbene ella fosse inizialmente riluttante a causa del divieto imposto dal Codice Jedi. Comunque, dopo un certo periodo di tempo, Bastila si aprì a Revan, anche se i due preferirono dedicarsi completamente alla missione, lasciando da parte i sentimenti che li legavano. Dopo la cattura di Bastila da parte di Malak e la sua caduta al lato oscuro, Revan convinse la donna ad abbandonare il sentiero oscuro e a tornare alla luce. Quando Bastila chiese a Revan di ucciderla dopo che l'ebbe sconfitta sulla Star Forge, egli si rifiutò e le dichiarò il suo amore. Ella rispose di essere spaventata dalle sue parole, anche se le aspettava da tempo. Ad ogni modo, Bastila ammise il suo amore per Revan e affermò di non averne più timore. Subito dopo Revan andò al confronto con Malak e Bastila utilizzò la sua meditazione da battaglia per aiutare la flotta della Repubblica contro i Sith.

Carth Onasi

"Ti amo. Persino ora..Dopo..Dopo tutto quello che hai fatto. Ti amo come non ho mai amato nessun'altra, o da quando mia moglie è morta. E davvero non pensavo che fosse possibile."
―Carth Onasi[fonte]
I possibili volti di Revan-donna
Sebbene non rientri nel canone, se il giocatore decide di scegliere Revan come personaggio femminile, lei e Carth possono flirtare e stuzzicarsi l'un l'altro durante tutto il gioco. Vista la graduale crescita dei suoi sentimenti per Revan, Carth iniziò a pensare sempre meno alla morte della moglie e al suo desiderio di vendetta nei confronti di Saul Karath, responsabile della sua uccisione e della scomparsa di suo figlio, Dustil Onasi. Carth promise a Revan di proteggerla ad ogni costo. Quando scoprì che la donna di cui si era innamorato era Darth Revan, egli si isolò da lei, insicuro su come gestire la rivelazione appena ricevuta, dato che il tradimento di Revan era la causa delle sue sofferenze e della distruzione apportata alla Repubblica. Carth tuttavia le confessò di non odiarla, a dispetto dei suoi tentativi. Quando Revan si rifiutò di unirsi a Bastila e riprendere la via del lato oscuro, Carth le dichiarò il suo amore di fronte a tutti i compagni sulla spiaggia di Lehon. Sebbene la scena sia aperta a diverse interpretazioni, i fan hanno stabilito che sia da collocarsi in questo momento il bacio tra Revan e Carth, data la battuta di Mission Vao, "Sheesh, vi serve una stanza, o no?". Carth e Revan rimasero insieme finchè l'uomo salì al ruolo di ammiraglio nella flotta della Repubblica.
Revan e Carth sulla Ebon Hawk
Revan tuttavia iniziò a recuperare i ricordi delle sue azioni di Signore dei Sith e li utilizzò per creare un muro tra loro. Alla fine ella gli confidò la sua intenzione di partire per l'Anello Esterno alla ricerca della reale minaccia che si celava dietro i Mandaloriani, i Veri Sith e il loro impero; Revan non specificò esattamente l'entità del pericolo e lasciò la galassia senza alcun avvertimento. Carth aveva previsto la sua decisione e lasciò un messaggio nascosto all'interno di T3-M4. Egli si disperò nel tentativo di trovare alcuni indizi che indicassero il suo passaggio e quando incontrò l'Esule, le chiese se avesse qualche informazione su di lei. Sfortunatamente per lui, l'Esule non aveva alcuna notizia a riguardo; le chiese tuttavia di dire a Revan, qualora l'avesse mai incontrata, che egli la stava ancora aspettando.

Juhani

"Io... Io mi preoccupo per te. Non so perchè. Non so se sarà possibile o se tu ricambierai mai ciò che provo, ma io so che c'è."
―Juhani[fonte]

Una seconda relazione non canonica è possibile tra giocatrici donne. Se Revan personaggio femminile riporta alla via della luce Juhani e continua a costruire con lei un rapporto di fiducia e amicizia durante il viaggio, Juhani sviluppa alcuni sentimenti nei suoi confronti. Dopo il rifiuto del lato oscuro da parte di Revan e della sua precedente identità al tempio Rakata, Juhani ammette con vergogna il suo amore. A quel punto Revan respinge o ricambia i suoi sentimenti. Nella stampa originale della prima versione del gioco, era presente in alcune copie un bug che permetteva lo sviluppo di una relazione romantica tra uomini. Questo bug è stato poi risolto nelle versioni successive e la storia d'amore maschile non è più possibile a meno di atti di hacking sul gioco.

Presente in

Fonti